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Document 52012AE0818

Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla proposta di direttiva del Consiglio concernente un sistema comune d’imposta sulle transazioni finanziarie e recante modifica della direttiva 2008/7/CE — COM(2011) 594 definitivo

GU C 181 del 21.6.2012, p. 55–63 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

21.6.2012   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 181/55


Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla proposta di direttiva del Consiglio concernente un sistema comune d’imposta sulle transazioni finanziarie e recante modifica della direttiva 2008/7/CE

COM(2011) 594 definitivo

2012/C 181/11

Relatore: PALMIERI

Il Consiglio, in data 19 ottobre 2011, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 113 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:

Proposta di direttiva del Consiglio concernente un sistema comune d'imposta sulle transazioni finanziarie e recante modifica della direttiva 2008/7/CE

COM(2011) 594 final.

La sezione specializzata Unione economica e monetaria, coesione economica e sociale, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data del 7 marzo 2012.

Alla sua 479a sessione plenaria, dei giorni 28 e 29 marzo 2012 (seduta del 29 marzo), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 164 voti favorevoli, 73 voti contrari e 12 astensioni.

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1   Il Comitato economico e sociale europeo (CESE), in linea con la posizione espressa dal Parlamento europeo (1), accoglie favorevolmente la proposta della Commissione europea di introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie (TTF), del tutto coerente con le posizioni già precedentemente espresse nei suoi pareri (2).

1.2   Il CESE già nel suo precedente (3) parere aveva evidenziato l'importanza di tornare a garantire un'autonomia finanziaria dell'Unione europea (UE), così come era originariamente indicata dall'art. 201 del Trattato di Roma. Ed è all'interno di tale contesto che la TTF può rappresentare - per il CESE - uno degli elementi portanti del nuovo sistema di risorse proprie dell'Unione, uno strumento in grado di assicurare la necessaria autosufficienza finanziaria del quadro finanziario pluriennale 2014-2020.

1.3   Il CESE ribadisce la necessità di pervenire ad un'applicazione globale della TTF; tuttavia, come già affermato nel parere del 15 luglio 2010 (cfr. nota 2), ritiene che il modo migliore per pervenire a questo risultato possa essere rappresentato dall'introduzione della TTF nell'Unione europea (UE). Il CESE – in linea con la posizione del commissario Algirdas Šemeta e del Parlamento europeo – ritiene che, così come è stato per molte politiche di carattere globale (come ad esempio quella del cambiamento climatico), l'UE possa e debba esercitare il ruolo autorevole di avanguardia in questo ambito (4). Ciononostante, il CESE ritiene che occorra compiere il massimo sforzo affinché l'introduzione della tassa sia realizzata a livello mondiale.

1.3.1   Il CESE ritiene che in questa linea debba collocarsi la lettera indirizzata dai ministri delle finanze di nove Stati membri dell'UE (Germania, Francia, Italia, Austria, Belgio, Finlandia, Grecia, Portogallo, Spagna) alla presidenza danese dell'UE. Una lettera con la quale è accolta favorevolmente la decisione della presidenza di accelerare l'analisi e i negoziati per l'applicazione della TTF.

1.4   Per il CESE l'introduzione della TTF rientra in un processo più ampio, avviato dalla Commissione attraverso la revisione delle principali direttive dei mercati degli strumenti finanziari (COM(2011) 656 final e COM(2011) 652 final), con lo scopo di garantire una migliore trasparenza, efficienza ed efficacia di tali mercati. Inoltre, come ha già sottolineato in un precedente parere, il CESE è convinto che occorrerebbe, grazie a una normativa e a una vigilanza appropriate, garantire la stabilità e l'efficacia del settore finanziario, limitare l'assunzione di rischi eccessivi e creare gli incentivi giusti per gli istituti del settore finanziario.

1.5   Il CESE ritiene che, per neutralizzare o almeno ridurre ai minimi termini il rischio di delocalizzazione delle attività finanziarie, occorrerebbe associare al principio di residenza (o di territorialità) proposto dalla Commissione il principio di emissione (issuance principle) avanzato dal Parlamento europeo. Un principio, quest'ultimo, in base al quale l'imposta si applica (come un'imposta di bollo o stamp duty) alle transazioni che riguardano tutti gli strumenti finanziari emessi da persone giuridiche registrate nell'UE, pena l'inapplicabilità dei contratti di acquisto o di vendita (5).

1.6   Il CESE ritiene che l'applicazione della TTF consentirà di assicurare una più equa contribuzione del settore finanziario al bilancio pubblico dell'Unione europea e ai bilanci nazionali degli Stati membri (SM).

1.7   Il CESE accoglie favorevolmente il fatto che attraverso l'introduzione della TTF sia possibile modificare il sistema delle convenienze degli operatori finanziari riducendo le operazioni ad alta frequenza e bassa latenza (high frequency and low latency trading). Operazioni, queste, fortemente speculative, fonti di instabilità dei mercati finanziari e del tutto separate dal normale funzionamento dell'economia reale. Attraverso la TTF sarà quindi possibile stabilizzare i mercati finanziari, aumentando la convenienza in allocazioni finanziarie di medio e lungo termine in grado di dirigersi verso il sistema delle imprese.

1.7.1   Il CESE ritiene che la minore velocità delle transazioni altamente speculative, derivante dall'introduzione della TTF, sarà un rilevante stabilizzatore delle fluttuazioni dei valori nei mercati finanziari in grado di consentire alle imprese, che operano nell'economia reale, di avere scenari finanziari più stabili per i propri investimenti (6).

1.8   Per il CESE uno degli effetti più importanti dell'introduzione della TTF potrà essere quello connesso al miglioramento della situazione dei debiti sovrani. Le crisi dei titoli di Stato divengono più rilevanti nei periodi di forte instabilità finanziaria. L'aumento di gettito derivante dall'introduzione della TTF contribuirà a migliorare la stabilizzazione fiscale, frenando le necessità del ricorso all'indebitamento ulteriore. Tale effetto sarà diretto, per le risorse che affluiscono agli Stati membri, e indiretto per le risorse che affluiranno al bilancio dell'UE, sostitutive dei contributi degli SM.

1.9   Il CESE riconosce che l'introduzione della TTF, contribuendo all'armonizzazione fiscale, garantirebbe un corretto funzionamento del mercato interno permettendo, così, di evitare distorsioni in un ambito dove, ad oggi, già almeno dieci SM dell'UE hanno introdotto forme differenti di TTF.

1.10   Il CESE sottolinea la necessità di governare attentamente le conseguenze macroeconomiche e microeconomiche negative derivanti dall'applicazione legislativa della TTF, neutralizzandone o almeno riducendone i rischi e i relativi costi. Per tale ragione il CESE ritiene che, per compensare gli effetti negativi più rilevanti che l'applicazione della TTF potrebbe produrre sull'economia reale, occorrerebbe valutare l'introduzione di adeguati meccanismi compensativi.

1.10.1   Il CESE ritiene che il monitoraggio e la conseguente valutazione delle conseguenze legate all'applicazione della TTF - attraverso una relazione da trasmettere al Parlamento europeo e al Consiglio - debbano essere previsti annualmente e non alla scadenza del terzo anno dall'introduzione della TTF (7).

1.11   Il CESE ritiene che l'impatto dell'introduzione della TTF vada valutato integrando gli effetti di riduzione di PIL di lungo periodo (come stimato dalla valutazione d'impatto della Commissione) con gli effetti complessivi in termini di contributo: i) al migliore funzionamento dei mercati finanziari a seguito della loro migliore stabilizzazione; ii) alla riallocazione degli investimenti verso l'economia reale; iii) a politiche di regolamentazione in grado di migliorare l'efficienza, l'efficacia e la trasparenza dei mercati finanziari europei; iv) al consolidamento fiscale per gli SM derivanti da una maggiore disponibilità di risorse; v) al risparmio e agli investimenti delle famiglie. Un complesso di effetti questo che – come è stato recentemente stimato – darebbe luogo addirittura ad un incremento positivo del PIL di lungo periodo pari allo 0,25 % (8).

1.12   Il CESE esprime delle riserve sulla valutazione di impatto dell'applicazione della TTF che accompagna la proposta della Commissione; si ritiene, infatti, che questa non consideri una serie di effetti – alcuni dei quali elencati in questo parere - con il rischio di indebolire la valutazione complessiva della proposta stessa. Per tale ragione il CESE chiede alla Commissione di effettuare, in tempi rapidi, una valutazione supplementare più approfondita.

1.13   Il CESE condivide la scelta della Commissione di proporre una TTF in luogo di una tassa sulle attività finanziarie (TAF), in quanto quest'ultima - seppure riesca a meglio regolare gli aspetti distributivi (a seguito di una migliore correlazione con i risultati di reddito conseguiti sulle attività finanziarie) - presenta comunque maggiori rischi di traslazione sui consumatori e sulle imprese con minori effetti di stabilizzazione dei mercati finanziari.

1.14   Il CESE ritiene opportuno rammentare che, oramai, dall'autunno del 2010 la soglia dei cittadini europei - intervistati da Eurobarometro - che si dichiara favorevole all'introduzione di una TTF non scende al di sotto della soglia del 60 %. Nell'autunno del 2010: 61 %; nella primavera del 2011: 65 %; nell'autunno del 2011: 64 % (9). Per tale ragione l'introduzione della TTF può rappresentare un primo importante passo per consentire al settore finanziario di tornare ad ottenere la necessaria fiducia tra i cittadini europei.

1.15   Il CESE, nell'assolvere le sue funzioni di organismo consultivo della Commissione, del Parlamento europeo e del Consiglio, assume l'impegno di procedere a un costante monitoraggio del processo attraverso il quale sarà tradotta in termini legislativi la proposta della Commissione di introduzione della TTF.

2.   La proposta della Commissione per una direttiva del Consiglio che istituisca un sistema comune di tassazione delle transazioni finanziarie

2.1   La Commissione europea, fin dal 2009 negli incontri del G20 (Pittsburgh, Toronto, Cannes), ha avvertito l'esigenza di introdurre un'imposta sulle transazioni finanziarie a livello mondiale. Nell'ambito di tale indirizzo, il 7 ottobre 2010 la Commissione ha pubblicato una comunicazione avente per oggetto la tassazione del settore finanziario (COM(2010) 549 final).

2.2   Oggi la Commissione, all'interno di un quadro più sistematico, ripropone la tassazione delle transazioni finanziarie (TTF). La proposta, infatti, si inserisce all'interno del nuovo quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020 presentato dalla Commissione, con l'intenzione di assicurare - attraverso un sistema più sostenuto e qualificato di risorse proprie - una maggiore autonomia finanziaria al bilancio pluriennale dell'Unione europea (10).

2.3   L'applicazione dell'imposta riguarda le transazioni finanziarie che coinvolgono enti finanziari, ad eccezione di quelle che interessano: i cittadini e le imprese (stipula di contratti assicurativi, prestiti ipotecari, crediti al consumo o servizi di pagamento), le transazioni sul mercato primario (tranne l'emissione e il rimborso di azioni e quote di organismi d'investimento collettivo in valori mobiliari - OICVM - e di fondi d'investimento alternativi - FIA) e le transazioni in valuta a pronti (non i derivati sulle valute).

2.4   I soggetti coinvolti nel pagamento della TTF sono gli enti finanziari che partecipano a una transazione finanziaria «per conto proprio o per conto di altri soggetti, o che agiscono a nome di uno dei partecipanti alla transazione». Rimangono escluse le operazioni finanziarie con la Banca centrale europea (BCE) e le banche centrali nazionali. I soggetti delle controparti centrali (CC), i depositari centrali di titoli (DCT) e i depositari centrali internazionali di titoli (DCIT), oltre allo strumento europeo di stabilità finanziaria (SESF), non sono considerati enti finanziari nella misura in cui esercitino funzioni che non sono ritenute attività di trading in sé.

2.5   Per circoscrivere il rischio di delocalizzazione che evidentemente si manifesterà, viene applicato il principio di residenza (o di territorialità) secondo il quale non è importante il luogo in cui avviene la transazione, bensì lo Stato membro (SM) in cui sono stabiliti gli attori finanziari coinvolti. La transazione è assoggettata all'applicazione dell'imposta se almeno uno degli istituti finanziari coinvolti nella transazione è stabilito nell'UE.

2.5.1   Secondo l'art. 3 della direttiva, gli enti finanziari sono stabiliti sul territorio di uno SM se sussiste almeno una delle seguenti condizioni:

è stato autorizzato dalle autorità di tale SM ad agire in tale veste in relazione alle transazioni incluse nell'autorizzazione;

ha la sede legale in tale SM;

ha il suo indirizzo permanente o la sua residenza abituale in tale SM;

ha una succursale in tale SM;

agiscono a proprio nome, per conto di altri soggetti o a nome di uno dei partecipanti a una transazione finanziaria con un altro ente finanziario stabilito in tale SM o con un partecipante stabilito nel territorio di tale SM che non è un ente finanziario (11).

2.6   La TTF diventa esigibile nel momento in cui avviene la transazione finanziaria. Data la diversa natura delle transazioni, si prevedono due differenti basi imponibili. La prima riguarda le transazioni non relative a contratti derivati, per i quali la base imponibile corrisponde al corrispettivo che un attore paga o deve pagare a una terza parte. Se il prezzo del corrispettivo è inferiore a quello di mercato o non è previsto, la base imponibile sarà calcolata al prezzo di mercato. La seconda riguarda il caso delle transazioni finanziarie relative a contratti derivati, dove la base imponibile coinciderà con l'ammontare noto del contratto derivato nel momento in cui avverrà la transazione.

2.6.1   Le aliquote minime che gli Stati membri devono applicare sulla base imponibile si distinguono in:

i)

0,1 % per le transazioni finanziarie non relative a contratti derivati;

ii)

0,01 % per le transazioni finanziarie relative a contratti derivati.

Per ogni categoria di transazione gli Stati membri possono applicare una sola aliquota. Gli SM sono comunque liberi di applicare aliquote più elevate rispetto alle aliquote minime stabilite.

2.7   Il responsabile del versamento dell'imposta è ogni organismo finanziario che risulti coinvolto nella transazione a titolo di partecipante, per conto di altri soggetti, a nome del partecipante alla transazione o, nel caso in cui quest'ultima sia stata fatta a suo nome, le altre parti coinvolte nella transazione sono comunque ritenute congiuntamente responsabili in solido sotto determinate condizioni. È tuttavia lasciata libertà agli SM di individuare eventuali ulteriori responsabili e gli obblighi di registrazione, contabilità, rendicontazione e di altro genere che assicurino l'effettivo versamento dell'imposta.

2.8   Nel caso di transazioni per via elettronica l'imposta deve essere versata nel momento in cui diventa esigibile, negli altri casi è previsto un limite massimo di tre giorni lavorativi.

2.9   Spetta agli Stati membri l'adozione di misure preventive dei rischi di elusione, evasione e abuso. In tale ambito la Commissione può proporre atti delegati previa consultazione del Consiglio.

2.10   L'introduzione della TTF implica l'abolizione e la non introduzione di altre eventuali imposte sulle transazioni finanziarie a livello dei singoli Stati membri.

2.11   Nell'ambito della proposta della Commissione, l'adozione di un'imposta minima comune - la cui entrata in vigore è prevista per il 1o gennaio 2014 - permetterebbe di armonizzare le iniziative sulla TTF già intraprese dagli SM assicurando il corretto funzionamento del mercato unico.

2.12   La scelta di adottare un'imposta sulle transazioni finanziarie è avvenuta a seguito di una valutazione di impatto che ha preso in considerazione, come possibile alternativa, anche l'introduzione di una imposta sulle attività finanziarie (IAF), giudicando però preferibile l'applicazione della TTF. Sulla base di tale valutazione di impatto è stato stimato che il gettito annuale proveniente dalla TTF sia di 57 miliardi di euro annui (37 mld dovrebbero andare al bilancio dell'UE, mentre i restanti 20 mld ai bilanci dei singoli SM) (12).

2.13   È previsto che la Commissione invii periodicamente al Consiglio una relazione sull'applicazione della direttiva con eventuali proposte di modifica. La prima relazione è prevista per il 31 dicembre 2016, le successive avranno una cadenza quinquennale.

3.   Osservazioni generali

3.1   Attraverso il presente parere il CESE intende fornire una valutazione della proposta della Commissione volta a promuovere una direttiva del Consiglio per l'istituzione di un sistema comune di tassazione delle transazioni finanziarie (COM(2011) 594 final (13)).

3.2   Il presente parere intende proseguire all'interno del quadro già precedentemente tracciato dal parere di iniziativa del 15 luglio 2010 relativo all'introduzione di una tassa sulle operazioni finanziarie e dal parere del 15 giugno 2011 in merito alla comunicazione sulla tassazione del settore finanziario (COM(2010) 549 final, vedasi nota 2).

3.3   Alla base della proposta per una TTF c'è il riconoscimento che i mercati finanziari, a seguito dello sviluppo delle tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni, hanno manifestato – nel corso dell'ultimo ventennio – una crescita esponenziale dei volumi delle transazioni finanziarie e della volatilità dei relativi prezzi, con conseguenze destabilizzanti per l'economia mondiale (14).

3.3.1   I mercati finanziari, da «strumenti» di reperimento delle risorse finanziarie per l'economia reale, hanno assunto progressivamente un ruolo centrale di «fine», «scalzando» di fatto l'economia reale. Alla luce di tale situazione il CESE ritiene opportuno che tali mercati siano sottoposti a meccanismi in grado di assicurarne l'efficienza, attraverso la loro regolamentazione, e l'efficacia, mediante la trasparenza, garantendo inoltre che contribuiscano in modo equo – così come altri fattori della produzione – alla formazione del bilancio dell'Unione e dei bilanci degli SM (15).

3.3.2   Il CESE, nel ribadire che la crisi attuale è dovuta ad una crisi finanziaria innescata nel 2007 e propagatasi a partire dal 2008 all'economia reale (16), ritiene che il settore maggiormente responsabile di tale crisi – quello finanziario – debba essere chiamato a contribuire equamente al suo superamento. Fino ad oggi, l'impegno a sostenere il settore finanziario (in termini di finanziamenti e garanzie) da parte degli Stati membri dell'UE è risultato pari a 4 600 miliardi di euro, ossia il 39 % del PIL dell'UE-27 del 2009. Un contributo che ha aggravato pericolosamente le finanze pubbliche di alcuni SM dell'UE, innescando una pericolosa crisi dell'area dell'euro (17).

3.4   In questo contesto, la proposta di una tassazione delle transazioni finanziarie si inserisce all'interno di un percorso avviato dalla Commissione, attraverso il processo di revisione delle principali direttive del settore dei mercati mobiliari, volto a garantire una migliore regolamentazione e trasparenza dei mercati finanziari (18) più volte auspicate dal CESE nei suoi lavori.

3.5   Il CESE ha già espresso in due occasioni distinte un parere favorevole in merito all'introduzione di una tassazione delle transazioni finanziarie, sia con il parere d'iniziativa del 15 luglio 2010 (vedasi nota 2) che con il parere del 15 giugno 2011 (vedasi nota 2).

3.5.1   Per il CESE la proposta della Commissione (COM(2011) 594 final) introduce un sistema europeo di imposizione sulle transazioni finanziarie coerente con le linee generali delle proposte esaminate nei due pareri precedenti.

3.6   Il CESE riconosce la validità delle ragioni principali che hanno condotto la Commissione a proporre l'applicazione di una TTF a livello europeo:

aumentare il prelievo fiscale sulle attività finanziarie in funzione di una più equa contribuzione di tali attività al bilancio pubblico dell'Unione e ai bilanci degli SM;

modificare il comportamento degli operatori finanziari diminuendo il volume delle operazioni finanziarie ad alta frequenza e a bassa latenza (high frequency and low latency trading);

armonizzare la TTF dei singoli Stati membri attraverso l'individuazione di due aliquote minime (0,1 % per le obbligazioni e le azioni; 0,01 % per i prodotti derivati).

3.6.1   Per quanto riguarda il contributo al bilancio dell'Unione e degli SM, la crisi economica e la recente crisi dei debiti sovrani richiedono politiche in grado di rilanciare lo sviluppo economico in un contesto di sempre più stringenti vincoli di bilancio pubblico. L'introduzione della TTF, contribuendo al nuovo sistema di risorse proprie del bilancio dell'UE, permetterebbe di ridurre significativamente i contributi degli SM consentendo un risanamento dei bilanci nazionali. La Commissione ha stimato che, nel 2020, le nuove risorse proprie potrebbero corrispondere a circa la metà del bilancio dell'UE e la componente dei contributi degli SM sul reddito nazionale lordo si ridurrebbe a un terzo rispetto all'attuale quota che supera i tre quarti.

3.6.1.1   Come precedentemente rilevato, l'applicazione di una TTF corrisponderebbe anche a ragioni di equità. Il sistema finanziario negli ultimi anni ha beneficiato di una tassazione ridotta, per effetto del vantaggio fiscale di circa 18 miliardi di euro annui derivante dall'esenzione dei servizi finanziari dal pagamento dell'IVA.

3.6.1.2   In tale contesto, il CESE si era già espresso in modo favorevole in merito alla proposta della Commissione di modificare il sistema di tassazione nei termini di un aumento del contributo relativo del settore finanziario. Per tale ragione il CESE ritiene che la proposta della Commissione vada nella direzione auspicata.

3.6.2   Per quanto riguarda l'opportunità che, attraverso una TTF, sia possibile ridurre il volume delle transazioni finanziarie ad alto rischio ed alta volatilità, vale la pena soffermarsi sulla categoria di transazioni finanziarie che dovrebbe essere maggiormente colpita dalla proposta. Le operazioni finanziarie ad alta frequenza e a bassa latenza, attraverso l'utilizzo di tecnologie informatiche altamente avanzate, utilizzano algoritmi matematici complessi in grado di analizzare – in frazioni di secondo – i dati di mercato attuando le relative strategie di intervento sui mercati finanziari (quantità, price, timing, location dei trader, ordini di acquisto/vendita) e riducendo, così, il tempo di latenza (misurata in microsecondi - «milionesimi di secondo»). Attraverso tali operazioni l'operatore è in grado di fornire una risposta «anticipata» sui mercati generando operazioni di acquisto e di vendita che si chiudono nell'arco di qualche decimo di secondo. Per tale categoria di transazioni si è arrivati perfino a parlare di «insider trading informatico» (19).

3.6.2.1   Tali operazioni hanno raggiunto una quota degli scambi, nei diversi mercati finanziari dell'UE, compresa tra il 13 % e il 40 %. Negli Stati Uniti in soli quattro anni (dal 2004 al 2009) si è stimato che il volume di operazioni finanziarie ad alta frequenza sia passato dal 30 % al 70 % (20).

3.6.2.2   Queste operazioni rappresentano delle transazioni del tutto separate dal normale funzionamento dell'economia reale in grado, tra l'altro, di drenare liquidità dall'intero sistema economico indebolendo così la resilienza sistemica, intesa come la capacità di un sistema di resistere a stress derivanti da fasi critiche (21).

3.6.2.3   L'applicazione di una TTF - a seguito dell'aumento dei costi di transazione - avrebbe un impatto negativo sulle attività di negoziazione ad alta frequenza derivante dall'effetto cumulativo dell'applicazione dell'imposta. Il ridotto volume delle transazioni ad alta frequenza favorirebbe l'attività degli istituti finanziari, orientata verso le attività finanziarie tradizionali di intermediazione del credito, con indubbi vantaggi per quegli operatori - come le imprese di piccole e medie dimensioni - che oggi scontano una grave crisi di liquidità.

3.6.2.4   I sistemi di tassazione di transazioni finanziarie già in vigore hanno evidenziato la capacità di ridurre i volumi delle negoziazioni e la volatilità dei prezzi dei titoli, consentendo una diminuzione dei premi al rischio; è quindi ragionevole che l'introduzione di una TTF a livello europeo produca una flessione importante anche per questa categoria di transazioni «improduttive».

3.6.3   Per quanto riguarda l'obiettivo dell'armonizzazione fiscale, ad oggi dieci SM dell'UE hanno già introdotto da tempo forme diversificate di imposte su attività e transazioni finanziarie (Belgio, Cipro, Francia, Finlandia, Grecia, Irlanda, Italia, Romania, Polonia e Regno Unito). A tali paesi sarà richiesto di adeguare la propria normativa nazionale a quella dell'UE (in altri termini, tra le eventuali richieste: applicare l'aliquota minima e armonizzare la base imponibile sulla base della disposizione dell'UE). Ai fini di un corretto funzionamento del mercato interno, l'introduzione di una TTF permetterebbe di avvantaggiare i mercati finanziari più efficienti evitando distorsioni causate da norme fiscali stabilite unilateralmente dagli Stati membri.

4.   Osservazioni particolari

4.1   La Commissione ha elaborato una valutazione di impatto dell'introduzione della TTF sugli effetti di lungo periodo sul prodotto interno lordo (PIL) compresa tra – 0,17 % (ad un'aliquota dello 0,01 %) e – 1,76 % (con un'aliquota dello 0,1 %) nell'ambito di uno scenario particolarmente severo all'interno del quale non sono stati considerati alcuni effetti «mitiganti», quali - ad esempio - l'esclusione del mercato primario, l'esclusione delle transazioni che coinvolgono almeno un operatore non finanziario e gli effetti sulle altre variabili macroeconomiche. Per la Commissione, se fossero considerati anche gli effetti «mitiganti», l'effetto massimo sul PIL passerebbe da – 1,76 % a – 0,53 %. Per quanto riguarda gli effetti sull'occupazione, è stato stimato che questi sarebbero compresi tra – 0,03 % (con un'aliquota dello 0,01 %) e – 0,20 % (con un'aliquota dello 0,1 %).

4.2   Nella realtà, se agli effetti sul PIL di lungo periodo a seguito dell'introduzione della TTF si aggiungessero gli effetti legati al miglior funzionamento dei mercati finanziari a seguito della loro maggiore stabilizzazione, alla ricollocazione degli investimenti verso l'economia reale, a politiche di regolamentazione in grado di migliorare efficienza, efficacia e trasparenza dei mercati, nonché al consolidamento fiscale per gli SM derivante da una maggiore disponibilità di risorse, si potrebbe determinare un effetto complessivo addirittura positivo in termini di variazione del PIL e stimato pari allo 0,25 % (22).

4.3   Il CESE ritiene insufficiente la valutazione di impatto che accompagna la proposta della Commissione e, per tale ragione, ritiene opportuno che la Commissione presenti un supplemento di indagine di tale valutazione in grado di evidenziare in modo più approfondito l'impatto della proposta stessa.

4.3.1   Il CESE ritiene che debbano essere considerati: alcuni degli effetti che abbiamo riportato in questo parere non considerati dalla valutazione di impatto della Commissione; alcune spiegazioni delle ipotesi adottate nella valutazione di impatto della Commissione (come ad esempio l'elasticità della domanda dei prodotti finanziari oggetto della TTF); gli effetti delle possibili traslazioni sui consumatori e sulle imprese; gli effetti dell'introduzione della TTF sull'occupazione del settore finanziario degli SM dell'UE.

4.4   Il CESE ritiene che l'introduzione di una TTF debba essere effettuata con opportune modalità, tali da neutralizzare o almeno ridurre i rischi e i relativi costi. Tra i rischi che il CESE ritiene debbano essere presi in considerazione si individuano: l'eventuale traslazione dell'imposta sul costo del credito per le imprese e i consumatori; la riduzione dei rendimenti sui fondi pensione; la delocalizzazione degli investimenti finanziari; l'incremento dei costi delle imprese derivanti dalle operazioni di assicurazione dei rischi (assicurazione contro le oscillazioni dei corsi delle materie prime e delle valute); gli effetti dell'imposta sui profitti del settore finanziario e su quegli SM all'interno dei quali tale settore ha un peso importante; gli effetti di impatto sull'economia, dato che l'introduzione dell'imposta potrebbe avvenire in una fase economica nella quale prevalgono elementi recessivi.

4.5   Il CESE ritiene che a tali rischi si contrappongano, però, opportunità e benefici ben maggiori. La TTF, gravando sugli investimenti a breve termine, determinerà un aumento della domanda degli investimenti a medio e lungo termine tipici per il finanziamento delle imprese e degli Stati. Tutto ciò si tradurrà in una maggiore liquidità disponibile nei mercati e, per tale via, contribuirà a migliorare la situazione di imprese, famiglie e debiti sovrani. Di particolare rilievo sarà la stabilizzazione indotta nei mercati dei prodotti derivati. La caratterizzazione di tali prodotti, infatti, è tale da determinare effetti di rilievo nel numero delle transazioni effettuate, con conseguente freno alla proliferazione di prodotti che hanno una rilevante responsabilità nella crisi dei mercati finanziari e dell'economia mondiale di questi anni.

4.6   Il possibile prelievo aggiuntivo sui fondi pensione provocato dall'introduzione della TTF sarebbe di entità modesta in considerazione delle modalità e tipologie di investimento; inoltre la rivalutazione possibile degli asset tipici dei fondi pensione (investimenti meno volatili) potrà compensare e superare le eventuali riduzioni di rendimento dovute all'applicazione dell'imposta. Il CESE comunque ritiene che, per neutralizzare o ridurre gli effetti sui fondi pensione, possa essere valutata l'ipotesi di una riduzione delle aliquote o di alcune forme di esenzione per tale settore.

4.7   Il campo di applicazione e le aliquote della TTF sono determinati tenendo conto dell'obiettivo di contenimento degli effetti negativi di dislocamento - al di fuori dell'UE - degli investimenti e dei fondi finanziari. Tale necessità, in un contesto di adozione non più globale della tassa, veniva già sottolineata anche dal CESE.

4.7.1   Per quanto riguarda il campo di applicazione della TTF, l'adozione del principio di residenza (o territorialità) comporta che anche gli istituti finanziari di paesi terzi stabiliti nell'UE siano soggetti alla tassa e ciò implica un ampio spettro di applicabilità. La stessa definizione di territorialità degli istituti finanziari, ai fini della determinazione dello Stato membro che riscuote la tassa, consente una buona capacità di minimizzare i casi di evasione ed elusione.

4.7.2   Per neutralizzare ulteriormente gli effetti di delocalizzazione delle transazioni finanziarie il CESE appoggia la proposta, avanzata dal Parlamento europeo, di introdurre il principio di emissione (issuance principle) in base al quale l'imposta si applica (come un'imposta di bollo o stamp duty) a tutte quelle transazioni che coinvolgono strumenti finanziari emessi da persone giuridiche registrate nell'UE (23).

4.7.3   Per quanto riguarda l'applicazione delle aliquote, il CESE, pur rammentando che nel parere adottato nel 2010 (vedasi nota 2) aveva indicato l'applicazione di un'aliquota uniforme dello 0,05 %, concorda che l'applicazione delle due aliquote - così come proposto dalla Commissione - tende a ridurre il rischio della delocalizzazione dei mercati e garantisce adeguate risorse ai bilanci dell'Unione e degli SM.

4.7.4   Il CESE rammenta inoltre che, laddove l'introduzione della TTF è stata introdotta con una particolare attenzione alla sua gestione, alla base imponibile e all'applicazione dell'aliquota, si sono ottenuti dei risultati positivi in termini di gettito senza pregiudicare la crescita economica; è quanto avvenuto in Corea del Sud, Hong Kong, India, Brasile, Taiwan, Sud Africa (24).

4.8   L'esclusione del mercato primario dagli ambiti della tassazione minimizza gli effetti della TTF sui costi di finanziamento delle attività reali, riducendoli agli effetti indiretti dovuti all'eventuale minore liquidità che tale tassa induce sui titoli trattati dagli istituti finanziari.

4.9   La tassa, applicandosi anche ai contratti derivati su valute ma non alle operazioni su valuta a pronti, permetterebbe di intervenire su buona parte delle operazioni a fini speculativi che interessano i mercati valutari (25). L'eventuale inclusione delle transazioni su valuta a pronti nel campo di applicabilità della TTF non costituirebbe né un'effettiva limitazione alla libertà di movimento dei capitali (considerando anche le aliquote previste), né una violazione delle relative parti del Trattato di Lisbona (Leading Group on Innovating Financing for Development, Parigi, giugno 2010).

4.10   Come già notato dal CESE (parere adottato nel 2011, vedasi nota 2), la TTF e la TAF non sono sistemi di tassazione alternativi. La TTF incide sostanzialmente sulle transazioni a breve termine, mentre la TAF incide sul complesso delle attività finanziarie (quindi anche su quelle scambiate nel mercato primario). L'introduzione della TTF non preclude l'applicabilità anche di un sistema europeo di TAF, in particolare se l'obiettivo prevalente è «un contributo equo e sostanziale del settore finanziario alle finanze pubbliche» (parere del 2010, vedasi nota 2) e l'armonizzazione del prelievo sulle attività finanziarie per rafforzare il mercato unico. Inoltre, l'applicazione di un sistema di tassazione europeo delle transazioni finanziare rafforza di per sé l'esigenza di una maggiore uniformità dei sistemi di tassazione dei singoli Stati membri in materia di attività finanziarie in generale.

4.10.1   La TTF ha effetti distributivi progressivi, sia per il maggiore utilizzo dei servizi forniti dal settore finanziario da parte dei soggetti con alto reddito, sia per l'assenza di costi diretti su famiglie e imprese non finanziarie dovuta alle caratteristiche di non applicazione alle attività di concessione e assunzione di prestiti che li riguardano. Su queste transazioni graverebbero soltanto gli eventuali costi indiretti derivanti dalla minore liquidità delle attività trattate dagli istituti finanziari.

4.11   Il sistema di riscossione della tassa è semplice e ha costi molto bassi per le operazioni che avvengono sui mercati e, in generale, per le transazioni registrate. Ciò sostiene la necessità di estendere gli obblighi di registrazione delle operazioni finanziare includendo le operazioni over the counter rappresentate da prodotti non standardizzati negoziati sui cosiddetti mercati dei derivati fuori borsa, negoziati bilateralmente tra due parti.

Bruxelles, 29 marzo 2012

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Staffan NILSSON


(1)  Il Parlamento europeo «è favorevole all'introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie, che migliorerebbe il funzionamento del mercato riducendo la speculazione e contribuirebbe a finanziare i beni pubblici mondiali e a ridurre i deficit pubblici».

Risoluzione del Parlamento europeo su un finanziamento innovativo a livello mondiale ed europeo, 2010/2105 (INI), testo adottato l'8 marzo 2011.

(2)  Parere d'iniziativa sul tema Tassa sulle operazioni finanziarie; adottato il 15 luglio 2010 (GU C 44 dell'11.2.2011, pag. 81).

Parere in merito alla comunicazione La tassazione del settore finanziario (COM(2010) 549 final); adottato il 15 giugno 2011 (GU C 248 del 25.8.2011, pag. 64).

(3)  Parere in merito alla comunicazione Revisione del bilancio dell'Unione europea (GU C 248 del 25.8.2011 pag. 75).

(4)  Šemeta Algirdas, commissario responsabile per la Fiscalità e l'unione doganale, l'audit e la lotta antifrode, 17/2/2012, EU tax coordination and the financial sector («Il coordinamento fiscale dell'UE e il settore finanziario»), Speech/12/109, Londra.

Parlamento europeo, Risoluzione su un finanziamento innovativo a livello mondiale ed europeo, (P7_TA-PROV(2011)0080).

(5)  Parlamento europeo, Progetto di relazione in merito alla Proposta di direttiva del Consiglio concernente un sistema comune d'imposta sulle transazioni finanziarie e recante modifica della direttiva 2008/7/CE, relatrice: ANNI PODIMATA (10/2/2012).

(6)  Schulmeister, S., 2011, Implementation of a General Financial Transaction Tax. Austrian Institute of Economic Research, Commissioned by the Federal Chamber of Labour.

Griffith-Jones, S., Persaud, A., 2012, Financial Transaction Taxes, http://www.europarl.europa.eu/document/activities/cont/201202/20120208ATT37596/20120208ATT37596EN.pdf.

(7)  Così come indicato dalla valutazione di impatto della Commissione (SEC(2011) 1103 final).

(8)  Griffith-Jones, S., Persaud, A., 2012, Op.cit.

(9)  Commissione europea, 2011, Eurobarometro 76 – Public opinion in the European Union - First Results («Opinione pubblica nell'Unione europea – Primi risultati»). Rilevazione sul campo: novembre 2011. Pubblicazione: dicembre 2011.

(10)  Proposta di regolamento del Consiglio che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020 (COM(2011) 398 final) e che rappresenta la trasposizione normativa della comunicazione della Commissione Un bilancio per la strategia Europa 2020 del 29 giugno 2011 (COM(2011) 500 final).

(11)  Nel caso in cui sussistano più condizioni, l'individuazione dello Stato di appartenenza sarà determinata considerando la prima condizione assolta riportata nell'ordine elencato.

(12)  Commissione europea, Bruxelles, 28 settembre 2011, SEC(2011) 1103 final, Documento di lavoro dei servizi della Commissione - Sintesi della valutazione d'impatto che accompagna il documento Proposta di direttiva del Consiglio concernente un sistema comune d'imposta sulle transazioni finanziarie e recante modifica della direttiva 2008/7/CE.

(13)  Proposta di direttiva del Consiglio concernente un sistema comune d'imposta sulle transazioni finanziarie e recante modifica della direttiva 2008/7/CE (COM(2011) 594 final).

(14)  Le transazioni in valuta sono almeno 70 volte più elevate rispetto agli scambi di beni e servizi a livello mondiale. Nel 2006 gli scambi nei mercati dei derivati, in Europa, erano 84 volte più elevati rispetto al PIL, mentre gli scambi negli spot market (acquisti o vendite di valute o valori finanziari con contratti immediati stabiliti on the spot) erano solo 12 volte più elevati del PIL nominale dell'UE.

Schulmeister, S., Schratzenstaller, M., Picek, O, 2008, A General Financial Transaction Tax – Motives, Revenues, Feasibility and Effects, Austrian Institute of Economic Research, Research Study commissioned by Ecosocial Forum Austria, co-financed by Federal Ministry of Finance and Federal Ministry of Economics and Labour, March 2008.

(15)  Haug, J., Lamassoure, A., Verhofstadt, G.,Gros, D., De Grauwe, P., Ricard-Nihoul, G., Rubio, E., 2011, Europe for Growth – For a Radical Change in Financing the EU.

Relazione del gruppo de Larosière (GU C 318 del 23.12.2009).

Parlamento europeo, 15 giugno 2010, Relazione sulla crisi finanziaria, economica e sociale: raccomandazioni sulle misure e le iniziative da adottare (2010/2242 (INI)); relatrice: PERVENCHE BERÈS.

Parlamento europeo, 8 marzo 2010, Risoluzione sulla tassazione delle transazioni finanziarie. (2009/2750 (RSP)).

Parlamento europeo, 8 marzo 2011, Risoluzione su un finanziamento innovativo a livello mondiale ed europeo. (2010/2105(INI)); relatrice: ANNI PODIMATA.

(16)  Parere in merito alla Comunicazione della Commissione Rafforzare il coordinamento delle politiche economiche per la stabilità, la crescita e l'occupazione – Gli strumenti per rafforzare la governance economica dell'Unione europea (GU C 107 del 6.4.2011).

(17)  Commissione europea, Bruxelles, 28 settembre 2011, SEC(2011) 1103 final, Documento di lavoro dei servizi della Commissione - Sintesi della valutazione d'impatto che accompagna il documento Proposta di direttiva del Consiglio concernente un sistema comune d'imposta sulle transazioni finanziarie e recante modifica della direttiva 2008/7/CE.

(18)  Bruxelles, 20 ottobre 2011, COM(2011) 656 final, Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ai mercati degli strumenti finanziari che abroga la direttiva 2004/39/CE del Parlamento europeo e del Consiglio.

Bruxelles, 20 ottobre 2011, COM(2011) 652 final, Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sui mercati degli strumenti finanziari e che modifica il regolamento [EMIR] sugli strumenti derivati OTC, le controparti centrali e i repertori di dati sulle negoziazioni.

(19)  Schulmeister, S., (2011), Op.cit.

The New York Times, 23/7/2011, Stock Traders Find Speed Pays, in Milliseconds. Duhigg, C.

(20)  Commissione europea, 8 dicembre 2010, consultazione pubblica sul tema – Review of the Markets in Financial Instrument Directive (MiFID) («Revisione della direttiva relativa ai mercati degli strumenti finanziari – MiFID»), direzione generale Mercato interno e servizi.

Commissione europea, 20 ottobre 2010, SEC(2011) 1226 final, Documento di lavoro dei servizi della Commissione, Valutazione d'impatto che accompagna il documento Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ai mercati degli strumenti finanziari (Rifusione) e la Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai mercati degli strumenti finanziari.

Austrian Institute of Economic Research, 2011, op. cit.

(21)  Persaud, A., 14 ottobre 2011, La Tobin Tax? Si può fare (www.lavoce.info).

(22)  Griffith-Jones, S., Persaud, A., 2012, Op.cit.

(23)  Nel caso in cui non venisse pagata l'imposta di bollo dai contraenti, il contratto di acquisto o di vendita risulterebbe inapplicabile. Parlamento europeo, Progetto di relazione in merito alla Proposta di direttiva del Consiglio concernente un sistema comune d'imposta sulle transazioni finanziarie e recante modifica della direttiva 2008/7/CE, relatrice: ANNI PODIMATA (10/2/2012).

(24)  Griffith-Jones, S., Persaud, A., 2012. op.cit.

(25)  Le transazioni in valuta sono esattamente la tipologia di transazioni per cui tale tassa fu pensata da J. Tobin. Tobin, J., 1978, A Proposal for International Monetary Reform. Prof Tobin's Presidential Address at 1978 Conference of Eastern Economic Association. Wash. D.C., Cowles Foundation Paper – Reprinted for Eastern Economic Journal, 4(3-4) July-October 1978.


ALLEGATO

al Parere del Comitato economico e sociale europeo

I seguenti emendamenti sono stati respinti nel corso della discussione, ma hanno ottenuto almeno un quarto dei voti espressi:

Punto 1.1

Inserire un nuovo punto 1.2 dopo il punto 1.1

Motivazione

Sarà esposta oralmente.

L'emendamento è stato votato e rifiutato con 93 voti favorevoli, 143 contrari e 11 astensioni.

Punto 1.10

Modificare come segue

Il CESE sottolinea la necessità di governare attentamente le conseguenze macroeconomiche e microeconomiche negative derivanti dall'applicazione legislativa della TTF, neutralizzandone o almeno riducendone i rischi e i relativi costi. Per tale ragione il CESE ritiene che, per compensare gli effetti negativi più rilevanti che l'applicazione della TTF potrebbe produrre sull'economia reale, occorrerebbe valutare l'introduzione di adeguati meccanismi compensativi.

Motivazione

È un dato di fatto che il peso economico del settore finanziario rispetto all'economia nazionale sia differente da uno Stato membro all'altro. Pertanto, è opportuno che il CESE lo riconosca.

L'emendamento è stato votato e rifiutato con 86 voti favorevoli, 137 contrari e 15 astensioni.

Punto 3.3.2

Modificare come segue:

Il CESE, nel ribadire che la crisi attuale è dovuta ad una crisi finanziaria innescata nel 2007 e propagatasi a partire dal 2008 all'economia reale  (1) , ritiene che il settore maggiormente responsabile di tale crisi – quello finanziario – debba essere chiamato a contribuire equamente al suo superamento. Fino ad oggi, l'impegno a sostenere il settore finanziario (in termini di finanziamenti e garanzie) da parte degli Stati membri dell'UE è risultato pari a 4 600 miliardi di euro, ossia il 39 % del PIL dell'UE-27 del 2009. Un contributo che ha aggravato pericolosamente le finanze pubbliche di alcuni SM dell'UE, innescando una pericolosa crisi dell'area dell'euro  (2).

Motivazione

Nel parlare delle responsabilità della crisi, non si può omettere di citare la classe politica: è infatti evidente che, in molti paesi, l'azione irresponsabile dei decisori politici, protrattasi per diversi anni, ha contributo in larga misura alla crisi.

L'emendamento è stato votato e rifiutato con 72 voti favorevoli, 154 contrari e 15 astensioni.

Punto 4.6

Modificare come segue:

Il prelievo aggiuntivo sui fondi pensione provocato dall'introduzione della TTF in considerazione delle modalità e tipologie di investimento; la rivalutazione possibile degli asset tipici dei fondi pensione (investimenti meno volatili) compens e super le eventuali riduzioni di rendimento dovute all'applicazione dell'imposta. Il CESE ritiene che, per neutralizzare o ridurre gli effetti sui fondi pensione, valuta l'ipotesi di una riduzione delle aliquote o di forme di esenzione per tale settore.

Motivazione

Come indicano i dati presentati in sede di gruppo di studio, la TFF potrebbe ridurre anche del 5 % l'importo delle future pensioni a capitalizzazione. È immorale che milioni di futuri pensionati europei debbano in tal modo vedersi decurtate le prestazioni loro erogate, tanto più che queste sono già, nella maggior parte dei casi, di modesta entità.

L'emendamento è stato votato e rifiutato con 82 voti favorevoli, 142 contrari e 19 astensioni.

Punto 4.7.3

Modificare come segue:

Per quanto riguarda l'applicazione delle aliquote, il CESE, pur rammentando che nel parere del 2010 (vedasi nota 2) aveva indicato l'applicazione di un'aliquota uniforme dello 0,05 %, concorda che l'applicazione delle due aliquote - così come proposto dalla Commissione - tende a ridurre il rischio della delocalizzazione dei mercati e garantisce adeguate risorse ai bilanci dell'Unione e degli SM.

Motivazione

Non vi è alcun motivo, tenuto conto in particolare dei numerosi effetti difficilmente prevedibili della soluzione proposta, per cui il CESE debba abbandonare la sua posizione precedente, favorevole a un'aliquota massima dello 0,05 %.

L'emendamento è stato votato e rifiutato con 85 favorevoli, 144 contrari e 12 astensioni.


(1)  Parere in merito alla Comunicazione della Commissione Rafforzare il coordinamento delle politiche economiche per la stabilità, la crescita e l'occupazione – Gli strumenti per rafforzare la governance economica dell'Unione europea (GU C 107 del 6.4.2011).

(2)  Commissione europea, Bruxelles, 28 settembre 2011, SEC(2011) 1103 final, Documento di lavoro dei servizi della Commissione - Sintesi della valutazione d'impatto che accompagna il documento Proposta di direttiva del Consiglio concernente un sistema comune d'imposta sulle transazioni finanziarie e recante modifica della direttiva 2008/7/CE.


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