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Document 52018AE2767

Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all’istituzione di un quadro che favorisce gli investimenti sostenibili» [COM(2018) 353 final — 2018/0178 (COD)] e sulla «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2016/1011 per quanto riguarda gli indici di riferimento di basse emissioni di carbonio e gli indici di riferimento di impatto positivo in termini di carbonio» [COM(2018) 355 final — 2018/0180 (COD)]

EESC 2018/02767

GU C 62 del 15.2.2019, p. 103–107 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

15.2.2019   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 62/103


Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all’istituzione di un quadro che favorisce gli investimenti sostenibili»

[COM(2018) 353 final — 2018/0178 (COD)]

e sulla «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2016/1011 per quanto riguarda gli indici di riferimento di basse emissioni di carbonio e gli indici di riferimento di impatto positivo in termini di carbonio»

[COM(2018) 355 final — 2018/0180 (COD)]

(2019/C 62/16)

Relatore:

Daniel MAREELS

Consultazione

Consiglio dell’Unione europea, 06/07/2018

Parlamento europeo, 05/07/2018

Base giuridica

Articolo 114 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea

 

 

Sezione competente

Unione economica e monetaria, coesione economica e sociale

Adozione in sezione

03/10/2018

Adozione in sessione plenaria

17/10/2018

Sessione plenaria n.

538

Esito della votazione

(favorevoli/contrari/astenuti)

182/0/0

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1.

Il CESE accoglie con favore le proposte riguardanti la tassonomia, che rappresentano un primo passo verso l’attuazione del piano d’azione per finanziare la crescita sostenibile (1). Tali proposte stabiliscono quali attività economiche possano essere considerate «ecosostenibili», permettendo così di determinare quali investimenti possano essere classificati come «ecosostenibili», una questione che rappresenta il punto centrale in questo contesto.

1.2.

Il Comitato accoglie positivamente anche la proposta relativa all’introduzione di nuovi indici di riferimento di basse emissioni di carbonio e di impatto positivo in termini di carbonio.

1.3.

Alla luce degli obiettivi del piano d’azione è estremamente importante creare fin da subito una base solida per tutte le successive realizzazioni. La tassonomia svolge tale funzione, e il Comitato appoggia pienamente la scelta di cominciare da questo elemento.

1.4.

Tale fondamento deve inoltre essere in linea con gli obiettivi ambiziosi annunciati nel piano d’azione, secondo cui «l’Europa è in una posizione favorevole per assumere il ruolo di guida mondiale». Ciò che conta ora è agire conformemente a tale ambizione e introdurre la tassonomia secondo questa linea.

1.5.

È della massima importanza che a questo riguardo l’intera UE parli con una sola voce e segua lo stesso approccio. La tassonomia europea dovrebbe pertanto consentire di superare e sostituire gli approcci individuali e disomogenei seguiti attualmente negli Stati membri. Laddove possibile, occorre basarsi sui quadri internazionali esistenti.

1.6.

Questo è importante anche per il mercato interno, in particolare quando si tratta di attrarre capitali per investimenti sostenibili in tutta l’UE. Gli operatori si troveranno infatti a sostenere costi inferiori, mentre gli investitori disporranno di una scelta più ampia.

1.7.

Il piano d’azione e la sua attuazione comportano sfide importanti. Essi si iscrivono chiaramente in un contesto in piena evoluzione e in costante trasformazione. La tassonomia deve quindi essere considerata anche come uno strumento in evoluzione, da valutare e adeguare con regolarità.

1.8.

In considerazione di quanto precede, il Comitato conviene con la necessità di privilegiare l’approccio morbido e graduale scelto nelle proposte. È saggio iniziare con un numero limitato di settori e con un numero limitato di obblighi giuridici.

1.9.

Come accennato sopra, le proposte in esame riguardano l’inquadramento ecologico. Da un punto di vista complessivo, il Comitato insiste tuttavia sulla necessità di prestare attenzione alla coerenza globale. Se è positivo che debbano essere rispettate delle garanzie minime in campo sociale e in materia di governance, restano comunque auspicabili ulteriori azioni. Pertanto, è particolarmente importante che in futuro si proceda a un ampliamento degli obiettivi di sostenibilità sociale e di governance.

1.10.

Il Comitato appoggia pienamente la scelta di introdurre una tassonomia dell’UE con un elevato livello di granularità. Garantire certezza e chiarezza nella determinazione di quali attività siano realmente ecosostenibili è essenziale, come lo è anche eliminare fin dall’inizio qualsiasi dubbio al riguardo.

1.11.

Inoltre, l’applicabilità pratica della tassonomia riveste un’importanza altrettanto fondamentale, e tale aspetto è utile anche per i consumatori e gli investitori. È quindi da sottoscrivere pienamente la decisione di applicare la tassonomia soltanto quando il sistema avrà raggiunto un livello sufficiente di stabilità e maturità.

1.12.

Nell’elaborazione della tassonomia occorre anche tener conto del fatto che saranno le imprese ad applicarla. Sono loro, infatti, che garantiranno in larga parte la «vera» transizione verso un’economia sostenibile. È certamente opportuno adottare un approccio che tenga conto delle differenze tra i settori e delle dimensioni delle imprese, e occorre anche garantire che nella raccolta di finanziamenti per attività economiche ecosostenibili non sia falsata la concorrenza.

1.13.

Al tempo stesso, la tassonomia deve poter essere applicata sia in un contesto internazionale di grandi dimensioni che in un contesto locale. Secondo il Comitato, è chiaro che occorre non soltanto evitare che tali misure siano eccessivamente incentrate sulle esigenze delle grandi imprese, ma anche assicurare che esse vadano a beneficio delle PMI.

1.14.

È positivo che le autorità europee di vigilanza siano chiamate a svolgere un ruolo fondamentale nell’attuazione della tassonomia dell’UE. Questo sistema deve poter essere utilizzato da tutti gli istituti finanziari e per tutti i prodotti finanziari, sempre restando applicabile a tutte le attività economiche interessate. Occorre inoltre garantire che esso sia compatibile con la normativa finanziaria dell’UE. Il carico e gli oneri accessori legati alla regolamentazione e alla vigilanza devono essere il più possibile contenuti, anche sulla base del principio di proporzionalità.

1.15.

Il Comitato ritiene che anche l’informazione e la comunicazione siano di importanza fondamentale. Reputa quindi che sia assolutamente opportuno riservare grande attenzione all’informazione e alla comunicazione nei confronti di tutti i soggetti interessati, compreso il contesto operativo delle imprese, e del pubblico in generale. Si potrebbe elaborare un piano volto a informare al meglio tutte le parti interessate e i cittadini, e ad avviare con essi un dialogo, in modo da ottenere la loro adesione. In tale approccio possono rientrare anche l’istruzione e le formazioni finanziarie su questi temi. In definitiva, sono le persone che fanno la differenza.

2.   Contesto (2)

2.1.

A livello internazionale, l’adozione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile (nel 2015) e dell’accordo di Parigi (nel 2016) hanno modificato in modo sostanziale l’atteggiamento verso i cambiamenti climatici e il degrado ambientale. Questo significa che a livello mondiale si è scelto di imboccare la strada verso un ambiente più sostenibile.

2.2.

L’UE non è rimasta in attesa di questi testi per passare all’azione, ma le cose si sono accelerate dopo la loro adozione. La transizione verso la sostenibilità richiede peraltro sforzi considerevoli e cospicui investimenti. Per il solo settore del clima e dell’energia si parla di somme dell’ordine di 180 miliardi di EUR l’anno.

2.3.

Nel 2016 è stato quindi istituito un gruppo di esperti di alto livello per definire una strategia UE in materia di finanza sostenibile, il quale ha individuato, in particolare, due imperativi per il sistema finanziario europeo.

2.3.1.

Il primo è il miglioramento del contributo del sistema finanziario alla crescita sostenibile e inclusiva;

2.3.2.

il secondo è il consolidamento della stabilità finanziaria attraverso l’integrazione dei fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) nelle decisioni di investimento.

2.4.

Il gruppo di esperti di alto livello ha formulato inoltre otto raccomandazioni che ritiene fondamentali per giungere a un sistema finanziario europeo sostenibile. Tra queste, la raccomandazione di istituire, a livello di Unione, un sistema di classificazione tecnicamente solido per chiarire cosa rientri nel concetto di «verde» o «sostenibile», in modo che sia possibile stabilire se un’attività economica possa essere considerata «ecosostenibile» o meno.

2.5.

Per dar seguito al lavoro del gruppo di esperti di alto livello, nella primavera del 2018 la Commissione ha adottato un piano d’azione per finanziare la crescita sostenibile nel quale sono state prospettate, in particolare, le proposte che sono ora in esame.

2.6.

Tali proposte (3), pubblicate il 24 maggio 2018, sono volte a:

2.6.1.

gettare le basi di una tassonomia, come indicato sopra, che consentirà anche di determinare quali investimenti possano essere classificati come «sostenibili»;

2.6.2.

fornire agli investitori degli orientamenti chiari, intesi a garantire, in particolare per quanto concerne determinati attori del sistema finanziario, che i rischi legati ai fattori ESG siano tenuti in considerazione in modo chiaro e coerente nelle decisioni di investimento e nella consulenza agli investitori;

2.6.3.

aumentare i requisiti di trasparenza per taluni operatori del sistema finanziario, anche per quanto concerne il modo in cui integrare gli orientamenti di cui al punto 2.6.2 nelle decisioni e nella consulenza in materia di investimento. Gli operatori saranno tenuti anche a fornire informazioni sul modo in cui perseguono gli obiettivi di sostenibilità;

2.6.4.

introdurre nuovi indici di riferimento di basse emissioni di carbonio e di impatto positivo in termini di carbonio che dovranno essere applicati dai loro amministratori al fine di garantire certezza agli utilizzatori.

3.   Osservazioni generali

3.1.

Il CESE accoglie con favore le proposte in esame che rappresentano un primo passo verso l’attuazione del piano d’azione per finanziare la crescita sostenibile. L’iniziativa mira, in primo luogo, a introdurre una tassonomia grazie alla quale sarà possibile stabilire quali attività economiche possano essere considerate «ecosostenibili». Ciò, a sua volta, consentirà di determinare quali investimenti possano essere classificati come «ecosostenibili», una questione che rappresenta in definitiva il punto centrale in questo contesto.

3.2.

Tali proposte sono peraltro ben lungi dall’essere le sole a contribuire alla realizzazione di questo obiettivo. Si tratta infatti di una questione estremamente complessa, che richiederà tutta una serie di azioni ed iniziative. Alcune di esse sono già sul tavolo, mentre altre dovrebbero essere presentate prossimamente.

3.3.

Alla luce degli obiettivi del piano d’azione è estremamente importante gettare fin da subito una base solida che possa servire da fondamento per tutte le successive realizzazioni. La tassonomia svolge tale funzione, e il Comitato appoggia pienamente la scelta di cominciare da questo elemento. Si tratta in effetti, in primo luogo, di capire con esattezza quali attività siano realmente «verdi» e «sostenibili».

3.4.

Tale fondamento è inoltre in linea con gli obiettivi ambiziosi enunciati nel piano d’azione, nel quale si afferma, in particolare, che «L’Europa è in una posizione favorevole per assumere il ruolo di guida mondiale». Ciò che conta ora è agire in questo senso e introdurre la tassonomia in maniera coerente.

3.5.

È importante quindi che la tassonomia sia incontestabile e accettata da tutte le parti interessate. In caso contrario, le possibili conseguenze negative potrebbero mettere in pericolo tutti gli sviluppi futuri e il raggiungimento degli obiettivi perseguiti. Un pericolo che deve essere evitato in tutti i modi.

3.6.

La tassonomia europea dovrebbe quindi consentire anche di superare e sostituire gli approcci individuali e disomogenei seguiti attualmente negli Stati membri. Ciò non significa, tuttavia, che si debbano gettare alle ortiche le esperienze positive fatte finora; bisogna anzi metterle a frutto qualora la situazione lo consenta. A tal riguardo, è anche importante che la tassonomia si appoggi sui quadri internazionali esistenti.

3.7.

Ciò che più conta è che su questo tema l’intera UE parli con una sola voce e applichi lo stesso approccio. Tale approccio sarebbe positivo anche per il mercato interno, dal momento che renderebbe più facile attrarre capitali per investimenti sostenibili in tutta l’UE. Gli operatori si troveranno infatti a sostenere costi inferiori, visto che non dovranno più conformarsi alle diverse norme in vigore nei diversi Stati membri. Gli investitori disporranno inoltre di una scelta più ampia e potranno investire più facilmente a livello transfrontaliero.

3.8.

Come indicato giustamente nel piano d’azione, la scienza della sostenibilità è dinamica e in evoluzione, così come le attese sociali e i bisogni degli investitori e dei mercati (4). La tassonomia deve quindi essere considerata come uno strumento in evoluzione, da valutare con regolarità ed, eventualmente, adeguare o correggere. Si tratterà di progredire a un ritmo sostenuto, senza però correre troppo.

3.9.

Alla luce di quanto precede, il Comitato conviene con la necessità di privilegiare un approccio morbido e graduale. Ciò vale del resto anche per la realizzazione delle diverse azioni e dei diversi obiettivi previsti nel piano d’azione.

3.10.

È pertanto saggio iniziare con un numero limitato di settori (5) e imporre, per il momento, solo un numero limitato di obblighi giuridici (6). In questo modo si consentirà a tutti di familiarizzarsi con il nuovo approccio e di acquisire la necessaria esperienza. Si tratta inoltre di un contesto in rapida evoluzione e occorre tener conto del fatto che la transizione economica richiede sempre un certo tempo. È quindi pienamente appropriata anche una valutazione periodica dei risultati raggiunti e dei progressi compiuti. Il Comitato condivide le disposizioni proposte, che prevedono una valutazione ogni tre anni.

3.11.

In linea con quanto sopra, il Comitato sostiene l’approccio alla base delle proposte in esame riguardo alla dimensione ambientale. Da un punto di vista complessivo, il Comitato insiste tuttavia sulla necessità di prestare attenzione alla coerenza globale. A tal riguardo è positivo che la Commissione si richiami ai principi sanciti nel pilastro europeo dei diritti sociali e ponga la condizione che l’attività economica debba essere svolta nel rispetto tanto delle garanzie minime internazionali in materia sociale e del lavoro quanto delle norme contabili. Va osservato, tuttavia, che si tratta di garanzie minime, per cui restano comunque auspicabili altre misure. Allo stesso modo, è particolarmente importante che in futuro si proceda a un ampliamento degli obiettivi di sostenibilità sociale e di governance.

3.12.

Nel contempo, occorre perseguire fin dall’inizio il massimo grado di chiarezza e certezza. Il Comitato appoggia pienamente la scelta di introdurre una tassonomia dell’UE con un elevato livello di granularità. Tale scelta consente di apportare in ogni momento la massima chiarezza in merito a quali attività siano realmente ecosostenibili e di eliminare immediatamente qualsiasi possibile dubbio al riguardo. Essa permetterà altresì di migliorare la misurazione e il monitoraggio del contributo agli obiettivi ecologici. Ciò non è soltanto importante di per sé, ma anche nella prospettiva di ulteriori sviluppi futuri.

3.13.

Oltre alla chiarezza e alla certezza, è fondamentale anche l’applicabilità pratica della tassonomia e di tutte le ulteriori decisioni che saranno prese in base ad essa. Sono infatti diversi i soggetti che, spesso pur non essendo esperti del campo, dovranno avere a che fare con questo strumento. Essi dovranno essere formati a «parlare la stessa lingua». Inoltre, la prospettiva degli operatori del settore finanziario non corrisponderà sempre a quella delle imprese.

3.14.

La regolamentazione deve quindi corrispondere alle esigenze di queste ultime, considerando le loro attività e il fatto che esse si collocano alla fine della catena. La tassonomia deve inoltre poter essere applicata sia in un contesto internazionale di grandi dimensioni che da piccole imprese e in un contesto locale. Viste le notevoli differenze che esistono tra le imprese, è opportuno adottare un approccio settoriale. Secondo il Comitato è chiaro che queste misure devono andare anche a beneficio delle PMI, soprattutto perché esse costituiscono la spina dorsale dell’economia europea. È pertanto necessario che i criteri siano anche modulabili in funzione delle dimensioni.

3.15.

Occorre evitare ogni distorsione della concorrenza tra imprese durante la raccolta di finanziamenti per attività economiche ecosostenibili. I criteri di vaglio tecnico dovrebbero assicurare che tutte le attività economiche interessate di un determinato settore possano essere considerate ecosostenibili e siano trattate in maniera paritaria se contribuiscono nella stessa misura agli obiettivi ambientali stabiliti. A tal riguardo, il Comitato invita a prestare particolare attenzione alle sfide che si presenteranno nel processo di armonizzazione dei criteri di vaglio tecnico di diversi (sotto)settori economici e delle norme relative alla riservatezza dei dati.

3.16.

Sempre riguardo all’applicabilità pratica di cui sopra, il Comitato si compiace che la Commissione abbia tenuto largamente conto dei lavori del comitato per il controllo normativo. È quindi da sottoscrivere l’adeguamento dei testi inteso a garantire che la tassonomia venga applicata soltanto quando il sistema avrà raggiunto un livello sufficiente di stabilità e maturità.

3.17.

Allo stesso modo e al fine di garantire la compatibilità con la normativa finanziaria europea, è positivo che le autorità europee di vigilanza (AEV (7)) siano chiamate a svolgere una funzione fondamentale nell’applicazione della tassonomia dell’UE. Tale ruolo dovrà garantire che questo sistema possa essere utilizzato dagli istituti finanziari e sia applicabile ai prodotti finanziari. Al riguardo è opportuno tener conto del principio di proporzionalità, nell’interesse degli istituti di piccole dimensioni e a vocazione locale. Nel complesso, è importante contenere al minimo il carico e gli oneri accessori legati alla regolamentazione e alla vigilanza.

3.18.

L’attenzione all’applicabilità pratica non è utile soltanto per le imprese e gli operatori del sistema finanziario, ma anche per i consumatori e gli investitori. Anch’essi ne trarranno beneficio, in quanto ciò consentirà di creare ancora maggiore certezza e chiarezza in relazione agli investimenti sostenibili che effettuano o nei quali i loro fondi vengono impiegati.

3.19.

Inoltre, più in generale, l’attenzione ai summenzionati principi di certezza, chiarezza e applicabilità pratica consente di massimizzare le possibilità di riuscita e di piena ed effettiva realizzazione degli obiettivi del piano d’azione.

3.20.

Il Comitato accoglie positivamente anche l’introduzione di nuovi indici di riferimento per le basse emissioni di carbonio e per l’impatto positivo in termini di carbonio. Questi indici contribuiscono a migliorare il funzionamento del mercato unico mettendo fine alla frammentazione attuale e garantiscono maggiore protezione e trasparenza a beneficio degli investitori grazie alla messa a disposizione di informazioni maggiori e migliori. Essi, inoltre, aumenteranno la quantità e la qualità delle informazioni sulle imprese in relazione al clima e ne miglioreranno la comparabilità. Tali indici possono infine dare un grande contributo ai progetti e alle attività che concorrono alla realizzazione degli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima.

3.21.

Il Comitato ritiene che anche l’informazione e la comunicazione siano di importanza fondamentale. La realizzazione degli obiettivi del piano d’azione e di tutte le iniziative previste in questo quadro può essere favorita in misura significativa anche in altri modi. Il Comitato reputa quindi che sia assolutamente opportuno riservare grande attenzione all’informazione e alla comunicazione nei confronti di tutti i soggetti interessati e del pubblico in generale. Si potrebbe elaborare un piano volto ad informare al meglio tutte le parti interessate e ad avviare con esse un dialogo, in modo che si crei adesione e ognuno diventi partner nella realizzazione degli obiettivi. In tale approccio possono rientrare anche l’istruzione e l’educazione in materia finanziaria. In definitiva, sono le persone che fanno la differenza.

Bruxelles, il 17 ottobre 2018

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Luca JAHIER


(1)  COM(2018) 97 final

(2)  La presente sezione fa ampiamente riferimento alla relazione che accompagna la proposta di regolamento e al piano d’azione per finanziare la crescita sostenibile — COM(2018) 97 final

(3)  COM(2018) 353 final e COM(2018) 355 final

(4)  COM(2018) 353 final, pag. 7.

(5)  In particolare, quello ambientale e solo successivamente altri settori come quello sociale.

(6)  Come, per esempio, l’articolo 4 della proposta di regolamento.

(7)  Note anche con la sigla inglese ESA (European Supervisory Authorities).


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