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Document 52013AE6639

Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema Anno europeo dello sviluppo (2015)

GU C 170 del 5.6.2014, p. 98–103 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

5.6.2014   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 170/98


Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema Anno europeo dello sviluppo (2015)

2014/C 170/16

Relatore unico: GOBIŅŠ

Il Parlamento europeo, in data 18 settembre 2013, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), di consultare il Comitato economico e sociale europeo sul tema:

Anno europeo dello sviluppo (2015).

La sezione specializzata Relazioni esterne, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 5 novembre 2013.

Alla sua 494a sessione plenaria, dei giorni 10 e 11 dicembre 2013 (seduta del 10 dicembre), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 144 voti favorevoli, 2 voti contrari e 1 astensione.

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1

Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) accoglie con favore la decisione della Commissione europea di rispondere all'iniziativa congiunta della società civile e dello stesso Comitato di designare il 2015 Anno europeo dello sviluppo.

1.2

Il CESE approva pienamente sia le modifiche alla proposta della Commissione relativa all'Anno europeo dello sviluppo (1) suggerite dalla Confederazione europea delle ONG operanti nel settore dell'emergenza e dello sviluppo (CONCORD) (2), sia le proposte di emendamento al medesimo testo presentate dal Parlamento europeo (3). Sottolinea inoltre che molte delle idee avanzate in tali proposte di modifica sono già state oggetto di discussione in seno alla task force informale istituita per l'anno europeo, oltre a venire parzialmente citate in altri pareri del CESE e sulla pagina web del Comitato dedicata al dibattito sullo stesso tema.

1.3

L'Anno europeo dello sviluppo sarà la prima delle iniziative di questo tipo ad essere dotata di una forte dimensione globale e fondata sui diritti. Il CESE chiede alle istituzioni UE di fare del loro meglio per realizzare gli obiettivi stabiliti da CONCORD: l'Anno europeo 2015 rappresenta «un'occasione imperdibile per un dibattito pubblico di vasto respiro e un impegno civile sostanziale sulla visione dell'Europa in materia di sviluppo globale, sia nel nostro continente che nel resto del mondo, con le sue dimensioni relative ai diritti umani, alla sostenibilità ambientale e alla coesione sociale» (4)

.

1.4

Il CESE invita i suoi partner di altre regioni del mondo a fare campagna per la celebrazione di un Anno mondiale per lo sviluppo 2015 anche in altre parti del pianeta, dal momento che rimane ancora tempo a sufficienza per i necessari preparativi.

1.5

L'accento dovrà essere posto prevalentemente sugli aspetti più sostenibili e pertinenti della cooperazione allo sviluppo, quali la solidarietà e la giustizia globali, la coerenza delle politiche di sviluppo, gli obiettivi di sviluppo sostenibile, i beni pubblici e le sfide globali, nonché il ruolo dei cittadini europei in qualità di consumatori e protagonisti in un'economia globalizzata. Questioni di portata limitata e legate alla relazione tra donatore e beneficiario non dovrebbero essere considerate prioritarie.

1.6

Si dovrebbe inoltre dare risalto al ruolo del settore privato nel campo dello sviluppo (5), dal momento che in genere i paesi in via di sviluppo non dispongono di strategie di sviluppo per le piccole e medie imprese (PMI), incluse le cooperative, che possano contribuire ad eliminare la povertà e a promuovere una crescita inclusiva. Le esperienze europee in materia di politiche di sostegno alle PMI, attuate in collaborazione con le parti sociali e le ONG interessate, dovrebbero essere trasferite in modo mirato e pertinente nei paesi in via di sviluppo allo scopo di conseguire una crescita sostenibile nelle sue tre dimensioni principali: economica, sociale e ambientale.

1.7

Il CESE ribadisce che il successo registrato da precedenti anni europei va attribuito essenzialmente alla stretta cooperazione tra le istituzioni e gli organi dell'Unione, da un lato, e la società civile, dall'altro, a livello sia nazionale che UE. Esorta perciò a passare subito all'azione istituendo delle task force multilaterali, allo scopo di assicurare per tempo e adeguatamente lo svolgimento di una cooperazione strutturata. Il Comitato caldeggia pertanto la creazione di un'alleanza delle organizzazioni della società civile (OSC).

1.8

Le attività condotte dalle OSC a più livelli (nazionale, UE e di paese partner) rivestono un ruolo chiave nell'elaborazione dei processi politici: ecco perché le organizzazioni della società civile e le iniziative da esse realizzate dovrebbero rappresentare la priorità principale dell'Anno europeo 2015 e ricevere la maggior parte dei finanziamenti. Affinché l'iniziativa dell'Anno europeo dello sviluppo dia migliori risultati sia a breve che a lungo termine è essenziale evitare di investire denaro in campagne costose affidate ad agenzie di pubbliche relazioni, o perlomeno, qualora si decida comunque di ricorrere alle loro prestazioni, cercare di ridurle al minimo (come indicato al punto 3.6 del presente parere).

1.9

Il Comitato invita le istituzioni dell'UE a sfruttare le discussioni in sede di dialogo a tre per concentrare l'attenzione sul conseguimento di risultati e di una partecipazione duraturi piuttosto che sull'organizzazione di campagne o iniziative di diffusione di informazioni. Per fare ciò, occorre emendare in diversi punti una serie di articoli della proposta della Commissione, come indicato più avanti nelle sezioni 3 e 4, e occorre inoltre apportare delle modifiche ai considerando e agli allegati del medesimo testo, modifiche che, per ragioni di spazio, non è possibile elencare dettagliatamente nel presente parere.

1.10

Come indicato al punto 3.5 del presente parere, l'approccio più produttivo potrebbe essere quello decentrato, dato che le tradizioni e i precedenti nel campo della cooperazione allo sviluppo sono molto eterogenei e, quindi, non è possibile individuare una formula universalmente valida per la redazione dei testi, le attività e così via. Nelle sezioni 3 e 4 del presente parere viene formulata una serie di proposte in merito ad un Anno europeo 2015 «realizzato a partire dalla base» che andrebbero tenute in considerazione nel preparare l'iniziativa.

2.   Osservazioni generali

2.1

L'Anno europeo riveste una funzione specifica nell'ambito delle attività di comunicazione e coinvolgimento attivo dei cittadini, consentendo l'organizzazione di eventi congiunti di portata europea, nazionale e regionale/locale ad opera tanto dei soggetti istituzionali quanto di un numero crescente di organizzazioni della società civile.

2.2

Il 2015 — l'anno entro il quale dovranno essere conseguiti gli obiettivi di sviluppo del millennio — dovrebbe concludersi con una valutazione dei risultati ottenuti e con l'adozione di una nuova strategia o di un nuovo paradigma per il prossimo decennio. L'UE ha svolto un ruolo fondamentale nel campo delle tematiche di sviluppo, come pure per quanto riguarda la definizione degli obiettivi di sviluppo del millennio. Benché gli interventi della cooperazione allo sviluppo vadano ben al di là dei soli aiuti allo sviluppo, si deve osservare che la maggior parte (il 60 %) degli aiuti pubblici allo sviluppo (APS) totali viene versata dall'UE e dai suoi Stati membri. L'Unione e i cittadini europei, insieme ai partner dell'UE nei paesi in via di sviluppo, dovrebbero porsi alla guida del dibattito sul periodo successivo al 2015.

2.3

Secondo dati di Eurobarometro (6), nell'UE circa 20 milioni di persone sono attivamente impegnate nell'ambito di organizzazioni non governative che operano nel campo dello sviluppo (compreso il volontariato), circa 130 milioni di cittadini europei donano a organizzazioni di aiuto ai paesi in via di sviluppo e il 72 % della popolazione UE è favorevole all'idea di aiutare i paesi che registrano valori bassi degli indicatori di sviluppo.

2.4

Aumenta il numero di persone che hanno maturato la consapevolezza che lo sviluppo comincia «a casa nostra» e dai nostri comportamenti quotidiani, attraverso il commercio equo e solidale, la protezione dell'ambiente, la partecipazione ai processi politici e così via.

2.5

Una vasta e inclusiva coalizione di promotori dell'iniziativa, le cui file si vanno rapidamente ingrossando e che è fortemente sostenuta dal commissario europeo per lo Sviluppo Andris Piebalgs e dai suoi collaboratori, sotto la guida di organizzazioni della società civile sia nazionali che a livello UE (Movimento europeo — Lettonia), della Piattaforma lettone per la cooperazione allo sviluppo (LAPAS), della Confederazione europea delle ONG operanti nel settore dell'emergenza e dello sviluppo (CONCORD) e del CESE (7), ha riunito i principali soggetti interessati, tra cui un ampio spettro di organizzazioni della società civile, il Comitato delle regioni e il Parlamento europeo. Sin dall'inizio i partner si sono adoperati per la riuscita di un Anno europeo 2015 ambizioso e capace di produrre risultati tangibili.

3.   Osservazioni specifiche

3.1

Il CESE invita le istituzioni dell'UE a sfruttare le discussioni in sede di dialogo a tre per arricchire i contenuti dell'Anno europeo 2015 e per dotarlo di misure che garantiscano risultati di migliore qualità e più sostenibili (ad es. tramite processi politici, impegni, il miglioramento del dialogo sia orizzontale che strutturale, ecc.).

3.2

Il CESE rammenta la sua proposta iniziale sui contenuti dell'Anno europeo: «Il CESE chiede che venga rivolta maggiore attenzione al tema della cooperazione allo sviluppo, alla solidarietà globale e al dibattito sugli obiettivi di sviluppo del Millennio. Propone pertanto di dedicare l'anno 2015 ai temi dello “sviluppo e della cooperazione” (titolo provvisorio). Dato che sia l'UE che gli Stati membri sono determinati a raggiungere tali obiettivi entro il 2015, il CESE invita a profittare dell'anno europeo per sensibilizzare i cittadini, la società civile e i livelli nazionali ed europeo — e per promuovere una responsabilità condivisa di tutti questi soggetti — in merito al conseguimento degli obiettivi fissati e dei nuovi obiettivi per il dopo 2015» (8)

.

3.3

Il fattore chiave per la riuscita dell'Anno europeo e del settore dello sviluppo in quanto tale consiste nel garantire l'impegno e la partecipazione in materia di sviluppo dei cittadini e delle organizzazioni della società civile in Europa, nonché dei loro partner in tutto il mondo, oltre che il loro coinvolgimento in un dialogo politico sullo sviluppo e la giustizia a livello globale. Le organizzazioni della società civile svolgono un ruolo fondamentale non solo per quanto riguarda il reperimento di fondi e la realizzazione delle attività di sviluppo, ma anche nell'ambito dei processi politici. Questo vale in particolare per i giovani, che spesso sono maggiormente collegati con la realtà che li circonda tramite le reti sociali e altri mezzi di comunicazione, e hanno una maggiore consapevolezza dei problemi urgenti che loro stessi — in quanto nostri futuri leader — dovranno risolvere. Ecco perché è di cruciale importanza associare in modo diretto e sostanziale i bambini e i giovani, in particolare le ragazze, ai dibattiti dell'Anno europeo. È inoltre necessaria una partecipazione sostanziale e diretta di cittadini provenienti da contesti sociali diversi e con un variegato spettro di interessi. La preparazione e la realizzazione dell'Anno europeo, come pure il contenuto e il quadro finanziario dell'iniziativa, dovrebbero tenere adeguatamente conto di tutti gli aspetti summenzionati.

3.4

Il CESE è favorevole ad un approccio decentrato per l'Anno europeo. In ciascuno Stato membro una task force dovrebbe creare un motto, uno slogan o un'esortazione, appositamente concepiti per l'Anno europeo, che rispecchino quanto più possibile la situazione del paese. Queste task force a livello sia nazionale che UE dovrebbero venire istituite entro due mesi dall'adozione della proposta e avere accesso ai finanziamenti assegnati all'iniziativa. Le organizzazioni della società civile dovrebbero avere un ruolo di primo piano in seno a questi organismi, le cui attività dovrebbero proseguire e ricevere un sostegno anche dopo l'Anno europeo.

3.5

Il CESE plaude alla volontà della Commissione di destinare ingenti finanziamenti per garantire la riuscita dell'Anno 2015. Al tempo stesso, però, esprime la propria preoccupazione perché, al momento, solo una piccola parte dei fondi è stata stanziata per l'impegno e le attività della società civile, che potrebbero invece assicurare al meglio la sostenibilità dell'Anno e offrire i risultati più interessanti. L'impiego dei fondi per contratti o appalti, in corso o ancora da concludere, nel campo delle pubbliche relazioni andrebbe evitato o ridotto al minimo, dato che in alcuni casi queste attività potrebbero risultare persino controproducenti rispetto agli obiettivi dell'iniziativa.

3.6

Alla luce delle buone pratiche attuate in precedenti edizioni dell'anno europeo, il Comitato caldeggia la creazione di un'ampia e inclusiva alleanza delle organizzazioni della società civile che, come in passato, dovrebbe guidare la programmazione e la realizzazione dell'Anno europeo 2015. Raccomanda inoltre di dedicare particolare attenzione all'avvio di una stretta cooperazione con i suoi membri ed organi, come pure con altri soggetti interessati e con le organizzazioni che aderiranno all'alleanza, a livello sia nazionale che UE.

3.7

La buona prassi di designare alcuni Ambasciatori dell'Anno europeo dovrebbe essere ripetuta anche nel 2015, poiché tali figure offrono importanti opportunità di sensibilizzare i cittadini e di guadagnare consensi agli obiettivi dell'iniziativa.

3.8

Il CESE si impegna a mettere a punto meccanismi di cooperazione a tutti i livelli pertinenti al fine di avviare una cooperazione e creare sinergie quanto più possibile efficaci tra le istituzioni e gli organi dell'UE. Nel corso dell'Anno europeo si dovrebbe egualmente dare inizio ad una collaborazione con le Nazioni Unite.

3.9

Il Comitato appoggia con convinzione le proposte per l'Anno europeo avanzate in sede di task force informale istituita per l'occasione e sulla pagina web del CESE dedicata al dibattito su questo tema. Le raccomandazioni espresse dalle organizzazioni della società civile e dai loro partner sono state presentate da CONCORD (9). Le istituzioni dell'UE dovrebbero fare del loro meglio affinché l'Anno europeo 2015 risulti:

fonte d'ispirazione: dovrebbe essere un processo al cui interno tutti i soggetti discutono ed elaborano nuove idee e pratiche innovative nel campo dello sviluppo, e giungono inoltre ad un consenso su «qual è il significato della giustizia globale per l'Europa e i cittadini europei?»

partecipativo: vanno messi al centro, come protagonisti del dibattito, i cittadini e i loro punti di vista sulla giustizia globale. Per fare ciò, essi devono beneficiare di pari opportunità di esprimere le loro idee e quelle delle loro organizzazioni, il che significa spostare l'accento dalle «campagne di informazione per sensibilizzare i cittadini» ad un «dibattito congiunto sul parere dei cittadini su uno sviluppo globale equo».

coerente: è necessaria una politica di sviluppo coerente, e nel corso dell'Anno europeo si dovrebbe avviare un dibattito orientato secondo questa prospettiva anche per altre politiche della Commissione oltre a quella di sviluppo (commercio, finanza, agricoltura, ecc.).

un processo di educazione e sensibilizzazione allo sviluppo: l'Anno europeo dovrebbe essere visto come un processo partecipativo di educazione e sensibilizzazione allo sviluppo, fondato sui principi pedagogici e i valori del Consenso europeo in materia di sviluppo.

globale: tutti i dibattiti devono svolgersi su un piano di parità con i partner al di fuori dell'Europa.

3.10

Inoltre, il CESE aderisce con convinzione alle seguenti raccomandazioni formulate dal relatore del Parlamento europeo sull'argomento (10):

modificare la designazione dell'anno, da Anno europeo dello sviluppo ad Anno europeo per lo sviluppo;

riservare una particolare attenzione ai cittadini di Stati membri che non hanno una tradizione consolidata nel settore della cooperazione allo sviluppo  (11); il CESE raccomanda ugualmente di ricorrere a soluzioni specifiche in questi paesi per evitare l'insorgere di diffusi problemi di cofinanziamento;

sensibilizzare maggiormente i cittadini dell'UE sul loro ruolo nel quadro dello sviluppo globale, sul loro contributo a quest'ultimo nonché sulle possibilità di renderlo più equo e di inserire il tema dello sviluppo nei programmi educativi nazionali  (12);

assicurare il coinvolgimento dei partner dei paesi in via di sviluppo (13);

«sensibilizzare e promuovere il dibattito sulle potenziali conseguenze delle decisioni e delle scelte individuali, locali, regionali, nazionali ed europee per lo sviluppo globale e per gli abitanti dei paesi in via di sviluppo, in modo da giungere a una più approfondita comprensione della politica» (14);

«La Commissione inviterà a queste riunioni [di coordinamento], in veste di osservatori, rappresentanti della società civile e rappresentanti del Parlamento europeo» (15)

.

4.   Ulteriori raccomandazioni in merito ad emendamenti alla proposta presentata dalla Commissione europea  (16)

4.1

Articolo 1 (aggiungere una frase). Un titolo secondario per l'Anno, diverso da paese a paese, permetterebbe di riflettere meglio le differenti tradizioni, sfide e potenzialità proprie a ciascuno Stato membro: «Il 2015 è proclamato Anno europeo dello sviluppo [...]. Ogni Stato membro dovrebbe elaborare un titolo secondario e un motto, uno slogan o un'esortazione per l'Anno europeo.».

4.2

Articolo 2 (primo trattino). Potrebbe essere utile riservare una maggiore attenzione al tema dell'impegno; occorre poi fare riferimento a tutte le parti interessate come a soggetti di pari livello: «- informare i cittadini europei circa la cooperazione allo sviluppo dell'UE, sottolineando e associarli a discussioni su ciò che l'Unione europea può già ottenere quale partner dello sviluppo a livello mondiale maggiore donatore di aiuti al mondo e decidere come potrebbe fare di più con una maggiore coerenza e un migliore coordinamento gli sforzi congiunti dei suoi Stati membri e delle sue istituzioni nonché di altri soggetti;».

4.3

Articolo 2 (secondo trattino). Alla luce del parere del CESE sul tema Commercio, crescita e affari mondiali — La politica commerciale quale componente essenziale della strategia 2020 dell'UE: «- stimolare l'interesse attivo e sostanziale oltre che la partecipazione dei cittadini europei nella cooperazione allo sviluppo e promuovere un senso di responsabilità e opportunità per quanto riguarda le decisioni a livello individuale e gli impegni sia nazionali che internazionali (compresa l'Agenda post-2015), come pure la loro partecipazione alla formulazione e attuazione delle politiche; nonché».

4.4

Articolo 2 (terzo trattino). Il testo si basa in modo eccessivo sui concetti di «aiuto» e «donatore», creando così una prospettiva estremamente limitata: «- aumentare la consapevolezza del ruolo della cooperazione allo sviluppo dell'UE, che comporta un'ampia gamma di benefici per tutti i soggetti associati all'UE e per i paesi partner dell'Unione non solo per i beneficiari, ma anche per i cittadini dell'UE, in un mondo sempre più mutevole e interdipendente.».

4.5

Articolo 2 (nuovo trattino). Un elemento chiave, assente nell'attuale proposta della Commissione, è il conseguimento di risultati sostenibili nell'ambito dei processi politici a livello sia UE che nazionale: «- conseguire risultati e miglioramenti sostenibili, laddove necessario (ad esempio, per quanto riguarda l'agenda politica interna ed esterna e le politiche di sviluppo, la coerenza, l'efficienza, l'approccio basato sui diritti, l'emancipazione femminile, lo sviluppo sostenibile, la capacità di garantire la sicurezza ( securitability )/la sicurezza umana, la partecipazione e lo scambio, gli strumenti e le strutture per la società civile, compresi le organizzazioni imprenditoriali e i sindacati, ecc.).».

4.6

Articolo 3 (paragrafo 1, primo trattino). La comunicazione deve essere un processo bidirezionale; recenti campagne relative all'anno europeo sono state fortemente criticate da più parti: «- campagne attività di comunicazione per diffondere dibattere e concordare i messaggi chiave indirizzate le tematiche principali mirate al grande pubblico e a gruppi più specifici, anche attraverso i media sociali;».

4.7

Articolo 3 (paragrafo 1, secondo trattino). È dimostrato che uno dei fattori chiave del successo di un anno europeo è la presenza di task force efficienti a livello sia nazionale sia dell'UE. Per risultare trasparenti, le discussioni devono portare a risultati concreti e misurabili: «- l'organizzazione di un processo politico aperto ed inclusivo, diretto da una task force multilaterale che includa conferenze, eventi e iniziative con tutte le parti interessate, per promuovere la partecipazione attiva e il dibattito, e per sensibilizzare l'opinione pubblica a livello europeo e per garantire risultati e miglioramenti, laddove necessario;».

4.8

Articolo 3 (paragrafo 1, nuovo trattino). Non è concepibile proclamare un anno «dedicato» allo sviluppo senza il coinvolgimento diretto dei soggetti interessati dei paesi in via di sviluppo o provenienti da tali paesi: «- attività realizzate all'interno delle frontiere dell'UE e che abbiano un impatto anche al di là di tali confini sui paesi partner, i loro cittadini e le loro organizzazioni;».

4.9

Articolo 3 (paragrafo 1, nuovo trattino). Sia il CESE che la Commissione europea precisano, nei rispettivi documenti di lavoro, che una preparazione sin da una fase precoce e attività per dare seguito alle pertinenti iniziative, come pure dei collegamenti tra anni tematici, possono far sì che l'Anno europeo registri risultati migliori: «- attività di preparazione dell'Anno europeo e per dar seguito alle pertinenti iniziative, a livello sia nazionale che UE;»

4.10

Articolo 4 (paragrafo 2). Come già spiegato al punto 4.7 del presente parere: «I coordinatori nazionali, in stretto coordinamento con la Commissione, si consultano e collaborano con istituiscono una task force / un gruppo direttivo nazionale composta/o di un'ampia gamma di parti interessate, compresa la società civile, [...]».

4.11

ALLEGATO — Particolari delle misure di cui all'articolo 3 — parte A — Iniziative dirette dell'Unione (primo capoverso). Andrebbe favorito un approccio decentrato, capace di riflettere le situazioni concrete dei vari Stati membri; le organizzazioni della società civile non dovrebbero essere escluse dall'attuazione delle relative proposte: «Il finanziamento assumerà generalmente la forma di acquisto diretto di beni e servizi nell'ambito di gare d'appalto aperte alle organizzazioni della società civile, al settore privato e ad altri soggetti contratti quadro esistenti. […]».

4.12

ALLEGATO — Particolari delle misure di cui all'articolo 3 — parte A — Iniziative dirette dell'Unione (nuovo trattino). Sulla base delle buone pratiche attuate per i precedenti anni europei: nel 2013, oltre 60 reti di dimensioni europee di organizzazioni della società civile hanno preso parte al coordinamento e alla realizzazione dell'Anno europeo, con attività a livello sia UE che nazionale; un sostegno adeguato al lavoro dell'alleanza è cruciale: «- sostegno al coordinamento della società civile sul modello consolidato di una Alleanza per l'Anno europeo ;».

Bruxelles, 10 dicembre 2013

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Henri MALOSSE


(1)  Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'anno europeo dello sviluppo (2015), COM(2013) 509 final.

(2)  Cfr. risposta di CONCORD alla proposta della Commissione europea relativa all'Anno europeo dello sviluppo 2015.

(3)  Progetto di relazione in merito alla Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'anno europeo dello sviluppo (2015), relatore: GOERENS, 2013/0238(COD).

(4)  Cfr. risposta di CONCORD alla proposta della Commissione europea relativa all'Anno europeo dello sviluppo 2015.

(5)  Parere del CESE sul tema Partecipazione del settore privato al quadro di sviluppo per il periodo post-2015, GU C 67 del 6.3.2014, pagg. 1-5.

(6)  Speciale Eurobarometro n. 352, giugno 2010: http://ec.europa.eu/public_opinion/archives/ebs/ebs_352_en.pdf.

(7)  L'iniziativa è stata presentata e discussa per la prima volta all'Assemblea generale di CONCORD del 22 giugno 2011 da Andris GOBIŅŠ (membro del Movimento europeo — Lettonia e del CESE) e Māra SĪMANE (Piattaforma lettone per la cooperazione allo sviluppo — LAPAS). È stata istituita una task force informale e, nel corso della sessione plenaria del 7 dicembre 2011, il CESE ha ufficialmente adottato il parere sul tema Commercio, crescita e affari mondiali — La politica commerciale quale componente essenziale della strategia 2020 dell'UE comprendente la richiesta di designare un Anno europeo dello sviluppo e della cooperazione.

(8)  Parere del CESE sul tema Commercio, crescita e affari mondiali — La politica commerciale quale componente essenziale della strategia 2020 dell'UE, GU C 43 del 15.2.2012, pagg. 73–78.

(9)  Cfr. risposta di CONCORD alla proposta della Commissione europea relativa all'Anno europeo dello sviluppo 2015 (settembre 2013).

(10)  Progetto di relazione in merito alla Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'anno europeo dello sviluppo (2015), relatore: GOERENS, 2013/0238(COD).

(11)  Ibidem: emendamenti 14 e 31.

(12)  Ibidem: adattamento del testo dell'emendamento 17.

(13)  Ibidem: emendamenti 18, 19, 21, 28 e 30.

(14)  Ibidem: emendamento 20.

(15)  Ibidem: emendamento 27.

(16)  Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'anno europeo dello sviluppo (2015), COM(2013) 509 final.


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