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Document 52018AE2245

Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Una nuova agenda europea per la cultura» [COM(2018) 267 final]

EESC 2018/02245

GU C 62 del 15.2.2019, p. 148–154 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

15.2.2019   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 62/148


Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Una nuova agenda europea per la cultura»

[COM(2018) 267 final]

(2019/C 62/25)

Relatore:

Antonello PEZZINI (IT/I)

Consultazione

Commissione europea, 18.6.2018

Base giuridica

Articolo 167 del TFUE

 

 

Sezione competente

Occupazione, affari sociali, cittadinanza

Adozione in sezione

26.9.2018

Adozione in sessione plenaria

17.10.2018

Sessione plenaria n.

538

Esito della votazione

(favorevoli/contrari/astenuti)

182/1/0

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1.

Il CESE è convinto che l’Europa rappresenti una comunità culturale che si fonda su valori condivisi e che l’economia sociale di mercato sia un segno distintivo dello stile di vita europeo, che combina la libertà economica con i diritti sociali e con i principi di rispetto dell’uomo.

1.2.

Il CESE ritiene fondamentale il consolidamento e lo sviluppo della dimensione culturale dell’Unione, basata sui valori comuni consacrati nei Trattati, quale fattore chiave del processo di integrazione e come pietra angolare dell’identità culturale europea, impegnata nella costruzione di una società inclusiva, pluralista, coesa e competitiva.

1.2.1.

Secondo il CESE, solo il rafforzamento del senso di appartenenza all’Europa e un’identità culturale comune possono rafforzare la costruzione europea e le diversità culturali e linguistiche.

1.2.2.

Il patrimonio culturale materiale e immateriale dell’Europa rappresenta, secondo il CESE: il collante dei popoli europei, un fortissimo legame identitario e una preziosa risorsa strategica di coesione sociale.

1.3.

Il CESE ritiene che, proprio per la crisi politica e d’identità in atto in Europa (1), sia estremamente importante ridare alla cultura quel ruolo centrale, di trasmissione di legami identitari e per dare realtà ai valori comuni, sanciti dai Trattati.

1.4.

Il CESE, pur valutando positivamente l’iniziativa di porre la cultura al centro dell’agenda, chiede che il rilancio dell’Agenda sia un’occasione per confrontarsi con la visione di un «Nuovo Rinascimento europeo», che miri alla creazione di uno Spazio europeo della Cultura (2) — SEC —, fondato su molti valori comuni, come: solidarietà, fiducia e corresponsabilità.

1.5.

Un’Agenda europea della cultura rinnovata deve, secondo il CESE, basarsi su una visione strategica condivisa, che indichi, nella realizzazione del SEC:

valori identitari comuni, di libertà e di solidarietà;

principi cardine della libertà di circolazione, stabilimento e prestazione, in Europa, di persone beni e servizi che operano in ambito culturale;

sistemi di gestione e progettazione di interventi rivolti al patrimonio culturale;

concreti interventi di restauro e di conservazione dell’immenso patrimonio artistico che rende viva, alle nuove generazioni, la cultura europea (3);

una valorizzazione della cultura europea nelle relazioni internazionali;

una governance rinvigorita delle politiche europee, per dare più spazio agli attori che producono e danno forma alla cultura, nelle espressioni culturali e nelle industrie culturali e creative;

sostegno all’aggregazione delle piccole imprese creative, in particolare a quelle con finalità sociali;

sinergie e scambi di processi culturali, che contribuiscano a rafforzare la condivisione delle molteplici espressioni della società europea.

1.6.

Dal lato dell’offerta culturale è necessario che i destinatari delle azioni abbiano una percezione chiara e accessibile, attraverso nuovi mezzi di comunicazione plurilingue, affinché lo Spazio europeo della cultura sia effettivamente patrimonio di tutti.

1.7.

Dal lato della domanda culturale, il Comitato ritiene essenziale un’azione diretta ai fruitori della cultura, per aumentare i livelli della partecipazione allo sviluppo dell’identità valoriale europea, con iniziative come: un «Erasmus di cittadinanza culturale» e il lancio di una Carta europea della cultura, rivolta ai cittadini europei.

1.8.

Il CESE è convinto di poter giocare un ruolo proattivo in un dialogo culturale strutturato, per rafforzare la cittadinanza democratica, l’identità culturale e la condivisione delle molteplici espressioni creative della società, anche con iniziative congiunte, come il lancio di una Settimana europea della cultura, le Notti della cultura europea, e le nomination di Ambasciatori europei della cultura.

1.9.

Il Comitato si impegna in un monitoraggio dei dati della tabella di marcia della nuova Agenda e al completamento del SEC, sulla base della presentazione di rapporti periodici della Commissione.

2.   Introduzione

2.1.

La cultura è al centro del progetto europeo e costituisce il fondamento dell’«unità nella diversità» dell’Unione europea. Essa rappresenta una componente fondamentale del vivere comune e un valore in grado di arricchire la nostra umanità, quale elemento imprescindibile dei nostri comportamenti nella società e nell’espressione quotidiana della nostra cittadinanza.

2.2.

La cultura rappresenta quindi la risorsa strategica di coesione sociale e di dialogo interculturale per eccellenza e una grande opportunità per valorizzare la storia comune, con la grande ricchezza della diversità culturale delle regioni europee e del patrimonio materiale e immateriale condiviso.

2.3.

Il trattato di Lisbona ha attribuito grande importanza alla cultura: nel Preambolo del trattato sull’Unione si fa esplicito riferimento alla volontà di ispirarsi «alle eredità culturali, religiose e umanistiche dell’Europa», con obiettivi prioritari come l’impegno a rispettare «la ricchezza della sua diversità culturale e linguistica e a vigilare sulla salvaguardia e sullo sviluppo del patrimonio culturale europeo».

2.3.1.

Molti di questi valori, che fungono da base alla società europea, sono evidenziati dal trattato: «L’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani…». Questi valori, che sono diventati parte integrante della cultura europea, emergono e devono acquistare sempre più spazio in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, e dalla solidarietà.

2.3.2.

La carta dei diritti fondamentali, parte integrante del trattato, ha raccolto, ribadito e sintetizzato una ricca elencazione di valori, in parte già enunciati nel trattato.

2.3.3.

L’azione dell’UE è, quindi, volta ad incoraggiare la cooperazione tra Stati membri, in modo che la loro specifica competenza in materia di politica culturale si riferisca sempre più ai valori comuni sottoscritti e si integrino, come ordito, nella trama delle relazioni sociali.

2.3.4.

Il comportamento dell’uomo, nelle relazioni sociali e nell’agire quotidiano, segue modelli fissati a priori nel proprio intelletto (4). Ma questi modelli vengono acquisiti mediante l’istruzione (5), l’insegnamento (6) e si rafforzano con le relazioni che si sviluppano con il mondo che ci circonda.

2.3.5.

Da qui l’importanza di divulgare e insistere sui valori che costituiscono la base comune della civiltà europea, soprattutto nei riguardi dei giovani, a partire dalla preadolescenza, perché si consolidino i «neuroni specchio», che simulano le azioni, le sensazioni e le emozioni che osserviamo negli altri (7).

2.4.

Il concetto di cultura (8) è di per sé dinamico, implica quindi una serie di azioni che devono essere sviluppate dalle politiche europee e dagli Stati, attraverso l’istruzione e gli esempi. I valori sopra elencati, fatti propri dal trattato, non nascono per germinazione spontanea, ma sono il risultato di considerazioni e di esperienze maturate nel sociale, che regolano la pacifica convivenza e la crescita della fiducia dei popoli e devono essere oggetto di processi formativi e di interazioni sociali, rivolti soprattutto alle nuove generazioni, perché siano in grado di aderire e condividerne i valori etici.

2.5.

La cultura, oltre che per il suo valore sociale e identitario, è riconosciuta sempre più come un segmento economico trainante e strategico, per lo sviluppo della ricchezza pro capite, del welfare e del PIL complessivo europeo, e nelle relazioni internazionali.

2.6.

Si stima che i settori culturali e creativi contribuiscano al 4,2 % del PIL dell’Europa, con una crescita dell’occupazione pari all’1,5 %. Tradotto in valori assoluti, nel 2016 la cultura ha generato 89,9 miliardi di euro — pari a +1,8 % rispetto al 2015 — e, considerando l’indotto, ha mosso più di 250 miliardi, dando lavoro a 1,5 milioni di persone (9).

2.7.

La partecipazione culturale costituisce un elemento essenziale dell’impegno dell’Europa ma, con la crisi economica e finanziaria sopravvenuta nel 2008 in Europa, trasferitasi poi nel sociale e nel campo politico, tale partecipazione ha subìto una contrazione in tutti i paesi europei, con caratteristiche più accentuate nei paesi dell’Europa meridionale (10).

2.8.

L’Agenda europea per la cultura nel 2007 (11) aveva impegnato l’UE e gli Stati membri a:

promuovere la diversità culturale;

tutelare il patrimonio culturale;

superare gli ostacoli alla libera circolazione degli operatori del settore;

sostenere il contributo dato dalle imprese culturali e creative.

2.8.1.

Il Piano di lavoro dell’UE per la cultura (2015-2018) aveva fissato 4 priorità principali, per la collaborazione a livello europeo nel campo delle politiche culturali:

una cultura accessibile e aperta a tutti;

salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale;

sostegno ai settori culturali e creativi, in un’economia innovativa;

promozione della diversità culturale.

2.9.

Il Parlamento ha adottato numerose risoluzioni (12) e raccomandazioni su un accesso equo ai servizi culturali, sulla cultura nelle relazioni esterne dell’Unione e sulla mobilità, sulle industrie culturali e creative.

2.10.

Nel Consiglio UE del 23 maggio 2018 sono state adottate conclusioni sull’inserimento del patrimonio culturale anche in seno alle altre politiche e sul rafforzamento del dialogo con le organizzazioni della società civile.

2.11.

Dal canto suo il CESE ha espresso, a più riprese, il proprio parere per la valorizzazione dei settori culturali e creativi e di sostegno per una strategia di relazioni culturali internazionali (13), incluso il contributo al patrimonio culturale europeo delle aree rurali (14).

3.   Le proposte della nuova Agenda

3.1.

I principali elementi della nuova Agenda proposta dalla Commissione possono così riassumersi:

promuovere la partecipazione culturale, la mobilità degli artisti e la protezione del patrimonio, sfruttando il potere della cultura e della diversità culturale per la coesione sociale e il benessere;

promuovere l’arte e la cultura nell’istruzione;

rafforzare le relazioni culturali internazionali;

realizzare legami più forti con la politica industriale;

sfruttare il ruolo della cultura per rafforzare un’identità europea;

attuare una forte cooperazione con gli Stati membri e con la società civile.

3.2.

Le dimensioni-chiave proposte possono così riassumersi:

3.2.1.

Dimensione sociale: sfruttare il potere della cultura e della diversità culturale per la coesione sociale e il benessere.

3.2.2.

Dimensione economica: sostenere la creatività culturale nell’istruzione e nell’innovazione, la crescita attraverso nuovi posti di lavoro, sviluppo di industrie culturali e di competenze (15);

3.2.3.

Dimensione esterna di rafforzamento delle relazioni culturali internazionali: sostegno della cultura nei paesi dell’allargamento e nei Balcani occidentali, nei paesi del Mediterraneo, e azioni del Fondo di Sviluppo ACP (16);

3.2.4.

Dimensione trasversale: iniziative «Anno europeo del patrimonio culturale» e «Capitali europee della cultura», nuovo Piano europeo d’azione per i beni culturali 2019-2022, sviluppo di Digital4Culture, elenco online di film europei, supporto della trasformazione digitale.

3.3.

La collaborazione strategica nell’ambito della nuova Agenda sarà sostenuta da Europa Creativa e dagli altri programmi dell’UE.

4.   Osservazioni generali

4.1.

Il CESE ritiene fondamentale il consolidamento e lo sviluppo di una dimensione culturale dell’Unione basata sui valori comuni consacrati nei Trattati, per consolidare il senso d’appartenenza nella costruzione di una società inclusiva, coesa e competitiva.

4.2.

Il patrimonio culturale materiale e immateriale dell’Europa rappresenta il collante dei popoli europei, un fortissimo legame identitario specie in momenti di crisi d’identità e di solidarietà europea.

4.3.

Il CESE ritiene che, proprio per la crisi politica, d’identità e di governance in atto in Europa sia opportuno ridare alla cultura europea il ruolo di trasmissione di valori identitari, anche attraverso il rafforzamento di percorsi formativi europei.

4.4.

Questo processo d’integrazione valoriale, deve essere il fondamento per un salto di qualità di una nuova Agenda della cultura e deve sfociare in un vero e proprio Spazio europeo della cultura — SEC (17), fondato sui valori comuni, analogamente e congiuntamente con lo Spazio europeo della ricerca.

4.5.

Questo nuovo SEC dovrebbe comprendere, con uno scadenziario:

4.5.1.

il rafforzamento delle politiche e degli strumenti culturali europei per il sostegno e la diffusione dei valori identitari, sulla base del senso d’appartenenza ad un ceppo valoriale comune.

4.5.2.

la piena attuazione delle libertà di circolazione, stabilimento e prestazione in tutto il territorio europeo di persone fisiche e giuridiche che operano nel campo culturale.

4.5.3.

una «economia della cultura» centrata su sistemi socialmente inclusivi, che promuova nuovi modelli di conservazione e restauro del patrimonio culturale e di sviluppo delle industrie creative, anche attraverso forme nuove d’impresa, a forte valore sociale.

4.5.4.

la promozione della cultura europea nelle relazioni internazionali, sia come strumento di rilancio della diplomazia culturale, sia come meccanismo di soft power nelle relazioni esterne dell’Europa, sia come moltiplicatore economico negli scambi internazionali, in grado di trasformare gli artisti/creativi in «Ambasciatori della Cultura europea».

4.5.5.

meccanismi bottom-up, per dare più spazio all’insieme degli attori che direttamente producono, costruiscono e danno forma alla cultura, nei campi dell’arte e delle industrie culturali e creative.

4.6.

Per il CESE, occorre affrontare le sfide comuni con la creazione di un vero e proprio «mercato interno della cultura» favorendo:

mobilità degli artisti, dei servizi delle imprese culturali

mobilità delle opere d’arte

cooperazione mediante progetti transnazionali

dialogo interculturale

azioni specifiche di rafforzamento dell’identità culturale europea

azioni di restauro e conservazione dell’immenso patrimonio artistico europeo con linee dedicate di R&I multimediale (18) e di sostenibilità

rafforzamento dell’indipendenza creativa

sviluppo di una cultura umanistico-digitale in grado di ridimensionare il dominio manipolatorio dell’algoritmo delle fake news e della disinformazione online.

4.7.

Secondo il CESE, è fondamentale promuovere, soprattutto nei giovani attraverso l’istruzione, la convinzione che le diversità culturali e le molteplici forme dell’arte rappresentano elementi essenziali allo sviluppo umano e all’affermazione delle libertà fondamentali, e che lo scambio di processi culturali contribuiscono a rafforzare la cittadinanza democratica.

4.8.

Il CESE sottolinea la necessità che la nuova Agenda culturale europea — inquadrata in una nuova visione strategica condivisa e arricchita — sia integrata e ancorata nelle prospettive del prossimo quadro finanziario pluriennale europeo.

4.9.

È necessario, secondo il CESE, che i destinatari di programmi e azioni normative strutturali e finanziarie di sostegno ne abbiano una percezione chiara, trasparente ed accessibile sui social network.

4.10.

Parimenti, il CESE ritiene che sia essenziale un’azione diretta ai destinatari ultimi della politica europea della cultura, per aumentare i livelli di partecipazione, messi a dura prova della crisi economica e finanziaria, che si è estesa al sociale.

4.10.1.

Secondo il CESE, il lancio di un Erasmus di cittadinanza, per la diffusione culturale e turistica dell’Unione e di una Carta europea della cultura, con accesso agevolato alle meraviglie culturali europee — ed il lancio di Settimane e Notti europee della cultura — potrebbero rivelarsi iniziative utili, specie per le giovani generazioni.

5.   Osservazioni particolari

5.1.

Una guida operativa digitale, con sito web aggiornato in tempo reale e user-friendly e disponibile in tutte le lingue dell’Unione, deve assicurare la fruibilità dei molteplici strumenti comunitari oggi disponibili, dei quali si indica, a titolo di esempio, un primo elenco:

DCI II, strumento di cooperazione allo sviluppo (19)

Programma Interreg Med (20) e Programma Med Cultura (2014-18) (21)

ENI, strumento di prossimità, ex ENPI (22)

IPA II (2014-20) (23)

Rete Natura 2020 (24)

«Piano d’azione per la natura, i cittadini e l’economia» di Natura 2020 (25)

LIFE (2014-20) (26)

i fondi Strutturali (27)

EMODnet, Phase III, osservazione marina e siti sottomarini (28)

Crescita Blu dell’Unione, nei settori marino, trasporto e turismo (29)

Leader plus, riqualificazione del patrimonio rurale e culturale (30)

Europa per i cittadini (2014-20) per la storia e le diversità dell’Unione (31)

gli aiuti di Stato in materia di conservazione culturale e del patrimonio (32)

il traffico illecito dei beni culturali (33)

Copernicus (ex GMES), informazioni satellitari per il monitoraggio del patrimonio culturale (34)

EDEN (European Destinations of exelleNce)

COSME che finanzia iniziative a favore della cultura e del turismo (35)

Itinerari culturali del Consiglio d’Europa e della CE

«C3 Monitor», monitorare e comparare circa 170 città culturali e creative in 30 paesi europei la «Vivacità Culturale» (Cultural Vibrancy) l’«Economia Creativa»( Creative Economy) l’«Ambiente incentivante» (Enabling Environment)

partenariato pubblico-privato (PPP) su «l’efficienza energetica degli edifici storici»

patrimonio culturale per lo sviluppo sostenibile di Horizon 2020

piattaforma digitale Europeana con più di 50 milioni di voci digitalizzate: libri, musica, opere d’arte, con metodi di ricerca avanzati

Agenda digitale per lo studio del patrimonio cinematografico europeo (36)

investimenti sul patrimonio culturale, grazie ai regolamenti per la politica di coesione (37)

Erasmus+ (38)

Marchio del patrimonio europeo istitutivo di un marchio attribuito a siti ubicati nell’Unione (39)

programma Europa creativa (2014-20) con: componente MEDIA, dedicata al settore audiovisivo (sottoprogramma MEDIA); componente culturale dedicata ai settori creativi e culturali (sottoprogramma Cultura); componente trans-settoriale dedicata a tutti i settori creativi e culturali (sezione transettoriale(40).

Bruxelles, 17 ottobre 2018

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Luca JAHIER


(1)  Cfr. i diffusi movimenti e aspetti di populismo e di sovranismo.

(2)  In analogia e in rafforzamento dello Spazio europeo della Ricerca-ERA.

(3)  Cfr. Servizi specialistici di restauro: www.opencare.it

(4)  Nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu (J. Locke).

(5)  Dal latino «instruere», preparare, costruire.

(6)  Imprimere segni e modelli.

(7)  Cfr. i risultati delle neuroscienze che illustrano la mimesi delle azioni e l’imitazione dei modelli.

(8)  Dal Latino Colere, coltivare.

(9)  Fonte Eurostat.

(10)  Rapporto «Cultural access and participation» http://ec.europa.eu/public_opinion/archives/ebs/ebs_399_en.pdf

(11)  V. GU C 287 del 29.11.2007.

(12)  V. GU C 377 E del 7.12.2012, pag. 142, GU C 93 del 9.3.2016, pag. 95 — Testi P8_TA(2016)0486.

(13)  GU C 288 del 31.8.2017, pag. 120.

(14)  NAT/738 (GU C 440 del 6.12.2018, pag. 22).

(15)  In particolare con la conversion P.I.S.A. da STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) a STEAM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Arti e Matematica) e in campo digitale.

(16)  Africa, Caraibi, Pacifico.

(17)  V. anche Consiglio d’Europa — Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la Società (CETS n. 199) 18/03/08 Faro, 27 ottobre 2005.

(18)  V. nota 14.

(19)  Regolamento (UE) n. 233/2014.(GU L 77 del 15.3.2014, pag. 44).

(20)  Programma Interreg Med.

(21)  Programma Med Cultura.

(22)  Regolamenti (UE) n. 232/2014 (GU L 77 del 15.3.2014, pag. 27) e (UE) n. 236/2014 (GU L 77 del 15.3.2014, pag. 95).

(23)  Regolamento (UE) n. 231/2014 (GU L 77 del 15.3.2014, pag. 11).

(24)  Direttiva Habitat 92/43/CEE (GU L 206 del 22.7.1992, pag. 7) e Direttiva conservazione uccelli selvatici 2009/147/CE (GU L 20 del 26.1.2010, pag. 7).

(25)  COM(2017) 198 final.

(26)  Regolamento (UE) n. 1293/2013 (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 185).

(27)  I 5 fondi: FESR, FSE, Coesione, FEASR, FEAMP.

(28)  Decisione (UE) 2017/848 (GU L 125 del 18.5.2017, pag. 43).

(29)  Risoluzione PE del 2.7.2013 [2012/2297(INI)] (GU C 75 del 26.2.2016, pag. 24).

(30)  Regolamento (UE) n. 1305/2013 (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 487).

(31)  Reg (UE) 390/2014 (GU L 115 del 17.4.2014, pag. 3).

(32)  Regolamento (UE) n. 651/2014 (GU L 187 del 26.6.2014, pag. 1) e Regolamento (UE) n. 2015/1588 (GU L 248 del 24.9.2015, pag. 1).

(33)  Combattere il traffico di beni culturali.

(34)  Regolamento (UE) n. 377/2014 (GU L 122 del 24.4.2014, pag. 44).

(35)  Regolamento (UE) n. 1287/2013 (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 33).

(36)  COM(2010) 487 final e COM(2014) 477 final.

(37)  GU L 347 del 20.12.2013.

(38)  Regolamento (UE) n. 1288/2013 (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 50).

(39)  Decisione n. 1194/2011/UE (GU L 303 del 22.11.2011, pag. 1.

(40)  Regolamento (UE) n. 1295/2013 (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 221).


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