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Document 52023AE5071

Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni «Pacchetto di aiuti per le PMI» [COM(2023) 535 final]

EESC 2023/05071

GU C, C/2024/2483, 23.4.2024, ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2024/2483/oj (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, GA, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2024/2483/oj

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Gazzetta ufficiale
dell'Unione europea

IT

Serie C


C/2024/2483

23.4.2024

Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni «Pacchetto di aiuti per le PMI»

[COM(2023) 535 final]

(C/2024/2483)

Relatrice:

Alena MASTANTUONO

Correlatore:

Angelo PAGLIARA

Consultazione

Commissione europea, 21.12.2023

Base giuridica

Articolo 304 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea

Sezione competente

Mercato unico, produzione e consumo

Adozione in sezione

29.1.2024

Adozione in sessione plenaria

14.2.2024

Sessione plenaria n.

586

Esito della votazione

(favorevoli/contrari/astenuti)

193/0/2

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1.

Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) accoglie con favore il pacchetto di aiuti per le piccole e medie imprese (PMI) quale tentativo di porre le PMI al centro della legislazione europea, nonché delle strategie, delle discussioni e delle azioni europee a sostegno della competitività. Sebbene il CESE sia lieto di constatare il rinnovato impegno della Commissione europea a «pensare anzitutto in piccolo», è necessario che tale impegno si traduca in azioni concrete: la prossima Commissione dovrebbe farne una priorità e garantirne la continuità.

1.2.

Pur riconoscendo il messaggio politico alla base dell’iniziativa, il CESE ritiene che rimangano ancora problemi da affrontare mediante azioni concrete volte a creare un ambiente resiliente e dinamico per le PMI. Tenere conto del contributo delle PMI all’economia reale va di pari passo con l’approvazione dei principi per legiferare meglio. In questo caso, il pacchetto di aiuti alle PMI dà un segnale con l’annuncio della nomina del rappresentante dell’UE per le PMI e l’impegno a procedere a lungo termine a riduzioni nel settore normativo.

1.3.

Il CESE incoraggia le istituzioni dell’UE ad affrontare i persistenti ostacoli all’attività imprenditoriale in tutto il mercato unico, un’azione che rimane fondamentale per consentire economie di scala, crescita, creazione di posti di lavoro di qualità e investimenti. Troppo spesso la legislazione dell’UE consente un recepimento differenziato tra gli Stati membri, e la politica di applicazione della Commissione manca di incisività nei confronti degli Stati membri che introducono norme nazionali od obblighi amministrativi che determinano una frammentazione del mercato.

1.4.

Il CESE ritiene opportuno agevolare l’accesso delle PMI alle risorse finanziarie, che sia attraverso sovvenzioni, prestiti o altri strumenti finanziari, con un’assistenza mirata. Il CESE invita inoltre la Commissione a mettere in atto tutte le misure necessarie per incentivare le PMI ad adottare una condotta responsabile nell’accesso ai finanziamenti dell’UE.

1.5.

Il CESE sottolinea l’importanza di garantire una legislazione favorevole alle imprese che rispecchi pienamente le difficoltà — e la diversità delle sfide — cui devono far fronte le PMI e le grandi imprese. È importante che le imprese, nella conduzione della loro attività, rispettino i diritti sociali e le norme in materia di salute e sicurezza e siano in grado di liberare tutto il loro potenziale per contribuire allo sviluppo sostenibile. Allo stesso tempo, devono essere poste in essere le condizioni necessarie per dispiegare appieno il loro potenziale.

2.   Contesto del parere

2.1.

La comunicazione sul pacchetto di aiuti per le PMI è stata pubblicata il 12 settembre 2023 e comprende:

una proposta di regolamento sui ritardi di pagamento (1);

una proposta di direttiva sulla semplificazione fiscale per le PMI (2); e

una serie di misure per agevolare le PMI, migliorare l’accesso ai finanziamenti e a una forza lavoro qualificata e fornire sostegno alle PMI lungo tutto il loro ciclo di vita.

3.   Osservazioni generali

3.1.

In linea generale, il CESE accoglie con favore il messaggio politico della Commissione alla base del pacchetto di aiuti per le PMI. Le PMI dovrebbero essere poste al centro di ogni azione legislativa, in quanto rappresentano la componente più importante dell’industria e dell’economia europee. I 24 milioni di PMI europee rappresentano il 99 % di tutte le imprese dell’UE, sono in maggioranza microimprese e offrono i due terzi dei posti di lavoro nel settore privato nell’Unione.

3.2.

Il CESE ritiene importante che le PMI, nella conduzione della loro attività, rispettino i diritti sociali e abbiano la possibilità di liberare tutto il loro potenziale al fine di contribuire allo sviluppo sostenibile. Al tempo stesso, i legislatori devono creare un ambiente che consenta di accedere agevolmente ai finanziamenti, a un’energia a prezzi accessibili e a una forza lavoro qualificata pronta per la duplice transizione.

3.3.

Secondo l’indagine economica di Eurochambres del 2024, che si fonda sulle risposte di oltre 43 000 imprenditori di tutta Europa (il 95 % dei quali sono titolari di PMI), le principali sfide per il 2024 saranno l’approvvigionamento di energia e materie prime, il costo del lavoro e la carenza di manodopera qualificata. Tali risultati costituiscono pertanto un chiaro invito ad agire a livello politico allo scopo di ridurre l’incertezza nella comunità imprenditoriale e migliorare la prevedibilità e la resilienza dell’economia europea. Al fine di evitare la concorrenza sleale, il CESE chiede incentivi per la promozione di una condotta responsabile delle imprese.

3.4.

Il CESE accoglie pertanto con favore l’intenzione della Commissione di affrontare alcuni di questi aspetti nel quadro della comunicazione sul pacchetto di aiuti per le PMI. L’accento posto sul miglioramento del quadro normativo è accompagnato dal rinnovato impegno a «pensare anzitutto in piccolo» in modo sistematico e a ridurre gli oneri burocratici. Si tratta di temi che destano grandi preoccupazioni da molti anni, e i colegislatori europei dovrebbero sviluppare ulteriormente la loro legislazione e adattarla alle esigenze delle PMI.

3.5.

La comunicazione sul pacchetto di aiuti per le PMI è inoltre contraddistinta dalla crescente importanza attribuita al processo di digitalizzazione per semplificare le procedure. Occorre migliorare la conformità e i controlli, nonché garantire che le PMI siano in grado di tenere il passo senza che siano gravate da oneri supplementari. Benché la digitalizzazione dei mezzi e delle procedure presenti dei chiari vantaggi, le PMI spesso faticano ad adottare tali processi a causa delle risorse finanziarie e degli incentivi limitati. È necessario promuovere la digitalizzazione senza tuttavia imporla.

3.6.

Il CESE si rammarica che il pacchetto di aiuti non fornisca una nuova ancora di salvezza alle imprese e che il numero ridotto di azioni nuove proposte avrà un impatto limitato e ritardato sulle imprese.

3.7.

Il CESE sottolinea che le soluzioni ricercate per raccogliere le sfide cui devono far fronte le imprese europee dovrebbero tenere conto del modello europeo di economia sociale. La promozione del dialogo sociale e la garanzia della contrattazione collettiva svolgono un ruolo importante per pervenire a un equilibrio tra le aspirazioni economiche e quelle sociali e per ridurre il divario tra domanda e offerta.

3.8.

Il CESE chiede che siano create condizioni favorevoli che permettano alle imprese europee di accedere ai finanziamenti e assumere persone nel rispetto della salute e della sicurezza sul lavoro. A tal fine, il CESE chiede un ulteriore sostegno alle PMI e misure volte a facilitare il rispetto della legislazione in materia di salute, sicurezza e protezione dell’ambiente, importante per evitare infortuni sul lavoro e danni alla salute connessi al lavoro.

3.9.

Il CESE non può che ribadire quanto affermato nei suoi precedenti pareri, vale a dire la necessità di assicurare la coerenza tra le strategie industriali, energetiche e climatiche. Sottolinea inoltre che l’UE deve impegnarsi a favore di un programma ambizioso per affrontare gli ostacoli che ancora si frappongono alla realizzazione del mercato unico, al fine di permettere economie di scala, crescita e investimenti.

4.   Osservazioni particolari

4.1.

L’azione 1 della comunicazione sul pacchetto di aiuti per le PMI propone una direttiva di semplificazione fiscale. In linea generale, il CESE accoglie con favore gli sforzi di semplificazione e la riduzione degli oneri in materia di IVA nell’ambito delle attività transfrontaliere. Osserva tuttavia che occorre fare di più per eliminare altri ostacoli presenti da tempo. La frammentazione nel mercato unico e la varietà delle normative nazionali in materia di beni e servizi costituiscono un onere considerevole per le imprese.

4.2.

Il CESE accoglie con favore l’impegno della Commissione a prendere sistematicamente in considerazione disposizioni specifiche favorevoli alle PMI nelle nuove proposte legislative, come indicato nell’azione 2. Il test PMI è fondamentale per garantire un regime normativo adeguato alle PMI e per dimostrarsi efficace deve essere utilizzato correttamente. Occorre valutare in modo approfondito l’impatto degli atti delegati e degli atti di esecuzione sulle PMI.

4.3.

È essenziale che il test PMI sia applicato in maniera uniforme ed estremamente accurata. I servizi della Commissione devono tenere conto delle esigenze delle PMI nelle fasi precoci del processo di valutazione d’impatto, operando in modo sistematico e garantendo un coinvolgimento più inclusivo delle parti sociali e delle organizzazioni imprenditoriali. Le valutazioni d’impatto dovrebbero distinguere tra le diverse classi di grandezza delle PMI e valutare l’effetto indiretto delle politiche (comprese le questioni sociali).

4.4.

L’obiettivo «legiferare meglio» deve essere perseguito eliminando gli oneri superflui derivanti dalle proposte, senza abbassare le norme sociali o ambientali. Il CESE sottolinea che un migliore utilizzo degli strumenti esistenti può contribuire a evitare gli oneri burocratici. Un valido esempio in questo senso consiste nell’indicare, in qualsiasi proposta legislativa, gli obblighi previsti che ne derivano, il che contribuisce, tra l’altro, a una migliore comprensione degli oneri cumulativi. Il CESE incoraggia la Commissione a utilizzare gli strumenti digitali per misurare i potenziali oneri amministrativi ed evitare sovrapposizioni di obblighi e misure contraddittorie. Più specificamente, esorta la Commissione a individuare gli obblighi in vigore che le imprese sono tenute a rispettare e a procedere rapidamente all’attuazione di un programma di riduzione degli oneri per le imprese, coinvolgendo attivamente le parti sociali e le organizzazioni imprenditoriali europee.

4.5.

Il CESE accoglie con favore la nomina del rappresentante dell’UE per le PMI, nonché la proposta di coinvolgerlo nelle audizioni del comitato per il controllo normativo. Invita il rappresentante dell’UE a riferire in merito ai risultati delle audizioni del suddetto comitato in occasione del Consiglio «Competitività» dell’UE e delle riunioni con i rappresentanti nazionali delle PMI e con le parti sociali. La Commissione deve garantire che questa persona abbia un passato imprenditoriale e una serie ben definita di competenze e responsabilità nel prossimo mandato 2024-2029 e che l’incarico sia accompagnato da risorse adeguate in termini di personale e di sostegno finanziario. I canali di comunicazione tra i rappresentanti nazionali per le PMI e la comunità delle PMI in ciascuno Stato membro dovrebbero essere rafforzati. È opportuno promuovere dialoghi costanti e strutturati con le organizzazioni imprenditoriali e le parti sociali per rafforzare le sinergie e garantire un’attuazione più coerente delle politiche.

4.6.

Per quanto riguarda l’azione 5, il CESE rileva che il Consiglio dell’Unione europea e il Parlamento europeo devono, sin da ora, effettuare valutazioni d’impatto delle modifiche sostanziali apportate alle proposte della Commissione. Il CESE sottolinea la necessità che tale impegno non rimanga una semplice promessa, ma che sia attuato in modo sistematico. Apportare cambiamenti sostanziali alle proposte della Commissione significa modificare in termini sostanziali l’impatto previsto.

4.7.

Per quanto riguarda l’azione 7, a giudizio del CESE, gli spazi di sperimentazione normativa sono un’idea promettente che deve rispettare le norme sociali e ambientali. Le imprese hanno bisogno di uno spazio per testare e sperimentare prima di investire. Il CESE sottolinea che la politica dell’innovazione deve adottare un approccio multipartecipativo che coinvolga le PMI, la società civile e altre organizzazioni pertinenti nella definizione del contenuto degli spazi di sperimentazione normativa: il criterio decisivo per determinare l’utilità del loro impiego è costituito dalle esigenze delle imprese. È opportuno generare sinergie nei programmi dell’UE e di tali opportunità dovrebbe beneficiare la comunità delle PMI, in quanto pilastro essenziale degli ecosistemi europei di ricerca e innovazione. Occorre inoltre garantire la trasparenza e la neutralità sotto il profilo della concorrenza, in particolare nella selezione non discriminatoria dei partecipanti. Nel quadro della promozione del ricorso agli spazi di sperimentazione normativa per le industrie a zero emissioni nette, della promozione di nuove forme di imprenditorialità socio-ambientale e della sperimentazione di modelli imprenditoriali alternativi che promuovano una maggiore democrazia, il CESE sottolinea l’importanza di metterli a disposizione delle imprese di tutti i settori dell’economia.

4.8.

L’azione 8 prevede l’avvio, entro la fine del 2023, del sistema tecnico «una tantum» e l’ulteriore ampliamento della portata dello sportello digitale unico. Il CESE sottolinea che gli sforzi volti a promuovere la digitalizzazione nell’ambito della riduzione e della semplificazione delle procedure amministrative mediante l’interconnessione dei servizi pubblici in Europa sono fondamentali non solo per la transizione digitale, ma anche per l’intera economia. Osserva che l’efficacia dello sportello digitale unico dipende dalla prontezza e dalla capacità degli Stati membri di applicare l’attuazione del regolamento (UE) 2018/1724 del Parlamento europeo e del Consiglio (3). Sostiene inoltre che la digitalizzazione dei sistemi di sicurezza sociale non può limitarsi a rispondere alle esigenze di semplificazione, bensì deve migliorare anche la cooperazione transfrontaliera, l’applicazione delle norme e il contrasto delle frodi.

4.9.

Il CESE invita le istituzioni dell’UE e gli Stati membri a intensificare gli sforzi in materia di digitalizzazione e a promuovere l’adozione di soluzioni di facile impiego. Il ricorso agli strumenti digitali permetterebbe di semplificare i numerosi livelli normativi. Il CESE raccomanda, ad esempio, di creare un’applicazione che calcoli la retribuzione dei conducenti distaccati in tempo reale, e di istituire un numero unico europeo di partita IVA che sostituisca l’IVA digitale. Resta però ancora molto da fare per giungere al riconoscimento della fatturazione elettronica in tutta l’UE.

4.10.

Nell’azione 9 la Commissione fa riferimento alla serie di proposte, pubblicate nell’ottobre 2023, volte a razionalizzare gli obblighi di comunicazione per conseguire l’obiettivo di ridurre del 25 % la rendicontazione. Il CESE ritiene che questo rappresenti un primo passo nella giusta direzione. È tuttavia necessario adottare un approccio molto più ambizioso per alleggerire gli oneri legati alla regolamentazione per le imprese europee. Al tempo stesso, il CESE raccomanda che la riduzione degli obblighi di comunicazione non vada a scapito del conseguimento di obiettivi sociali e ambientali concreti.

4.11.

Il CESE sostiene fermamente ogni sforzo volto a contrastare i ritardi di pagamento come indicato nell’azione 10. I pagamenti nei termini previsti contribuiscono a realizzare un contesto economico più sano e rispondono all’obiettivo strategico di realizzare un approfondimento del mercato unico. Il CESE individua inoltre due importanti problemi di portata generale in materia di ritardi di pagamento: in primo luogo, l’effettiva applicazione delle norme vigenti e, in secondo luogo, i ritardi di pagamento da parte delle autorità pubbliche. L’adozione di misure concrete per affrontare questi aspetti delle norme in vigore promuoverà una trasformazione culturale a favore di pagamenti puntuali.

4.12.

Nella sua azione 11 la Commissione incoraggerà gli Stati membri, attraverso la pertinente struttura di governance di InvestEU, ad assegnare risorse supplementari ai comparti nazionali a titolo di InvestEU e a facilitare l’apporto di contributi da parte del dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF) a InvestEU fornendo ulteriori orientamenti sull’applicazione del principio «non arrecare un danno significativo». In particolare, la proposta della Commissione in merito alla revisione intermedia 2023 del QFP 2021-2027 dovrebbe essere incentrata sulle PMI e non dovrebbe ridurre i fondi loro destinati. Il CESE incoraggia gli Stati membri ad approvare l’aumento del bilancio del programma InvestEU a seguito del suo successo. Infine, la valutazione intermedia del dispositivo per la ripresa e la resilienza (4) condotta dal CESE evidenzia come l’eccesso di adempimenti burocratici e disposizioni legislative gravose limitino in modo significativo una ripartizione efficace delle risorse tra i progetti verdi e digitali nell’ambito del dispositivo stesso. Il CESE osserva che la creazione o il rafforzamento di un contesto imprenditoriale favorevole alle PMI non deve andare a scapito dei diritti umani e dell’ambiente. Al tempo stesso, il CESE propone condizionalità specifiche, accompagnate da incentivi legati al rispetto, da parte delle PMI, dei diritti umani, del lavoro dignitoso e della sostenibilità.

4.13.

Il CESE sostiene l’azione 12 che prevede l’istituzione di un meccanismo pilota di circa 300 milioni di EUR volto a consentire alle agenzie per il credito all’esportazione di sostenere le PMI nei loro scambi commerciali con l’Ucraina. Il CESE chiede inoltre di accelerare i lavori su una strategia europea per i crediti all’esportazione al fine di fornire un’offerta di crediti all’esportazione (garanzie) più efficace e coerente in tutta l’UE, concentrandosi su soluzioni che siano anche in grado di soddisfare le esigenze delle PMI.

4.14.

L’azione 13 mira a migliorare la partecipazione delle PMI agli appalti pubblici. Il CESE si compiace in modo particolare di questa azione, considerando che le PMI devono spesso far fronte a ostacoli importanti per presentare le loro offerte e aggiudicarsi gli appalti pubblici, tra cui procedure di gara lunghe e difficili, mancanza di conoscenze sui contratti futuri, asimmetria delle conoscenze rispetto alle grandi imprese, risorse limitate, ritardi di pagamento da parte delle autorità pubbliche e mancanza di esperienza in materia di gare d’appalto. Per agevolare l’accesso delle PMI alle gare d’appalto, il CESE propone di suddividere gli appalti pubblici in lotti. Il CESE osserva che l’accesso agli appalti pubblici dovrebbe essere aperto a coloro che adottano una condotta responsabile nelle loro attività commerciali, anche per quanto riguarda il lavoro dignitoso e la salute e la sicurezza dei lavoratori.

4.15.

L’azione 14 propone di garantire che le PMI dispongano di un quadro semplice e standardizzato per riferire in merito alle questioni ambientali, sociali e di governance. L’accento dovrebbe essere posto principalmente sulla gestione della trasformazione di ciascuna impresa. Le norme volontarie per le PMI proposte dal gruppo consultivo europeo sull’informativa finanziaria (EFRAG) potrebbero soddisfare tali requisiti e dovrebbero pertanto essere ulteriormente sviluppate. A questo proposito il CESE rimanda al proprio parere sul tema governo societario sostenibile (5).

4.16.

Con l’azione 15 la Commissione propone di elaborare una norma sui prestiti verdi o una definizione degli stessi, in particolare per le PMI. Il CESE sottolinea che l’elaborazione di requisiti per i prestiti verdi deve anche essere proporzionale alle dimensioni delle imprese e che un approccio unico valido per tutti non è appropriato per le PMI. Inoltre, è necessario assicurare la coerenza dei requisiti con il quadro dei dati previsto dalla norma volontaria per le PMI.

4.17.

Per quanto riguarda la proposta di valutare un adeguamento propizio alle PMI del coefficiente di attivi verdi, come previsto dall’azione 15, il CESE concorda sull’importanza di procedere a tale revisione nel giugno 2024. Sono note le riflessioni a favore della semplificazione della tassonomia per le PMI. Permangono tuttavia seri dubbi circa la possibilità di realizzare la semplificazione secondo modalità praticabili per le PMI. È costoso offrire prestiti sostenibili alle PMI a causa dei volumi più limitati. Per promuovere l’indispensabile aumento significativo degli investimenti sono essenziali incentivi finanziari come, ad esempio, requisiti patrimoniali ridotti, la cartolarizzazione dei prestiti sostenibili alle PMI, fondi pubblici destinati a coprire le perdite iniziali o a servire da garanzia nell’Eurosistema e il mantenimento della forza lavoro. Il CESE osserva inoltre che le PMI non possono soddisfare i requisiti di comunicazione in base alla tassonomia a diversi livelli, per cui non dovrebbero più essere incluse nel denominatore del coefficiente di attivi verdi. Un coefficiente di attivi verdi specifico per le PMI potrebbe stimolare la trasformazione nel settore delle PMI, purché sia basato su un quadro chiaro e flessibile dell’Autorità bancaria europea (ABE) per la transizione verde e il finanziamento delle PMI.

4.18.

Il CESE accoglie con favore gli sforzi previsti dall’azione 16 volti a migliorare il riconoscimento delle qualifiche e delle competenze dei cittadini di paesi terzi al fine di ridurre la mancanza di personale qualificato nel mercato del lavoro dell’UE. La mancanza di manodopera qualificata costituisce una delle maggiori sfide per le imprese europee. Alla luce dell’invecchiamento della popolazione europea, è evidente che una migrazione ben gestita è necessaria, fermo restando il rispetto delle competenze degli Stati membri in materia. Alcune carenze di manodopera sono legate alle competenze, altre potrebbero essere connesse alle condizioni di lavoro. Il CESE sottolinea la necessità di politiche reattive in materia di competenze, che tengano conto delle reali esigenze del mercato del lavoro e che siano definite in collaborazione con le parti sociali del settore. È essenziale migliorare il riconoscimento delle qualifiche per agevolare l’incontro tra domanda e offerta di competenze e garantire che i lavoratori percepiscano l’interesse di impegnarsi in attività di istruzione e formazione continue nel quadro di processi di miglioramento del livello delle competenze e di riqualificazione. La Commissione deve garantire che sia facile per le imprese attingere in termini pratici al bacino di talenti dell’UE.

4.19.

L’azione 17 si concentra sul miglioramento del lavoro con i gruppi il cui potenziale imprenditoriale non sfruttato rimane elevato, come donne, giovani e persone con disabilità. Il CESE sottolinea che occorre prestare particolare attenzione ai programmi, compresi i programmi di accelerazione, che sostengono questi gruppi.

4.20.

Con l’azione 18, la Commissione propone di analizzare se l’attuale definizione di PMI sia adeguata allo scopo e di elaborare una definizione armonizzata per le piccole imprese a media capitalizzazione. Il CESE aderisce pienamente al principio «pensare anzitutto in piccolo», secondo cui la legislazione dell’UE deve essere elaborata in funzione dell’impatto sulle imprese più piccole. Dal punto di vista della prevedibilità e della stabilità del quadro normativo, la corretta applicazione di tale principio ridurrebbe l’urgenza del dibattito sulla revisione della definizione di PMI.

4.21.

Il CESE sostiene l’azione 19 volta a promuovere i trasferimenti di imprese. Tra le azioni al livello dell’UE potrebbero figurare iniziative di sensibilizzazione in merito alle competenze necessarie per un trasferimento riuscito, misure di promozione e strumenti di allerta precoce. Come già sottolineato nel parere (6), il CESE considera lo sviluppo di ecosistemi di trasferimento delle imprese e di servizi di sostegno ben funzionanti essenziale per preservare i mezzi di sussistenza e le economie delle zone rurali e monoindustriali. Il CESE incoraggia la Commissione e gli Stati membri ad aggiornare le raccomandazioni del Consiglio sui trasferimenti di imprese risalenti al 1994.

4.22.

Le PMI innovative devono ricevere il sostegno e le risorse necessarie per prosperare. Le PMI fanno affidamento soprattutto sul credito bancario, ma spesso le banche non concedono loro il capitale di rischio di cui hanno bisogno. Negli ultimi anni sono stati realizzati dei progressi nel migliorare l’accesso ai capitali, ma la mancanza di capitale di crescita ostacola in particolare l’espansione delle aziende innovative di recente creazione. Si dovrebbero incentivare gli investimenti privati attraverso l’ulteriore sviluppo di un mercato europeo del capitale di rischio, strumenti di riduzione del rischio (garanzie, crediti d’imposta, incentivi finanziari) per gli investimenti strategici e la disponibilità di alternative ai mercati pubblici (tra cui i business angel, ovvero gli investitori informali, i fondi pubblici di avviamento, i fondi di investimento pubblici, le cooperative), per esempio mediante i principi della mutualizzazione dei rischi.

4.23.

Il CESE invita la Commissione europea a effettuare una mappatura degli ostacoli specifici alla seconda opportunità incontrati dagli imprenditori dopo il fallimento o l’insolvenza.

Bruxelles, 14 febbraio 2024

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Oliver RÖPKE


(1)  COM(2023) 533 final: Parere del CESE sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali [COM(2023) 533 final — 2023/0323 (COD)] (GU C, C/2024/2101, 26.3.2024, ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2024/2101/oj).

(2)  COM(2023) 528 final: Parere del CESE sulla proposta di direttiva del Consiglio che istituisce un sistema fiscale basato sulle norme della sede centrale per le microimprese e le piccole e medie imprese e modifica la direttiva 2011/16/UE [COM(2023) 528 final — 2023/0320 (CNS)] (GU C, C/2024/2103, 26.3.2024, ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2024/2103/oj).

(3)  Regolamento (UE) 2018/1724del Parlamento europeo e del Consiglio, del 2 ottobre 2018, che istituisce uno sportello digitale unico per l’accesso a informazioni, procedure e servizi di assistenza e di risoluzione dei problemi e che modifica il regolamento (UE) n. 1024/2012 (GU L 295 del 21.11.2018, pag. 1).

(4)  Relazione di valutazione del CESE Valutazione intermedia del dispositivo per la ripresa e la resilienza.

(5)   GU C 443 del 22.11.2022, pag. 81.

(6)   GU C 486 del 21.12.2022, pag. 9.


ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2024/2483/oj

ISSN 1977-0944 (electronic edition)


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