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Document 52018AE3141

Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante norme sul sostegno ai piani strategici che gli Stati membri devono redigere nell’ambito della politica agricola comune (piani strategici della PAC) e finanziati dal Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) e dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e che abroga il regolamento (UE) n. 1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio e il regolamento (UE) n. 1307/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio» [COM(2018) 392 final — 2018/0216 (COD)], sulla «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sul finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della politica agricola comune e che abroga il regolamento (UE) n. 1306/2013» [COM(2018) 393 final — 2018/0217 (COD)] e sulla «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica i regolamenti (UE) n. 1308/2013 recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli, (UE) n. 1151/2012 sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari, (UE) n. 251/2014 concernente la definizione, la designazione, la presentazione, l’etichettatura e la protezione delle indicazioni geografiche dei prodotti vitivinicoli aromatizzati, (UE) n. 228/2013 recante misure specifiche nel settore dell’agricoltura a favore delle regioni ultraperiferiche dell’Unione e (UE) n. 229/2013 recante misure specifiche nel settore dell’agricoltura a favore delle isole minori del Mar Egeo» [COM(2018) 394 final — 2018/0218 (COD)]

EESC 2018/03141

GU C 62 del 15.2.2019, p. 214–225 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

15.2.2019   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 62/214


Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante norme sul sostegno ai piani strategici che gli Stati membri devono redigere nell’ambito della politica agricola comune (piani strategici della PAC) e finanziati dal Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) e dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e che abroga il regolamento (UE) n. 1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio e il regolamento (UE) n. 1307/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio»

[COM(2018) 392 final — 2018/0216 (COD)]

sulla «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sul finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della politica agricola comune e che abroga il regolamento (UE) n. 1306/2013»

[COM(2018) 393 final — 2018/0217 (COD)]

e sulla «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica i regolamenti (UE) n. 1308/2013 recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli, (UE) n. 1151/2012 sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari, (UE) n. 251/2014 concernente la definizione, la designazione, la presentazione, l’etichettatura e la protezione delle indicazioni geografiche dei prodotti vitivinicoli aromatizzati, (UE) n. 228/2013 recante misure specifiche nel settore dell’agricoltura a favore delle regioni ultraperiferiche dell’Unione e (UE) n. 229/2013 recante misure specifiche nel settore dell’agricoltura a favore delle isole minori del Mar Egeo»

[COM(2018) 394 final — 2018/0218 (COD)]

(2019/C 62/35)

Relatore:

John BRYAN

Consultazione

Parlamento europeo, 11.6.2018

Consiglio dell’Unione europea, 22.6.2018

Base giuridica

Articolo 43, paragrafo 2, e articolo 304 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea

 

 

Decisione dell’Ufficio di presidenza

22.5.2018

 

 

Sezione competente

Agricoltura, sviluppo rurale, ambiente

Adozione in sezione

5.10.2018

Adozione in sessione plenaria

17.10.2018

Sessione plenaria n.

538

Esito della votazione

(favorevoli/contrari/astenuti)

201/11/19

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1.

Una PAC forte, con un solido bilancio basato sul modello europeo di agricoltura e produzione alimentare, che sostenga una politica agricola e un settore agricolo europei sostenibili sul piano economico, sociale e ambientale e operanti secondo le norme più elevate, e che contribuisca ad assicurare un settore agricolo competitivo, è molto importante per l’UE e per tutti i suoi cittadini. È essenziale modernizzare e semplificare la PAC con questa riforma, per renderla maggiormente capace di rispondere alle esigenze di un settore agricolo UE più sostenibile e redditizio dappertutto in Europa, e di raccogliere le nuove sfide nel campo dei cambiamenti climatici e dell’ambiente.

1.2.

Le proposte volte a ridurre il bilancio della PAC sono inaccettabili. Il mantenimento di una dotazione finanziaria adeguata per la PAC è una condizione previa indispensabile per la sostenibilità (economica, ambientale e sociale) dell’agricoltura dell’UE, nell’ottica di preservare redditi e occupazione e garantire la produzione di beni pubblici ambientali: si concorre così in modo decisivo alla vitalità dell’ambiente rurale e alla complessiva stabilità dell’economia. Il CESE condivide il giudizio secondo cui il bilancio dell’UE dovrebbe essere aumentato all’1,3 % del reddito nazionale lordo, per finanziare adeguatamente la PAC e le nuove finalità strategiche e sfide che sono state individuate.

1.3.

Il CESE si compiace del nuovo orientamento in materia di sussidiarietà proposto per la PAC, con una maggiore responsabilità e flessibilità per gli Stati membri attraverso i piani strategici della PAC e il nuovo modello di attuazione basato sul rendimento. Tuttavia, il CESE intende garantire che la PAC resti una politica comune forte in tutti gli Stati membri e che il mercato unico sia pienamente salvaguardato. È essenziale mantenere l’attuale struttura a due pilastri della PAC, con forti pagamenti diretti, a sostegno dei redditi agricoli, a titolo del primo pilastro, e misure di sviluppo rurale a sostegno dei settori, delle regioni e delle infrastrutture sociali vulnerabili e per promuovere la transizione verso aziende più sostenibili e innovative, a titolo del secondo. Sono fondamentali anche l’organizzazione comune dei mercati e un mercato unico efficace.

1.4.

È senz’altro positivo che vi siano più attenzione e maggiore ambizione riguardo alle proposte della PAC in materia di ambiente e cambiamenti climatici. Gli obiettivi specifici sono chiari e solidi, e riguardano questioni cruciali come l’acqua, l’aria e il suolo, il paesaggio e la biodiversità, nonché la produzione sostenibile di derrate alimentari di qualità. Tuttavia, le misure incluse nel testo del regolamento per il raggiungimento di questi obiettivi devono essere descritte in maniera molto più chiara e più concreta. Per realizzare tali obiettivi, è essenziale che la PAC disponga di un bilancio adeguato, con pagamenti incentivanti idonei a favore degli agricoltori.

1.5.

Il 40 % della spesa agricola dovrebbe contribuire agli obiettivi dell’UE in materia di cambiamenti climatici. Il CESE accoglie con favore questo obiettivo, ma si aspetta che l’UE definisca un elenco di misure ben precise in questo ambito.

1.6.

Il CESE è fermamente convinto che gli impegni sulla semplificazione a livello di azienda, assunti in varie precedenti riforme della PAC, vadano adesso mantenuti. Teme tuttavia che i nuovi vincoli di sussidiarietà e condizionalità, che prevedono piani strategici della PAC per il I e il II pilastro, nonché ulteriori criteri di gestione obbligatoria (CGO) e buone condizioni agronomiche e ambientali (BCAA), accresceranno l’onere burocratico anziché ridurlo.

1.7.

I pagamenti diretti del primo pilastro e i finanziamenti del secondo pilastro della PAC devono essere pienamente tutelati, per garantire aziende agricole a conduzione familiare economicamente efficienti e sostenibili. I pagamenti diretti dovrebbero essere corrisposti solo a veri agricoltori, e bisognerebbe adottare criteri chiari e oggettivi a livello di UE per definire tale categoria.

1.8.

Va apprezzato l’aumento del sostegno al ricambio generazionale e ai giovani agricoltori. Questo aumento del sostegno dev’essere accompagnato da misure aggiuntive che consentano un effettivo ricambio generazionale.

1.9.

Qualsiasi proposta in materia di convergenza interna o esterna, livellamento, degressività e ridistribuzione deve basarsi su criteri oggettivi e non discriminatori, e non deve pregiudicare aziende agricole economicamente solide, né minare l’equità delle condizioni di concorrenza o la competitività degli agricoltori nelle varie regioni dell’UE.

1.10.

Qualsiasi taglio praticato al finanziamento del secondo pilastro della PAC è inaccettabile, in quanto un forte programma di sviluppo rurale è essenziale per sostenere le zone e i settori più vulnerabili, determinando uno sviluppo territoriale più equilibrato.

2.   Aspetti fondamentali della riforma della PAC 2021-2027

Introduzione

2.1.

Il CESE accoglie con interesse le proposte legislative concernenti la riforma della PAC e, in particolare, l’attenzione e l’ambizione maggiori riguardo ai cambiamenti climatici e all’ambiente; si oppone ai tagli al bilancio della PAC perché un bilancio sostanzioso è necessario per un settore agricolo sostenibile e per mantenere i redditi delle aziende agricole; prende atto delle modifiche in tema di sussidiarietà e ritiene necessario realizzare risultati concreti nella semplificazione a livello di azienda agricola.

2.2.

In merito a tali proposte legislative il CESE formula il seguente parere, corredato di un elenco di proposte dettagliate di modifiche ed emendamenti, e chiede che sia tenuto in considerazione nel futuro dibattito in sede di Parlamento europeo e di Consiglio.

Il modello europeo di agricoltura e produzione alimentare

2.3.

Una PAC forte, che sostenga una politica agricola e un settore agricolo europei sostenibili sul piano economico, sociale e ambientale, è essenziale per l’UE in termini di sicurezza e sovranità alimentari, e per soddisfare la crescente domanda di derrate alimentari di qualità superiore da parte dei 512 milioni di cittadini dell’Unione (1). Inoltre, l’UE deve tener presente la crescita della popolazione mondiale, che, secondo le stime raggiungerà, nel 2050, i 9,5 miliardi, dei quali 3 miliardi vivranno in aree con carenze idriche: ciò, infatti, determinerà maggior penuria alimentare e carestie. Pertanto, il CESE ritiene necessario che l’azione dell’UE si concentri sul trasferimento di conoscenze e la condivisione di esperienze riguardo ai modi di produrre, in maniera sostenibile e a livello locale, alimenti migliori e in maggiore quantità in altre parti del mondo.

2.4.

La PAC deve realizzare, per tutti i cittadini europei e tutte le comunità rurali europee, gli obiettivi originari sanciti nel trattato di Roma, e rispondere alle nuove sfide in materia di clima e sviluppo derivanti dagli impegni dell’UE nel quadro dell’accordo di Parigi e degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

2.5.

Il CESE è fermamente convinto che la PAC per il periodo 2021-2027 debba sostenere e agevolare ovunque in Europa il modello europeo di agricoltura e produzione alimentare, con tutto ciò che esso comporta: aziende agricole a conduzione familiare, cooperative, gruppi di produttori e altre forme di produzione agricola, come pure alimenti prodotti secondo gli standard più elevati al mondo (2). La nuova PAC deve affrontare meglio la questione dei bassi redditi agricoli e il crescente divario tra il reddito degli agricoltori e le retribuzioni nell’economia in generale (3). Il modello agricolo europeo non può essere realizzato alle condizioni e ai prezzi del mercato mondiale. Il modello agricolo europeo è quindi minacciato oggi più che mai dagli sviluppi in corso, e deve pertanto essere sostenuto e promosso mediante una PAC forte (4).

2.6.

Pur riconoscendo i benefici degli scambi commerciali per il settore agricolo, è essenziale che la politica agricola dell’UE tuteli, tramite la PAC, i più elevati standard mondiali in materia di agricoltura, di produzione alimentare, di controlli ambientali, di salute e sicurezza e di diritti dei lavoratori. Il CESE ritiene che l’UE debba dotarsi di un approccio strategico molto più coerente nei confronti degli accordi commerciali internazionali nel settore agricolo e alimentare e della PAC (5). Tuttavia, mentre la PAC si prodiga per mantenere le migliori norme, nei negoziati commerciali, ad esempio con il Mercosur, l’UE sta accettando importazioni di prodotti alimentari che non soddisfano le sue norme di sicurezza alimentare e che sono realizzati in base a norme ambientali meno rigorose. Non si può lasciare che la globalizzazione comprometta gli standard e i mercati europei e i cittadini dell’UE.

2.6.1.

Il Comitato rileva con preoccupazione che un gran numero di agricoltori britannici ha votato a favore del recesso del Regno Unito dall’UE a causa, sembra, dell’invasività e complessità del funzionamento della PAC all’atto pratico. Onde evitare che contestazioni analoghe insorgano anche in altri Stati membri, portando quindi a un aumento delle pressioni populiste e anti UE, il CESE esorta la Commissione a mettere al centro delle sue proposte per la PAC 2021-2027 misure di semplificazione effettive e concrete a livello di azienda agricola.

2.7.

Stante la multiforme natura dell’agricoltura europea, del patrimonio culinario europeo e delle prospettive dei mercati europei, la differenziazione della qualità è un obiettivo strategico e una parte indispensabile del futuro dell’agricoltura europea, insieme agli sforzi di miglioramento dell’efficienza e della competitività. Pertanto, la PAC dovrebbe prevedere differenti modalità per promuovere la politica della qualità, com’è avvenuto nel passato. Per conseguire quest’obiettivo, è opportuno evidenziare la qualità anche nell’elaborazione dei piani strategici della PAC.

2.8.

Eventuali modifiche proposte alla PAC, che implichino la sussidiarietà, devono garantire che il mercato unico dell’UE non ne risenta e continui a operare in modo solido e ben funzionante. È fondamentale che i piani strategici nazionali della PAC non interferiscano col funzionamento del mercato unico.

Necessità di un bilancio sostanzioso per la PAC

2.9.

Le proposte volte a ridurre la dotazione finanziaria della PAC dal 38 % del bilancio dell’UE del periodo 2014-2020 al 28,5 % nel periodo 2021-2027 sono inaccettabili per il CESE, specie in considerazione del previsto aumento del bilancio complessivo dell’UE. I tagli al bilancio della PAC sono compresi tra il 3 % e il 4 % a prezzi correnti e tra l’11 % e il 16 % a prezzi del 2018 (considerando un’inflazione del 2 % all’anno), a seconda del metodo di calcolo utilizzato (6). Nel caso dei fondi per lo sviluppo rurale, i tagli proposti sono superiori al 25 % a prezzi del 2018.

Valori in migliaia di EUR

2014-2020

(UE28 + FES)

7*2020

(UE27 + FES)

2014-2020

(UE27 + FES)

2021-2027

Variazione in % rispetto all’UE27

2020*7

Variazione in % rispetto all’UE27

2014-2020

QFP (prezzi correnti)

1 115 919

1 151 866

1 063 101

1 279 408

+ 11 %

+ 20 %

% DELL’RNL

1,03  %

1,14  %

1,16  %

1,11  %

 

 

CAP (prezzi correnti)

420 015

394 659

391 849

378 920

-4 %

-3 %

QFP (prezzi 2018)

1 136 105

1 107 138

1 082 320

1 134 583

+ 2 %

+ 5 %

CAP (prezzi 2018)

428 354

379 334

399 608

336 623

-11 %

-16 %

Fonte: Documento di lavoro della Commissione europea sul confronto fra i QFP 2021-2027 e 2014-2020.

2.10.

In linea con il punto di vista della commissione per i bilanci del Parlamento europeo, il CESE è fermamente convinto che il bilancio dell’UE debba essere aumentato all’1,3 % del reddito nazionale lordo. Il bilancio della PAC dovrebbe conservare l’attuale percentuale di finanziamento a carico del bilancio dell’UE. Ciò assicurerebbe un bilancio della PAC adeguatamente finanziato, per conseguire gli obiettivi e soddisfare le ambizioni della politica agricola comune, nonché per rispondere alle altre grandi sfide come la Brexit. In assenza di un bilancio della PAC adeguatamente finanziato non è possibile realizzare gli obiettivi enunciati dalla Commissione nelle proposte legislative.

2.11.

I tagli al bilancio della PAC non sono coerenti con le finalità della politica agricola comune di cui all’articolo 39 TFUE, in particolare:

assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola, grazie in particolare al miglioramento del reddito individuale di coloro che lavorano nell’agricoltura;

assicurare un approvvigionamento dei consumatori a prezzi ragionevoli.

Il CESE si oppone fermamente ai tagli ai finanziamenti a favore del secondo pilastro della PAC (FEASR) delineati nelle proposte, perché colpiscono in modo sproporzionato numerosi Stati membri, nei quali la quota del II pilastro rispetto al totale delle risorse della PAC è comparativamente maggiore, e rileva che i finanziamenti del II pilastro sostengono i settori e le aree più vulnerabili, come pure gli investimenti, la modernizzazione, l’apprendimento, l’uso efficiente delle risorse e il benessere animale in tutto il comparto agricolo europeo.

Trasferimenti tra pilastri e cofinanziamento

2.12.

Il CESE è preoccupato per il livello di flessibilità concesso agli Stati membri ai fini del trasferimento di fondi tra i pilastri della PAC. Per evitare che gli Stati membri eludano i propri obblighi in materia di cofinanziamento nel quadro del II pilastro, il CESE ritiene che essi debbano poter utilizzare la flessibilità per trasferire fondi tra pilastri solo nel caso in cui cofinanzino pienamente questi trasferimenti. Il CESE non è favorevole a consentire agli Stati membri di trasferire fondi dal II al I pilastro (7).

Struttura della PAC e nuove misure

2.13.

Le proposte legislative mantengono le componenti essenziali della PAC (I pilastro per i pagamenti diretti, II pilastro per le misure di sviluppo rurale e l’organizzazione comune dei mercati (OCM) comprendente misure di sostegno del mercato), in linea con la promessa del commissario Hogan che la riforma in esame rappresenta un’evoluzione piuttosto che una rivoluzione.

2.14.

Il Comitato accoglie con favore la proposta di cui all’articolo 14, che prevede, oltre ai pagamenti accoppiati, quattro forme differenti di pagamenti disaccoppiati, intesi a contribuire alla stabilizzazione del reddito:

«sostegno di base al reddito»: il CESE suggerisce di sopprimere nella denominazione le parole «per la sostenibilità» e di inserirle invece nel titolo dell’articolo 14, perché solo in una combinazione realmente equilibrata di tutti e quattro i pagamenti disaccoppiati si può realizzare una sostenibilità maggiore e adeguata;

«sostegno redistributivo complementare al reddito»: anche in questo caso è opportuno sopprimere le parole «per la sostenibilità», inserendole nel titolo;

«sostegno complementare al reddito per i giovani agricoltori»;

«regime per il clima e l’ambiente».

2.15.

Le proposte contengono nuove misure in merito a ulteriore condizionalità in materia di ambiente e cambiamenti climatici per tutti i pagamenti della PAC (primo e secondo pilastro) nonché nuove proposte in materia di sussidiarietà, con un nuovo modello di attuazione (piani strategici della PAC) elaborato per offrire agli Stati membri molta più responsabilità e flessibilità riguardo a come conseguono gli obiettivi specifici, a come affrontano specifici settori problematici e a come attuano e applicano la conformità. Questa maggiore sussidiarietà non dovrebbe comportare un aumento della rinazionalizzazione bensì piuttosto un adeguamento delle misure generali alle circostanze specifiche di ciascun territorio.

2.16.

Il CESE accoglie con favore il mantenimento degli aspetti fondamentali della PAC in termini di pagamenti del primo e del secondo pilastro, sottolineando l’importanza dei pagamenti diretti per gli agricoltori e i redditi agricoli, e si compiace inoltre della maggiore attenzione posta sulla condizionalità e sull’attuazione in materia di ambiente e cambiamenti climatici.

Maggiore ambizione in materia di ambiente e cambiamenti climatici

2.17.

Il CESE, sia pure ricordando che gli agricoltori contribuiscono già alla protezione dell’ambiente e del clima, prende atto del maggiore rilievo e delle ambizioni più elevate che caratterizzano le proposte sull’ambiente e sui cambiamenti climatici, nonché dell’allineamento con gli impegni dell’UE nel quadro dell’accordo di Parigi e degli obiettivi di sviluppo sostenibile, ma sottolinea che la realizzazione di risultati in merito a tali ambiziosi obiettivi non dovrebbe limitare la competitività del settore e richiederà un adeguato bilancio della PAC.

2.18.

La società chiede che la produzione alimentare e l’agricoltura siano sostenibili sotto il profilo ambientale, ed è essenziale che la PAC sia ammodernata e concentrata sulla risposta a tali richieste. La sostenibilità ha tre pilastri: economico, sociale e ambientale. Tutti e tre sono egualmente importanti. Nella nuova PAC i risultati in materia di tutela dell’ambiente e l’azione relativa ai cambiamenti climatici sono essenziali. Il CESE si compiace del fatto che uno dei tre obiettivi generali indicati nelle proposte consista nel «rafforzare la tutela dell’ambiente e l’azione per il clima e contribuire al raggiungimento degli obiettivi in materia di ambiente e clima dell’Unione» (8). Tali misure dovrebbero avere un adeguato sostegno di bilancio, in modo da non compromettere la redditività complessiva delle aziende agricole a conduzione familiare.

2.19.

Il CESE constata con soddisfazione che, dei nove obiettivi specifici indicati nelle proposte, tre sono dedicati al miglioramento dell’ambiente e dei cambiamenti climatici. In particolare, tali proposte intendono:

contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all’adattamento a essi, come pure all’energia sostenibile;

promuovere lo sviluppo sostenibile e un’efficiente gestione delle risorse naturali, come l’acqua, il suolo e l’aria;

contribuire alla tutela della biodiversità, migliorare i servizi ecosistemici e preservare gli habitat e i paesaggi.

è cruciale che le azioni e i programmi di pertinenza nell’ambito dei regimi per il clima e l’ambiente siano corredati di una componente incentivante, che incoraggi la partecipazione da parte degli agricoltori e mandi un segnale forte all’opinione pubblica.

2.20.

Il nuovo approccio globale della PAC, che sarà contemplato nei piani strategici degli Stati membri, è inteso a trattare gli interventi e la condizionalità sia del primo che del secondo pilastro della PAC. La nuova condizionalità rafforzata comprende proposte aggiuntive in materia di condizionalità e di ecologizzazione, riguardanti:

mitigazione dei cambiamenti climatici, ad esempio mantenimento dei prati permanenti, protezione adeguata di zone umide e torbiere, divieto di bruciare le stoppie;

protezione dell’acqua attraverso l’attuazione dell’azione dell’Unione in materia di acque, controllo dell’inquinamento da fosfati, direttiva sui nitrati e introduzione di fasce tampone lungo i corsi d’acqua, nonché uso dello strumento di sostenibilità relativo ai nutrienti (piani di gestione dei nutrienti);

protezione e qualità del suolo, incentrata sulla gestione della lavorazione del terreno per ridurre i rischi di degrado del suolo, sulla pratica di non lasciare nudo il suolo nei periodi più sensibili e sulla rotazione delle colture.

2.21.

In termini di biodiversità e paesaggio, le proposte sulla condizionalità (buone condizioni agronomiche e ambientali — BCAA) indicano i dettagli relativi alla conservazione degli uccelli selvatici, degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche: «Percentuale minima della superficie agricola destinata a elementi o zone non produttive, mantenimento degli elementi caratteristici del paesaggio, divieto di potare le siepi e gli alberi nella stagione della riproduzione e della nidificazione degli uccelli e misure per combattere le specie invasive» (BCAA 9), «Introduzione di fasce tampone lungo i corsi d’acqua» (BCAA 4) o «Rotazione delle colture» (BCAA 8). Il CESE, tuttavia, propone che l’UE corredi queste buone condizioni agronomiche e ambientali di chiari obiettivi quantitativi, che siano vincolanti per gli Stati membri.

2.22.

Il CESE accoglie con favore il criterio in base al quale gli Stati membri devono spendere almeno il 30 % del bilancio del FEASR per interventi direttamente rivolti all’ambiente e ai cambiamenti climatici e il 40 % del bilancio totale (FEAGA e FEASR) deve essere rilevante ai fini dei cambiamenti climatici.

2.23.

Il 40 % delle spese agricole dovrebbe contribuire agli obiettivi dell’UE in materia di cambiamenti climatici. Il CESE accoglie con favore questo obiettivo, ma si aspetta che al riguardo l’UE definisca un elenco chiaro di misure.

2.24.

Il CESE rileva che è di fondamentale importanza che i piani strategici degli Stati membri diano priorità agli interventi in materia di ambiente e cambiamenti climatici, concorrendo alla resilienza e alla redditività a lungo termine delle aziende agricole e al mantenimento dei posti di lavoro, e che l’attuazione si incentri sul conseguimento degli obiettivi.

Sussidiarietà — piani strategici della PAC e nuovo modello di attuazione

2.25.

Il CESE sostiene l’idea di spostare l’attenzione della PAC dalla conformità ai risultati e di offrire agli Stati membri maggiore flessibilità e responsabilità attraverso la sussidiarietà nel quadro del nuovo modello di attuazione e dei piani strategici della PAC.

2.26.

Tuttavia, il CESE intende garantire che la PAC resti una politica comune in tutti gli Stati membri e che il mercato unico sia pienamente tutelato. I piani strategici della PAC non possono consentire agli Stati membri di rinazionalizzare i mercati o di ostacolare o limitare una concorrenza leale nel mercato unico. L’attuazione di questi piani strategici non può essere considerata in alcun caso come un passo verso il cofinanziamento della PAC nel suo insieme.

2.27.

È essenziale mantenere condizioni di parità in termini di attuazione a livello di azienda agricola, in particolare in relazione alla condizionalità e alle norme sulle buone condizioni agronomiche e ambientali. Occorre impedire agli Stati membri e alle regioni di praticare tanto la sovraregolamentazione quanto un approccio di variazioni «leggere» dei piani di attuazione.

2.28.

Il CESE constata con soddisfazione che i piani strategici della PAC prevedono che gli Stati membri debbano poter contribuire in misura maggiore al conseguimento degli obiettivi specifici in materia di ambiente e cambiamenti climatici. È opportuno offrire agli agricoltori la scelta di un «menù» di misure per adeguarsi meglio alle loro circostanze specifiche (ad esempio, l’impossibilità di praticare la rotazione delle colture nelle risaie o in coltivazioni pluriennali o permanenti).

2.29.

La proposta che richiede agli Stati membri di sviluppare e presentare piani strategici sia per il primo che per il secondo pilastro della PAC sarà più complessa rispetto al sistema attuale. È essenziale evitare che tale obbligo ritardi l’attuazione o rallenti in alcun modo l’erogazione efficiente e tempestiva dei pagamenti diretti agli agricoltori. È opportuno coinvolgere le regioni e valorizzarne al meglio la competenza.

2.30.

Il CESE suggerisce che, in aggiunta agli elementi essenziali illustrati nelle proposte, i piani strategici della PAC a livello di Stato membro affrontino le seguenti questioni:

le modalità secondo cui gli Stati membri rispondono a questioni che li interessano specificamente, ad esempio l’abbandono dei terreni o la desertificazione in alcune parti dell’Europa del sud, la qualità dell’acqua o i nitrati in parti dell’Europa del nord ovest, la perdita di biodiversità in Europa;

il piano di uno Stato membro in materia di semplificazione a livello di azienda agricola;

il piano di attuazione e le scadenze di pagamento per tutti i pagamenti a titolo della PAC;

il sistema di incentivi per buone prestazioni ambientali e climatiche

obiettivi di prestazioni e di attuazione a livello nazionale.

Semplificazione e condizionalità

2.31.

Il CESE sostiene fermamente la semplificazione e chiede che nelle nuove proposte per la PAC venga attuato a livello di azienda agricola il relativo impegno politico. Sebbene si evidenzino elementi positivi, il proposto funzionamento del nuovo modello di attuazione, la condizionalità rafforzata, l’introduzione di indicatori nel primo pilastro e l’obbligo di elaborare dettagliati piani strategici della PAC sono particolarmente preoccupanti e vanno contro un’effettiva semplificazione.

2.32.

Nonostante i progressi compiuti verso la semplificazione nel regolamento omnibus, l’estensione del sistema del cartellino giallo e l’adozione della tecnologia satellitare per il controllo territoriale, le proposte della PAC mantengono numerosi requisiti particolareggiati, con un gravoso onere burocratico sui singoli agricoltori, che per la maggior parte sono operatori unici, il cui reddito è soggetto a una forte pressione.

2.33.

Il CESE è preoccupato del fatto che l’approccio delle proposte della Commissione evidenzi una contraddizione tra la semplificazione e la sussidiarietà. Da un lato, la Commissione perora la semplificazione mentre, dall’altro, le nuove proposte in merito al modello di attuazione e i piani strategici della PAC estesi sia al primo che al secondo pilastro, nonché gli ulteriori e più dettagliati criteri di gestione obbligatori (CGO) e i requisiti relativi alle BCAA (allegato III) (9) a livello di azienda agricola, renderanno l’attuazione della politica più complessa e burocratica a livello sia di Stato membro che di azienda agricola. Le diverse categorie di esenzione stabilite nel corso del regime di ecologizzazione del periodo 2014-2020 devono essere estese alle norme di condizionalità post 2020.

2.34.

Al fine di realizzare una vera e propria semplificazione a livello di azienda agricola, mantenendo al contempo controlli completi e adeguati, è necessario ridurre il volume e il peso della burocrazia per gli agricoltori. L’attuale sistema di attuazione della PAC si basa su disposizioni dettagliate a livello dell’UE, con controlli, sanzioni e meccanismi di audit rigorosi (10). Dovrebbero aver luogo un riesame e un ripensamento completi del sistema di controllo a livello di azienda agricola: maggior utilizzo delle tecnologie, ispezione satellitare e telerilevamento; non si può ammettere che le maggiori tolleranze e ispezioni ritardino i pagamenti (11). Per quanto riguarda il maggiore utilizzo del telerilevamento, il compito di individuare correttamente la superficie ammissibile dovrebbe ricadere anche sulle autorità di controllo.

2.35.

L’attuale regime di ispezione e sanzione è concepito per individuare e sanzionare, invece che per correggere e migliorare. Il CESE propone qui l’idea del diritto di rettifica, con l’introduzione di un modello di compensazione a livello di azienda agricola che consenta agli agricoltori di correggere le inadempienze involontarie senza sanzioni.

2.36.

Vi è una forte necessità di un’ulteriore semplificazione e di meno burocrazia a livello dell’UE e a livello di Stati membri in relazione ai programmi del secondo pilastro della PAC (12).

2.37.

Gli Stati membri dovrebbero essere tenuti nell’ambito del loro piano strategico a redigere una sezione specifica sulla semplificazione e sulle modalità con cui essi propongono di ridurre l’onere burocratico sugli agricoltori, delineando le differenze con il regime attuale.

Ricambio generazionale

2.38.

Il CESE accoglie con favore la maggiore attenzione al ricambio generazionale e al sostegno supplementare proposto per i giovani agricoltori, che richiedono un più facile accesso ai terreni, alla formazione e ai finanziamenti. Occorre fornire incentivi agli agricoltori che vanno in pensione e cedono la loro azienda ad un giovane agricoltore.

3.   Proposte specifiche del CESE

Agricoltori veri e propri

3.1.

Il CESE sostiene vivamente l’obiettivo di destinare i pagamenti diretti solo agli agricoltori veri e propri. La titolarità di un bene fondiario non dovrebbe, di per sé, rendere ammissibile alla ricezione di pagamenti diretti una persona che non svolga attività agricola. Tuttavia, la situazione, dato che interessa praticamente tutte le aziende agricole nell’UE, deve essere riconosciuta.

3.2.

Il CESE è del parere che occorra delineare in modo chiaro, solido, unificato a livello dell’UE le definizioni vitali quali quella degli agricoltori veri e propri e quella dei criteri di ammissibilità, al fine di ottenere parità di condizioni, scongiurare il vantaggio/lo svantaggio competitivo e prevenire qualsiasi indebolimento delle norme comuni.

3.3.

Oltre a esaminare l’accertamento del reddito e la manodopera impiegata in azienda, come proposto, si dovrebbe ampliare la definizione di agricoltore vero e proprio in modo da includere criteri non discriminanti come, tra le altre cose, il reddito, i beni, il tempo impiegato, la produzione e i criteri legati all’istruzione. In linea con le recenti modifiche introdotte nel quadro del regolamento omnibus, gli Stati membri potrebbero mantenere la flessibilità necessaria per meglio orientare l’ammissibilità del sostegno. In tal modo dovrebbe essere possibile elaborare un quadro comune, sia pure mantenendo la possibilità di adattare la definizione alle effettive esigenze e condizioni degli Stati membri.

Giovani agricoltori

3.4.

Il CESE propone di rivedere la definizione di giovane agricoltore, in modo da garantire i pagamenti soltanto ai giovani agricoltori veri e propri. Nel secondo pilastro, dovrebbe costituire una misura prioritaria il sostegno all’integrazione dei nuovi arrivati.

Obiettivi generali

3.5.

Il CESE intende sottolineare che non è possibile conseguire gli obiettivi generali in merito a un’agricoltura intelligente, resiliente e diversificata, alla sicurezza alimentare, alla tutela dell’ambiente e all’azione per il clima nonché al rafforzamento del tessuto socioeconomico delle aree rurali senza disporre prima di un settore agricolo sostenibile sotto il profilo economico. Il conseguimento di un settore agricolo redditizio deve essere un obiettivo generale della PAC.

Obiettivi specifici

3.6.

Il CESE sostiene pienamente i nove obiettivi specifici della PAC indicati nelle proposte legislative. Tuttavia, propone che la sezione (f) includa un ulteriore obiettivo, evitare l’abbandono dei terreni e proteggere i terreni agricoli dalle acquisizioni. Inoltre, il CESE ritiene che tra gli obiettivi specifici dovrebbe figurare uno sviluppo territoriale equilibrato. Il CESE auspica inoltre che l’obiettivo 6.1.b («accrescere la competitività») sia riformulato in modo più inclusivo come segue: «migliorare la sostenibilità economica delle aziende agricole sui mercati locali, nazionali e internazionali». Il CESE propone inoltre di sottolineare l’obiettivo della promozione dell’inclusione sociale e di prevedere, in quanto specifico obiettivo del sostegno, lo sviluppo di infrastrutture sociali.

Indicatori

3.7.

Il CESE ritiene che la proposta di introdurre indicatori per misurare il conseguimento degli obiettivi indicati con target intermedi e finali quantificati rispetto ai criteri dettagliati di cui all’allegato I (13) dovrebbe applicarsi soltanto a livello nazionale e non debba accrescere gli oneri burocratici a carico degli agricoltori. I nuovi indicatori della PAC devono essere semplici, realistici, facilmente quantificabili, controllabili e applicabili alle realtà locali. Essi devono essere direttamente collegati agli obiettivi della PAC che sono stati stabiliti.

BCAA

3.8.

Il CESE propone di prendere in considerazione una densità minima e massima per i prati nel contesto del mantenimento del terreno in buone condizioni agricole e ambientali.

Servizi di consulenza aziendale

3.9.

Il sostegno e l’ulteriore sviluppo del sistema europeo della conoscenza e dell’informazione agricola (AKIS), compresi i servizi di consulenza, lo scambio di conoscenze e la formazione professionale, sono importanti per aiutare gli agricoltori nell’utilizzo delle innovazioni e delle nuove tecnologie che a sua volta migliorerà la loro competitività e sostenibilità. Qualsiasi iniziativa dell’UE concernente i servizi di consulenza e i sistemi di innovazioni deve fondarsi su quelle esistenti a livello degli Stati membri e incentrarsi sulla creazione di valore aggiunto. In considerazione della pressione cui è soggetto il bilancio della PAC, le proposte legislative dovrebbero chiarire che i pagamenti diretti del primo pilastro della PAC non possono essere concessi a operatori non appartenenti al settore agricolo.

Pagamenti diretti

3.10.

Il CESE riconosce e sostiene pienamente l’importanza fondamentale dei pagamenti diretti del primo pilastro della PAC nel sostenere i redditi agricoli. A tale riguardo, il CESE è del parere che i pagamenti del primo pilastro della PAC debbano essere pienamente protetti, e che eventuali adeguamenti al nuovo sostegno di base al reddito debbano essere mantenuti a un minimo assoluto.

Livellamento e riduzione dei pagamenti

3.11.

La proposta della Commissione prevede due diverse forme di pagamenti diretti, ossia quattro pagamenti disaccoppiati e vari pagamenti accoppiati.

3.12.

Riguardo ai pagamenti disaccoppiati, il CESE, nei pareri NAT/703 e NAT/727, si era espresso con chiarezza nei seguenti termini: «i pagamenti diretti a titolo del primo pilastro dovrebbero essere soggetti a un massimale equo e ragionevole per singolo agricoltore (pari, ad esempio, al reddito comparabile di un lavoratore qualificato). Dovrebbero essere possibili degli aggiustamenti, e si dovrebbe tenere conto di partenariati, cooperative, imprese e del numero di dipendenti che hanno una copertura previdenziale» (14).

3.13.

Il Comitato ha tuttavia raccomandato anche di non applicare il massimale a pagamenti che rappresentano la remunerazione di servizi pubblici, e in particolare ai pagamenti nel settore ambiente e clima, per i quali aveva richiesto una forte componente di incoraggiamento.

3.14.

Il Comitato auspica inoltre un premio più elevato per i pascoli.

3.15.

Il CESE accoglie, in linea di principio, con favore l’inclusione di retribuzioni e stipendi, conformemente all’articolo 15, paragrafo 2, lettere a) e b), ma non considera appropriato che essi vengano computati nella misura del 100 %. Non è giustificato che i bilanci pubblici finanzino integralmente le retribuzioni e gli stipendi di una specifica categoria professionale, comprese le imposte connesse, e che persino il lavoro non retribuito possa essere conteggiato per intero. Occorre che l’UE definisca un tasso massimo inferiore al 100 %.

Convergenza dei pagamenti

3.16.

Il CESE sostiene le proposte sulla convergenza esterna per l’armonizzazione continua del livello del sostegno con pagamenti diretti tra gli Stati membri. La proposta mira a colmare il 50 % del divario in essere tra il livello medio attuale dei pagamenti diretti degli Stati membri e il 90 % della media dei pagamenti diretti dell’UE dal 2021 al 2027. Con un adeguato bilancio della PAC, le proposte della Commissione potrebbero tuttavia essere più ambiziose, soprattutto per quanto riguarda gli Stati membri con i più bassi livelli di aiuto. Il Comitato ritiene che alla fine del prossimo periodo di bilancio, il livello dei pagamenti diretti dovrebbe essere almeno pari all’85 % della media dell’UE.

3.17.

Il livellamento dei diritti all’aiuto rappresenta un approccio molto semplicistico, che non tiene conto di eventuali criteri oggettivi come il livello di investimenti effettuati in azienda, il tipo di metodo colturale, il livello di reddito, l’esigenza di manodopera, la futura sostenibilità economica dell’azienda e il grado di dipendenza dell’azienda dai pagamenti diretti nonché dall’impegno dell’agricoltore.

3.18.

Per beneficiare della convergenza interna e aumentare i diritti all’aiuto minimi fino al 75 % della media entro il 2026, gli agricoltori dovrebbero essere tenuti a soddisfare determinati criteri oggettivi.

Riserva nazionale

3.19.

Il CESE sostiene il concetto di riserva nazionale per i nuovi giovani agricoltori e, per quanti fanno il loro ingresso nel settore. Tuttavia, i criteri per l’assegnazione dalla riserva nazionale devono essere tali che l’assegnazione dei diritti non sia utilizzata in maniera impropria e che tali diritti siano riconosciuti solo agli agricoltori veri e propri sulla base di chiari criteri oggettivi, quali l’età, il reddito, l’istruzione, l’impiego di tempo e l’output.

3.20.

Inoltre, eventuali diritti assegnati dalla riserva nazionale dovrebbero essere obbligatoriamente attivati e utilizzati dal destinatario per un periodo minimo determinato dallo Stato membro, e dovrebbe essere impossibile per i percettori di tale riserva vendere i diritti assegnati prima del termine di tale periodo di dieci anni.

Sostegno ridistributivo complementare al reddito

3.21.

Il sostegno ridistributivo al reddito ha dato ottimi risultati in alcuni Stati membri; tuttavia, in altri contesti, esso potrà ulteriormente ridurre il livello di pagamenti diretti e di redditi per gli agricoltori che dipendono principalmente dai pagamenti diretti per i loro redditi, molti dei quali sono agricoltori a tempo pieno, e trasferirà i pagamenti agli agricoltori a tempo parziale e a quelli che dipendono in misura inferiore dai pagamenti diretti per la totalità dei loro redditi.

3.22.

Le proposte mettono in luce l’importanza dei pagamenti diretti per i redditi agricoli e chiariscono che la garanzia di un adeguato livello di sostegno, e quindi di reddito agricolo, rimane un elemento fondamentale per il futuro, al fine di garantire la sicurezza alimentare, l’ambizione in materia di ambiente e clima e la dinamicità delle aree rurali. Tuttavia il CESE precisa anche che qualsiasi opzione che consenta una notevole ridistribuzione dei pagamenti diretti alle aziende e alle regioni con una minore produttività porterà, nel breve periodo, a una riduzione della competitività dell’UE (15) sui mercati internazionali, ma corrisponderà maggiormente alle aspettative dei consumatori, e dei cittadini in generale, di un più marcato orientamento della PAC verso il soddisfacimento delle esigenze del mercato interno.

3.23.

Il CESE è del parere che il pagamento ridistributivo complementare dovrebbe essere finanziato, ove sia applicato, solo con i fondi liberati dal livellamento e, al fine di ridurre le forti disparità che caratterizzano il settore, essere mirato e destinato agli agricoltori che dipendono per lo più dall’attività agricola per il loro reddito.

Sostegno complementare al reddito per i giovani agricoltori

3.24.

Il CESE sostiene la proposta di garantire un sostegno complementare al reddito per i giovani agricoltori. Affinché non ne derivi un pregiudizio per gli agricoltori veri e propri occorrerà prevedere meccanismi adeguati, che impediscano la concessione di sostegno economico in assenza di un effettivo ingresso nell’attività agricola.

Sistema volontario per il clima e l’ambiente («regime ecologico»)

3.25.

Il CESE prende atto dell’introduzione di un regime ecologico volontario per il clima e l’ambiente a livello d’azienda agricola nel primo pilastro. Tuttavia, è importante che il «regime ecologico» proposto nell’ambito del primo pilastro non abbia l’effetto di dissuadere o di trattenere gli agricoltori dall’aderire e dal partecipare agli importanti regimi per l’ambiente e i cambiamenti climatici di cui al secondo pilastro.

3.26.

È opportuno prevedere, nel quadro di tale misura, un pagamento per i pascoli ai fini della produzione zootecnica, con una densità minima e massima. È opportuno prevedere anche pagamenti legati al benessere animale in funzione del numero di capi, come attualmente avviene con questo tipo di regime.

Pagamenti accoppiati

3.27.

I pagamenti accoppiati hanno un ruolo importantissimo da svolgere nella tutela dei settori vulnerabili e delle aree vulnerabili. I pagamenti accoppiati possono fornire pagamenti diretti essenziali, mirati e di livello più elevato a settori a basso reddito quali l’allevamento estensivo di bovine nutrici o di pecore, le colture proteiche o l’allevamento nelle zone montuose, dove il mantenimento del bestiame è essenziale all’equilibrio dell’ecosistema. L’opzione dei pagamenti accoppiati dovrebbe in linea generale rimanere limitata, ma dovrebbe contribuire a evitare l’abbandono dei terreni e a promuovere e incoraggiare la pastorizia (16).

Sviluppo rurale

3.28.

Il CESE sostiene gli otto ampi interventi dell’UE nel quadro dello sviluppo rurale. Come delineato in precedenza, il CESE si oppone a tutti i tagli proposti per i finanziamenti del secondo pilastro, giacché essi colpiscono in misura sproporzionata una parte degli Stati membri e suscitano dubbi in merito allo sviluppo intelligente, sostenibile e competitivo dell’agricoltura.

3.29.

Il CESE ritiene che, in linea con l’attuale PAC, sia opportuno prevedere specifici interventi per il benessere degli animali nel quadro dei programmi di sviluppo rurale, e che ciò dovrebbe essere incluso nell’ambito di uno degli interventi a vasto raggio.

3.30.

Al fine di accrescere la partecipazione e il coinvolgimento degli agricoltori, il CESE propone di destinare una percentuale più elevata del pagamento ai costi di transazione o agli incentivi.

3.31.

Il CESE ritiene che gli impegni ambientali, climatici e altri impegni in materia di gestione debbano essere presi in considerazione per periodi superiori a sette anni a condizione che anche il finanziamento di tali impegni sia garantito di conseguenza.

3.32.

Il CESE ritiene che i pagamenti per le zone soggette a vincoli naturali (17) debbano essere obbligatori nelle zone pertinenti al fine di evitare l’abbandono dei terreni negli Stati membri. Nel quadro delle misure bisognerebbe inoltre prevedere disposizioni relative alla densità minima e massima di pascolo, e specificare un intervallo per il periodo di tempo da destinare al pascolo degli animali. I pagamenti per le zone soggette a vincoli naturali dovrebbero poter essere ammessi nell’ambito della spesa per l’ambiente nel quadro del secondo pilastro.

3.33.

Nell’ambito delle proposte relative ai vincoli naturali o altri vincoli specifici locali, è importante stabilire il principio per cui non si possono imporre restrizioni senza al tempo stesso concedere compensazioni. Al fine di cambiare le pratiche, è molto importante calcolare la compensazione per le perdite totali e pagare adeguati incentivi.

3.34.

Il CESE è a favore di un elenco positivo di proposte di investimenti rispetto a un elenco negativo.

3.35.

Il CESE ritiene che le proposte sugli strumenti di gestione del rischio debbano essere volontarie anziché obbligatorie a livello di Stato membro. In generale, il CESE è del parere che la migliore protezione dalla volatilità dei redditi sia rappresentata da solidi pagamenti diretti del primo pilastro e che questi ultimi non debbano essere erosi in alcun modo per trasferire fondi verso regimi assicurativi e fondi di mutualizzazione. Propone inoltre che qualsiasi finanziamento per la gestione del rischio dovrebbe essere specifico per settore.

3.36.

Il CESE accoglie con favore la nuova flessibilità e varietà di aiuti nel quadro degli strumenti finanziari.

Riserva di crisi

3.37.

Il CESE riconosce la necessità di un fondo permanente per la riserva di crisi, efficace e adeguatamente finanziato. Il CESE propone di erogare il finanziamento della riserva di crisi con una nuova voce di spesa, esterna al bilancio della PAC e che non possa pertanto comportare riduzioni dei pagamenti diretti agli agricoltori. Ai sensi dell’attuale normativa sulla PAC, i fondi inutilizzati della riserva di crisi per il 2020 devono essere restituiti agli agricoltori nel 2021.

Organizzazione comune di mercato

3.38.

Le proposte legislative lasciano l’OCM ampiamente immutata, coinvolgendo una rete di sicurezza di intervento pubblico e ammasso privato e misure eccezionali. Inoltre, l’OCM prevede norme di commercializzazione e disposizioni sulla cooperazione degli agricoltori. Il CESE ritiene che la Commissione debba prendere in considerazione un maggiore rafforzamento della regolamentazione dei mercati per garantire redditi migliori.

3.39.

Il CESE ritiene che le proposte dovrebbero riesaminare e reimpostare i prezzi di riferimento (tenendo conto dell’evoluzione dei costi di produzione) e i livelli di attivazione per l’introduzione del sostegno di mercato a livelli più pratici, al fine di fornire, quando necessario, un sostegno del mercato più realistico e utile. La Commissione dovrebbe concentrare l’attenzione sugli strumenti di gestione del mercato, limitando in particolare le fluttuazioni dei prezzi dei prodotti agricoli, in quanto essi rappresentano la principale fonte di reddito per gli agricoltori.

Pagamenti

3.40.

Il CESE propone di aumentare i pagamenti anticipati dal 16 ottobre di ogni anno all’80 % (attualmente 50 %, ma di solito consentiti al 70 %) per i pagamenti diretti e fino al 90 % (attualmente 75 % ma di solito consentiti all’85 %) nell’ambito delle misure di sviluppo rurale.

Calendario

3.41.

La tempistica dell’accordo sul quadro finanziario pluriennale e le nuove proposte per la PAC sono poco chiare, in particolare nel contesto delle prossime elezioni del Parlamento europeo. La proposta di riforma introduce diversi elementi di novità come il piano strategico, che rappresenta un elemento di base della riforma che non sarà facile da mettere in atto da parte delle amministrazioni nazionali, e una nuova struttura della PAC che prevede determinati obblighi per gli agricoltori (nuova condizionalità rafforzata, rispetto degli indicatori del piano strategico ecc.) per i quali occorre un certo periodo di tempo affinché possano essere recepiti e implementati dagli stessi agricoltori. Il CESE raccomanda un sollecito accordo sul QFP prima delle elezioni del Parlamento europeo nel maggio 2019 e un accordo puntuale sul futuro della PAC, in modo che agricoltori e settore agricolo possano fare piani adeguati per il futuro con certezza. Pertanto, è essenziale adottare con sufficiente anticipo un adeguato periodo transitorio sulla base dell’attuale regime di sostegno, per i periodi successivi al 2020, prima dell’entrata in vigore delle nuove disposizioni.

Filiera alimentare

3.42.

Il CESE ribadisce l’invito a sviluppare una politica alimentare globale nell’UE (18). In particolare, il CESE accoglie con favore il fatto che la Commissione abbia sottolineato l’importante ruolo della PAC nella promozione di diete più salutari, mettendo a disposizione dei cittadini dell’UE derrate alimentari nutrienti, come frutta e verdura. In un parere d’iniziativa in corso d’elaborazione, saranno formulate proposte concrete e raccomandazioni al riguardo. Il CESE accoglie con favore le proposte volte a rafforzare la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare. È essenziale ad ogni livello, dal consumatore fino al produttore primario, una maggiore trasparenza dei prezzi di mercato. Occorre inoltre fornire incentivi e un sostegno maggiori alle organizzazioni di produttori.

Bruxelles, 17 ottobre 2018

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Luca JAHIER


(1)  Eurostat — Popolazione dell’UE al 1o gennaio 2017.

(2)  Parere del CESE, Un’eventuale riforma in profondità della PAC GU C 288 del 31.8.2017, pag. 10.

(3)  Presentazione di R. Ramon Sumoy, DG Agri, Unità C.1, al gruppo di studio del CESE, 25 giugno 2018.

(4)  GU C 354 del 28.12.2010, pag. 35.

(5)  GU C 283, 10.08.2018, pag. 69, punti 10.2, 10.3 e 10.4.

(6)  Documento di lavoro dell’UE sul confronto tra i quadri finanziari pluriennali 2021-2027 e 2014-2020.

(7)  GU C 283 del 10.8.2018, pag. 69 punto 7.13.

(8)  COM (2018) 392 final, articolo 5 — Obiettivi generali, pag. 41.

(9)  COM (2018) 392 final, allegato 3 — Regole di condizionalità di cui all’articolo 11.

(10)  COM (2018) 392 final, pag. 3.

(11)  GU C 283 del 10.8.2018, pag. 69 punti 1.9/6.4.

(12)  Programmi del secondo pilastro della PAC — Valutazione ex post dei programmi di sviluppo rurale 2007-2013.

(13)  COM(2018) 392, allegato I — indicatori di impatto, risultato e output a norma dell’articolo 7.

(14)  GU C 288 del 31.8.2017, pag. 10. e GU C 283 del 10.08.2018, pag 69.

(15)  COM (2018) 392 final, pag. 7.

(16)  La tabella di marcia per la politica settoriale europeo sulle carni ovine — Raccomandazioni del forum europeo sulle carni ovine, presieduta da John Bryan.

(17)  Zone soggette a vincoli naturali e ad altri vincoli specifici.

(18)  GU C 129 dell’11.4.2018, pag 18.


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