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Document 52009DC0257

Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Un impegno comune per l'occupazione

/* COM/2009/0257 def. */

52009DC0257

Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Un impegno comune per l'occupazione /* COM/2009/0257 def. */


[pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE |

Bruxelles, 3.6.2009

COM(2009) 257 definitivo

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

Un impegno comune per l'occupazione

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

Un impegno comune per l'occupazione

1. INTRODUZIONE

È soprattutto la gente che subisce le conseguenze della recessione: la grande sfida che oggi l'UE deve raccogliere consiste nell'evitare che la disoccupazione aumenti, nel promuovere la creazione di posti di lavoro e nell'aprire la via al rinnovamento dell'economia, alla ripresa e alla crescita sostenibili. Questo sarà possibile soltanto se vi sarà una maggiore cooperazione tra tutte le parti in causa, un migliore coordinamento delle politiche e se ciascuno saprà imparare dagli altri, se vi sarà cioè un impegno comune per definire e mettere in atto le politiche e le iniziative adatte: conservare posti di lavoro duraturi in attività economiche sane e dar modo a tutti di accedere a impieghi produttivi, aiutare le persone più vulnerabili e preparare ai lavori e alle competenze del futuro. Le misure necessarie per contrastare le conseguenze sociali e occupazionali dell'attuale crisi devono procedere di pari passo con le necessarie riforme strutturali destinate a rispondere alle sfide a lungo termine della globalizzazione e dei cambiamenti demografici e climatici.

Con la strategia di Lisbona l'UE ha messo in evidenza come la creazione di posti di lavoro debba basarsi su politiche attive del lavoro, un quadro macroeconomico sano, investimenti nelle competenze, nella ricerca e nelle infrastrutture, una migliore regolamentazione e la promozione dell'imprenditorialità e dell'innovazione. L'UE ha reagito rapidamente alla crisi con il piano europeo di ripresa economica, che ha insistito sulla necessità di contrastare gli effetti della crisi sull'occupazione; i primi risultati ottenuti dal piano sono promettenti e gli ammortizzatori sociali svolgono la loro funzione stabilizzatrice. Le misure di rilancio adottate dagli Stati membri sono in larga misura in linea con gli obiettivi di riforma a lungo termine dell'Unione (si veda l'allegato 1).

Tuttavia, poiché la situazione dei mercati del lavoro continua a deteriorarsi per effetto della crisi economica, è necessaria un'ulteriore azione. Dal Consiglio europeo di primavera, la Commissione, gli Stati membri, il Parlamento europeo, le parti sociali e i rappresentanti della società civile si adoperano per trovare i modi migliori per affrontare le conseguenze della crisi sull'occupazione.

2. UN IMPEGNO COMUNE PER L'OCCUPAZIONE: GRANDI PRIORITÀ E AZIONI

L'Europa non deve solo contrastare la recessione, ma trasformarla in un'opportunità per creare un'economia più produttiva, più innovativa, capace di valorizzare meglio le competenze e a bassa emissione di carbonio, un'economia con mercati del lavoro aperti e inclusivi, che permetta di creare una società più solidale e più equa e occupazioni compatibili con le esigenze delle diverse età, la parità tra uomo e donna e l'equilibrio tra vita professionale e familiare. Questo obiettivo non può essere raggiunto con uno sforzo isolato, ma presuppone un processo collettivo continuo.

I mercati del lavoro europei saranno trasformati profondamente dalla crisi. Occorre dare ai lavoratori e alle imprese i mezzi necessari per adattarsi all'evoluzione di queste realtà: conservare l'occupazione sana, migliorare le competenze a tutti i livelli, favorire il reinserimento nel mondo del lavoro e porre le condizioni per la creazione di posti di lavoro. L'occupazione "verde" può diventare essenziale per la crescita dei futuri mercati del lavoro dell'UE: già oggi più di 20 milioni di posti di lavoro nell'UE possono essere considerati "verdi" (il 10% del totale) e dati recenti indicano che nel solo settore dell'energia rinnovabile i posti di lavoro potrebbero entro il 2020 raddoppiare, passando a 2,8 milioni [1].

La flessicurezza rimane il modo giusto per modernizzare i mercati del lavoro e promuoverne l'adattabilità, accrescere la competitività e preparare la ripresa; la Commissione valuta positivamente l'accordo raggiunto dalle parti sociali europee, nell'ambito del loro programma di lavoro comune, per monitorare l'applicazione dei principi europei comuni di flessicurezza e trarne insieme le conseguenze.

La comunicazione della Commissione "Guidare la ripresa in Europa"[2] contiene una serie di indicazioni che possono aiutare gli Stati membri a definire e ad attuare politiche dell'occupazione appropriate ed efficaci. Su questa base, il Consiglio europeo di primavera e i tre seminari sull'occupazione svoltisi a Madrid, Stoccolma e Praga nell'aprile 2009 hanno permesso di definire tre grandi priorità : 1) salvaguardare l'occupazione, creare posti di lavoro e promuovere la mobilità; 2) migliorare le competenze e rispondere ai bisogni del mercato del lavoro; 3) facilitare l'accesso al lavoro. Infine, il vertice sull'occupazione del 7 maggio ha permesso uno scambio di idee su queste priorità e di trovare un consenso su 10 azioni[3].

Sulla base di questo sforzo comune, la presente comunicazione propone un impegno comune europeo per l'occupazione, mirante a rafforzare la cooperazione tra l'Unione e i suoi Stati membri e tra le parti sociali sulle tre grandi priorità, per mezzo di azioni concrete e utilizzando tutti gli strumenti comunitari disponibili, in particolare il Fondo sociale europeo (FSE) e il Fondo di adeguamento alla globalizzazione. Le priorità e le azioni dovranno corrispondere all'evoluzione del mercato del lavoro e alla situazione finanziaria di ciascuno Stato membro e massimizzare il valore aggiunto dell'azione dell'Unione europea a sostegno degli sforzi degli Stati membri e delle parti sociali. Questo impegno comune permetterà di rafforzare il ruolo svolto dall'Europa nell'azione intrapresa dall'intera comunità internazionale per giungere alla ripresa economica e a una crescita sostenibile. I progressi realizzati dovranno essere discussi dalla Commissione, dagli Stati membri e dalle parti sociali nei vertici sociali trilaterali.

2.1. SALVAGUARDARE L'OCCUPAZIONE, CREARE POSTI DI LAVORO, PROMUOVERE LA MOBILITÀ

Le misure temporanee di riduzione dell'orario di lavoro si sono dimostrate in diversi Stati membri efficaci per salvaguardare l'occupazione, in particolare se sono accompagnate da indennità finanziarie che sostengono il reddito e la formazione. Esse sono un elemento importante dei principi europei e dei percorsi nazionali di flessicurezza. Queste misure permettono alle imprese di ridurre gli elevati costi di licenziamento e di (ri)assunzione e di evitare la perdita di capitale umano proprio delle imprese, e in pari tempo di migliorare l'occupabilità dei lavoratori. Devono essere temporanee e avere obiettivi ben definiti, non compromettere la partecipazione dei lavoratori e la competitività; anche le PMI e i lavoratori con contratti a tempo determinato devono poterne fruire.

La creazione di posti di lavoro presuppone un ambiente favorevole all'imprenditorialità, all'innovazione e al lavoro autonomo, nonché una maggiore attenzione per le politiche della domanda. Analogamente, una cultura pratica di anticipazione e gestione delle ristrutturazioni - con la partecipazione di aziende, lavoratori, parti sociali e amministrazioni pubbliche - può migliorare la competitività e l'adattabilità e garantire percorsi professionali per i lavoratori salvaguardando in pari tempo il tessuto economico di regioni e comunità. La Commissione valuta positivamente il lavoro che le parti sociali dell'UE hanno svolto in comune sulle ristrutturazioni, che dovrebbe permettere di adottare pratiche basate su una migliore informazione. Accordi che coinvolgano i servizi pubblici per l'impiego e le parti sociali potranno assicurare ai lavoratori messi in esubero il sostegno necessario per trovare un nuovo lavoro, anche mediante la formazione. Gli Stati membri possono erogare aiuti a favore di piccole imprese di recente creazione in regioni assistite o di donne imprenditrici. La Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro e il Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale contribuiranno fornendo informazioni e mettendo a disposizione le loro conoscenze in materia di gestione dei cambiamenti e di previsione delle competenze.

Anche in un periodo di crisi come quello attuale, in Europa molte offerte di lavoro restano inevase perché le qualifiche professionali non corrispondono alle esigenze del mercato del lavoro. Ai lavoratori che perdono il loro impiego dovranno essere date migliori opportunità di cercare un lavoro all'estero senza perdere il diritto alle indennità di disoccupazione nel paese di residenza; questa possibilità esiste, ma è generalmente limitata a un breve periodo, tre mesi. La mobilità è attualmente molto limitata, anche per gli apprendisti e i tirocinanti, data la grande diversità di situazioni negli Stati membri e per l'insufficiente informazione dei cittadini sulle possibilità di mobilità. I servizi pubblici per l'impiego hanno un ruolo essenziale da svolgere in questo contesto. Un'efficace applicazione della direttiva sul distacco dei lavoratori richiede una cooperazione amministrativa rafforzata e uno scambio di buone pratiche.

Azioni prioritarie proposte

Migliore uso delle misure di riduzione temporanea dell'orario di lavoro

- Adozione da parte degli Stati membri di dispositivi efficaci, con il sostegno del Fondo sociale europeo (FSE), per salvaguardare posti di lavoro validi e ottimizzare gli effetti delle misure temporanee di riduzione dell'orario di lavoro e di formazione evitando effetti collaterali negativi (v. allegato 2).

Prevedere e gestire meglio le ristrutturazioni

- La Commissione ha predisposto una serie di strumenti pratici per le ristrutturazioni[4]; su questa base, uno scambio di esperienze tra tutte le parti interessate potrà portare allo sviluppo di pratiche ottimali per facilitare la previsione e la gestione delle ristrutturazioni di impresa, con il sostegno del FSE.

- Per facilitare i processi di ristrutturazione, le parti sociali potrebbero stabilire partenariati settoriali, ossia specifici piani d'azione e accordi di ripartizione degli oneri con le autorità regionali e locali con il sostegno del FSE. Con l'appoggio della Commissione, tali partenariati potrebbero adattarsi ai settori confrontati a difficoltà in tutta l'UE e ispirarsi all'esempio dell'industria automobilistica. Analogamente, le parti sociali e le autorità locali dovrebbero, ove possibile, negoziare accordi per aiutare i lavoratori in esubero a trovare una nuova occupazione grazie ad azioni di formazione, assistenza e ricerca di lavoro: il licenziamento dovrebbe intervenire solo quando ogni altra possibilità è stata esperita.

Incentivare la creazione di posti di lavoro

- Gli Stati membri dovrebbero adoperarsi per creare condizioni propizie all'attività imprenditoriale, ad esempio riducendo i costi non salariali del lavoro, compresi gli oneri fiscali, investendo nella ricerca e nelle infrastrutture, riducendo gli oneri amministrativi, migliorando le normative e promuovendo lo sviluppo delle PMI.

- Gli Stati membri, insieme alle parti sociali e con il sostegno del FSE, dovrebbero aiutare i giovani e i disoccupati ad avviare una loro attività su solide basi, per esempio mettendo a loro disposizione formazione e capitale iniziale.

Facilitare la mobilità

- La Commissione lancerà una vasta campagna di sensibilizzazione e di informazione sulle possibilità di mobilità intra-UE, mediante il portale per le offerte di lavoro EURES[5]. Istituirà inoltre un nuovo servizio on-line denominato "Match and Map", con un progetto pilota che sarà pronto per la fine del 2009, che fornirà informazioni sulle professioni e sulle possibilità di apprendimento e di formazione in modo da far meglio corrispondere le competenze professionali alle offerte di lavoro in tutta Europa.

- Gli Stati membri sono incoraggiati ad estendere a 6 mesi il periodo durante il quale i disoccupati che cercano un lavoro in un altro Stato membro possono continuare a fruire dell'indennità di disoccupazione.

2.2. RAFFORZARE LE COMPETENZE, RISPONDERE ALLE NECESSITÀ DEL MERCATO DEL LAVORO

La prosperità dell'Europa dipende dalla sua capacità di creare posti di lavoro competitivi e duraturi ricoperti da una mano d'opera altamente qualificata: un impegno comune per migliorare le competenze a tutti i livelli è di cruciale importanza, sia per affrontare gli effetti immediati della crisi sull'occupazione, sia per aprire la via ad un'economia a bassa emissione di carbonio, competitiva, basata sulla conoscenza.

L'istruzione e la formazione devono essere più in sintonia con i bisogni del mercato del lavoro, anche nei settori tradizionali dell'economia: i giovani devono possedere le competenze specifiche per cogliere le attuali possibilità d'impiego e le competenze generali per adattarsi a un mercato del lavoro in rapida evoluzione. Il mancato riconoscimento di competenze acquisite per mezzo di un apprendimento informale ostacola le possibilità d'impiego. Il dialogo sociale ha un ruolo importante nella definizione, nell'acquisizione e nel riconoscimento delle competenze, specie nei settori economici emergenti.

Per sfruttare le opportunità di ripresa e promuovere l'innovazione sociale, è essenziale identificare le attuali e future necessità di competenze, come previsto nell'iniziativa "Nuove competenze per nuovi lavori". In alcuni Stati membri, organismi a livello di settore sull'occupazione e le competenze già contribuiscono a riunire le imprese, le parti sociali e le autorità pubbliche per identificare i futuri bisogni; partenariati tra università e imprese mirano a migliorare lo sviluppo dei programmi di studio, l'imprenditorialità e il trasferimento delle conoscenze. Queste iniziative dovrebbero diventare una pratica generale e fornire la base per i piani di istruzione e formazione.

La necessità di modernizzare l'istruzione e la formazione non riguarda solov l'istruzione iniziale. È dimostrato che per le imprese che non offrono formazione ai loro lavoratori la probabilità di finire fuori mercato è doppia rispetto alle imprese che la offrono. Soprattutto le PMI e le imprese innovative hanno spesso bisogno di aiuti mirati in quanto, più delle grandi aziende, hanno esigenze particolari in fatto di competenze e sono gravate da maggiori vincoli finanziari . Meccanismi comuni di finanziamento partecipati da autorità pubbliche, aziende e parti sociali potrebbero contribuire a sostenere e accrescere la partecipazione alla formazione.

Dato che in conseguenza della crisi economica le opportunità di lavoro si sono ridotte, chi conclude ora gli studi rischia periodi di disoccupazione o inattività che possono compromettere le possibilità occcupazionali anche dopo la ripresa. Senza competenze di base, che troppo spesso mancano, è anche più difficile trovare un lavoro. I giovani che cercano di entrare nel mercato del lavoro hanno bisogno dell'appoggio migliore possibile nella forma di stage aziendali, formazione pratica collegata al lavoro o accesso ad ulteriori percorsi di studio per acquisire le competenze necessarie per accedere in futuro con successo al mercato del lavoro. Questo aiuto può consistere nel mantenere e sviluppare, nonostante la crisi, possibilità di apprendistato in aziende private e nel settore pubblico nel quadro di obiettivi nazionali opportunamente definiti; maggiori possibilità di mobilità nei percorsi di apprendimento, anche per gli apprendisti, per l'istruzione e la formazione professionale e i tirocinanti laureati; un'azione risoluta per ridurre il numero di giovani che lasciano prematuramente gli studi e con un livello insufficiente di competenze. Anche il programma europeo per l'apprendimento permanente dovrà essere chiamato a sostenere azioni innovative che esplorino i modi per migliorare l'acquisizione di competenze professionali e la collaborazione tra le imprese e la scuola.

Azioni prioritarie proposte

Migliorare le competenze, rafforzare l'apprendimento permanente

- La Commissione potenzierà l'agenda "Nuove competenze per nuovi lavori". Presenterà un'analisi settore per settore delle nuove competenze necessarie, comprese le competenze per un'economia a bassa emissione di carbonio. Diffonderà tra le PMI una guida alla formazione ed esplorerà la possibilità di creare a livello europeo organismi settoriali per le competenze che riuniscano imprese, parti sociali e autorità pubbliche;

- Gli Stati membri dovranno utilizzare il sostegno del FSE disponibile per rafforzare urgentemente la loro capacità di prevedere i futuri bisogni di competenze, far corrispondere meglio la domanda e l'offerta di competenze nei settori e nelle industrie più colpiti dalla crisi. Gli Stati membri dovranno continuare a migliorare la qualità e l'accessibilità dell'istruzione e della formazione;

- Gli Stati membri dovranno, in collaborazione con le parti sociali, elaborare e applicare quadri nazionali delle qualifiche, basati sui risultati dell'apprendimento e collegati al Quadro europeo delle qualifiche. Questo dovrà comprendere il rafforzamento dei sistemi di convalida delle competenze, comprese quelle ottenute mediante l'apprendimento informale, particolarmente nei settori con un alto potenziale di crescita dell'occupazione come la salute o i servizi di cura di lunga durata;

- La Commissione, insieme agli Stati membri, nell'ambito del nuovo quadro strategico per l'istruzione e la formazione dovrà rafforzare l'efficacia dell'apprendimento permanente promuovendo percorsi flessibili di apprendimento e formazione. L'Unione europea si è posta di recente come obiettivo per il 2020 che il 15% di lavoratori fruiscano di una formazione permanente e che il 40% delle persone di età compresa tra 30 e 34 anni abbiano completato studi universitari. Perché si possa rapidamente avanzareverso questi traguardi, migliorando le competenze della forza lavoro, gli Stati membri sono incoraggiati a fissare obiettivi nazionali nei settori per i quali sono stati fissati i parametri europei, tenendo conto delle rispettive necessità.

Aiutare i giovani ora

Gli Stati membri, con l'appoggio della Commissione, il FSE, e se del caso le parti sociali, dovranno:

- fare in modo che almeno 5 milioni di giovani europei possano entro il 2010 seguire un apprendistato di alta qualità. Le imprese dovrebbero anche continuare a offrire tirocini per sviluppare l'occupabilità degli studenti;

- mettere a punto urgentemente strategie per ridurre l'abbandono scolastico e far sì che siano più numerosi i giovani che conseguono un diploma di scuola secondaria superiore, perché molti paesi sono ancora lontani dall'obiettivo dell'Unione europea del 10% massimo di abbandoni scolastici. Questo potrebbe comprendere misure per trattenere le persone a scuola più a lungo, l'elevamento dell'età dell'obbligo scolastico, indennità di scolarità, percorsi educativi flessibili e alternativi nelle scuole e negli istituti di istruzione professionale ;

- rafforzare l'obiettivo "Nuovo inizio" dell'Unione europea per i giovani disoccupati: ognuno dovrebbe ricevere rapidamente una prima opportunità di formazione o lavoro: entro un mese dopo essere diventato disoccupato per i giovani di 15-19 anni, e due mesi per quelli di 20-24 anni; sostenere le organizzazioni giovanili nell'offerta di formazione e di assistenza ai giovani che lasciano la scuola anzitempo.

2.3. MIGLIORARE L'ACCESSO ALL'OCCUPAZIONE

Per attenuare l'impatto sociale della crisi, è essenziale mantenere e far entrare più persone nel mercato del lavoro, in particolare donne, anziani e altre categorie vittime di discriminazioni, per impedire la disoccupazione di lunga durata e l'inattività. Il modo migliore per uscire dall'esclusione è il lavoro: l'Europa sociale inizia con un lavoro; anche prima della crisi, però, troppi cittadini dell'UE che avrebbero potuto entrare nel mercato del lavoro non vi hanno avuto accesso.

I principi comuni dell'Unione europea per l'inclusione attiva costituiscono un quadro integrato per accrescere l'occupazione, combattere l'esclusione sociale e favorire la coesione sociale attraverso l'ammodernamento dei sistemi di protezione sociale: l'attuazione e il monitoraggio rapidi della recente raccomandazione della Commissione sull'inclusione attiva approvata dal Consiglio sono più necessari che mai. Con la crisi, nuovi tipi di solidarietà saranno necessari. I sistemi di reddito minimo esistenti nella maggior parte degli Stati membri possono svolgere un ruolo importante come stabilizzatori automatici e se necessario essere rafforzati per contribuire a mantenere il potere d'acquisto dei disoccupati, in particolare nei paesi in cui la copertura o la durata dell'indennità di disoccupazione sono minori.

Azioni urgenti sono necessarie per rendere fruttuose le transizioni e migliorare l'accesso all'occupazione: ridurre i costi di assunzione a carico dei datori di lavoro e sfruttare le possibilità di creazione di posti di lavoro particolarmente per le persone poco qualificate; ridurre i disincentivi al lavoro; migliorare la struttura del prelievo fiscale e delle prestazioni previdenziali per rendere il lavoro conveniente, anche riducendo la pressione fiscale sul cumulo dei redditi familiari; fornire incentivi ai disoccupati perché creino la loro impresa, per esempio attraverso la formazione all'imprenditorialità e i microcrediti. I paesi che oggi subiscono un flusso di ritorno di lavoratori emigrati a causa della crisi dovrebbero facilitare la loro rapida integrazione nel mercato del lavoro. Poiché le donne lavorano con contratti precari o sono fuori del mercato del lavoro più spesso degli uomini, dovranno essere rafforzate le misure per assicurare la parità tra donne e uomini.

Per migliorare le possibilità per le persone svantaggiate, compresi gli immigrati regolari provenienti da paesi terzi, di accedere al mercato del lavoro e per aiutare il più presto possibile i lavoratori licenziati e i disoccupati, occorre una migliore cooperazione tra le autorità pubbliche, i servizi per l'impiego pubblici e privati, i servizi sociali, i servizi di educazione per adulti, le parti sociali e la società civile. Gli Stati membri e in particolare i servizi pubblici per l'impiego dovrebbero intensificare gli scambi di esperienze per migliorare l'efficienza e l'efficacia delle politiche attive del mercato del lavoro.

Azioni prioritarie proposte

Rafforzare l'attivazione e facilitare l'accesso all'occupazione

Gli Stati membri dovrebbero destinare una quantità significativa delle loro risorse del FSE a migliorare l'efficienza dei loro sistemi nazionali per l'impiego e delle politiche attive del mercato del lavoro e fornire incentivi alla creazione di imprese o all'attività autonoma. Gli Stati membri dovranno aumentare gli sforzi per applicare attivamente e monitorare i principi comuni dell'UE per l'inclusione attiva. In linea con questi principi e tenuto conto delle grandi possibilità aperte dalle norme in vigore in materia di aiuti di Stato, gli Stati membri sono invitati a:

- rafforzare l'obiettivo "Nuovo inizio" dell'Unione europea per gli adulti disoccupati, fare in modo che abbiano un nuovo lavoro, una formazione supplementare, un apprendistato o un'altra misura per l'occupabilità entro 3 mesi dall'iscrizione presso il servizio pubblico per l'impiego;

- aiutare i disoccupati di lunga durata a ritrovare un lavoro diminuendo i costi non salariali del lavoro, per esempio sopprimendo per 6 mesi i contributi previdenziali in caso di assunzione di un disoccupato di lunga durata e riducendone l'ammontare per un ulteriore periodo;

- promuovere l'occupazione dei gruppi vulnerabili e dei lavoratori anziani attraverso incentivi all'assunzione, anche nell'economia sociale, scoraggiando i programmi di pensionamento anticipato;

- stimolare la domanda e l'occupazione di manodopera poco qualificata, per esempio introducendo agevolazioni fiscali o altri incentivi, come voucher per servizi domestici e di assistenza;

- rafforzare , con l'appoggio della Commissione, la cooperazione e lo scambio di esperienze tra i servizi per l'impiego pubblici e privati, per accrescere la loro capacità di far fronte al nuovo e grande afflusso di persone in cerca di lavoro.

3. UTILIZZARE MEGLIO I FONDI COMUNITARI

Un impegno comune per l'occupazione deve appoggiarsi su tutti gli strumenti comunitari disponibili. Attraverso il FSE, gli Stati membri già sostengono molte misure per la ripresa che corrispondono alle grandi priorità e alle azioni identificate in questa comunicazione (v. l'allegato 3). Inoltre, a partire dall'adozione del piano europeo di ripresa, le istituzioni europee hanno deciso alcune modifiche legislative per rafforzare il ruolo del FSE nell'attenuazione degli effetti della crisi. Anche il Fondo europeo per lo sviluppo regionale dovrà essere utilizzato pienamente per sostenere le azioni anticrisi.

L'accesso al FSE e il suo utilizzo sono stati semplificati; gli anticipi del FSE agli Stati membri sono stati accelerati e aumentati: sono stati erogati circa 1,8 miliardi di euro. È stato ampliato il campo d'intervento del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, che può ora essere pienamente utilizzato anche per le chiusure di imprese dovute alla crisi che interessino almeno 500 lavoratori; i criteri di ammissibilità sono stati semplificati.

3.1. MOBILITARE TUTTI I FONDI DISPONIBILI IN RISPOSTA ALLA CRISI

Il FSE è uno strumento eccezionale per investire nelle persone: ogni anno circa 9 milioni di cittadini beneficiano direttamente dall'appoggio del FSE. Si può fare di più per sfruttare pienamente queste possibilità. L'impatto improvviso della crisi richiede la mobilitazione urgente delle risorse del FSE che sono di norma erogate gradualmente su un periodo di 9 - 10 anni. Utilizzando interamente il bilancio disponibile nelle prospettive finanziarie dell'Unione europea, la Commissione assicurerà la disponibilità di circa 19 miliardi di euro per il FSE nel solo periodo 2009-2010 .

La Commissione sosterrà attivamente gli Stati membri nel rapido utilizzo di questi fondi nel rispetto delle norme comunitarie sugli aiuti di Stato[6]; introdurrà una procedura accelerata ogni volta che sarà necessario adattare un programma del FSE, abbreviando il processo a non più di un mese, e fornirà un orientamento operativo alle autorità nazionali. La Commissione invita inoltre gli Stati membri ad accelerare la spesa e a ridurre le strozzature nei sistemi nazionali di finanziamento, di modo che i pagamenti del FSE ai conti nazionali del tesoro siano rapidamente erogati ai beneficiari dei programmi del FSE. Gli Stati membri sono altresì incoraggiati a sfruttare al massimo i prestiti della Banca europea per gli investimenti (BEI) per intensificare la spesa del FSE per i loro piani di ripresa rapida.

La partecipazione delle parti sociali è di importanza capitale per il successo delle misure per l'occupazione, come illustrato dalle "Raccomandazioni comuni sul sostegno alla ripresa economica da parte del FSE". Il FSE prevede di destinare 1,2 miliardi di euro alle parti sociali nelle regioni in ritardo di sviluppo, esclusivamente per la formazione di capacità e azioni congiunte; le parti sociali, in collaborazione con gli Stati membri, dovranno utilizzare pienamente questo strumento.

Per massimizzare l'impatto dell'Unione europea e il supporto finanziario nazionale per le grandi priorità e le azioni descritte in questa comunicazione, gli Stati membri, con la partecipazione delle parti sociali, saranno aiutati a mettere in atto misure di reazione rapida, che concentrino il sostegno finanziario del FSE su :

- aiuto ai lavoratori e alle aziende che subiscono una ristrutturazione: programmi di formazione all'interno dell'azienda, combinati quando opportuno con incentivi per l'assunzione di disoccupati di lunga durata; incentivi alla mobilità (o riduzione dei suoi costi) verso regioni in cui ci sono possibilità di trovare un lavoro (per esempio sovvenzionando i costi di trasporto);

- promozione dell'imprenditorialità e del lavoro autonomo: creazione di imprese e riduzione del costo del credito; elaborazione di piani aziendali sostenibili e servizi d'orientamento per le nuove imprese; riduzione della burocrazia e semplificazione delle procedure per la costituzione di un'impresa;

- corrispondenza tra competenze e bisogni del mercato del lavoro: programmi di formazione e d'istruzione di alta qualità ; nuovi programmi di formazione o di studio sull'imprenditorialità e su un'economia a bassa emissione di carbonio; ricercatori per promuovere l'innovazione; strumenti, comprese le tecnologie dell'informazione e della comunicazione, per monitorare e anticipare meglio i bisogni del mercato del lavoro;

- giovani: creazione di più posti o sussidi e prestiti per la formazione e l'istruzione formale; incentivi a società perché offrano tirocini e apprendistati o impieghino giovani; percorsi alternativi di formazione per giovani che lasciano la scuola prematuramente;

- i gruppi più vulnerabili: misure d'attivazione e incentivi per le imprese ad impiegare lavoratori svantaggiati o adattare le condizioni di lavoro alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e ai bisogni specifici (per esempio per lavoratori anziani, persone con disabilità);

- servizi pubblici per l'impiego: prestazione di servizi a un numero crescente di utenti, miglioramento delle competenze del personale dei servizi pubblici per l'impiego, promozione della cooperazione con altre parti interessate.

3.2. ACCELERARE IL FINANZIAMENTO PER FAR FRONTE ALLA CRISI

Due possibilità di finanziamento accelerato contribuiranno in modo significativo alle misure di ripresa degli Stati membri:

- Per finanziare l'attuazione dei piani per una ripresa rapida, e più in generale gli investimenti della politica di coesione, la Commissione proporrà tra breve una modifica del regolamento dei Fondi strutturali, per dare agli Stati membri la possibilità di non fornire il cofinanziamento nazionale nel 2009 e nel 2010 . Senza cambiare la distribuzione dei fondi tra gli Stati membri o il massimale annuo del quadro finanziario dell'Unione europea per gli stanziamenti di pagamento, questa possibilità di anticipazione della spesa con un tasso di rimborso dell'UE del 100% durante la fase più acuta della crisi dovrebbe accelerare la realizzazione dei progetti, riducendo i vincoli finanziari in particolare negli Stati membri in cui il cofinanziamento del FSE rappresenta una quota rilevante della spesa globale per l'occupazione. La Commissione, in collaborazione con gli Stati membri, seguirà attentamente gli effetti delle misure di reazione rapida tramite gli attuali sistemi annuali e strategici di monitoraggio del FSE.

- Per dare una nuova occasione ai disoccupati e aprire la strada all'imprenditorialità per alcuni dei gruppi più svantaggiati in Europa, compresi i giovani, la Commissione proporrà tra breve un nuovo strumento europeo di microfinanziamento per l'occupazione , per sviluppare le microimprese e l'economia sociale. In un'iniziativa congiunta con istituzioni finanziarie internazionali, in particolare il gruppo BEI, il riallocamento di 100 milioni di euro dal bilancio esistente potrebbe mobilitare più di 500 milioni di euro . Questo nuovo strumento amplierà la gamma del sostegno finanziario mirato ai nuovi imprenditori nell'attuale contesto di stretta creditizia. I fondatori di microimprese saranno inoltre assistiti con servizi di orientamento, formazione, preparazione e rafforzamento delle capacità, oltre al tasso d'interesse agevolato del FSE.

4. PREPARARE IL FUTURO

Per uscire rafforzata dalla crisi, l'Unione europea deve sfruttare appieno le possibilità offerte dall'economia sociale di mercato europea perseguendo la sua strategia di riforma a lungo termine, per trasformare l'Unione in un'economia a bassa emissione di carbonio, più competitiva, innovativa, con mercati del lavoro aperti, che offra una società più inclusiva con posti di lavoro migliori. A questo scopo, l'Europa deve investire nelle competenze e nell'occupabilità delle persone e assicurare mercati del lavoro inclusivi ed efficienti basati sui principi della flessicurezza.

L'impatto dell'attuale crisi è senza precedenti e molti posti di lavori sono andati persi durante gli ultimi mesi, ma molto più numerosi sono quelli che sono stati creati durante gli anni di crescita che hanno preceduto la crisi. Durante gli ultimi dodici anni, l'UE ha permesso di realizzare progressi nelle politiche e nel funzionamento del mercato del lavoro, prima con la strategia europea per l'occupazione e poi nel quadro della strategia di Lisbona, individuando sfide, priorità e pratiche migliore comuni, fissando ambiziosi obiettivi comuni e scambiando esperienze.

La responsabilità principale di sviluppare il mercato del lavoro e le politiche sociali continuerà ad essere degli Stati membri; la diversità di situazioni tra gli Stati membri e all'interno di ciascuno di essi può richiedere un approccio più differenziato. Eppure, i valori comuni di apertura, solidarietà e opportunità, cui si ispirano le diverse politiche e istituzioni nazionali e comunitarie e la legislazione comunitaria, apportano ai cittadini europei reali benefici e un valore aggiunto.

Su questi valori dovrà continuare a basarsi la risposta dell'Unione europea alla crisi; il ruolo dell'Unione è oggi più importante che mai; la sua strategia per il dopo 2010 nel campo dell'occupazione avrà bisogno di strumenti, risorse e metodi più efficaci e di una chiara visione delle grandi sfide cui sono confrontate le nostre società, per aiutare l'Europa e i suoi cittadini a uscire dalla recessione più forti di prima.

Il coordinamento delle politiche nel quadro della strategia europea per l'occupazione, anche mediante gli orientamenti sull'occupazione e le raccomandazioni specifiche per ciascun paese, è stato uno strumento essenziale per la promozione di riforme dirette a stimolare la crescita economica e la creazione di posti di lavoro. Tuttavia, alla luce dell'esperienza passata e delle sfide globali, strategiche, tecnologiche, demografiche e ambientali, le future politiche e i futuri obiettivi dovranno essere rafforzati per promuovere ulteriormente la produttività, la competitività e l'equità sociale.

La Commissione presenterà entro il 2009 proposte per la strategia post-2010 per la crescita e l'occupazione. La Commissione terrà conto, nel far questo, della discussione in corso fra le istituzioni europee e tutte le parti interessate, in particolare su alcuni orientamenti finora emersi:

- Le tre grandi priorità politiche descritte in questa comunicazione saranno ugualmente pertinenti per la futura strategia europea per l'occupazione, perché l'Unione europea colma il vuoto tra le misure di attenuazione della crisi e di preparazione per la ripresa. La SEO dovrebbe aiutare le politiche del mercato del lavoro a guidare la crescita e l'occupazione, ad accrescere sensibilmente i livelli di competenza e a sfruttare il ruolo economico positivo delle politiche di inclusione in materia di occupazione e di sostenibilità finanziaria.

- In una strategia rinnovata dell'Unione europea per la crescita e l'occupazione, la SEO dovrà essere semplificata, con obiettivi più precisi, per assicurare maggiore coerenza;

- Il ruolo degli Stati membri dovrà essere rafforzato, con una partecipazione più forte dei parlamenti nazionali, delle parti sociali e delle altre parti interessate nell'elaborazione e nell'adozione dei programmi di riforma degli Stati membri; un uso più mirato dei Fondi strutturali, in particolare del FSE, dovrà favorire l'attuazione delle politiche dell'occupazione;

- Il ruolo di coordinamento della Commissione e degli Stati membri in associazione con le parti sociali sarà essenziale per facilitare il confronto transnazionale e la fissazione di criteri.

5. CONCLUSIONE

Un impegno comune sulle grandi priorità descritte nella presente comunicazione dovrebbe consentire all'Unione europea di far fronte alle sfide che la attendono a medio e a lungo termine e di assicurare la coerenza tra queste e le misure di rilancio a breve termine.

La Commissione invita il Consiglio europeo a:

- approvare le tre grandi priorità dell'impegno comune dall'Unione europea per l'occupazione;

- appoggiare la realizzazione da parte degli Stati membri, della Commissione e delle parti sociali delle azioni proposte per ciascuna priorità, tenendo conto della situazione specifica di ogni Stato membro;

- appoggiare le proposte della Commissione per un migliore utilizzo dei fondi comunitari in risposta alla crisi;

- invitare il vertice sociale trilaterale che precede il Consiglio europeo di primavera, a discutere e valutare i progressi realizzati nella definizione e nell'attuazione delle priorità e delle azioni dell'impegno comune;

- prendere atto della proposta della Commissione di monitorare l'attuazione dell'impegno comune dell'Unione europea, in cooperazione con gli Stati membri e con le parti sociali dell'Unione europea, e di riferire al Consiglio europeo di primavera del 2010 sui progressi compiuti e sulle loro implicazioni per l'agenda post 2010 dell'Unione europea.

Allegati:

1. Misure a favore dell'occupazione adottate di recente dagli Stati membri

2. Promuovere le riduzioni temporanee dell'orario di lavoro

3. Utilizzare meglio il FSE

[1] http://ec.europa.eu/energy/renewables/studies/doc/renewables/2009_employ_res_report.pdf

[2] COM (2009) 114 def., 4 marzo 2009.

[3] http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=103&langId=en&eventsId=173&furtherEvents=yes

[4] http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=103&langId=en

[5] http://ec.europa.eu/eures/home.jsp?lang=en

[6] La Commissione ha adottato oggi orientamenti sugli aiuti di Stato compatibili destinati alla formazione e ai lavoratori svantaggiati e disabili - SEC(2009) 719.

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