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Relazione 2008 sulle relazioni industriali in Europa

I sistemi di relazioni industriali degli Stati membri dell'Unione europea (UE) sono costituiti da elementi comuni, nonostante rilevanti specificità nazionali. L'UE è l'organizzazione regionale che ha istituito il modello di relazioni industriali più avanzato. La presente relazione dimostra infatti il ruolo fondamentale delle parti sociali nell'attuazione della strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione. La loro partecipazione offre un’ulteriore flessibilità al processo e la loro conoscenza delle problematiche locali permette di elaborare soluzioni più pertinenti. La relazione illustra i principali progressi politici e legislativi che ne sono scaturiti nel 2008.

ATTO

Relazione della direzione generale Occupazione, affari sociali e pari opportunità della Commissione europea - Relazioni industriali in Europa 2008 [Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale].

SINTESI

Il divario tra i meccanismi nazionali di dialogo sociale si è accentuato con l'allargamento dell'Unione europea (UE). Tali specificità dipendono soprattutto dalla natura delle organizzazioni delle parti sociali, dalla loro autonomia rispetto allo Stato e al ruolo degli accordi trilaterali.

Sul piano europeo, le relazioni industriali si sono sviluppate parallelamente alla nascita della politica sociale europea e grazie alla graduale introduzione delle parti sociali europee (ETUC (EN), BUSINESSEUROPE (EN), UEAPME (EN), CEEP (EN)) nel processo legislativo.

La contrattazione collettiva e la determinazione dei salari restano di competenza nazionale. Ma il coordinamento europeo delle contrattazioni non salariali è in aumento, così come la conclusione di accordi autonomi europei e le contrattazioni transnazionali.

La realizzazione del dialogo sociale europeo si basa su accordi raggiunti grazie alla direttiva del Consiglio o su accordi autonomi europei. La crescente autonomia delle parti sociali presuppone il loro coinvolgimento nella realizzazione e nella verifica di attuazione di tali accordi. Altri tipi di testi possono servire da quadro di azione, come le raccomandazioni e gli orientamenti, la cui attuazione avviene su base volontaria.

La partecipazione delle parti sociali alla strategia rinnovata di Lisbona è fondamentale a tutti i livelli di decisione politica. Le parti sociali nazionali sono coinvolte attivamente nella conclusione di patti con i governi e nella realizzazione dei programmi e delle politiche comunitarie. Le parti sociali europee sostengono gli obiettivi di Lisbona attraverso il loro programma di lavoro 2006-2008. Hanno negoziato una serie di accordi quadro europei, nonché delle opinioni e dei quadri di azione comuni.

Il contributo delle parti sociali è essenziale per l'attuazione della strategia di Lisbona e i principi di flessicurezza, in considerazione della loro capacità di azione autonoma e dei loro settori di competenza, quali:

  • la politica attiva del mercato del lavoro e le riforme di sicurezza sociale;
  • la formazione e l'occupazione dei giovani;
  • l'apprendimento permanente e i lavoratori anziani;
  • gli orari di lavoro e la flessibilità;
  • l'equilibrio tra vita familiare e vita professionale;
  • le condizioni di lavoro.

Dal 2006 al 2008 il dialogo sociale europeo si è sviluppato sulla base dei risultati dell'analisi del mercato del lavoro, condotta in maniera congiunta dagli operatori interprofessionali. Ha permesso di raggiungere un consenso al Consiglio europeo del dicembre 2007 sui principi comuni di flessicurezza.

Le parti hanno anche proseguito la loro azione autonoma, soprattutto con la conclusione di un accordo quadro sulle molestie e la violenza sul luogo di lavoro. Altri accordi autonomi sono in corso di negoziazione in materia di congedo parentale, inclusione sul mercato del lavoro e normativa sul lavoro marittimo. Gli orientamenti per la promozione della parità tra i generi, per la mobilità transfrontaliera e la salute e la sicurezza sul posto di lavoro, sono stati adottati nel quadro del dialogo sociale settoriale. Le parti hanno inoltre avviato un dialogo nei settori del calcio professionistico e della ristorazione collettiva.

Per quanto concerne i progressi legislativi tra il 2006e il 2008, il Consiglio è giunto ad un accordo politico per la revisione della direttiva sull'orario di lavoro e sulle agenzie di lavoro temporaneo. La Commissione ha presentato una proposta sui comitati aziendali europei (CAE) per aumentare l'efficacia dei diritti transnazionali di consultazione e d'informazione dei lavoratori, oltre che la loro certezza del diritto. L'applicazione di talune disposizioni legislative è stata riesaminata, come la direttiva sul distacco dei lavoratori (seguita dalle raccomandazioni sulla cooperazione fra le amministrazioni nazionali), le direttive sul trasferimento di imprese, il lavoro a tempo determinato e l'insolvenza dei datori di lavoro. Nel 2006 sono state avviate delle discussioni dal Libro verde sulla modernizzazione del diritto del lavoro. È stata inoltre lanciata una nuova strategia 2007-2013 sulla salute e la sicurezza sul posto di lavoro.

Lo sviluppo delle capacità delle parti sociali è necessario per migliorare la qualità delle condizioni di lavoro, la concorrenzialità e la coesione sociale. La programmazione 2007-2013 del Fondo sociale europeo (FSE) prevede un sostegno finanziario diretto per il potenziamento delle capacità delle parti. Il fondo sostiene inoltre i loro progetti comuni, come quelli sviluppati nel settore dell'apprendimento permanente o la modernizzazione del mercato del lavoro. Uno sforzo particolare è stato compiuto nei nuovi Stati membri dell'UE e nei Balcani occidentali.

Ultima modifica: 14.08.2009

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