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Document 52018AE2962

Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo sociale europeo Plus (FSE+)» [COM(2018) 382 final — 2018/0206 (COD)]

EESC 2018/02962

GU C 62 del 15.2.2019, p. 165–172 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

15.2.2019   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 62/165


Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo sociale europeo Plus (FSE+)»

[COM(2018) 382 final — 2018/0206 (COD)]

(2019/C 62/27)

Relatore:

Krzysztof BALON

Correlatrice:

Cinzia DEL RIO

Consultazione

Parlamento europeo, 11.6.2018

Consiglio dell’Unione europea, 19.6.2018

Base giuridica

Articoli 46, lettera d), 149, 153, paragrafo 2, lettera a), 164, 168, paragrafo 5, 175, terzo comma, e 349 del TFUE

 

 

Sezione competente

Occupazione, affari sociali, cittadinanza

Adozione in sezione

26.9.2018

Adozione in sessione plenaria

17.10.2018

Sessione plenaria n.

538

Esito della votazione

(favorevoli/contrari/astenuti)

183/2/2

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1.

Il CESE accoglie con favore la proposta della Commissione relativa al Fondo sociale europeo Plus (FSE+), intesa a migliorare la coerenza e le sinergie tra gli strumenti dell’UE, ad accorpare alcuni fondi UE e a semplificare una serie di procedure. Pur segnalando alcuni aspetti critici della proposta, il CESE chiede che in merito ad essa sia presa una decisione rapida, responsabile ed equilibrata prima delle elezioni del Parlamento europeo del prossimo anno.

1.2.

L’Europa ha bisogno di una combinazione efficace di politiche economiche, sociali e di investimento per restare competitiva nell’economia globale e garantire un’occupazione di qualità, come pure un’istruzione e una formazione di qualità universalmente disponibili e accessibili, nonché la parità di accesso ai servizi sanitari, l’inclusione sociale e la partecipazione attiva alla società. Occorre un bilancio dell’UE che sia in grado di rispondere a sfide di rilievo, quali la disoccupazione giovanile, lo squilibrio tra domanda e offerta di competenze, la disoccupazione di lunga durata, la rapida evoluzione del mercato del lavoro e l’impatto delle nuove forme di lavoro sulle persone; si tratta di sfide che creano una nuova esclusione sociale dei gruppi emarginati, cui si aggiunge, in alcuni paesi, il persistere di elevati tassi di povertà. Inoltre, le recentissime sfide poste dalla digitalizzazione richiedono approcci innovativi ai finanziamenti dell’UE (1).

1.3.

Il CESE è molto critico nei confronti della proposta, in quanto essa prevede un taglio dei fondi disponibili per la politica di coesione dell’UE. Per quanto riguarda in particolare il FSE+, la diminuzione è pari al 6 % in termini reali. Il CESE, inoltre, non è d’accordo con la soppressione della quota minima (attualmente fissata al 23,1 %) dei finanziamenti della politica di coesione nel quadro del FSE+. Considerato che il FSE+ è il principale strumento di finanziamento per l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali, il CESE chiede che il 30 % delle risorse totali per le politiche di coesione economica, sociale e territoriale sia assegnato a tale fondo, e che, all’interno di esso, il 30 % delle risorse sia destinato a misure di inclusione sociale.

1.4.

L’accorpamento dei diversi fondi e programmi nel nuovo quadro FSE+ dovrebbe essere attuato con cautela, tenendo conto di ogni potenziale aumento della loro efficacia ed efficienza rispetto a quadri di attuazione distinti. Il CESE chiede alla Commissione di semplificare ulteriormente le norme del FSE+ sia per le autorità di gestione che per i beneficiari, garantendo nel contempo che i progetti rispettino i valori dell’UE. La condizione abilitante dell’inclusione attiva, in base alla quale gli Stati membri devono disporre di strategie nazionali contro la povertà e l’esclusione sociale per poter beneficiare dei finanziamenti concessi dal FSE+, dovrebbe continuare ad essere applicata a tutti gli Stati membri anche nel prossimo periodo di programmazione finanziaria del QFP.

1.5.

Il FSE+ dovrebbe essere utilizzato in modo coerente con la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo (UNCRC) e la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (UNCRPD). La conformità alle norme del codice europeo di condotta sul partenariato (ECCP) deve essere considerata una condizione abilitante, e gli accordi di partenariato e i programmi operativi dovrebbero essere riveduti e dar luogo a sanzioni se non rispettano pienamente gli obblighi dell’ECCP.

1.6.

L’Unione europea dovrebbe sfruttare appieno l’esperienza e la capacità delle parti sociali e di altre organizzazioni della società civile (OSC) che operano a livello locale, nazionale ed europeo coinvolgendo tali organizzazioni, insieme con gli utenti dei servizi e in funzione dei loro diversi ruoli, nei compiti di programmazione, attuazione, monitoraggio e valutazione dei finanziamenti dell’UE. Le parti sociali e le altre OSC sono soggetti fondamentali del progetto democratico europeo. Nel contesto del FSE+, ciò significa che le autorità pubbliche dovrebbero agevolare il loro accesso alle risorse disponibili. Il CESE sostiene la revisione della composizione del comitato FSE+ di cui all’articolo 40, paragrafo 2, del regolamento, in linea con l’articolo 6, paragrafo 1, lettera c) del regolamento sulle disposizioni comuni e nel rispetto dei principi dell’ECCP (codice europeo di condotta sul partenariato).

1.7.

Una quota adeguata delle risorse disponibili dovrebbe essere destinata a progetti guidati da piccole organizzazioni locali, nonché al meccanismo per la riassegnazione dei fondi (re-granting), al fine di sostenere le attività di organizzazioni che operano a livello locale. Occorrerebbe garantire l’equiparazione del trattamento delle prestazioni in natura a quello dei contributi finanziari.

1.8.

La transnazionalità (ovvero le attività transfrontaliere) dovrebbe, di regola, far parte dei programmi operativi di tutti gli Stati membri. Tale approccio è necessario al fine di promuovere un sentimento di identità europea tra i cittadini di Stati membri diversi.

1.9.

Il CESE ritiene importante che si stabilisca un livello elevato di finanziamento per gli ambiti di intervento principali per il futuro dell’Europa e dei suoi cittadini. Tra questi ambiti figurerebbero: un’occupazione giovanile di qualità; iniziative per la parità di genere; l’inclusione e l’occupazione dei gruppi vulnerabili; l’apprendimento permanente e lo sviluppo delle competenze nel contesto di un mercato del lavoro in rapida evoluzione e digitalizzato; il potenziamento dei servizi pubblici di interesse generale nonché lo sviluppo delle capacità della pubblica amministrazione, delle parti sociali — con un approccio incentrato sull’intensificazione del dialogo sociale e sul lancio di attività congiunte — e di altre OSC, compresa la loro partecipazione alla gestione del fondo per garantire una migliore governance.

1.10.

Tenuto conto del ruolo sempre maggiore dell’economia sociale nella dimensione sociale dell’UE, il CESE ritiene anche che il sostegno per le attività dell’economia sociale dovrebbe diventare un obiettivo specifico e distinto del FSE+.

1.11.

Il CESE accoglie con favore la proposta della Commissione di individuare nuovi indicatori per l’assegnazione dei finanziamenti; ciò nondimeno, il sistema attuale è ancora basato principalmente sul prodotto interno lordo (PIL). Inoltre, il CESE ritiene che la correlazione tra il FSE+ e le raccomandazioni specifiche per paese (RSP) del semestre europeo debba essere migliorata. Il CESE teme che possano essere applicate condizionalità rigorose. Sottolinea pertanto che tale correlazione dovrebbe essere negoziata tra le autorità nazionali ed europee, con la piena e attiva partecipazione delle parti sociali e di altre OSC.

1.12.

Nei comitati di sorveglianza, le parti sociali e le altre OSC dovrebbero essere considerate come soggetti interessati di pari status, con diritto di voto e la possibilità di esercitare specifiche funzioni di indirizzo. Il monitoraggio dovrebbe anche valutare i progressi delle misure di inclusione sociale, invece di limitarsi ad applicare una serie di indicatori quantitativi.

1.13.

Il CESE sottolinea l’importanza di mantenere il FSE+ nell’ambito della politica di coesione economica, sociale e territoriale.

1.14.

Il CESE non condivide la proposta di ridurre il tasso di cofinanziamento europeo del FSE +. In ogni caso, tale riduzione non dovrebbe essere a carico dei promotori dei progetti.

2.   Introduzione: le proposte della Commissione per il quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e l’attuale situazione sociale nell’UE

2.1.

Il 2 maggio 2018, la Commissione europea ha pubblicato una comunicazione contenente le sue proposte per il quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027, cui ha fatto seguito la pubblicazione dei regolamenti sul QFP e sul Fondo sociale europeo Plus, rispettivamente il 29 e 31 maggio e il 1o giugno 2018.

2.2.

Come richiesto dal Parlamento europeo, il bilancio dell’UE dovrebbe essere aumentato fino a rappresentare l’1,3 % del prodotto interno lordo (PIL) (l’importo previsto dalla proposta è appena dell’1,08 %) e il sistema delle risorse proprie dovrebbe essere riformato per stabilizzare il finanziamento di nuove azioni e affrontare le nuove sfide interne. Solo un bilancio più sostanzioso potrà consentire all’UE, anche dopo la Brexit, di tener fede all’impegno di attuare gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) dell’ONU e il pilastro europeo dei diritti sociali (EPSR), che stabilisce obiettivi e principi per una nuova politica sociale e del lavoro a livello europeo, al fine di promuovere posti di lavoro di qualità e pari opportunità, offrire un’istruzione e una formazione di qualità — le quali dovrebbero essere universalmente disponibili e accessibili -, così da rispondere alle rapide trasformazioni del mercato del lavoro e garantire condizioni di lavoro eque, nonché una più ampia inclusione e protezione sociale, consentendo la partecipazione di tutti alla società.

2.3.

L’Europa dovrà continuare ad essere competitiva nell’economia globale e a garantire standard sociali e occupazionali elevati. Il CESE chiede che una decisione rapida, responsabile ed equilibrata sul QFP e sulla proposta relativa al FSE+ venga adottata prima delle elezioni europee.

2.4.

L’Unione si trova ora a dover affrontare nuove sfide derivanti dalla necessità di superare un lungo periodo di crisi economica e sociale, e deve gestire l’impatto di un mercato del lavoro in rapida evoluzione e delle nuove forme di impiego, nonché far fronte a livelli di competenze insufficienti, a una bassa mobilità professionale e ai risultati insoddisfacenti delle politiche attive del mercato del lavoro e dei sistemi di istruzione e formazione, come pure alla «nuova» esclusione sociale di gruppi emarginati, tra cui i rom e i migranti.

2.5.

Nell’UE il tasso di disoccupazione giovanile rimane elevato. A ciò si aggiunge il crescente ricorso a contratti di lavoro atipici, anche in questo caso specialmente per i giovani, insieme con il persistere di una percentuale elevata di giovani disoccupati e al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione (NEET). Lo squilibrio tra l’offerta di competenze e le esigenze dei datori di lavoro è stato sottolineato in diversi pareri del CESE. È per questo motivo che oggi la sfida consiste nell’aumentare l’occupazione di qualità e nel rendere l’occupazione giovanile una priorità. In alcuni Stati membri, tuttavia, la disoccupazione di altre componenti della società, come le donne, le persone anziane e i migranti, sta assumendo dimensioni critiche e richiede soluzioni specifiche.

2.6.

L’introduzione di nuove tecnologie, della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale (IA) sta avendo un forte impatto sull’occupazione: un’istruzione di base di qualità, una formazione di alto livello ed efficace, l’apprendimento permanente, il perfezionamento e la riqualificazione professionali, insieme con la capacità di rispondere alle nuove esigenze delle economie dell’UE fornendo abilità e competenze mirate, rappresenteranno gli strumenti necessari per cogliere tutte le opportunità di lavoro del futuro e promuovere la competitività delle imprese (2). Tali strumenti devono essere accompagnati da una giusta combinazione di politiche economiche, sociali e di investimento a favore di una crescita inclusiva e sostenibile trainata dall’innovazione.

2.7.

Un altro aspetto critico è costituito dal livello di povertà tra i cittadini dell’UE, 118 milioni dei quali (ovvero il 23,7 % della popolazione totale) vivono, o rischiano di vivere, in situazioni di povertà e di esclusione sociale (3). Al tempo stesso, in alcuni paesi la povertà lavorativa rimane elevata, ed è accompagnata da un aumento significativo della sottoccupazione (4).

3.   Aspetti principali della proposta di regolamento sul Fondo sociale europeo Plus

3.1.

Per garantire maggiore coerenza e sinergie tra gli strumenti complementari dell’UE, aumentare la flessibilità, consentire ai fondi di rispondere meglio alle sfide e semplificarne la programmazione e la gestione, il nuovo Fondo sociale europeo Plus (FSE+) accorpa i seguenti fondi e programmi del quadro finanziario pluriennale 2014-2020:

il Fondo sociale europeo (FSE) e l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile (IOG);

il Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD);

il programma per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI); e

il programma d’azione dell’Unione in materia di salute (il programma per la salute).

3.2.

Il bilancio totale destinato al FSE+ ammonta ad approssimativamente 101 miliardi di euro (a prezzi correnti) per il periodo 2021-2027, di cui 100 miliardi per la componente del FSE+ in regime di gestione concorrente (ex FSE ed ex FEAD). La dotazione finanziaria per le componenti a gestione diretta del FSE+ sarà pari a 1 174 milioni di EUR a prezzi correnti, di cui 761 milioni per l’occupazione e l’innovazione sociale e 413 milioni per la salute. Al FSE+ viene inoltre accorpata l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile (IOG), con il 10 % della dotazione finanziaria destinata ai giovani tra i 15 e i 29 anni. Almeno il 25 % delle risorse del FSE+ nazionali sarà destinato alla promozione dell’inclusione sociale e alla lotta alla povertà. In aggiunta, gli Stati membri dovranno assegnare almeno il 2 % delle loro risorse del FSE+ a misure rivolte agli indigenti.

3.3.

Per semplificare l’attuazione del FSE+, ridurre l’onere amministrativo sui beneficiari e spostare l’attenzione verso il conseguimento di risultati, vengono introdotte diverse misure nel regolamento sulle disposizioni comuni (CPR). Il regolamento FSE+ prevede anche misure per contrastare la deprivazione materiale, rispondendo così alla richiesta avanzata dai portatori di interessi di alleggerire i requisiti per questo tipo di assistenza e semplificare la raccolta dei dati e i requisiti di sorveglianza e rendicontazione.

4.   Osservazioni generali sulla proposta di regolamento

4.1.

Il CESE accoglie con favore la proposta della Commissione relativa al FSE+, soprattutto in considerazione dei seguenti aspetti:

l’allineamento della proposta con il pilastro europeo dei diritti sociali;

gli orientamenti per ottenere risultati di qualità attraverso indicatori più efficaci;

il riconoscimento della necessità di semplificazione e di maggiore flessibilità;

l’accento su tre aree di intervento: occupazione, istruzione e inclusione sociale;

l’introduzione di una priorità «azioni innovative» per sostenere l’innovazione sociale e la sperimentazione sociale, che rafforzano gli approcci dal basso basati su partenariati;

la coerenza e la compatibilità con altri programmi di finanziamento, quali Erasmus (5) e il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), nell’ambito del capitolo politico del QFP «Investire nelle persone»;

il fatto che essa raggruppi singoli fondi e programmi in un unico quadro, al fine di lottare meglio contro la povertà, l’esclusione sociale, la disoccupazione e la sottoccupazione nell’Unione europea.

4.2.

Il CESE contesta la dotazione complessiva proposta per il prossimo QFP, pari a circa 1 100 miliardi di euro — un importo che, in termini reali, è inferiore a quello dell’attuale QFP. Inoltre, critica fortemente i tagli finanziari proposti per la politica di coesione dell’UE, pari a circa il 7 %, nel quadro finanziario pluriennale 2021-2027. Per quanto riguarda specificamente il FSE+, la proposta rappresenta il 27 % delle dotazioni complessive per la politica di coesione. In termini reali, ciò corrisponde a una diminuzione del 6 % nell’ambito del FSE+. Il CESE inoltre non è d’accordo con la soppressione della quota minima (attualmente fissata al 23,1 %) dei finanziamenti della politica di coesione nel quadro del FSE+. Considerato che il FSE+ è il principale strumento di finanziamento per l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali, il CESE chiede inoltre che il 30 % delle risorse per le politiche di coesione economica, sociale e territoriale sia assegnato a tale fondo e raccomanda che il 30 % delle risorse del FSE+ sia destinato a misure di inclusione sociale. Il CESE non condivide la proposta di ridurre il tasso di cofinanziamento europeo del FSE+. In ogni caso, tale riduzione non dovrebbe essere a carico dei promotori dei progetti.

4.3.

A questo proposito, il CESE ribadisce con forza che i finanziamenti, a livello sia europeo sia nazionale, devono:

affrontare i problemi legati alla qualità della vita e all’equilibrio tra vita professionale e vita privata;

investire in un’istruzione e in una formazione inclusive e di qualità, che dovrebbero essere accessibili per tutti a prezzi abbordabili ed essere orientate alle esigenze attuali e future del mercato del lavoro;

affrontare la disoccupazione — in particolare di lungo periodo e giovanile — e il divario tra domanda e offerta di competenze e la sottoccupazione, nonché estendere opportunità di formazione e condizioni di lavoro eque anche ai lavoratori impiegati nelle nuove forme di occupazione (atipiche), che in alcuni casi sono illegali;

affrontare le sfide demografiche e garantire una protezione sociale adeguata e sostenibile nell’arco del ciclo di vita per tutti;

promuovere l’inclusione e l’accessibilità per le persone con disabilità;

mettere a punto, verificare, valutare e sviluppare soluzioni innovative e rafforzare approcci dal basso e sperimentazioni sociali basate su partenariati che coinvolgano le autorità pubbliche, il settore privato, le parti sociali e le altre OSC;

promuovere le pari opportunità e combattere tutte le forme di discriminazione;

migliorare l’occupabilità e l’integrazione socioeconomica dei gruppi emarginati, tra cui le persone senza fissa dimora;

sostenere l’integrazione dei migranti;

offrire un sostegno individualizzato a livello di famiglia e comunità, migliorando l’accesso a servizi sociali abbordabili, sostenibili e di qualità, nonché ai servizi sanitari e abitativi;

promuovere azioni congiunte delle parti sociali;

sostenere lo sviluppo delle capacità per le amministrazioni e/o istituzioni, le parti sociali e le organizzazioni della società civile.

4.4.

Dato che i fondi strutturali dell’UE svolgono un ruolo cruciale nel realizzare un’Europa più competitiva, coesa, resiliente e sociale, agli Stati membri incombe la responsabilità specifica di investire i finanziamenti del FSE+ in servizi sociali erogati da enti pubblici, soggetti dell’economia sociale e altre organizzazioni senza scopo di lucro.

4.5.

L’accorpamento dei diversi fondi e programmi nel nuovo quadro FSE+ dovrebbe essere attuato con cautela, tenendo conto di ogni potenziale aumento della loro efficacia ed efficienza rispetto a quadri di attuazione distinti (6).

4.6.

La Commissione propone di accorpare l’Iniziativa a favore dell’occupazione giovanile (IOG) con il FSE+ al fine di garantire la coerenza e l’efficacia delle azioni incentrate sui giovani. La proposta è volta a rafforzare le politiche occupazionali negli Stati membri. Le procedure per accedere ai finanziamenti a titolo della IOG dovrebbero essere semplificate e garantire una chiara ripartizione delle risorse. In caso contrario, potrebbe essere più utile lasciare che la IOG resti un’iniziativa finanziaria distinta. Inoltre, occorre adottare misure intese a garantire che i calcoli che impongono agli Stati membri di utilizzare almeno il 10 % del bilancio FSE+ per la IOG siano efficaci e ragionevoli. Occorre evitare il rischio che l’iniziativa sia messa ai margini e che nel 2021-2027 la dotazione ad essa assegnata venga ridotta (7).

4.7.

È anche importante riconoscere che le parti sociali e — su un piano di parità — altre organizzazioni della società civile sono soggetti di primo piano del progetto democratico europeo, ragion per cui le autorità pubbliche devono facilitarne l’accesso alle risorse disponibili.

4.8.

Il finanziamento dell’Unione europea dovrebbe sfruttare appieno l’esperienza e la capacità delle parti sociali e delle altre OSC che operano a livello locale, nazionale ed europeo coinvolgendo tali organizzazioni, in funzione dei loro diversi ruoli e insieme con gli utenti dei servizi, nei compiti di programmazione, attuazione, monitoraggio e valutazione dei finanziamenti dell’UE (8). A tal fine, sarà necessario inserire un chiaro riferimento al codice europeo di condotta sul partenariato (ECCP). Il rispetto di tale codice deve essere considerato una condizione abilitante. Le parti sociali e le altre OSC dovrebbero — una volta ottenuto un sostegno adeguato — elaborare strumenti di valutazione appropriati e, ove possibile, avvalersi delle competenze dei diretti beneficiari (9). Questo obiettivo può essere realizzato solo se vengono ridotti gli oneri burocratici e semplificate le norme di finanziamento per sostenere le parti sociali e le altre OSC.

4.9.

Una parte adeguata delle risorse disponibili dovrebbe essere destinata a progetti guidati da piccole organizzazioni locali, nonché al meccanismo per la riassegnazione dei fondi (re-granting). Ciò consentirebbe di sostenere le organizzazioni attive a livello locale e i gruppi di autosostegno ed eviterebbe o attenuerebbe l’effetto deterrente di oneri eccessivi di cofinanziamento per le OSC. Occorrerebbe garantire l’equiparazione del trattamento delle prestazioni in natura a quello dei contributi finanziari.

4.10.

Va osservato che, nella maggior parte dei casi, strumenti finanziari quali prestiti, garanzie o capitale azionario non assicurano un finanziamento adeguato per i progetti sociali, ragion per cui si dovrebbe optare per le sovvenzioni come principale meccanismo di attuazione, a meno che altri strumenti finanziari non si rivelino più efficaci.

4.11.

Il CESE invita la Commissione a semplificare ulteriormente le regole del FSE+ sia per le autorità di gestione che per i beneficiari. Tuttavia, la Commissione e le autorità di gestione dovrebbero adottare provvedimenti specifici intesi a garantire che la semplificazione non esponga a rischi finanziari le OSC che lavorano per e con le persone colpite dalla povertà e dall’esclusione sociale. Tali rischi sono particolarmente legati all’elevato numero di requisiti per la raccolta di dati personali.

4.12.

Nessuna semplificazione delle regole che disciplinano i fondi dovrà portare all’eliminazione di meccanismi (ad esempio, le condizioni abilitanti) previsti per assicurare che i progetti finanziati con fondi dell’UE siano conformi ai suoi valori e, in particolare, all’obbligo di rispettare i diritti umani. La condizione abilitante in materia di inclusione attiva, in base alla quale gli Stati membri devono disporre di strategie nazionali contro la povertà e l’esclusione sociale per poter beneficiare dei finanziamenti del FSE+, dovrebbe continuare ad essere applicata a tutti gli Stati membri anche nel prossimo periodo di programmazione finanziaria.

4.13.

Dato che il FSE+ è un fondo europeo, la transnazionalità (ovvero le attività transfrontaliere) dovrebbe, di regola, far parte dei programmi operativi di tutti gli Stati membri. Tale approccio è necessario per promuovere un sentimento di identità europea tra i cittadini di Stati membri diversi e rendere molto più visibile il sostegno finanziario offerto dall’UE ai suoi cittadini. Al fine di contribuire all’attuazione di progetti transfrontalieri, le buone pratiche e i modelli dimostratisi efficaci nell’attuale periodo finanziario pluriennale (2014-2020) dovrebbero continuare ad essere applicati e condivisi tra gli Stati membri.

5.   Osservazioni e richieste specifiche concernenti la proposta di regolamento

5.1.

Il CESE ritiene che sia importante fissare degli obiettivi specifici (10) per il FSE+ con un livello elevato di finanziamento per gli ambiti di intervento principali per il futuro dell’Europa e dei suoi cittadini, quali:

qualità dell’occupazione giovanile;

iniziative volte a promuovere la parità di genere;

inclusione e occupazione dei gruppi vulnerabili, quali le persone con disabilità e i migranti;

accesso all’apprendimento permanente nel contesto di un mercato del lavoro digitalizzato e in rapida evoluzione;

potenziamento dei servizi pubblici di interesse generale, giacché essi contribuiscono a una migliore qualità della vita e a un maggiore equilibrio tra vita professionale e vita privata;

sviluppo delle capacità delle pubbliche amministrazioni, delle parti sociali e delle altre OSC, al fine di garantire una migliore governance, anche nella gestione del fondo.

5.2.

Tenuto conto del ruolo sempre maggiore dell’economia sociale nella dimensione sociale dell’UE, il CESE ritiene anche che il sostegno per le attività dell’economia sociale dovrebbe costituire un obiettivo a sé stante del FSE+ (11). Le misure previste dovrebbero concentrarsi sull’intera economia sociale, in tutte le diverse forme che assume nei vari Stati membri. Si esorta la Commissione a cooperare con gli Stati membri per promuovere un ecosistema favorevole all’economia sociale.

5.3.

Il CESE accoglie con favore la proposta della Commissione di individuare nuovi indicatori per l’assegnazione di fondi per affrontare questioni quali la disoccupazione giovanile, i bassi livelli d’istruzione, i cambiamenti climatici e l’accoglienza e/o l’integrazione dei migranti, al fine di rispecchiare meglio la situazione economica e sociale delle regioni e dei territori europei e allineare tali indicatori con il quadro di valutazione della situazione sociale del pilastro europeo dei diritti sociali. Ad oggi, tuttavia, il sistema di assegnazione dei fondi è ancora basato principalmente sul PIL (12).

5.4.

Il CESE ritiene che la correlazione tra il FSE+ e le raccomandazioni specifiche per paese (RSP) del semestre europeo rivesta un’importanza fondamentale. Al tempo stesso, teme che possano essere applicate condizionalità rigorose. Sottolinea pertanto che tale correlazione dovrebbe essere negoziata tra le autorità nazionali ed europee, con la piena e attiva partecipazione delle parti sociali e di altre OSC (13), poiché è importante garantire una strategia orientata tanto sul medio quanto sul lungo termine.

5.5.

Il CESE sottolinea l’importanza di mantenere il FSE+ nell’ambito della coesione economica, sociale e territoriale, date le forti complementarità tra crescita, obiettivi occupazionali e inclusione sociale. Il valore aggiunto del FSE+ rispetto all’azione degli Stati membri è legato alle esigenze territoriali e all’integrazione con altri fondi strutturali al fine di realizzare iniziative coerenti e complete a livello locale. In tale contesto, la dimensione regionale/locale è di cruciale importanza per la programmazione e l’attuazione di provvedimenti su misura.

5.6.

Il CESE accoglie con favore l’obbligo imposto agli Stati membri di garantire un’adeguata partecipazione delle parti sociali e delle altre OSC alla realizzazione delle politiche sostenute dal FSE+ e di assegnare un’adeguata quantità di risorse di tale fondo allo sviluppo delle capacità e ad azioni congiunte. Ciò dovrebbe includere un approccio specifico allo sviluppo delle capacità delle parti sociali, che sia in linea con la dichiarazione quadripartita del 2016 «Un nuovo inizio per il dialogo sociale» e faccia sì che le autorità di gestione assegnino le risorse, in funzione delle necessità, sotto forma di formazioni, misure volte alla creazione di reti e rafforzamento del dialogo sociale, nonché attività intraprese congiuntamente dalle parti sociali (14).

5.7.

Al fine di incoraggiare una partecipazione adeguata delle altre OSC ad azioni sostenute dal FSE+, in particolare negli ambiti dell’inclusione sociale, dell’uguaglianza di genere e delle pari opportunità, le autorità di gestione devono assicurarsi che una quantità adeguata di risorse del FSE+ sia destinata allo sviluppo delle capacità di tali organizzazioni.

5.8.

Gli Stati membri dovrebbero sfruttare pienamente l’articolo 17 del codice europeo di condotta sul partenariato (ECCP). Poiché gli accordi di partenariato e i programmi operativi sono il frutto di negoziati tra la Commissione e le autorità nazionali, la Commissione potrebbe essere più rigorosa nell’esaminare tali accordi ai fini della loro approvazione ed esigere che vengano riveduti se non rispettano appieno gli obblighi derivanti dal principio di partenariato (15). Inoltre, per il nuovo periodo 2021-2027, l’ECCP dovrebbe essere riveduto e il ruolo delle parti sociali e delle altre OSC dovrebbe essere definito con chiarezza. Il CESE sostiene la revisione della composizione del comitato FSE+ di cui all’articolo 40, paragrafo 2, del regolamento, in linea con l’articolo 6, paragrafo 1, lettera c) del regolamento sulle disposizioni comuni e nel rispetto dei principi dell’ECCP (codice europeo di condotta sul partenariato). Pertanto, l’articolo 40, paragrafo 2, dovrebbe stabilire che ogni Stato membro nomina al comitato FSE+ un rappresentante del governo, un rappresentante delle organizzazioni dei lavoratori, un rappresentante delle organizzazioni dei datori di lavoro e un rappresentante della società civile.

5.9.

La Commissione dovrebbe chiarire i requisiti minimi che le autorità degli Stati membri dovranno soddisfare nell’attuazione dei partenariati, comprese le sanzioni da applicare in caso di risultati insufficienti. Il mancato rispetto dell’obbligo imposto agli Stati membri di conformarsi all’ECCP dovrebbe essere penalizzato tramite diverse misure, che, nei casi gravi di non conformità, potrebbero giungere alla sospensione dei pagamenti, come previsto dai fondi strutturali e di investimento europei (16).

5.10.

I comitati di sorveglianza devono funzionare in modo più trasparente e incisivo, nonché svolgere specifiche funzioni di indirizzo. Al loro interno, le parti sociali e le altre OSC dovrebbero essere considerate come soggetti interessati con pari status ed essere quindi membri obbligatori con diritto di voto. Il monitoraggio dovrebbe altresì garantire che tutti i fondi siano utilizzati in modo coerente con la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e con le norme internazionali in materia di diritti umani, come quelle sancite dall’UNCRC e dall’UNCRPD, ratificate dall’Unione europea e da 27 dei suoi Stati membri. Inoltre, il monitoraggio dovrebbe servire anche a valutare i progressi delle misure di inclusione sociale, invece di limitarsi ad applicare una serie di indicatori quantitativi (17).

Bruxelles, 17 ottobre 2018

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Luca JAHIER


(1)  Cfr. ad esempio il parere del CESE sul quadro finanziario pluriennale post 2020 (GU C 440 del 6.12.2018, pag. 106).

(2)  Cfr. GU C 237 del 6.7.2018, pag. 8.

(3)  Commissione europea, Joint Employment Report 2017 («Relazione congiunta sull'occupazione 2017»).

(4)  Dati Eurostat e UE-SILC (Statistiche UE sul reddito e sulle condizioni di vita). A questo proposito, come pure su alcuni altri punti, il documento ribadisce le posizioni espresse dal CESE nella relazione informativa Seguito al dossier SOC/537 (trasmessa alla Commissione europea dopo essere stata adottata all’unanimità dal Comitato nella 534a sessione plenaria del 18 e 19 aprile 2018), nella quale viene spesso citato il parere GU C 173 del 31.5.2017, pag. 15.

(5)  Il parere del CESE su Erasmus (cfr. pag. 194 della presente Gazzetta ufficiale) raccomanda di mantenere la denominazione «Erasmus+».

(6)  Cfr. la relazione finale per il contratto VC/2017/0131 Studio sui sistemi di monitoraggio e valutazione del FSE, nell’ambito del contratto quadro multiplo VC/2013/0017, pag. 50.

(7)  Cfr. l’analisi del Forum europeo della gioventù: https://www.youthforum.org/sites/default/files/2018-07/_ESF%2B%20data%20analysis_website.pdf.

(8)  Cfr. GU C 173 del 31.5.2017, pag. 15.

(9)  Idem e «Seguito al dossier SOC/537».

(10)  Cfr. gli articoli 3 e 4 del regolamento proposto.

(11)  Cfr. l’articolo 4 del regolamento proposto.

(12)  Cfr. l’articolo 4 del regolamento proposto.

(13)  Cfr. l’articolo 7 del regolamento proposto.

(14)  Cfr. l’articolo 8 del regolamento proposto.

(15)  Cfr. l’articolo 4 del regolamento proposto.

(16)  Cfr. l’articolo 34 del regolamento proposto.

(17)  Cfr. gli articoli 38 e 39 del regolamento proposto.


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