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Document 52011DC0539

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Sulla sicurezza dell'approvvigionamento energetico e la cooperazione internazionale — "La politica energetica dell'UE: un impegno con i partner al di là delle nostre frontiere"

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COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

Sulla sicurezza dell'approvvigionamento energetico e la cooperazione internazionale — "La politica energetica dell'UE: un impegno con i partner al di là delle nostre frontiere"

Introduzione

Un'energia sicura, sostenibile e concorrenziale è di fondamentale importanza per l'economia, l'industria e i cittadini dell'UE e rappresenta inoltre un obiettivo essenziale della politica unionale. Per conseguire tale obiettivo, l'Unione europea necessita di strumenti idonei per agire al suo interno e per promuovere i propri interessi nei confronti dei paesi terzi.

La politica energetica esterna dell'UE è indispensabile per completare il mercato energetico interno. Le esperienze del passato hanno dimostrato che le relazioni bilaterali in ambito energetico fra singoli Stati membri e paesi terzi fornitori o di transito possono sfociare in una frammentazione del mercato interno piuttosto che in un rafforzamento dell'approvvigionamento energetico e della concorrenza dell'UE. Il quadro normativo che è stato gradualmente creato a livello unionale comporta conseguenze di rilievo per i paesi partner, per esempio nel settore dell'accesso alle reti, della sicurezza e delle norme in materia di concorrenza. Tenuto conto del termine del 2014 fissato dal Consiglio dell'Unione europea per portare a termine il mercato interno dell'elettricità e del gas, è impellente svilupparne appieno la dimensione esterna.

L'energia è una questione mondiale. L'Unione europea importa oltre il 60% del proprio gas e oltre l'80% del proprio petrolio. È confrontata a una concorrenza crescente per le risorse di combustibili fossili, anche dai paesi emergenti e dagli stessi produttori di energia. Una popolazione in crescita e il miglioramento del tenore di vita possono far aumentare la domanda di energia anche del 40% entro il 2030. La produzione e l'impiego di energia minacciano i sistemi climatici nonché l'ambiente e la salute umana. La crescente domanda di energia causa l'incremento dei prezzi, generando una povertà energetica per molti e portando distruzione nei paesi la cui economia è prevalentemente basata sui combustibili fossili.

In questa realtà complessa, l'UE deve assumere una posizione forte, efficace ed equa sulla scena internazionale al fine di garantirsi l'energia di cui ha bisogno, pur promuovendo mercati dell'energia liberi e trasparenti nonché contribuendo a una maggiore sicurezza e sostenibilità nella produzione e nell'impiego dell'energia. Per conseguire inoltre gli obiettivi unionali e mondiali di riduzione delle emissioni complessive di gas a effetto serra, sono necessarie soluzioni internazionali per il settore energetico.

Dall'ultima comunicazione della Commissione sulle relazioni esterne nel settore dell'energia [1], i quadri di riferimento politici e giuridici della politica energetica unionale sono mutati. Il trattato di Lisbona definisce chiaramente gli obiettivi della politica energetica unionale, sviluppati più ampiamente nelle strategia Europa 2020 [2]. È evidente che l'UE non può conseguire tali obiettivi senza affrontare adeguatamente la dimensione esterna.

L'UE deve invece rafforzare il proprio mercato, espandendo i legami fra la rete energetica europea e i paesi limitrofi [3] e creando una zona di regolamentazione più ampia a vantaggio di tutti. In primo luogo a tal fine è fondamentale un regolare scambio di informazioni in merito agli accordi intergovernativi conclusi e previsti dagli Stati membri. Esempi recenti hanno dimostrato i meriti di quest'approccio europeo.

Il Consiglio ha riconosciuto la necessità di nuove iniziative per sviluppare partenariati reciprocamente vantaggiosi nel settore energetico con i principali attori in merito a tutte le aree di interesse comune, tra le quali la sicurezza energetica, gli investimenti in sostenibilità e protezione dell'ambiente, le tecnologie a basse emissioni di carbonio, l'efficienza energetica e la sicurezza nucleare. La comunicazione propone modalità concrete per ampliare la cooperazione nel settore energetico oltre la mera certezza fisica delle importazioni. Questa politica è compatibile con la strategia europea in materia di sicurezza del dicembre 2003, riesaminata dal Consiglio europeo nel dicembre 2008 [4], sulla quale è basata.

Tali partenariati e l'impegno dell'UE nei forum mondiali come il G-20 devono altresì promuovere un numero maggiore di politiche energetiche sostenibili nei paesi terzi, migliorando nel contempo la trasparenza del mercato, contenendo la volatilità del mercato internazionale e collaborando per un mercato energetico globale che sia meno vulnerabile agli shock e alle perturbazioni dell'approvvigionamento. Queste modalità dovrebbero consentire di rafforzare la resistenza dell'UE agli eventi esterni relativi all'energia.

Nelle sue relazioni con i paesi in via di sviluppo e meno sviluppati, l'UE è in grado di fornire un contributo di rilievo allo sviluppo economico e alla lotta alla povertà, facendo dell'energia sostenibile e dell'accesso a essa una priorità delle sue politiche di sviluppo. L'UE gode di una posizione privilegiata per promuovere misure di riforma e politiche in materia di energia sostenibile nonché sviluppare le infrastrutture, affrontando nel contempo questa strozzatura esiziale per lo sviluppo.

Gli Stati membri, il Parlamento europeo e i cittadini dell'Unione hanno ripetutamente sollecitato l'UE a parlare con una voce unica quando si tratta di relazioni esterne in materia di energia. L'UE ha dimostrato che insieme è possibile ottenere risultati che nessuno Stato membro da solo può conseguire. Queste forze devono essere sfruttate ulteriormente per trasformarsi in un approccio comune. Si avverte l'esigenza pressante di compiere ulteriori passi per rafforzare la coerenza dell'azione dell'UE e degli Stati membri, anche a causa del ruolo dell'energia nelle relazioni politiche ed economiche generali con un certo numero di paesi terzi.

La strategia Europa 2020 [5] ha individuato nel rafforzamento della dimensione esterna delle politica energetica unionale una delle priorità essenziali dei prossimi anni. Questo messaggio è stato ribadito dal Consiglio europeo nel febbraio scorso. L'approccio globale delineato nel presente documento mira a soddisfare tali aspettative.

Di conseguenza la presente comunicazione propone di sviluppare una politica energetica esterna avente le seguenti priorità:

- rafforzare la dimensione esterna del nostro mercato energetico interno;

- rafforzare i partenariati per un'energia sicura, sostenibile e concorrenziale;

- migliorare l'accesso all'energia sostenibile per i paesi in via di sviluppo; nonché

- promuovere meglio le politiche dell'UE oltre i confini.

1. Rafforzare la dimensione esterna del nostro mercato energetico

Il mercato unionale dell'energia dipende da elevati livelli delle importazioni e pertanto da mercati liberi e trasparenti. In assenza di questi ultimi, l'UE è esposta alla volatilità politica e dei prezzi. La sicurezza dell'approvvigionamento dipende da una parte dalla sicurezza del mercato nel suo complesso. La politica estera energetica deve rispecchiare l'interconnessione del mercato interno e l'interdipendenza degli Stati membri.

1.1. Coordinamento sul mercato interno: rafforzare l'influenza dell'UE e degli Stati membri

Gli accordi bilaterali fra gli Stati membri e i paesi terzi esercitano un'influenza significativa sullo sviluppo dell'infrastruttura energetica e dell'approvvigionamento energetico dell'UE. Essi devono essere pienamente conformi alla legislazione unionale.

Con la presente comunicazione la Commissione propone pertanto una decisione volta a istituire un meccanismo per lo scambio di informazioni relative agli accordi intergovernativi fra Stati membri e paesi terzi in ambito energetico. Il meccanismo proposto, che risponde alla richiesta del Consiglio europeo [6], amplierà e integrerà la procedura di notifica già applicabile agli accordi sul gas [7]. Questo meccanismo istituisce uno strumento strutturato per scambiare informazioni a livello unionale prima e dopo i negoziati con i paesi terzi.

La Commissione è inoltre disponibile a fornire la propria assistenza legale agli Stati membri che negoziano accordi volti a incidere direttamente sulla legislazione del mercato interno [8]. In casi specifici la Commissione può emettere ex ante una valutazione di conformità alla legislazione dell'UE di un futuro accordo intergovernativo prima della sua firma.

L'influenza del mercato interno dell'UE dovrebbe essere usata meglio per agevolare i progetti infrastrutturali su vasta scala mirati a collegare la rete dell'UE ai paesi terzi, in particolare quelli che si trovano in una situazione di incertezza politica, commerciale o giuridica. Un approccio unionale è in grado di ridurre questi rischi. Può essere necessario negoziare mandati per l'UE se gli accordi incidono in modo ingente sugli obiettivi di politica energetica dell'UE e qualora esista un chiaro valore aggiunto comune dell'UE. La recente adozione da parte del Consiglio [9] di un mandato finalizzato ad autorizzare la Commissione a negoziare un accordo per il quadro di riferimento con l'Azerbaigian e il Turkmenistan sul sistema del gasdotto transcaspico è una prova lampante dei vantaggi derivati dall'azione a livello unionale nel settore della sicurezza energetica. In futuro si potrebbe prendere in considerazione un approccio analogo per istituire un quadro di riferimento che funga da adeguata base giuridica per l'importazione di elettricità rinnovabile dal Mediterraneo meridionale [10].

1.2. Integrazione della rete: diversificazione dei fornitori e delle rotte

L'UE deve espandere e diversificare i collegamenti fra la rete europea e i paesi limitrofi. Nella sua comunicazione "Priorità per le infrastrutture energetiche per il 2020 e oltre" [11], la Commissione ha delineato un piano generale per integrare la rete energetica tenendo conto delle principali interconnessioni con i paesi terzi.

Il calo della produzione di gas nell'UE e le preoccupazioni inerenti la relativa sicurezza dell'approvvigionamento richiedono nuovi gasdotti per l'importazione e altre infrastrutture come i terminali GNL. Una priorità fondamentale per l'UE è aprire il corridoio gasiero meridionale, una rotta di approvvigionamento che convoglia circa il 10-20% della domanda stimata di gas entro il 2020.

L'UE deve dimostrare che è pronta a impegnarsi con le regioni del Caspio e del Medio Oriente a lungo termine, sia economicamente, sia politicamente. Deve inoltre assistere i principali fornitori, quali l'Azerbaigian, il Turkmenistan, l'Iraq e altri, in particolare nella regione dell'Asia centrale, nello sviluppo dei loro settori energetici in modo efficiente e sostenibile e dei relativi modelli commerciali e di investimento con l'UE.

In quanto elemento del corridoio meridionale, l'accordo proposto relativo al trasporto e all'infrastruttura gasieri fra l'UE, l'Azerbaigian e il Turkmenistan deve spianare la strada alla costruzione delle infrastrutture fisiche per l'approvvigionamento del gas naturale turkmeno attraverso il Mar Caspio.

Circa il 20% dell'approvvigionamento di gas dell'UE passa attraverso l'Ucraina. L'UE deve sostenere gli sforzi per rinnovare il sistema di trasporto ucraino del gas, migliorando nel contempo la trasparenza e il quadro giuridico. L'obiettivo dovrebbe mirare a una più rapida integrazione dell'Ucraina nella Comunità dell'energia.

L'UE deve inoltre adoperarsi per istituire una cooperazione tripartita a livello politico e amministrativo con la Russia e l'Ucraina, al fine di garantire un approvvigionamento di gas stabile e ininterrotto attraverso il corridoio orientale.

L'importanza della regione mediterranea per la fornitura energetica dell'UE è in crescita, sia per i combustibili fossili, sia in potenza per l'elettricità da fonti rinnovabili. L'UE dovrebbe quindi impegnarsi più attivamente nella promozione delle infrastrutture energetiche in questa regione.

Per quanto attiene al settore petrolifero, l'apertura del corridoio eurasiatico per il trasporto del petrolio ha priorità elevata, poiché offrirebbe un accesso diretto al greggio del Caspio. La stabilità dell'approvvigionamento di greggio attraverso l'oleodotto di Družba dovrebbe essere affrontato nel dialogo energetico con la Russia.

Principali iniziative future:proseguire l'attuazione dei progetti aventi priorità fondamentale definiti nella comunicazione della Commissione "Priorità per le infrastrutture energetiche per il 2020 e oltre"Diversificare le fonti e le rotte di approvvigionamento di gas e petrolio, ivi compresa l'apertura del corridoio meridionale in via prioritariaPromuovere la fattibilità e il funzionamento ininterrotto delle infrastrutture per il trasporto del gas e del petrolio a est e sostenere il rinnovamento della rete ucraina di trasporto del gas entro il 2020Sviluppare una cooperazione tripartita a livello politico e amministrativo con la Russia e l'Ucraina per garantire un approvvigionamento energetico stabile e continuo attraverso il corridoio orientalePromuovere la cooperazione relativa ai progetti sull'energia rinnovabile con i paesi del Mediterraneo meridionale, in particolare nell'ambito del piano solare mediterraneo, con il varo dei progetti pilota di centrali solari nel 2011-2012 |

1.3. Integrazione del mercato con i paesi limitrofi: un approccio globale ma differenziato

La Commissione e l'Alto rappresentante dell'Unione per la politica estera e di sicurezza comune sono impegnati ad accelerare la cooperazione [12] nel settore dell'energia al fine di migliorare l'integrazione del mercato e la sicurezza energetica con i partner della politica europea di prossimità. La finalità è conseguire un mercato dell'energia integrato con tutti i paesi limitrofi basato sulla convergenza normativa. Gli strumenti unionali esistenti dovrebbero essere usati per stimolare condizioni di concorrenza leale fra i fornitori interni ed esterni all'UE. Un approccio differenziato sarà tuttavia necessario per costruire partenariati equilibrati che rispecchino la volontà dei paesi di far convergere il rispettivo quadro normativo verso l'UE e, se del caso, di attuare la fissazione del prezzo del carbonio, elemento delle condizioni di parità per i produttori di energia [13].

I paesi dello spazio economico europeo (SEE), compresa la Norvegia, partecipano già al mercato interno dell'UE. È altresì opportuno rafforzare la cooperazione con la Svizzera. È opportuno attribuire la priorità agli attuali negoziati per un accordo mirato a integrare pienamente i mercati dell'elettricità e si dovrebbe prendere in considerazione l'ampliamento di tali negoziati ad altri settori, quali le energie rinnovabili e il gas.

Il trattato che istituisce la Comunità dell'energia rappresenta il punto di riferimento per la maggioranza dei paesi limitrofi dell'UE desiderosi di partecipare al sistema energetico europeo. Grazie alla recente adesione della repubblica di Moldova e dell'Ucraina, la Comunità dell'energia dispone del potenziale per collegare il mercato dell'UE con nove paesi limitrofi. Il suo ambito d'applicazione dovrebbe gradualmente estendersi e integrarsi con un'attuazione e un'applicazione più efficienti, nonché con un'assistenza concreta per riformare tali mercati [14]. L'ampliamento della Comunità dell'energia potrebbe essere preso in considerazione per quei paesi che hanno concluso o intendono concludere un accordo di libero scambio con l'UE e che dimostrano sia la volontà, sia la capacità di attuare la legislazione unionale in materia.

La Turchia sarà presto collegata alla rete elettrica unionale e potrebbe divenire un importante hub gasiero nonché un paese di transito del gas per l'UE. I progressi nei negoziati per l'adesione della Turchia al trattato che istituisce la Comunità dell'energia e i progressi nell'apertura del capitolo relativo all'energia nei negoziati di adesione contribuirebbero ad approfondire la cooperazione e a creare un quadro rigoroso per il trasporto del gas attraverso la Turchia.

Parallelamente l'iniziativa di Baku e la piattaforma per la sicurezza energetica nell'ambito del partenariato orientale dovrebbero rimanere quadri di riferimento essenziali per il dialogo regionale in materia energetica fra l'UE e i paesi limitrofi a oriente, avvantaggiandosi altresì del sostegno del programma EU INOGATE [15].

La situazione energetica nel Mediterraneo meridionale richiede un'ambizione particolare. Si stima che entro il 2020 la domanda di energia nella regione raddoppierà rispetto al livello attuale. Si impone un'urgente riforma del mercato al fine di stimolare gli investimenti nelle energie pulite ed efficienti nonché nelle tecnologie a basse emissioni di carbonio. Come primo passo l'UE è pronta a lavorare per sviluppare una Comunità UE-Mediterraneo meridionale dell'energia, incentrata principalmente sullo sviluppo dell'energia rinnovabile [16]. I primi, promettenti colloqui esplorativi con i partner della regione, ossia il Marocco o l'Algeria, indicano che tale iniziativa incontra interesse e merita di essere esplorata a fondo.

La Commissione e gli Stati membri dovrebbero incoraggiare i progetti industriali congiunti con tutti i paesi limitrofi nei principali settori di interesse comune: elettricità rinnovabile, efficienza energetica e gestione dal lato della domanda, ponendo l'accento sulla ricerca e l'innovazione, la crescita e l'occupazione. A tal fine la Commissione può prendere in considerazione il miglioramento delle condizioni offerte dalla direttiva relativa alle fonti energetiche rinnovabili [17] per i progetti comuni con gli Stati membri della Comunità dell'energia e altri paesi terzi, se ciò può avvenire senza pregiudicare l'addizionalità e il livello di ambizione degli obiettivi di sviluppo delle energie rinnovabili nell'UE. La Commissione continuerà a promuovere la partecipazione dei paesi limitrofi alle iniziative dell'UE, quali "Città intelligenti" e le comunità e il "Patto dei sindaci". L'UE dovrebbe inoltre prendere in considerazione l'offerta di partenariati globali bilaterali ai paesi interessati a impegnarsi per una maggiore integrazione.

Principali iniziative future:concludere i negoziati con la Svizzera conformemente alle direttive di negoziato adottate per una piena integrazione dei mercati dell'elettricitàAccelerare la cooperazione nel settore energetico con i paesi impegnati nel processo di adesione all'UEApprofondire ed estendere la validità del trattato che istituisce la Comunità dell'energia oltre il 2016, concentrandosi sull'effettiva attuazioneProporre entro il 2020 ai partner una Comunità UE-Mediterraneo meridionale dell'energia, inizialmente incentrata sullo sviluppo del mercato dell'elettricità e dell'energia in questi paesiIncoraggiare i paesi terzi ad attuare ambiziose politiche di efficienza energetica e di energia rinnovabile nonché di fissazione dei prezzi del carbonio, garantendo nel contempo parità di condizioni nel settore dell'energia |

1.4. Dialogo energetico UE-Russia: dal partenariato all'integrazione

La Russia svolge un ruolo di primo piano sul mercato energetico europeo. Il nostro obiettivo comune dovrebbe risiedere nell'aumento della convergenza fra i due mercati dell'energia, riconoscendo che la Federazione russa è in grado di ottimizzare i vantaggi socioeconomici derivanti dalle sue esportazioni di energia e che l'UE può rafforzare la propria competitività sul mercato in questione.

La nostra cooperazione energetica richiede una nuova e solida base giuridica. I negoziati per il nuovo accordo UE-Russia [18] devono pertanto affrontare questioni cruciali, quali l'accesso alle risorse, alle reti e ai mercati d'esportazione dell'energia, la tutela degli investimenti, la reciprocità, la prevenzione delle crisi e la cooperazione in tali eventualità, la parità di condizioni e la fissazione dei prezzi delle risorse energetiche. Per quanto attiene alle questioni nucleari è altresì necessaria la certezza del diritto, mentre è attualmente in preparazione l'accordo di cooperazione nucleare fra l'Euratom e la Russia. Nella regione baltica, dove è necessario sincronizzare le reti di tali Stati con il sistema elettrico dell'Unione, l'UE dovrebbe adoperarsi per concludere un accordo tecnico fra l'UE, la Russia e la Bielorussia sulle norme per la gestione delle reti elettriche della regione.

Il dialogo sull'energia UE-Russia richiede una maggiore cooperazione fra gli Stati membri e la Commissione. Esso è stato recentemente rafforzato mediante la firma di un meccanismo aggiornato di allarme rapido per migliorare ulteriormente il coordinamento in caso di emergenze sul lato dell'offerta o della domanda, l'istituzione di un consiglio consultivo UE-Russia per il gas nonché intense discussioni relative ai futuri sviluppi infrastrutturali, ivi compreso il quadro normativo.

Fondandosi su questi elementi una tabella di marcia congiunta UE-Russia individuerà le opportunità per una cooperazione a lungo termine. Tali attività agevoleranno le riforme del mercato e creeranno un clima più propizio agli investimenti per le imprese del settore energetico nella Federazione russa e dovrebbero inoltre consentire un migliore coordinamento delle discussione relative ai grandi progetti infrastrutturali che impegnano diversi Stati membri dell'UE o paesi terzi. Il dialogo sulla sicurezza nucleare dovrebbe essere intensificato e, in linea con il partenariato UE-Russia per la modernizzazione [19], sarebbe opportuno ampliare la cooperazione nei settori della ricerca e dell'innovazione, dell'efficienza energetica e di altre tecnologie per l'energia sostenibile.

Principali iniziative future:intensificare in via prioritaria i negoziati sugli aspetti energetici del nuovo accordoAccelerare l'attuazione del partenariato UE-Russia per la modernizzazione con progetti comuni concreti relativi alle tecnologie, alla ricerca e all'innovazione per un'energia pulita ed efficienteImpegnarsi con la Russia per attuare la tabella di marcia energetica UE 2050Concludere un accordo tecnico fra l'UE, la Russia e la Bielorussia sulle norme tecniche per gestire le reti elettriche nella regione baltica |

2. Rafforzare i partenariati per un'energia sicura, sostenibile e concorrenziale

In quanto importante consumatore e importatore di energia nonché fornitore di tecnologie del settore, l'UE ha interesse a sviluppare la politica energetica dei propri partner su scala globale. È nell'interesse strategico dell'Unione costruire partenariati stabili e a lungo termine con i principali fornitori e i nuovi potenziali fornitori, nonché con i paesi consumatori, comprese le economie emergenti.

L'UE dispone di uno dei più elevati standard del mondo per quanto concerne la trasparenza e la regolamentazione del mercato nonché la sicurezza nucleare, petrolifera e gasiera. L'UE può aiutare altri paesi a innalzare i loro standard con l'ausilio della cooperazione internazionale.

2.1. Partenariati con i fornitori di energia

I partenariati dell'UE con i principali fornitori di energia dovrebbero essere reciprocamente vantaggiosi, rispecchiando l'interdipendenza. Essi dovrebbero affrontare un'ampia gamma di argomenti, quali la cooperazione normativa, la sicurezza energetica, la ricerca e l'innovazione, l'efficienza energetica, l'accesso al mercato e la tutela degli investimenti, avvalendosi degli appositi strumenti e accordi. Tali partenariati dovrebbero inoltre interessare l'uso efficiente delle risorse disponibili, nonché la valutazione congiunta dell'approvvigionamento energetico sul lungo temine e le prospettive della domanda.

Oltre alla Russia, un approccio globale può essere rispecchiato meglio nella cooperazione con gli altri importanti fornitori di combustibili fossili [20]:

- il dialogo a livello ministeriale di lunga data fra l'UE e la Norvegia mira già a coordinare le politiche energetiche in un senso più ampio. La Norvegia, collegata all'UE attraverso lo Spazio economico europeo, rappresenta un partner fondamentale per l'Unione in un'ampia gamma di settori, dalla politica energetica alla sicurezza dell'approvvigionamento. Tale partenariato dispone del potenziale per essere ulteriormente rafforzato e ampliato.

- Analogamente, l'Unione ha interesse a estendere e innalzare il livello della propria cooperazione energetica con l'Algeria. Ambo le parti intendono concludere senza indugi il lavoro relativo a un memorandum d'intesa sull'energia, dotato del potenziale di accrescere la cooperazione bilaterale nel settore energetico al di là dei temi consueti dello scambio di gas e petrolio; nella fattispecie questo è mirato alla cooperazione allo sviluppo e allo scambio di energie rinnovabili.

- Il partenariato UE-Arabia saudita per l'energia offre un potenziale analogo per quanto attiene all'ampliamento dell'ambito d'applicazione della cooperazione bilaterale oltre il settore petrolifero.

- In risposta alla fine del regime di Gheddafi, l'UE è pronta a estendere alla Libia la propria offerta di costruire partenariati globali in ambito energetico con i paesi del Nord Africa. La futura cooperazione fra l'UE e la Libia in materia di energia comprenderebbe un'ampia gamma di temi, tra i quali si annoverano anche le energie rinnovabili, l'elettricità e la gestione del mercato energetico, per agevolare la piena integrazione della Libia nelle strutture regionali ed euromediterranee per la cooperazione in ambito energetico. L'UE sosterrà inoltre gli sforzi delle imprese europee per aiutare a ripristinare il potenziale del paese ai fini delle esportazioni di petrolio e gas.

L'UE coopera in modo proficuo con l'OPEC e la maggior parte dei suoi membri. Oltre a questi fornitori tradizionali le regioni del Mar Caspio, dell'Asia centrale e del Golfo offrono un notevole potenziale per la politica unionale di diversificazione, così come la regione artica e paesi quali l'Iraq, il Brasile, il Venezuela, il Canada e la Nigeria, oltre ad altri produttori africani.

Una buona gestione dell'energia, comprensiva dei principi delineati dalla Extractive Industries Transparency Initiative [21], congiuntamente all'eliminazione graduale delle sovvenzioni inefficienti ai combustibili fossili che stimolano gli sprechi, dovrebbe trovarsi anch'essa al centro di tali sforzi, come anche le pratiche per una produzione sostenibile, quali la riduzione dell'incendio del gas (gas flaring) durante l'estrazione.

Il significativo contributo del gas naturale liquefatto all'approvvigionamento energetico dell'UE e la sua importante incidenza sul mercato mondiale del gas richiede una cooperazione con i principali fornitori come il Qatar, l'Australia, Trinidad e Tobago, nonché con gli attuali e i futuri principali consumatori, come il Giappone, la Cina e l'India per rendere il mercato mondiale più trasparente e flessibile.

Gli obiettivi unionali di basse emissioni di carbonio esigono un nuovo tipo di partenariato nel quale esista un potenziale di fornitura di energie rinnovabili. I partenariati con i paesi produttori e consumatori di biocarburanti, come il Brasile, gli Stati uniti e gli altri produttori in Africa e in Asia, dovrebbero mirare a promuovere i requisiti di sostenibilità per i biocarburanti e i partenariati per i bioliquidi dovrebbero sostenere l'attuazione delle misure di efficienza energetica.

Principali iniziative future:approfondire il dialogo in corso con i principali fornitori di energia e ampliare nuovi dialoghi con i produttori di energia emergenti, al fine di includere per esempio le energie rinnovabili e il GNLIncentrare l'attenzione di tutti i dialoghi sulla buona gestione e gli investimenti in ambito energetico, sull'energia sostenibile e sull'efficienza energetica |

2.2. Partenariati con le economie industrializzate e in rapida crescita

Il dialogo dell'UE con gli altri grandi consumatori di energia, siano essi i paesi industrializzati o le economie emergenti, dovrebbe incentrarsi sulla creazione di mercati mondiali dell'energia trasparenti e prevedibili, che promuovano l'efficienza energetica e le basse emissioni di carbonio nonché gli sforzi nella ricerca e nell'innovazione delle nuove tecnologie. Le norme internazionali, l'etichettatura dei prodotti (per es. l'iniziativa EU Energy Star [22]) e la certificazione sono in particolar modo importanti per un lavoro comune, considerata la loro importanza per stimolare la commercializzazione e l'accesso al mercato nonché la diffusione e l'accesso alle tecnologie a basse emissioni di carbonio. I dialoghi costruttivi con la Cina, la Russia e gli USA già esistenti offrono un buon esempio di questo tipo di cooperazione con i paesi consumatori.

I progetti internazionali su vasta scala, come il progetto ITER, rappresentano mezzi per ottenere un notevole impatto sulla cooperazione tecnologica. Tenuto conto dell'ambito di applicazione e della dimensione delle iniziative industriali europee del piano per le tecnologie energetiche [23], si aprono opportunità di cooperazione internazionale. Le attività dell'UE, per esempio la rete europea dei progetti dimostrativi per la cattura e lo stoccaggio del carbonio, dovrebbero integrarsi con le pertinenti iniziative per lo scambio delle migliori pratiche e per promuovere le diffusione di tali tecnologie. Per mantenere la posizione dell'Europa nella ricerca e nell'innovazione, la cooperazione tecnologica con i nostri partner dovrebbe essere reciproca, in particolare in termini di accesso ai programmi di ricerca e sviluppo, nonché di trattamento equo e di protezione dei diritti di proprietà intellettuale.

La collaborazione con i paesi consumatori deve essere inoltre pronta a reagire alle nuove sfide. A tiolo di esempio, lo stoccaggio delle energie rinnovabili e dell'elettricità e altre applicazioni energetiche avanzate richiede una gamma di materie prime, comprese le terre rare, la cui disponibilità è attualmente ridotta. Oltre a garantire la disponibilità e l'accesso a questi materiali, la ricerca è necessaria per sviluppare sostituti o ridurre l'uso di materie prime suscettibili di generare nuove incertezze in termini di sicurezza dell'approvvigionamento, tossicità o rischi per l'ambiente. Un impulso a questo settore verrebbe dall'azione coordinata dell'UE e degli altri leader tecnologici, compresi gli USA e il Giappone.

Fra i paesi industrializzati, ai fini della politica energetica unionale ha rilievo il dialogo UE-USA, particolare il Consiglio per l'energia UE-USA istituito nel 2009. Basandosi sull'esperienza acquisita, esso dovrebbe concentrarsi sulla promozione di mercati mondiali dell'energia stabili, affidabili e trasparenti, con il coordinamento dei sistemi di regolamentazione e dei programmi di ricerca al fine di accelerare la diffusione di tecnologie energetiche pulite ed efficienti nonché sullo sviluppo di norme comuni. Per trarre pieno vantaggio da tale operazione, le parti devono avvalersi integralmente e approfondire ulteriormente la cooperazione nell'ambito dei quadri di riferimento esistenti, quali il lavoro del Consiglio economico transatlantico per i progressi dell'e-mobilità e gli sforzi del Consiglio per l'energia UE-USA, per promuovere le reti intelligenti e lo stoccaggio dell'energia, per citarne solo alcuni.

Deve essere tenuto in debita considerazione il ruolo di spicco svolto dai paesi asiatici, come il Giappone, nelle attività esterne dell'UE. L'UE e il Giappone devono rafforzare le proprie attività comuni per compiere progressi verso gli obiettivi di sicurezza energetica, sostenibilità e sicurezza. La ricerca e l'innovazione nelle tecnologie energetiche, la definizione di norme internazionale, le reti intelligenti e la sicurezza nucleare dovrebbero costituire il nucleo dell'azione unionale con il Giappone.

La Cina rappresenta già il principale consumatore mondiale di energia. Si stima che oltre metà della crescita della domanda mondiale di energia nei prossimi 25 anni sarà data dalla Cina e dall'India [24], con ripercussioni rapide sugli equilibri dei mercati dell'energia. Questo elemento esige una risposta rapida da parte dell'UE per affrontare le sfide create.

Negli ultimi anni l'UE ha instaurato un proficuo dialogo con la Cina. L'Europa e la Cina hanno entrambe un notevole interesse a rafforzare l'efficienza energetica e la sostenibilità in Cina e a garantire condizioni di parità per le imprese unionali. I temi della futura cooperazione comprendono l'efficienza energetica, l'energia rinnovabile, il carbone pulito, la cattura e lo stoccaggio del carbonio, le reti intelligenti, la ricerca sulla fusione e la sicurezza nucleare, tenuto conto anche della rapida urbanizzazione della Cina.

La domanda di energia nei paesi emergenti cresce a un ritmo senza precedenti. Con paesi quali l'India o il Brasile, l'UE dovrebbe sviluppare attività di interesse comune, per esempio nell'ambito della politica energetica e delle questioni regolamentari, la fissazione di norme e la ricerca e l'innovazione tecnologica, ivi compresi i settori dell'energia rinnovabile, dei biocombustibili sostenibili, dell'efficienza energetica, delle reti intelligenti e della fusione.

Principali iniziative future:invitare gli USA, il Giappone e gli altri partner industrializzati a unire gli sforzi con l'UE per accelerare lo sviluppo di politiche ambiziose nell'ambito delle tecnologie a basse emissioni di carbonio e dell'efficienza energetica, compresa la cooperazione regolamentare, i progetti comuni R&S, la mobilità dei ricercatori e un'azione congiunta sui materiali più efficienti e sulle norme relative alle tecnologie cruciali ed emergenti, come già fatto con gli USA sotto l'egida del Consiglio per l'energia UE-USAElaborare calendari a lungo termine per l'energia a basse emissioni di carbonio con i principali partner come gli USA e il Giappone per sostenere la cooperazione tecnologica, industriale e nella ricercaProporre un'iniziativa trilaterale con il Giappone e gli USA sulla ricerca nell'ambito dei materiali cruciali per le applicazioni energetiche, in particolare nei settori di maggior difficoltà tecnologica, come la sostituzione delle terre rareRafforzare il principio di reciprocità nel settore della cooperazione unionale afferente alla scienza e alla tecnologia in ambito energetico prevista dall'Unione dell'innovazione [25]; rafforzare la cooperazione fra i laboratori energetici nazionali statunitensi e i laboratori dell'UE, ivi compreso il centro comune di ricerca della CommissionePreparare gli approcci comuni dell'UE e degli Stati membri verso Cina, India, Brasile e Sudafrica, finalizzati a promuovere politiche e tecnologie nei settori dell'energia a basse emissioni di carbonio e della gestione della domanda, aggiornando nel contempo i dialoghi bilaterali esistenti al fine di includervi percorsi di ammodernamento sostenibili e gli aspetti connessi alla sicurezza dell'energia |

2.3. Un quadro di riferimento stabile e prevedibile per gli scambi e gli investimenti

L'UE dovrebbe proseguire gli sforzi per includere i principi fondamentali degli scambi e degli investimenti, quali la non discriminazione e l'accesso al mercato, favorendone l'applicazione attraverso efficaci procedure di risoluzione dei contenziosi, sia negli accordi bilaterali, sia nei quadri giuridici multilaterali. Queste norme dovrebbero essere negoziate per adattarsi specificamente alle relazioni e agli interessi del settore energetico di ciascun paese o gruppo di paesi.

Tali principi dovrebbero essere integrati da norme in materia di accesso reciproco ed equivalente alle risorse e alle reti energetiche nei suddetti paesi, nonché relative alla tutela degli investimenti e alla convergenza regolamentare delle politiche dei prezzi, dei criteri di sostenibilità e dei meccanismi di prevenzione della crisi.

Sono stati compiuti sforzi di rilievo per risolvere problemi specifici relativi all'energia negli scambi e negli accordi di investimento dell'UE, tra i quali ricordiamo la Carta dell'energia e gli accordi in seno all'OMC. È necessario imprimere un impulso decisivo ai lavori volti a creare un ambiente giuridico omnicomprensivo e coerente per le relazioni unionali in ambito energetico con i principali fornitori e paesi di transito, poiché si tratta di un elemento essenziale per conseguire un'ulteriore convergenza regolamentare con i paesi limitrofi dell'UE.

Nel processo della Carta dell'energia, i lavori devono riconcentrarsi sulle tematiche primarie del proprio mandato, ossia gli scambi, il transito e la tutela degli investimenti. Per mantenere inoltre la propria significatività, la Carta dell'energia dovrebbe cercare di aprirsi ai paesi del Nord Africa e dell'Estremo Oriente. L'UE ritiene che la piena partecipazione della Russia a un siffatto quadro multilaterale sarebbe di reciproco vantaggio.

Parallelamente l'UE ha l'esigenza di promuovere condizioni di parità per gli investimenti nelle energie sostenibili, affrontando un numero crescente di ostacoli agli scambi e agli investimenti in questo settore grazie agli strumenti della strategia di accesso al mercato [26]. La riduzione e l'eliminazione di tali ostacoli sono importanti anche per i paesi in via di sviluppo al fine di incrementare l'accessibilità alle tecnologie e incoraggiare l'investimento a lungo termine, con un'adeguata tutela degli investitori e premi all'innovazione, per fare del trasferimento e della diffusione della tecnologia una realtà. L'UE dovrebbe inoltre impegnarsi attivamente per fissare norme di valore mondiale per gli scambi sostenibili e gli investimenti nelle energie verdi.

È necessaria una maggior coerenza fra la politica energetica e quella industriale dell'UE per quanto riguarda la competitività dell'industria dell'Unione. La Commissione dovrebbe impegnarsi a promuovere e a formalizzare in modo sistematico il coinvolgimento dell'industria europea nei dialoghi sull'energia con i partner strategici.

Principali iniziative future:sostenere la Conferenza della carta dell'energia per reimpostare i lavori sul mandato principale, ossia gli scambi, il transito e gli investimenti, ampliandone la portata geograficaPromuovere una sistematica partecipazione dell'industria europea ai dialoghi sull'energia con i paesi partner strategici, istituendo inoltre forum commerciali dedicati |

2.4. Promuovere a livello globale gli standard ambientali e di sicurezza più elevati

Le norme che fissano elevati standard di sicurezza nucleare nell'UE devono riflettersi nelle strategie esterne, soprattutto per gli impianti nucleari situati o progettati nelle vicinanze dell'UE. Si dovrebbero inoltre elaborare misure volte a garantire che gli impianti nucleari che esportano verso l'UE rispettino le norme di sicurezza nucleare più elevate, verificabili mediante iniziative congiunte per effettuare valutazioni di sicurezza e del rischio.

Gli accordi bilaterali dell'Euratom con la maggior parte dei principali fornitori di materiali nucleari dell'UE consentono il movimento di tali materiali e i trasferimenti di tecnologia sotto controllo internazionale. Questo lavoro registrerà ulteriori progressi con la revisioni degli accordi con il Canada e l'Australia, con i negoziati per gli accordi con il Sudafrica e la Federazione russa nonché con il varo dei negoziati con la Cina. Tutti i nuovi accordi in ambito nucleare dovrebbero conformarsi ai più elevati standard internazionali di sicurezza.

L'UE dovrebbe intensificare gli sforzi a favore dei quadri di riferimento multilaterali, compresi quelli conclusi nell'ambito dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA) affinché tali standard di sicurezza nucleare diventino giuridicamente vincolanti a livello mondiale. Il rafforzamento della Convenzione internazionale sulla sicurezza nucleare costituisce un elemento fondamentale a tale proposito.

L'UE auspica fortemente che i paesi terzi rispettino tali standard internazionali di sicurezza nucleare e di protezione dell'ambiente nell'attuazione dei progetti che esercitano un'influenza, in particolare attraverso una valutazione coerente e trasparente del loro impatto ambientale transfrontaliero.

Analogamente, l'UE si impegna a fare del proprio spazio l'area di migliori pratiche nei settori della sicurezza delle attività petrolifere e gasiere offshore. La Commissione sta preparando proposte concrete volte a sostenere tale impegno sia a livello unionale, sia internazionale. La finalità è innalzare le norme internazionali di sicurezza, in particolare in seno al G-20, all'Organizzazione marittima internazionale, all'OPEC e all'International Regulators' Forum.

Principali iniziative future:estendere le valutazioni di sicurezza nucleare ai paesi limitrofi dell'UE e rafforzare la cooperazione in merito alla sicurezza nucleare per promuovere la convergenza sul quadro regolamentare e gli standardRiesaminare l'uso degli accordi Euratom e ampliarne la portata, se del caso, alle questioni riguardanti l'approvvigionamento di combustibile nucleare, i rifiuti nucleari, la ricerca nucleare e l'assistenza finanziaria alla cooperazione tecnicaPromuovere nelle discussioni multilaterali (anche in ambito AIEA) norme di sicurezza nucleare giuridicamente vincolantiAgevolare la creazione di forum di cooperazione regionale per i regolatori offshore, basandosi sull'esperienza del North Sea Offshore Regulators' ForumCreare un forum con i partner interessati del Mediterraneo per promuovere attivamente i più elevati standard di sicurezza per il gas e il petrolio offshore nella regioneRisolvere le questioni di sicurezza offshore con i produttori di idrocarburi nell'ambito dell'OPEC |

3. Migliorare l'accesso all'energia sostenibile per i paesi in via di sviluppo

L'aumento della popolazione e della domanda di energia, soprattutto nei paesi emergenti, contribuiscono alla volatilità dei prezzi e alle preoccupazioni per la sicurezza dell'energia nonché all'aumento delle emissioni di gas a effetto serra. Politiche per l'energia sostenibile, il maggior ricorso a tecnologie a basse emissioni di carbonio ed efficienti in termini di energia nonché un quadro di riferimento per gli investimenti più sostenibile, trasparente e non discriminatorio, tutto questo contribuirà a migliorare l'accesso all'energia, garantendo una maggior sicurezza dell'approvvigionamento e riducendo nel contempo le tensioni sui mercati mondiali dell'energia.

Attualmente 1,4 miliardi di persone nel mondo, per la maggior parte nell'Africa subsahariana e nel Sudest asiatico, non hanno ancora accesso all'elettricità, mentre 2,7 miliardi di persone fanno ancora affidamento agli usi tradizionali della biomassa per cucinare. Il basso tasso di accesso a servizi elettrici affidabili rappresenta un ostacolo importante per lo sviluppo economico, mentre la diffusione dell'uso del legno come combustibile in stufe tradizionali abbinato all'uso di carbone causa gravi danni per la salute e deforestazione.

L'energia svolge un ruolo fondamentale per raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millennio e rappresenta un motore essenziale per l'eradicazione della povertà e per la crescita inclusiva. L'accesso a servizi energetici moderni resta tuttavia una delle principali sfide allo sviluppo sostenibile e si trova quindi al centro delle politiche di sviluppo della Commissione [27].

I paesi a basso reddito e meno sviluppati contribuiscono solo per un'infima parte alle emissioni complessive di gas a effetto serra. A titolo di esempio, l'Africa, che rappresenta il 15% della popolazione mondiale, è responsabile di meno del 4% delle emissioni di CO2. Un uso più ampio di fonti di energie rinnovabili e una migliore efficienza energetica in questi paesi contribuisce a una maggiore sostenibilità delle relative economie, senza limitare le aspirazioni economiche dei cittadini più poveri del mondo. La rivoluzione verde in Africa potrebbe creare occupazione locale e nuove opportunità di reddito.

Le fluttuazioni dei prezzi del petrolio incidono in modo sostanziale sulle economie in via di sviluppo. L'elettricità rinnovabile, la gestione della domanda energetica, una maggiore trasparenza del mercato e l'efficienza energetica possono ridurre l'impatto dei futuri shock dei prezzi del petrolio. Promuovendo l'integrazione regionale e lo scambio di elettricità nonché fissando i prezzi in maniera equa ed efficiente, l'UE può contribuire all'affidabilità e all'accessibilità dell'approvvigionamento energetico e, di conseguenza, alla crescita sostenibile.

In Africa gli sforzi dell'UE dovrebbero essere pienamente mobilitati per conseguire gli obiettivi del partenariato comune UE-Africa per l'energia, tra i quali si annoverano servizi energetici moderni, interconnessioni regionali ed energie rinnovabili. L'Iniziativa per l'energia [28] sarà ampliata e adeguata per tenere conto delle sfide mondiali come i cambiamenti climatici.

Il Libro verde della Commissione sulla politica di sviluppo dell'UE [29] sottolinea l'importanza dell'energia sostenibile quale motore dello sviluppo. L'UE si trova in una posizione privilegiata per fornire assistenza nel settore dell'energia ai paesi in via di sviluppo, in particolare a quelli meno sviluppati. È necessario compiere ulteriori passi per integrare interamente l'aspetto dell'energia nelle attività di sviluppo, promuovendo nel contempo politiche energetiche globali, misure di riforma, condizioni propizie agli investimenti, sviluppo delle infrastrutture ed efficienza energetica nei paesi in questione.

Principali iniziative future:accelerare gli sforzi per conseguire gli obiettivi UE-Africa 2020 in ambito energetico, ossia un approvvigionamento energetico affidabile e sicuro e un maggior accesso ai servizi energetici sostenibili, come convenuto dai ministri unionali e africani a Vienna nel settembre 2010Varare un'azione a livello regionale nei paesi in via di sviluppo, in particolare in Africa, per riformare i quadri di riferimento normativi e giuridici per creare condizioni di mercato suscettibili di attrarre gli investimenti del settore privato e rafforzare gli scambi regionali di energiaMobilitare più risorse in termini di assistenza dell'UE allo sviluppo per accelerare i progetti d'investimento sia su piccola scala per aumentare l'accesso ai servizi energetici nelle zone rurali, sia su vasta scala per migliorare la concorrenzialità e la sicurezza dell'energia grazie a interconnessioni e grandi progetti di generazioneIntegrare l'energia in tutti gli strumenti della politica di sviluppo dell'UE, creare regimi e strumenti di finanziamento su misura per le specifiche esigenze del settore, privilegiando sviluppo di capacità e il trasferimento di tecnologie, anche attraverso la ricerca e l'innovazione, promuovendo la produzione decentralizzata di energia rinnovabile, le iniziative private e massimizzando il valore aggiunto localeAgevolare l'accesso dei paesi meno sviluppati al finanziamento del clima, in particolare contribuendo a definire nell'ambito dei negoziati UNFCCC un nuovo meccanismo di sviluppo pulito, più adatto alle esigenze di accesso all'energia e di sviluppo sostenibile |

4. Promuovere meglio le politiche dell'UE oltre i suoi confini

L'attuazione delle strategie e delle priorità finora presentate richiede iniziative supplementari per rafforzare la coerenza dell'azione unionale e per far convergere gli sforzi, anche di tipo finanziario, al fine di perseguire gli interessi e le priorità dell'UE e degli Stati membri. A questo fine è necessario un nuovo sistema di partenariati in ambito energetico con i principali partner dell'UE.

4.1. Un approccio strategico ai partenariati energetici

Un sistema completo di partenariati energetici per l'UE richiede differenziazione e flessibilità nel campo d'applicazione e negli strumenti adeguati a ciascun paese o organizzazione.

La tabella in appresso illustra come occorra differenziare e adattare il campo d'applicazione della nostra cooperazione in ambito energetico ai diversi tipi di relazioni intrattenute con i partner (relazione d'integrazione del mercato, relazione consumatore/fornitore o consumatore/consumatore) e quali strumenti giuridici e politici è opportuno utilizzare. Si deve inoltre tenere presente che diversi paesi possono rientrare in più di una categoria e che la natura della relazione potrebbe evolvere nel tempo.

| Con i paesi limitrofi e i partner del mercato integrato | Con i nostri principali fornitori di energia e i paesi di transito | Con i principali attori energetici a livello mondiale | Con i paesi in via di sviluppo |

Ambito d'applicazione | Tutte le questioni oggetto della politica energetica UE | Ampia gamma di questioni di interesse comune, per es. sicurezza dell'approvvigionamento/domanda, cooperazione industriale, questioni commerciali e di investimento… | Priorità a questioni quali ricerca e innovazione, tecnologie a basse emissioni di carbonio, efficienza energetica, norme… | Strategie di sviluppo a basse emissioni di carbonio, accesso all'energia, quadri politici e normativi, promozione della generazione e della trasmissione dell'energia, energia rinnovabile… |

Strumenti | Trattato della Comunità dell'energia | Dialoghi strategici sull'energia | Cooperazione energetica ad hoc | Cooperazione energetica ad hoc |

| Strumenti nell'ambito della politica europea di prossimità, strumenti di risposta alla crisi e/o partenariati specifici e accordi di cooperazione, concernenti tra l'altro l'energiaTrattato sulla Carta dell'energia | Altri strumenti applicabili | Strumenti nell'ambito della politica UE di sviluppo e. se del caso, strumenti di risposta alla crisi |

| Accordi commerciali |

L'UE si impegna di conseguenza in un dialogo con ciascuno dei partner principali per discutere le aspettative e gli interessi dei partenariati in ambito energetico.

4.2. Migliorare il coordinamento fra gli Stati membri

Un approccio più coerente da parte dell'UE e dei suoi Stati membri si rivela già vantaggioso in seno alle organizzazioni multilaterali dell'energia. Questo potrebbe tuttavia essere rafforzato da un migliore coordinamento fra le strategie esterne degli Stati membri. A tal fine la Commissione istituirà un gruppo strategico per la cooperazione internazionale in ambito energetico, composto dai rappresentanti degli Stati membri e dai pertinenti servizi dell'UE, coadiuvati da riesami congiunti della cooperazione unionale con i paesi terzi su base nazionale o regionale.

L'UE e gli Stati membri di norma devono esprimersi in modo univoco presso i forum internazionali. In questi casi si applica integralmente il principio dell'autentica cooperazione, ivi compreso l'obbligo di garantire l'unità nella rappresentazione esterna dell'Unione. Questo riveste particolare importanza nell'ambito dell'Agenzia internazionale dell'energia (AIE) nonché del Forum internazionale per l'energia (FIE), del partenariato internazionale per la cooperazione nel settore dell'efficienza energetica (IPEEC) e dell'Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA).

Mentre il G-8 e il G-20 fissano sempre più chiaramente le proprie priorità in tema di politica energetica, per l'UE è importante far sentire la propria voce in merito ad argomenti strategici quali la sicurezza delle perforazioni offshore, la sicurezza nucleare, la gestione del mercato e le sovvenzioni ai combustibili fossili.

Principali iniziative future:istituire un gruppo strategico per la cooperazione internazionale nel settore dell'energiaPromuovere un'azione concreta per la sicurezza delle perforazioni offshore, la sicurezza nucleare e le strategie di sviluppo a basse emissioni nel programma energetico del G-8/G-20 e cooperare con i paesi terzi per risolvere la volatilità dei prezzi dell'energiaSfruttare ulteriormente le sinergie con il lavoro dell'Agenzia internazionale sulle previsioni energetiche, l'analisi del mercato e la collaborazione tecnologicaGarantire una partecipazione attiva e un ruolo di guida dell'UE nel dibattito sulla governance energetica mondiale, grazie a una presenza regolare nei pertinenti quadri e iniziative del settore energetico |

4.3. Ottimizzare l'assistenza esterna dell'UE nel settore energetico

L'energia rappresenta una componente essenziale dei programmi di assistenza esterna dell'UE. Le discussioni relative al quadro finanziario pluriennale dell'UE dopo il 2013 offrono un'opportunità per garantire che le azioni in ambito energetico entrino di diritto in tutti gli strumenti delle relazioni esterne unionali, siano esse tematiche o geografiche, in linea con le priorità fissate nella presente comunicazione.

Onde evitare la duplicazione degli sforzi, l'UE dovrebbe ulteriormente coordinare il proprio sostegno con quelli degli Stati membri e delle istituzioni finanziarie come la Banca europea per gli investimenti (BEI), la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), le altre banche europee di sviluppo nonché la Banca mondiale. L'UE si adopererà per massimizzare le sinergie fra i diversi contributi europei, come è avvenuto nel caso del finanziamento della struttura di protezione di Cernobyl. Se del caso la Commissione collaborerà con le banche di sviluppo per garantire che i loro strumenti finanziari siano più coerenti con le esigenze e gli obiettivi della politica energetica unionale nei paesi terzi.

La Commissione prenderà in conseguenza quindi l'eventualità di creare una base di dati relativa ai progetti del settore energetico nei paesi partner finanziati dall'UE, dagli Stati membri, dalla BEI, dalla BERS e da altri.

Principali iniziative future:razionalizzare il tema "sicurezza energetica, sostenibilità e sicurezza" nei quadri finanziari pluriennali dell'UE dopo il 2013Promuovere l'allineamento degli strumenti delle istituzioni finanziarie europee con le priorità della politica energetica esterna dell'UE per migliorare la visibilità e l'impatto dell'intervento unionale nei paesi terziCreare uno strumento per lo scambio di informazioni destinato a raccogliere e presentare i dati pertinenti relativi ai programmi e ai progetti del settore energetico dell'UE e degli Stati membri nei paesi terzi |

5. Conclusioni

La politica energetica dell'Unione è fondata sul triplice obiettivo di sicurezza dell''approvvigionamento, concorrenzialità e sostenibilità mentre la dimensione esterna vi svolge un ruolo cruciale. Una politica esterna dell'energia è altresì essenziale per portare a termine il mercato interno e realizzare gli obiettivi strategici fondamentali, compresi quelli nell'ambito della cooperazione internazionale. Una politica energetica esterna coerente, dinamica e proattiva è fondamentale per consentire all'UE e agli Stati membri di conseguire una posizione dominante nella geopolitica dell'energia, al fine di promuovere entrambi gli interessi unionali e nazionali oltre le frontiere dell'Unione e contribuire alla concorrenzialità dell'industria europea.

Il mercato interno dell'energia dell'UE, un robusto quadro di riferimento per gli scambi, gli investimenti e la sicurezza nel settore energetico, il mercato europeo del carbonio con i suoi legami internazionali nonché il finanziamento europeo delle infrastrutture, della tecnologia, della ricerca e dello sviluppo, offrono all'UE numerosi punti di forza e creano il potenziale per partenariati vantaggiosi per l'UE, gli Stati membri e i partner dell'Unione.

Al fine di massimizzare tale potenziale, affermare gli interessi dell'Unione e degli Stati membri in modo più efficace e cambiare i mercati mondiali dell'energia, la presente comunicazione propone un certo numero di azioni e obiettivi strategici, in linea con gli interessi dell'Unione europea. Questi devono essere interamente coordinati con tutti gli Stati membri ed essere altresì coerenti nonché, ove possibile, di mutuo sostegno delle altre politiche unionali, quali le relazioni esterne, il commercio, lo sviluppo, l'allargamento, la concorrenza, la ricerca, l'innovazione, l'ambiente e l'azione per il clima. I partenariati del settore energetico dovrebbero ricercare una complementarità e collegamenti di reciproco vantaggio per la politica energetica e la più ampia relazione fra l'Unione e i paesi partner in questione. Un siffatto approccio globale garantirebbe che gli sforzi volti a migliorare la sicurezza e la sostenibilità dell'approvvigionamento energetico dell'UE siano coerenti con lo sviluppo della cooperazione politica ed economica sulla quale si fondano e, ove possibile, rafforzi i valori democratici il rispetto dei diritti umani. Tali priorità dovrebbero analogamente rispecchiarsi nel lavoro dell'Alto rappresentante e del SEAE, conferendo alle delegazioni dell'UE presso i paesi partner strategici un ruolo attivo nella loro attuazione.

L'attuazione di tale proposta non solo contribuirà a raggiungere gli obiettivi della politica energetica dell'UE, bensì contribuirà anche a ottenere una maggiore sicurezza, stabilità e prosperità in tutto il mondo.

La Commissione invita il Parlamento europeo e il Consiglio ad approvare l'approccio qui illustrato e si augura di proseguire il dialogo con tutte le parti al fine di concretizzare l'ambizione di una politica energetica per l'UE.

[1] COM(2006) 590 definitivo.

[2] COM(2010) 2020 definitivo.

[3] I paesi candidati, i paesi potenziali candidati dei Balcani occidentali e il sedici paesi limitrofi che partecipano alla politica europea di prossimità.

[4] http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cmsUpload/78367.pdfe http://www.consilium.europa.eu/ueDocs/cms_Data/docs/pressdata/EN/reports/104630.pdf

[5] COM(2010) 639 definitivo.

[6] Conclusioni della presidenza, Consiglio europeo del 4 febbraio 2010 (EUCO 2/11).

[7] Regolamento (CE) n. 994/2010 Il trattato Euratom disciplina inoltre la notifica ex ante e la verifica degli accordi bilaterali conclusi dagli Stati membri in quest'ambito. Per quanto attiene ai contratti commerciali relativi all'approvvigionamento di materiali nucleari conclusi dalle autorità unionali, il trattato Euratom dispone che l'Agenzia di approvvigionamento dell'Euratom sia parte dei contratti e svolga un ruolo attivo ai fini della sicurezza dell'approvvigionamento di combustibili nucleari.

[8] Come è avvenuto con esito positivo nel corso dei negoziati per l'accordo intergovernativo Nabucco e quelli fra la Polonia e la Russia relativi al gasdotto Yamal.

[9] In attesa di approvazione definitiva.

[10] Cfr. inoltre la sezione 1.3.

[11] COM(2010) 677 definitivo.

[12] Comunicazione congiunta "Una risposta nuova ad un vicinato in mutamento", COM(2011) 303.

[13] Le modalità partecipative dei paesi terzi nell'Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell'energia (ACER) e nel Meccanismo di coordinamento dei gestori di rete nazionali (ENTSOs) sono legate all'applicazione della pertinente legislazione unionale.

[14] COM(2011) 105 definitivo.

[15] Il programma INOGATE sostiene la cooperazione in materia di politica energetica fra l'UE e l'Europa orientale, il Caucaso e l'Asia centrale.

[16] Come proposto nella comunicazione congiunta dalla Commissione e dell'Alto rappresentante "Un partenariato per la democrazia e la prosperità condivisa con il Mediterraneo meridionale", COM(2011) 200 definitivo.

[17] Direttiva 2009/28/CE.

[18] Il nuovo accordo UE-Russia mira a istituire un quadro di riferimento per la cooperazione e a sostituire dell'accordo di partenariato e di cooperazione tra le due parti in vigore dal 1997.

[19] Varato in occasione del vertice UE-Russia del 1° giugno 2010.

[20] La Russia, la Norvegia e l'Algeria forniscono l'85% delle importazioni di gas naturale e quasi il 50% delle importazioni unionali di greggio. I paesi dell'OPEC forniscono circa il 36% delle importazioni unionali di greggio.

[21] L'EITI sostiene una gestione migliorata nei paesi ricchi di risorse attraverso la verifica e la pubblicazione integrale dei pagamenti delle imprese e delle entrate dei governi generate dal petrolio, dal gas e dal settore miniero.

[22] www.eu-energystar.org

[23] COM(2007) 723 definitivo.

[24] Agenzia internazionale dell'energia, World Energy Outlook 2010.

[25] Iniziativa faro nell'ambito della strategia Europa 2020.

[26] COM(2007) 183 definitivo.

[27] SEC (2009) 534.

[28] L'iniziativa per l'energia per la riduzione della povertà e lo sviluppo sostenibile, che costituisce la sovrastruttura per il coordinamento dello sviluppo energetico fra gli Stati membri dell'UE è stata varata in occasione del vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile a Johannesburg nel 2002.

[29] COM(2010) 629 definitivo.

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