EUR-Lex Access to European Union law

Back to EUR-Lex homepage

This document is an excerpt from the EUR-Lex website

Document 52005DC0156

Comunicazione della Commissione al Consiglio - Un futuro europeo per il Kosovo

/* COM/2005/0156 def. */

52005DC0156

Comunicazione della Commissione al Consiglio - Un futuro europeo per il Kosovo /* COM/2005/0156 def. */


Bruxelles, 20.4.2005

COM(2005) 156 definitivo

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO

Un futuro europeo per il Kosovo

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO

Un futuro europeo per il Kosovo

Scopo della comunicazione

La prospettiva europea dei Balcani occidentali, confermata in occasione della dichiarazione di Salonicco del giugno 2003, è aperta riguarda anche il Kosovo[1]. Nel quadro della risoluzione n. 1244 del Consiglio di sicurezza dell’ONU, il Kosovo deve superare il proprio isolamento e partecipare all’avvicinamento della regione all’Europa.

Questo è un anno importante per il Kosovo; se le condizioni lo giustificano, l’ONU procederà infatti alla valutazione completa dell’attuazione delle norme, che potrà aprire le porte all’avvio del processo di definizione del futuro status del Kosovo.

L’Unione europea sostiene attivamente la missione dell’ONU in Kosovo e la NATO (KFOR) e collabora strettamente con le istituzioni provvisorie di autogoverno per facilitare il progresso del Kosovo verso la creazione di una società democratica e multietnica nella quale tutte le Comunità possano vivere in pace e in prosperità.

Rendendo più concreta la prospettiva europea del Kosovo, la Commissione può dare un contributo politico significativo alla risoluzione di questioni cruciali e alla stabilità dell’intera regione. Durante i processi di preadesione e di allargamento, la Commissione ha elaborato strumenti che si sono dimostrati efficaci; tali competenze devono essere utilizzate per aiutare il Kosovo a raggiungere l’assetto futuro illustrato nelle conclusioni del Consiglio Affari generali del 21-22 febbraio[2] e a garantire che le stesse norme siano attuate in tutta la regione.

Il Consiglio Affari generali e relazioni esterne del 21-22 febbraio 2005 ha chiesto alla Commissione europea, all’Alto Rappresentante / Segretario generale e alla presidenza di esaminare, insieme all’ONU e alle altre parti interessate quale potrebbe essere il contributo futuro dell’Unione europea all’impegno della Comunità internazionale in Kosovo finalizzato all’attuazione della risoluzione 1244, il suo ruolo nella valutazione globale dell’attuazione delle norme e il suo contributo alle fasi successive del processo. La presente comunicazione, che rappresenta un contributo a tale valutazione, si concentra sugli ambiti di competenza della Comunità di cui la Commissione è responsabile.

in particolare sugli aspetti economici dello sviluppo del Kosovo, sul consolidamento delle istituzioni, sugli aiuti CE e sul contesto regionale. Tutti questi fattori fanno parte di un contesto più ampio che comprende la sicurezza, la legittimità politica e la riconciliazione tra le comunità. In mancanza di sicurezza e senza una riconciliazione tra le parti, il Kosovo non sarà mai oggetto di investimenti e rimarrà dipendente dagli aiuti. La Commissione, in collaborazione con altre istituzioni UE, è pronta a fornire il proprio contributo in tali ambiti.

Il contributo della Commissione europea nel quadro dell’impegno globale della UE in Kosovo.

L’Unione europea è impegnata nel Kosovo dall’inizio del conflitto del 1999, ed ha contribuito con significativi aiuti finanziari e politici al ristabilimento di una pace duratura e della democrazia. Il Consiglio europeo di Colonia del giugno 1999 ha sancito l’impegno dell’UE ad assumere un ruolo di primo piano nella ricostruzione del Kosovo. Subito dopo la fine del conflitto, la Commissione europea ha stanziato 378 mio EUR in aiuti umanitari d’urgenza ed ha inviato una task force incaricata di attuare i primi programmi di ricostruzione; ha collegato le azioni umanitarie ai programmi di sviluppo a più lungo termine attuati dall’ Agenzia europea per la ricostruzione (fino ad oggi, oltre 1 miliardo di EUR) ed ha versato oltre 65 mio EUR in aiuti finanziari eccezionali al bilancio consolidato del Kosovo. L’Unione europea si è inoltre impegnata a partecipare all’amministrazione provvisoria delle Nazioni Unite in Kosovo (UNMIK), attuandovi il IV pilastro e stanziando fino ad oggi100 mio EUR per spese amministrative.

Però, sei anni dopo il conflitto, la stabilità del territorio è fragile. La calma dimostrata dalla popolazione in seguito alla decisione presa nel marzo 2005 dall’allora primo ministro Haradinaj di collaborare con il Tribunale penale internazionale per l’ex-Iugoslavia indica che il Kosovo ha fatto progressi lungo la strada della stabilità democratica, ma il rischio di atti estremisti che possono minarla è ancora elevato. Per favorire lo sviluppo economico del Kosovo e la sua prospettiva europea a lungo termine, è necessario che la Commissione metta nuovamente a disposizione capitali politici e tecnici.

La prospettiva a lungo termine : IL FUTURO EUROPEO DEL KOSOVO

A partire dal Consiglio europeo di Salonicco, la prospettiva dell’integrazione in Europa è stata al centro della nostra politica relativa al Kosovo e in genere ai Balcani occidentali nel quadro del processo di stabilizzazione e associazione. Nel momento in cui i suoi vicini cominciano ad avvicinarsi all’Europa, è importante che il Kosovo non rimanga isolato.

Il Partenariato europeo per il Kosovo, adottato nel giugno 2004[3], contiene una serie di azioni volte all’attuazione delle norme. Le autorità del Kosovo hanno preparato un piano d’azione che: 1) definisce le misure per l’attuazione delle norme prioritarie e quelle successive; 2) valuta i costi che dovrà sostenere il governo del Kosovo e 3) individua le forme di assistenza necessarie per la valutazione complessiva delle norme e, nel lungo periodo, per il programma di avvicinamento all’Europa. Il Piano d’azione deve essere aggiornato periodicamente e l’incidenza sul bilancio va esplicitata con precisione; in questo modo esso può diventare il principale strumento a cui si ispira il programma di lavoro del governo.

Lo strumento di controllo del processo di stabilizzazione e associazione ( Stabilisation and Association process Tracking Mechanism , STM) costituisce una sede di discussione dei progressi del Kosovo verso l’attuazione del partenariato europeo. La Commissione intende seguire i progressi relativi all’attuazione delle norme ONU per migliorare la comprensione globale della situazione da parte dell’UE. La Commissione intende espandere i gruppi tecnici all’interno del STM ed approfondire la discussione tra gli esperti dei ministeri e dei servizi della Commissione.

Nelle sue relazioni annuali sul processo di stabilizzazione e di associazione dell’autunno 2005, la Commissione valuterà i progressi del Kosovo ed esaminerà le raccomandazioni formulate nel quadro del partenariato europeo.

Per raggiungere l’obiettivo ultimo del processo di stabilizzazione e associazione, che consiste nell’integrazione nell’Unione europea, quest’ultima deve creare relazioni contrattuali con i suoi partner. La possibilità di negoziare un vero e proprio accordo di stabilizzazione e associazione con il Kosovo non è al momento presa in considerazione. Tuttavia, la Commissione si è impegnata a esplorare nuove modalità che garantiscano che il Kosovo possa beneficiare pienamente di tutti gli strumenti UE e, in funzione dei risultati delle discussioni sullo status del paese, allacciare, a tempo debito e se opportuno, rapporti contrattuali con l’Unione.

Sviluppo economico

La stabilità a medio e lungo termine del Kosovo dipende dal suo sviluppo economico. Anche se si sono registrati progressi rispetto al 1999, il Kosovo rimane la regione più povera dei Balcani occidentali. Gli 1,9 milioni di Kosovari hanno un PIL pro capite molto basso, pari a circa 1000 EUR. In base a dati del 2003 provenienti dagli uffici statistici del Kosovo, il tasso di disoccupazione è paragrafo al 50%. Affinché lo standard di vita aumenti e la povertà e la disoccupazione diminuiscano, l’economia del Kosovo deve crescere rapidamente e per un lungo periodo. La crescita economica registrata dal Kosovo non è però stata sufficiente. L’incertezza relativa allo status futuro rappresenta certamente un serio ostacolo allo sviluppo economico, ma i problemi economici non possono attendere la risoluzione di tale questione.

Stimolare la crescita del Kosovo

I profondi problemi economici e sociali del Kosovo rappresentano delle sfide impegnative per l’UNMIK (in particolare per quanto riguarda il IV pilastro) e per le istituzioni provvisorie di autogoverno. Per affrontare le questioni economiche prioritarie individuate nel piano di applicazione delle norme relative al Kosovo e nel Partenariato europeo, è necessario che le due istituzioni collaborino strettamente.

Se necessario, la Commissione fornirà consulenza politica, assistenza tecnica e sostegno finanziario al fine di:

- sostenere la preparazione da parte del governo di un Piano generale di sviluppo per il Kosovo e la creazione di una struttura fiscale sostenibile attraverso un Quadro di spesa a medio termine (Medium Term Expenditure Framework, MTEF) necessari per una pianificazione finanziaria coerente e per porre rimedio all’insostenibile disavanzo di bilancio. Il MTEF dovrebbe soddisfare i bisogni economici dei ministeri e delle imprese pubbliche (compresi gli investimenti individuati nel Piano degli investimenti pubblici) e va attuato in stretta collaborazione con il FMI e la Banca Mondiale;

- sostenere ulteriormente il completamento del mandato dell’Agenzia fiduciaria per il Kosovo (Kosovo Trust Agency) di privatizzare imprese collettive in modo che le attività possano rapidamente diventare produttive; sostenere inoltre la privatizzazione e la ristrutturazione di imprese pubbliche, in particolare le imprese di pubblici servizi. È necessario tenere conto delle raccomandazioni che accompagnano le revisioni contabili di tali società e completare in tempi brevi le inchieste in corso di OLAF/Ufficio dei servizi di controllo interno dell’ONU (UN Office of Internal Oversight Services);

- sostenere la creazione di un ambiente più favorevole per il settore privato, in particolare stimolando lo sviluppo delle PMI. Dal 2003, il Kosovo ha adottato i principi della Carta europea delle piccole imprese, ma la sua capacità di attuarli è ancora ostacolata da difficoltà di ordine finanziario e amministrativo. È necessario registrare maggiori progressi a livello di finanziamenti delle PMI, servizi di assistenza aziendale, sistemi più moderni, rapidi ed economici di registrazione delle imprese e di rilascio delle licenze, sviluppo dello spirito d’impresa e di servizi di promozione delle imprese. L’adozione di una strategia a medio termine per le PMI renderebbe più efficaci tali azioni;

- aiutare il Kosovo a valutare le politiche del controllo interno delle finanze pubbliche e delle revisioni contabili esterne conformemente alle norme internazionali e alle migliori pratiche comunitarie;

- continuare ad assistere l’UNMIK e le istituzioni provvisorie ad allineare alle norme e alle migliori pratiche comunitarie la legislazione e le procedure relative ai servizi doganali e fiscali e sostenere il ministero dell’Economia e delle finanze a consolidare le proprie competenze a livello di politiche relative a fiscalità e reddito e a migliorare il prelievo fiscale, soprattutto per quanto riguarda l’IVA;

- continuare, con il sostegno di Eurostat, a fornire assistenza allo sviluppo di un sistema statistico sostenibile e coerente, in particolare consolidando la capacità dell’Ufficio statistico del Kosovo di creare un sistema di contabilità nazionale. La Commissione seguirà inoltre da vicino il primo censimento della popolazione e degli alloggi del Kosovo. A tal fine, le autorità devono riesaminare attentamente il calendario e le misure preparatorie del censimento, affinché questo risulti credibile e pienamente conforme alle norme internazionali. Gli sforzi dell’Ufficio statistico di creare un sistema di contabilità nazionale sostenibile non devono però essere compromessi dallo spostamento dell’attenzione sul censimento.

Verso una piena integrazione del Kosovo nell’economia regionale

Nel quadro della risoluzione n. 1244 del Consiglio di sicurezza dell’ONU, la partecipazione del Kosovo alle sedi di dibattito regionali e ai negoziati di accordi internazionali rientra nell’ambito di competenza dell’UNMIK, che agisce a nome delle istituzioni provvisorie di autogoverno. Tuttavia, anche i ministeri devono partecipare a tali iniziative, per garantire che il governo del Kosovo sia in grado di rispettare gli obblighi previsti dal Quadro costituzionale di autogoverno ( Constitutional Framework for Self-Government ).

Commercio. La Commissione continuerà ad aiutare il Kosovo ad utilizzare nel modo migliore le misure commerciali autonome della CE ( EC’s Autonomous Trade Measures )[4], in particolare sostenendo misure e riforme strutturali relative alle politiche commerciali e doganali e ai requisiti sanitari e fitosanitari, volte a migliorare la base di esportazione. Col tempo, la Commissione potrà rivedere le condizioni relative all’importazione di tessili originari del Kosovo.

La Commissione continuerà a sostenere l’UNMIK nel suo impegno a negoziare e attuare accordi bilaterali di libero scambio con paesi vicini interessati – tenendo debitamente conto delle disposizioni fiscali in vigore – nel quadro del protocollo sulla liberalizzazione e la facilitazione degli scambi nell’Europa sudorientale concluso nel quadro del patto di stabilità . In questo modo, il Kosovo potrà beneficiare della liberalizzazione regionale degli scambi.

Ambiente. La Commissione incoraggerà la partecipazione del Kosovo ad iniziative regionali in materia di ambiente, quali il programma di ricostruzione ambientale regionale del dell’Europa sudorientale ( Regional Environmental Reconstruction Programme for South East Europe , REREP) o la Rete di rispetto e di applicazione delle norme in materia di ambiente in vista dell’adesione ( Environmental Compliance and Enforcement Network for Accession , ECENA).

Energia. Grazie alla sua posizione geografica nel cuore dei Balcani e ai suoi importanti giacimenti di carbone, il Kosovo potrebbe svolgere un ruolo importante nello sviluppo del mercato regionale dell’energia . Una tecnologia di punta e pulita per produrre energia a partire dal carbone potrebbe sfruttare i vantaggi comparativi del Kosovo. I prevedibili problemi di fornitura di elettricità nella regione rendono allettanti le prospettive di sviluppo del settore - previa completa valutazione dell’impatto ambientale. La Commissione aiuterà il ministero dell’Energia a mettere a punto una strategia imperniata sui vantaggi comparativi del Kosovo.

La Commissione ha facilitato l’inclusione dell’UNMIK, in rappresentanza del Kosovo, al trattato che istituisce una Comunità dell’energia dell’Europa sudorientale, che dovrà essere concluso quest’anno. La Commissione cercherà di garantire che il Kosovo sia rappresentato in tutte gli organismi che svolgono un ruolo nella riforma del mercato dell’energia e che esercitano funzioni normative che possono interessare il Kosovo.

Trasporti. Le iniziative regionali quali l’attuazione del protocollo d’intesa sullo sviluppo della rete di base dei trasporti regionali dell’Europa sudorientale ( implementation of the MoU on the Development of the South East Europe Core Regional Transport Network ), che l’UNMIK ha sottoscritto a nome del Kosovo, prevedono lo sviluppo dei trasporti in Kosovo.

Aviazione. La Commissione europea ha associato il Kosovo alla recente iniziativa che estende ai Balcani occidentali i programmi “ Cielo unico europeo ” e “ Spazio aereo comune europeo ”.

Telecomunicazioni. Il settore delle comunicazioni elettroniche svolge un ruolo importante nello sviluppo economico. Il Kosovo verrà coinvolto in iniziative regionali volte a preparare l’adozione dell’acquis in materia.

Per verificare i progressi registrati in tale ambito, la Commissione istituirà un dialogo periodico con le autorità kosovare sugli aspetti economici del settore, nel quadro delle riunioni del STM.

Consolidamento delle capacità istituzionali

La prospettiva europea deve diventare parte integrante di tutte le politiche del Kosovo. Un passo importante in questa direzione è stata la creazione, con il sostegno dell’UE, di un Ufficio per l’integrazione europea ( European Integration Processes Office ) presso il gabinetto del Primo ministro, che collabora con l’Ufficio per l’integrazione europea dell’UNMIK e l’Ufficio del coordinatore strategico, che dipende dal rappresentante speciale del Segretario generale dell’ONU. Un altro passo in questa direzione è rappresentato dal progetto di creare una commissione Integrazione europea nell’assemblea kosovara.

Collaborazione con le istituzioni per l’avvicinamento agli standard europei

Una delle sfide principali che il Kosovo dovrà affrontare è quella di creare un’amministrazione efficiente, in grado di provvedere ai bisogni dei cittadini. La riforma della pubblica amministrazione deve essere globale.

L’Unione europea sta aiutando il governo provvisorio a stimolare il senso di responsabilità nei ministeri che rientrano nella sua attuale sfera di competenza. Nel 2005, la Commissione contribuirà all’attuazione del progetto di valutazione delle capacità del Kosovo. A partire dal 2006, l’organizzazione di gemellaggi permetterà ad esperti degli Stati membri di collaborare con le istituzioni in qualità di consulenti.

Per il rispetto dello Stato di diritto, dei diritti dell’uomo e delle minoranze e per lo sviluppo economico, è necessario che si registrino dei progressi negli ambiti della giustizia, della libertà e della sicurezza, che avranno a loro volta una ripercussione positiva su molti altri settori. Fondamentale è la lotta contro la criminalità e la corruzione. In attesa che l’UNMIK precisi ulteriormente i piani relativi ai trasferimenti nei settori dello sviluppo economico (dogane comprese), della pubblica sicurezza e della giustizia, la Commissione ha accantonato dei fondi destinati ad aiutare gli enti locali a prepararsi a gestire i nuovi mandati.

L’ Ufficio per lo scambio di informazioni in materia di assistenza tecnica (TAIEX) aiuterà il governo provvisorio a migliorare le competenze in materia di redazione di testi legislativi conformemente agli standard dell’Unione europea ed lo assisterà nelle fasi di attuazione ed applicazione. La Commissione finanzierà inoltre la creazione di una scuola regionale di istruzione superiore sulla riforma della pubblica amministrazione, che offrirà ai funzionari pubblici kosovari la possibilità di seguire dei tirocini di formazione con le loro controparti di altre zone della regione.

Un altro importante elemento di democratizzazione è rappresentato dallo sviluppo di media liberi, indipendenti e gestiti da professionisti. La Commissione europea e il Consiglio d’Europa veglieranno al rispetto delle norme europee in materia di media.

Sostegno alla missione ONU in Kosovo

L’Unione europea continuerà il suo programma di sostegno politico e finanziario all’UNMIK, in particolare tramite il finanziamento del IV pilastro. La definizione più precisa dei ruoli e dei compiti relativi della Commissione europea e dell’UNMIK in questo ambito e l’approvazione dell’ONU contribuiranno a migliorarne l’efficacia. Il mandato fornirà al rappresentante speciale dei poteri chiari per quanto riguarda le operazioni relative al pilastro, nel quadro della risoluzione 1244, migliorando l’efficacia del IV pilastro e la sua interazione con gli altri pilastri dell’UNMIK e con il governo del Kosovo.

La futura presenza dell’UE in Kosovo.

A partire dal consolidamento della presenza dell’UE in Kosovo, nel 2004, il capo dell’ufficio di collegamento della Commissione europea e il rappresentante personale dell’Alto rappresentante del Segretario generale dell’ONU hanno collaborato intensamente con l’Agenzia europea per la ricostruzione e con gli Stati membri.

Il Consiglio Affari generali del 21-22 febbraio ha invitato il Segretario generale / Alto rappresentante e la Commissione a riflettere sul contributo a medio termine dell’Unione europea. Nel quadro di tali riflessioni, la Commissione intende soprattutto garantire che la futura presenza internazionale sia ottimizzata ed integrata, che non si sostituisca agli operatori locali e che faciliti i progressi del Kosovo nel processo di stabilizzazione e associazione. Tali riflessioni devono riguardare anche le implicazioni finanziarie sul bilancio comunitario.

Assistenza finanziaria

Il Kosovo necessita di notevoli interventi di assistenza sia a livello di consolidamento delle istituzioni che di bilancio, in particolare per quanto riguarda la manutenzione delle infrastrutture e gli investimenti in questo settore. Tenuto conto della sua fragilità finanziaria, nel medio termine il Kosovo continuerà a dipendere dagli aiuti dei donatori. Se vuole che le proprie ambizioni politiche si realizzino, la Commissione dovrà garantire un flusso adeguato di finanziamenti. Nel 2005-2006, il Kosovo beneficerà di altri 114 mio EUR a titolo del programma di assistenza comunitaria alla ricostruzione, allo sviluppo e alla stabilizzazione ( Community Assistance for Reconstruction, Development and Stabilisation , CARDS). Tale forma di assistenza si concentra attualmente sul consolidamento delle istituzioni, in particolare per quanto riguarda le norme relative al Kosovo.

A partire dal 2007, il regolamento CARDS sarà sostituito dal regolamento relativo allo strumento di preadesione ( Pre-Accession Instrument Regulation , IPA), che sosterrà il cammino della regione verso l’integrazione con la flessibilità necessaria per adeguarsi ai nuovi bisogni. Per affrontare gli sviluppi futuri della regione, la Commissione disporrà anche di altri strumenti RELEX.

L’assistenza tecnica e il consolidamento delle istituzioni sono elementi importanti, ma di per sé insufficienti a promuovere lo sviluppo economico. Per questo, sono necessari investimenti nelle infrastrutture fondamentali.

La Commissione è pronta ad esaminare la possibilità di garantire al Kosovo aiuti al bilancio straordinari, assieme al FMI, alla Banca mondiale e a donatori bilaterali. Tale tipo di assistenza dipenderà da una valutazione dei bisogni basata su un quadro di spesa a medio termine e dai progressi registrati a livello di riforme strutturali.

In stretta collaborazione con l’UNMIK, per quanto riguarda il IV pilastro, e con le istituzioni provvisorie di autogoverno, la Commissione adotterà iniziative volte a stimolare gli investimenti in Kosovo, coinvolgendo le IFI, in particolare la BEI, i donatori e gli investitori internazionali. Anche gli Stati membri e l’Agenzia multilaterale per la garanzia degli investimenti ( Multilateral Investment Guarantee Agency ) possono aiutare a stimolare la fiducia degli investitori proponendo sistemi di garanzia sugli investimenti .

In questo campo, è inoltre necessario migliorare il coordinamento tra donatori . Le istituzioni provvisorie dovranno rinunciare ad un approccio basato su progetti isolati e adottarne uno che consideri il settore pubblico nella sua integrità e prevedendo dei tempi più lunghi per la preparazione di progetti e la valutazione della fattibilità, dei rischi e della sostenibilità. Il governo provvisorio dovrebbe coordinare il dialogo con i donatori, garantire il coinvolgimento delle istituzioni e dei partner beneficiari e tenere conto delle capacità di assorbimento. In futuro, il rispetto dei valori di riferimento relativi a risultati e ai progressi nelle riforme sarà più rigido.

Il Kosovo e la regione: insieme verso l’Europa

La stretta dipendenza tra la stabilità del Kosovo e quella dei paesi vicini, rendono il futuro del Kosovo la chiave del successo della politica dell’UE nei Balcani. Se il Kosovo non diventa un partner costruttivo all’interno dei Balcani occidentali, il rischio è quello di compromettere la sicurezza e la prosperità dell’intera regione. All’impegno e all’assistenza dell’UE a favore del Kosovo deve corrispondere, da parte delle istituzioni provvisorie, un impegno serio al buongoverno e alla creazione di una cooperazione amministrativa adeguata con i paesi, in modo da ridurre le minacce alla pubblica sicurezza e alle attività commerciali transfrontaliere nella regione.

Incoraggiare le iniziative regionali

Attraverso il programma regionale CARDS, l’Unione europea sostiene iniziative regionali in molti settori. A partire dal 2005, la Commissione promuoverà l’organizzazione in Kosovo di eventi di portata regionale e incoraggerà i partner dell’Unione europea e dei Balcani occidentali ad inserire il Kosovo nelle proprie iniziative regionali. Il primo esempio del 2005 sarà l’organizzazione dell’incontro di coordinamento regionale della Carta europea delle piccole imprese , che avverrà a Pristina dal 27 al 29 aprile.

L’avvicinamento dell’Europa agli abitanti del Kosovo

Il Kosovo deve essere aiutato ad uscire dal suo isolamento e i suoi abitanti devono sentirsi parte integrante della famiglia europea. La sua società civile deve potere avere dei contatti significativi con le società civili del resto dell’Europa. Gli Stati membri possono svolgere un ruolo importante in questo senso, per esempio potenziando la capacità dei consolati di smaltire le richieste di visto, in modo che le decisioni sul rilascio dei visti vengano prese più rapidamente.

Gli abitanti del Kosovo sono i più giovani d’Europa e rappresentano la ricchezza del paese, in termini di sviluppo economico e di riconciliazione; affinché tale risorsa sia utilizzata al meglio, è necessario fornire assistenza alla riforma dell’istruzione. La Commissione ha aperto a Pristina un ufficio del suo programma di istruzione superiore TEMPUS ed incoraggia gli studenti kosovari ad iscriversi ai master organizzati nell’Unione europea nel quadro di Erasmus Mundus .

Favorire il ritorno degli sfollati e la sostenibilità delle minoranze

La violenza dettata da motivi di natura etnica è totalmente inaccettabile e gli scontri del marzo 2004 non devono ripetersi. L’obiettivo dell’assistenza UE è quello di creare una società stabile, sicura e multietnica. Il cammino che separa il Kosovo dalla creazione di una società che rispetti le popolazioni indipendentemente dall’origine etnica è ancora lungo. L’ufficio dell’UNMIK che si occupa dei rientri e delle questioni comunitarie deve garantire lo sviluppo di un processo di rientro sostenibile e un ambiente migliore per tutte le comunità del Kosovo, in stretta collaborazione con il nuovo ministero dei competente in materia, le istituzioni provvisorie di autogoverno e i principali operatori, quali l’UNHCR e i donatori internazionali. La Commissione collabora intensamente con il Consiglio d’Europa per assistere le autorità del Kosovo a restaurare i monumenti culturali e religiosi .

Rapporti con Belgrado

L’Unione europea ha dichiarato chiaramente che la soluzione della crisi passa per un dialogo costruttivo e diretto tra Belgrado e Pristina. Il dialogo diretto è stato avviato nell’ottobre 2003 e il primo incontro dei gruppi di lavoro sull’energia e sui dispersi ha avuto luogo nel marzo 2004, anche se gli scontri violenti che sono seguiti hanno bloccato il processo. Gli incontri stanno per riprendere e il presidente del gruppo sull’energia proverrà dall’Unione europea.

L’Unione europea ha sempre incoraggiato tutte le Comunità a partecipare alle istituzioni provvisorie di autogoverno come modo migliore per tutelare i propri legittimi interessi. I leader serbi del Kosovo possono dare un contributo costruttivo alla riforma dell’autogoverno locale e in materia di sicurezza e di libera circolazione, ma devono anche svolgere un ruolo concreto nella riapertura del dialogo e nel coinvolgimento di Belgrado nel futuro del Kosovo.

L’Unione europea ha assicurato Belgrado che le sue aspirazioni all’integrazione non saranno ritardate dalla soluzione della questione dello status del Kosovo. In effetti, un impegno concreto a favore del Kosovo faciliterebbe il cammino di Belgrado verso l’Unione europea. Sia Belgrado che Pristina devono approfittare della grande occasione rappresentata dalla prospettiva europea che riguarda entrambe e cercare un terreno comune di dialogo e collaborazione.

Conclusioni

Con la presente comunicazione, la Commissione si impegna a: 1) tenere conto della situazione specifica e dei bisogni particolari del Kosovo per progredire nel quadro del processo di stabilizzazione e associazione; 2) mettere a disposizione ulteriori risorse e conoscenze specifiche al fine di dare una prospettiva di più lungo respiro allo sviluppo del Kosovo e al processo di riforma; e 3) impegnarsi attivamente nelle consultazioni ad alto livello con i principali attori internazionali per definire un approccio politico coordinato alla questione del Kosovo.

La Commissione intende contribuire all’attuazione della risoluzione n. 1244 del Consiglio di sicurezza dell’ONU, aiutando le istituzioni provvisorie di autogoverno a gestire in modo efficace e responsabile gli affari pubblici del Kosovo. Inoltre, la Commissione collaborerà strettamente con il Segretariato generale, l’Alto rappresentante e la Presidenza, come richiesto dal Consiglio Affari generali del 21-22 febbraio. Essa continuerà a impegnarsi affinché - nel quadro degli organismi che parteciperanno alla discussione sullo status - la prospettiva europea del Kosovo diventi una realtà concreta.

Per ridare impeto al coinvolgimento dell’Unione europea in Kosovo e per attuare con successo le iniziative di cui alla presente comunicazione, la Commissione dovrà fornire risorse finanziarie adeguate e gli Stati membri dovranno potenziare gli impegni bilaterali. La Commissione invita l’ONU ad approvare il mandato concordato per il IV pilastro dell’UNMIK.

La Commissione continuerà ad aiutare il Kosovo a progredire verso l’integrazione in Europa, a condizione che i leader kosovari dimostrino un impegno chiaro a rispettare i principi della democrazia, i diritti dell’uomo, le minoranze, lo Stato di diritto, ad attuare le riforme economiche e fare propri i valori su cui si fonda l’Unione europea[5]. Il futuro del Kosovo è nelle mani dei suoi abitanti, che devono fare il possibile per garantire l’attuazione delle norme, che rappresentano i requisiti essenziali per realizzare l’obiettivo dell’integrazione in Europa.

[1] Conformemente alla risoluzione n. 1244 (1999) del Consiglio di sicurezza dell’ONU, il Kosovo è attualmente amministrato dall’UNMIK.

[2] “Il Consiglio ha inoltre sottolineato che il Kosovo non tornerà alla situazione precedente al 1999. Il suo futuro potrà concepirsi soltanto nella forma di un Kosovo multietnico e democratico, che garantisca una protezione effettiva delle minoranze, che preservi il patrimonio culturale e religioso di tutte le comunità e che rispetti il diritto al rimpatrio dei rifugiati e degli sfollati, contribuendo alla stabilità della regione aderendo ai valori ed alle norme dell’UE.”

[3] Decisione del Consiglio 2004/520 (CE)

[4] Regolamento (CE) n. 2007/2000 del Consiglio.

[5] Come risulta dalla condizioni di applicazione del SAP relativo ai Balcani occidentali espresse del Consiglio Affari generali del 1997.

Top