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Document 52008AE1512

Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Promuovere la dimostrazione in tempi brevi della produzione sostenibile di energia da combustibili fossili COM(2008) 13 def.

GU C 77 del 31.3.2009, p. 49–53 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

31.3.2009   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 77/49


Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Promuovere la dimostrazione in tempi brevi della produzione sostenibile di energia da combustibili fossili

COM(2008) 13 def.

(2009/C 77/13)

La Commissione europea, in data 23 gennaio 2008, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 262 del Trattato che istituisce la Comunità europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Promuovere la dimostrazione in tempi brevi della produzione sostenibile di energia da combustibili fossili

La sezione specializzata Trasporti, energia, infrastrutture, società dell'informazione, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 16 luglio 2008, sulla base del progetto predisposto dal relatore SIMONS.

Il Comitato economico e sociale europeo, in data 17 settembre 2008, nel corso della 447a sessione plenaria, ha adottato il seguente parere con 143 voti favorevoli, 3 voti contrari e 5 astensioni.

1.   Conclusioni

1.1

Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) accoglie con favore il dispositivo proposto nella comunicazione in esame per promuovere i progetti di dimostrazione relativi alle tecnologie di cattura e stoccaggio del CO2 (CCS) nelle centrali elettriche, ma esprime preoccupazione per la mancanza di capacità finanziarie e di opzioni di finanziamento chiaramente definite per il medio (2010-2020) e il lungo periodo (2020 e oltre).

1.2

Occorre assicurare che i proventi generati dal sistema europeo di scambio delle quote di emissioni (emission trading system — ETS-UE), ad esempio con la vendita all'asta, dopo il 2013, delle quote di emissioni da parte del settore produttore di elettricità, suppliscano in parte all'insufficiente capacità di finanziamento della Commissione. È importante notare che sinora a livello UE non è stato proposto alcun sistema finanziario specifico, né le necessarie garanzie.

1.3

È importante che le condizioni finanziarie siano chiare e consolidate al più tardi entro la fine del 2009. Solo così si assicurerà una base finanziaria per avviare la preparazione dei grandi progetti di dimostrazione delle CCS che dovranno essere operativi nel 2015.

1.4

A partire dal 2013 le entrate prodotte dall'ETS-UE andrebbero riscosse a livello nazionale nel quadro dell'applicazione della direttiva ETS-UE riveduta.

1.5

La proposta della Commissione relativa alla destinazione del 20 % dei proventi complessivi delle aste nazionali ETS-UE a misure per la riduzione delle emissioni di CO2 è del tutto inadeguata e costituisce un'opportunità finanziaria mancata. Gli Stati membri dovrebbero essere vivamente esortati a modificare radicalmente la loro posizione sui proventi da ETS-UE, per destinarli invece interamente a tecnologie a bassa emissione di CO2 e ad emissioni zero di CO2 prevedendo un'apposita dotazione per le CCS. In questo modo potrebbero essere reperiti i miliardi di euro necessari per promuovere la dimostrazione in tempi brevi delle tecnologie CCS su vasta scala, ma che attualmente mancano alla Commissione.

1.6

La Commissione dovrebbe predisporre un piano che definisca l'organizzazione e il ruolo della proposta «iniziativa industriale europea», assicurando che essa sia complementare ad altre iniziative senza sovrapporsi ad esse: ad esempio i progetti nel quadro del Settimo programma quadro (7PQ), la piattaforma tecnologica europea per le centrali elettriche a combustibili fossili a emissioni zero (European Technology Platform for Zero Emission Fossil Fuel Power Plants — ETP-ZEP) e il suo programma «ammiraglio» europeo.

1.7

Il CESE conviene sulla necessità di un'infrastruttura europea comune per il trasporto e lo stoccaggio del CO2. In effetti un sistema di trasporto su scala europea è indispensabile per collegare gli Stati membri che potrebbero non essere in grado di creare strutture di stoccaggio a livello nazionale.

1.8

Dato che il trasporto è un elemento essenziale ai fini della creazione di una vasta infrastruttura di CCS, il Comitato propone di adottare l'abbreviazione CCTS (Carbon Capture Transport and Storage, ovvero «cattura, trasporto e stoccaggio del carbonio»), in modo da includere i trasporti.

2.   Antecedenti del parere (1)

2.1

Lo sviluppo dell'intera catena del valore delle tecnologie CCS è tuttora in una fase iniziale e in parte ancora esplorativa. Aumenta invece progressivamente l'efficienza delle centrali che utilizzano tecnologie tradizionali. Visto che nel prossimo decennio l'Europa dovrà far fronte alla forte e urgente necessità di sostituire le capacità di produzione delle centrali, il Comitato raccomanda di adottare un approccio pragmatico che consiste nello sviluppo e nell'uso parallelo di entrambe le tecnologie. Se da un lato il miglioramento del rendimento utile può avvenire per lo più sotto la spinta del mercato, d'altro lato le tecnologie CCS (sia per le centrali che per le infrastrutture) necessitano di un ulteriore sostegno nelle fasi di dimostrazione e di immissione sul mercato.

2.2

Per lo sviluppo delle tecnologie CCS vengono seguiti due approcci: la tecnologia integrata nella centrale, che prevede la separazione del CO2 prima del processo di combustione, e la cosiddetta «tecnologia post-combustione», che prevede il filtraggio del CO2 dai fumi dopo la combustione (CO2 washing, ossia depurazione del CO2). Se sviluppato adeguatamente, questo secondo metodo si presterà ad essere applicato nelle nuove centrali elettriche ad alta efficienza già in costruzione, a condizione che vengano progettate tenendone previamente conto (cioè siano predisposte per integrare le tecnologie di cattura del carbonio, captureready). Queste due opzioni tecnologiche hanno in comune il fatto che il CO2 separato dev'essere trasportato dal sito della centrale in un luogo di stoccaggio adeguato.

2.3

Il nodo centrale per rendere tali processi accettabili alla società e al mondo politico è la garanzia di uno stoccaggio sicuro e a lungo termine del CO2, che in fin dei conti è proprio il problema fondamentale che questa tecnologia comporta per l'ambiente (2).

2.4

Durante una riunione svoltasi ad Aomori (Giappone) il 9 giugno 2008, il Gruppo degli otto paesi più industrializzati (G8) ha convenuto di varare, entro il 2010, 20 grandi progetti in materia di CCS onde favorire lo sviluppo tecnologico e l'abbattimento dei costi ai fini di un'ampia utilizzazione delle tecnologie CCS a partire dal 2020.

2.5

Alla riunione del G8 hanno partecipato rappresentanti dei seguenti paesi: Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, India, Italia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti.

2.6

A sostegno dell'impegno assunto in materia di CCS al G8 il ministero dell'Energia degli Stati Uniti (DOE) ha promesso formalmente finanziamenti per l'utilizzo delle tecnologie CCS nella gassificazione integrata a ciclo combinato (Integrated Gasification Combined Cycle — IGCC) o in altri impianti che utilizzino tecnologie avanzate del «carbone pulito» nel quadro del programma statunitense FutureGen. Gli Stati Uniti finanziano anche sette partenariati regionali per il sequestro del carbonio allo scopo di dimostrare l'efficacia dello stoccaggio geologico del CO2.

2.7

L'annuncio del G8 in merito alle CCS è in sintonia con la raccomandazione dell'Agenzia internazionale dell'energia (AIE) di utilizzare le tecnologie CCS nel quadro di un pacchetto di misure per dimezzare le emissioni di gas a effetto serra entro il 2050.

3.   Sintesi della comunicazione della Commissione

3.1

Le tecnologie CCS costituiscono uno strumento fondamentale nel panorama delle tecnologie già disponibili ed emergenti in grado di realizzare le riduzioni di CO2 occorrenti per conseguire gli obiettivi stabiliti per il dopo 2020 (3).

3.2

L'applicazione su ampia scala delle tecnologie CCS nelle centrali elettriche potrà essere praticabile sotto il profilo commerciale tra 10-15 anni, consentendo una valorizzazione autonoma di questa tecnologia entro il 2020, o poco dopo, nell'ambito di un dispositivo basato sul sistema ETS, strumento fondamentale per azzerare le emissioni di CO2 nella produzione di energia a partire da combustibili fossili.

3.3

A tal fine è indispensabile avviare immediatamente le fasi preparatorie: arrivare in tempi brevi allo stadio della dimostrazione è particolarmente necessario per le tecnologie CCS, già sviluppate e utilizzate a livello mondiale in altre applicazioni, in modo che possano essere adattate per il loro utilizzo su ampia scala nel settore della produzione di energia.

3.4

Nel marzo 2007 il Consiglio europeo ha dato il proprio sostegno, ribadito poi nel marzo 2008, all'intenzione della Commissione di incentivare la costruzione e la messa in funzione, entro il 2015, di un massimo di 12 impianti di dimostrazione delle tecnologie sostenibili dei combustibili fossili per la produzione commerciale di elettricità.

3.5

La comunicazione in oggetto, che integra la proposta di direttiva della Commissione sullo stoccaggio geologico del CO2 che istituisce il quadro giuridico comunitario per le CCS, porta avanti questa idea mirando a istituire una struttura che coordini e sostenga in modo efficace le attività di dimostrazione su ampia scala delle tecnologie CCS e a creare le condizioni perché l'industria proceda a investimenti audaci in una serie di impianti.

3.6

È indispensabile che l'Europa avvii non appena possibile un'azione di dimostrazione delle CCS nell'ambito di un quadro strategico integrato che preveda interventi mirati di R&S e misure di informazione e di sensibilizzazione del pubblico. Stando alla Commissione europea, un ritardo di sette anni nel processo di dimostrazione, tale da comportare un ritardo analogo nell'introduzione delle tecnologie CCS a livello mondiale, potrebbe determinare il rilascio su scala mondiale di quantità di emissioni evitabili pari ad oltre 90 Gt di CO2 entro il 2050 (4), corrispondenti a oltre 20 anni delle emissioni totali di CO2 prodotte attualmente nell'UE.

3.7

Per attrarre finanziamenti pubblici sono essenziali impegni chiari e decisi da parte dell'industria europea, supportati da incentivi e garanzie della Commissione. In particolare, gli Stati membri che intendono utilizzare il carbone nel loro futuro mix energetico dovrebbero adottare misure di sostegno a favore della dimostrazione in tempi brevi delle CCS.

3.8

La comunicazione menziona due tipi di ostacoli:

ostacoli di carattere legislativo e riguardanti la sicurezza, i quali possono essere sormontati in tempo e senza costi addizionali di rilievo. Appena disponibile un quadro regolamentare che assicuri la diminuzione dei rischi si potrà affrontare il problema degli ostacoli giuridici,

ostacoli economici: i costi delle tecnologie CCS sono stimati a circa 35 euro per tonnellata di CO2 nel 2020 e si ritiene che potranno essere facilmente coperti grazie al valore delle quote di emissione.

Il documento della Commissione precisa che l'UE avrà la possibilità di svolgere un ruolo di primo piano nella messa a punto di una regolamentazione internazionale sulle tecnologie CCS.

3.9

L'iniziativa industriale europea che la Commissione propone di avviare dovrebbe far convergere gli sforzi di quelli che essa definisce i «pionieri» impegnati a creare una rete di progetti dimostrativi. Questo dovrebbe favorire gli scambi di esperienze e d'informazione, sensibilizzare il pubblico e fornire elementi utili per politiche che consentano una catena del valore completa per le tecnologie CCS. Inoltre, si può prevedere che la suddetta iniziativa industriale europea aiuti ad attrarre fondi nazionali e internazionali.

3.10

La Commissione dichiara di poter apportare solo una parte minima dei fondi necessari e punta quindi sia sulla capacità dei «pionieri» di generare finanziamenti, sia sui fondi pubblici dei governi nazionali e delle ONG internazionali.

3.11

La Commissione definisce tre azioni:

ottenere l'impegno decisivo dei «pionieri» del settore industriale mediante un programma «ammiraglio» e un vero vantaggio commerciale,

permettere sia l'impiego degli aiuti di Stato, a seconda dei casi, sia altre misure preferenziali offerte dagli Stati membri,

mobilitare i finanziamenti al livello dell'UE: iniziativa specifica della Commissione insieme alla BEI onde mettere a punto strumenti per i finanziamenti e la condivisione dei rischi.

Si fa inoltre presente che quanto più l'industria tarderà a cominciare ad adottare le CCS, tanto maggiore sarà il rischio che i decisori politici si vedano costretti a contemplare misure obbligatorie.

3.12

La Commissione tiene conto della necessità d'infrastrutture europee comuni per il trasporto e lo stoccaggio del CO2 e prevede una revisione della disciplina comunitaria in materia di reti transeuropee dell'energia (RTE-E), incluse le tecnologie CCS.

4.   Antecedenti della consultazione della Commissione

4.1

La Commissione europea, facendo seguito alle decisioni del Consiglio europeo del marzo 2007 in materia di protezione del clima e sicurezza dell'approvvigionamento energetico, ha proposto un intero pacchetto di misure, presentate in documenti separati, per realizzare gli obiettivi previsti nelle decisioni del Consiglio. Tali misure riguardano in particolare l'efficienza energetica, il potenziamento delle fonti rinnovabili, nonché lo sviluppo e l'applicazione di tecnologie innovative adeguate. Il Comitato ha elaborato pareri specifici su ognuno di tali argomenti (5).

4.2

In questo contesto assumono un ruolo importante anche i procedimenti finalizzati a una riduzione stabile delle emissioni di gas a effetto serra generate dall'uso delle fonti energetiche fossili. Il presente parere verte proprio su questo aspetto.

4.3

Il presente parere si ricollega a un altro parere predisposto dal Comitato (6) su questa tecnologia, riguardante proprio la proposta di direttiva della Commissione relativa allo stoccaggio geologico del biossido di carbonio testé citata.

5.   Osservazioni di carattere generale

5.1

La comunicazione in esame ribadisce più volte quanto sia vitale per il successo dei suoi programmi dimostrare rapidamente che (a) l'ETS-UE svolgerà un ruolo chiave, e (b) che è possibile un «vero vantaggio commerciale». Manifestamente, l'ETS-UE promette un effettivo vantaggio commerciale ai pionieri, ma questo verrà troppo tardi se entro la fine del 2009 la Commissione non offrirà un quadro normativo chiaro e definitivo per l'ETS-UE dopo il 2012.

Entro la fine del 2009 il settore energetico dovrà disporre di una base solida per prendere decisioni in materia d'investimenti onde avviare la fase di progettazione e costruzione in tempo per l'entrata in funzione dei primi siti CCS nel 2015. Questo aspetto non è stato evidenziato a sufficienza, specie se si considerano la scarsa chiarezza attuale circa l'ETS-UE e le vaghe richieste rivolte dalla Commissione al settore dell'energia e ai governi nazionali, le quali mantengono irrisolta la questione dei finanziamenti.

5.2

Il sistema ETS dell'UE costituisce effettivamente un mercato importante per il carbonio, il quale però potrà rivelarsi molto efficace solo se verrà decisamente orientato alla definizione di un prezzo per le quote di emissione che sia superiore ai costi supplementari sostenuti per le misure intese a ridurre il CO2. Se la Commissione non farà chiarezza circa le regole e la portata delle aste e l'adeguata riscossione dei proventi da esse generati, e se non svolgerà un ruolo guida in tal senso, le eccessive incertezze indurranno i potenziali investitori a propendere per un atteggiamento di attendismo.

5.3

È certo che un'infrastruttura europea comune per il trasporto e lo stoccaggio di CO2 faciliterebbe la realizzazione su vasta scala delle CCS in tutta Europa. Alcuni Stati membri potrebbero non essere in grado di creare, da soli, strutture di stoccaggio a livello nazionale (7). Ove possibile si dovrebbero utilizzare infrastrutture dismesse o nuovi impianti integrati ad altre infrastrutture. Data l'importanza del trasporto, il Comitato proporrebbe persino di adottare esplicitamente l'abbreviazione CCTS (Carbon Capture Transport and Storage — cattura, trasporto e stoccaggio del carbonio) in modo da includere i trasporti, pur riconoscendo che l'abbreviazione CCS è ormai nota e accreditata a livello internazionale.

5.4

Dato che attualmente il suo bilancio non le permette di offrire un congruo contributo, la Commissione accolla alle autorità nazionali un notevole onere per il finanziamento delle tecnologie CCS. Visti l'interesse che le tecnologie in parola presentano per l'Unione europea e la necessità che questa svolga un ruolo di «regia» e supervisione per la riuscita dei progetti di dimostrazione, per i progetti di CCS la Commissione dovrebbe farsi carico di finanziamenti ben maggiori di quanto non preveda attualmente, integrati se del caso da contributi degli Stati membri (8).

5.4.1

Grazie alle aste relative alle quote di emissioni nel quadro dell'ETS-UE è stato possibile supplire alla carenza di finanziamenti da parte della Commissione. Attualmente solo il 20 % è stato allocato a favore delle tecnologie a bassa emissione di carbonio e ad emissione zero di carbonio. Occorre sollecitare gli Stati membri a rivedere radicalmente la loro posizione circa le entrate da ETS-UE, destinandole integralmente alle tecnologie a bassa emissione di carbonio e riservandone un'apposita quota alle CCS (9). In questo modo potrebbero essere reperiti i miliardi di euro necessari per promuovere la dimostrazione in tempi brevi delle tecnologie CCS su vasta scala, ma che attualmente mancano alla Commissione.

5.4.2

Inoltre, come già proposto dal Comitato, la dotazione prevista dal 7PQ potrebbe beneficiare di un congruo incremento del 15 %, corrispondente a un aumento dal 2 % al 3 % del PIL investito in R&S. In tal modo tramite il 7PQ si potrebbe dare un contributo reale alla promozione dei progetti di dimostrazione delle CCS.

5.4.3

Il 7PQ favorisce anche tutta un'altra serie di misure che contribuiscono anch'esse alla preparazione di progetti di dimostrazione su vasta scala. Occorre che le diverse misure siano chiaramente collegate al dispositivo proposto per promuovere i progetti di dimostrazione.

5.5

La Commissione non precisa in che modo la prevista iniziativa industriale europea si ricolleghi alle altre misure e iniziative cui la stessa Commissione partecipa (10). Per assicurare una strategia integrata è indispensabile precisare i provvedimenti che vanno adottati.

5.6

Si prevede che lo sviluppo e l'applicazione delle tecnologie CCS produrranno un notevole impatto positivo sull'occupazione in Europa. Alcuni importanti fornitori di attrezzature e d'infrastrutture di trasporto in relazione alle CCS hanno sede proprio in Europa. Essi mettono a punto, ad esempio, attrezzature e condotte, che inoltre venderebbero e installerebbero ai fini dell'utilizzo delle tecnologie di CCS a livello mondiale. In materia di CCS l'Europa gode di una solida posizione a livello internazionale, che si rafforzerebbe ulteriormente se per queste tecnologie l'UE riuscisse a realizzare rapidamente dimostrazioni su larga scala all'interno dell'Europa (11).

5.7

Con riferimento ai combustibili fossili il Comitato propone di utilizzare l'aggettivo «puliti», anziché «sostenibili». Quest'ultimo termine si presta meglio, ad esempio, per l'energia solare e la bioenergia e meno per le tecnologie CCS: queste rappresentano una soluzione transitoria in quanto permettono di utilizzare i combustibili fossili in maniera pulita fino a quando non si riuscirà a realizzare appieno il passaggio all'approvvigionamento di energia sostenibile.

5.8

Che il confinamento sicuro del CO2 mediante stoccaggio sia fattibile lo dimostra un'ampia casistica, come si illustra in breve qui di seguito:

i)

giacimenti di gas: è dimostrata la fattibilità del confinamento del CO2, ma resta da dimostrare la possibilità di migliorare l'estrazione di gas (enhanced gas recovery — EGR);

ii)

giacimenti di petrolio: è dimostrata la fattibilità del confinamento del CO2, il miglioramento dell'estrazione di petrolio (enhanced oil recovery — EOR) è prassi corrente negli Stati Uniti sudoccidentali dalla metà degli anni '70;

iii)

acquiferi salini: grande potenziale, ma anche notevoli incertezze; necessità di valutazione specifica dei siti, per vari anni buona esperienza con l'acquifera salina Utsira del giacimento Sleipner (progetto norvegese nel Mare del Nord);

iv)

depositi carboniferi: una nicchia interessante per migliorare l'estrazione del metano dai giacimenti carboniferi grazie all'iniezione di CO2. Questo metodo è però ancora nella fase della ricerca;

v)

un aspetto importante della dimostrazione su vasta scala consisterà nel mostrare e fornire all'opinione pubblica la prova che lo stoccaggio del CO2 in siti fra cui i giacimenti di gas presenta livelli di sicurezza pari a quelli conseguiti nell'estrazione di petrolio e gas dai medesimi giacimenti. Il CESE invita la Commissione ad adottare provvedimenti adeguati per informare il pubblico.

6.   Osservazioni specifiche

6.1

Il Comitato accoglie con favore il dispositivo della proposta intesa a promuovere i progetti di dimostrazione relativi alle tecnologie CCS nelle centrali elettriche, illustrato nella comunicazione in esame, ferme restando alcune osservazioni di carattere generale.

6.1.1

La Commissione dovrebbe disporre di una strategia che eviti il sovrapporsi della proposta d'iniziativa industriale europea al programma «ammiraglio» europeo dell'ETP-ZEP. Queste d'iniziative dovrebbero essere opportunamente coordinate e rafforzarsi reciprocamente.

6.1.2

La comunicazione della Commissione accenna alla possibilità di «ampliare l'ambito dell'iniziativa industriale europea al di là della rete di progetti». Non è chiaro però che cosa ciò significhi esattamente. Per di più si precisa che al riguardo resterebbero da determinare le «opzioni di finanziamento per questo ampliamento». Qual è il valore aggiunto di tale ampliamento, e quale il nesso con le altre iniziative menzionate in precedenza in relazione alle tecnologie CCS?

6.2

Il Comitato non approva la proposta di concentrare i mezzi finanziari per lo sviluppo delle dimostrazioni nelle tecnologie CCS perché non la giudica sufficiente.

6.2.1

La comunicazione prospetta un approccio caso per caso, in base al quale le iniziative nazionali verrebbero sottoposte alla Commissione, e quest'ultima deciderebbe quali forme di aiuti di Stato e altri provvedimenti nazionali siano ammissibili. Per il successo dei progetti di dimostrazione nel quadro del programma «ammiraglio» europeo è opportuno che la Commissione abbia un ruolo centrale di coordinamento e di supervisione. Essa è responsabile del finanziamento globale. Questo apporto della Commissione potrebbe essere poi integrato da contributi ad hoc degli Stati membri interessati, i quali dovrebbero quindi ottenere un benestare come aiuti di Stato autorizzati. Al tempo stesso il settore interessato dovrebbe assumere impegni relativi al finanziamento e alla realizzazione.

6.2.2

Qualora la Commissione garantisca, a determinate condizioni, un cofinanziamento europeo proporzionale ad un contributo nazionale ad hoc, ciò costituirebbe un incentivo per le autorità nazionali. Il fatto di prevedere in partenza un cofinanziamento potrebbe evitare buona parte delle incertezze circa il finanziamento dei progetti e accelerarne l'iter.

6.2.3

Facilitare il finanziamento dei progetti di dimostrazione mediante nuovi strumenti di finanziamento è di per sé un'idea interessante. Ma in fin dei conti idee di questo tipo funzioneranno bene solo se comportano un rischio accettabile e se è chiaro in che modo i costi supplementari sostenuti a lungo termine possano essere comunque recuperati nei vari casi.

6.3

Il Comitato può tuttavia convenire sul fatto che l'inserimento delle tecnologie CCS nel sistema ETS-UE costituisce un incentivo importante per lo sviluppo e l'attuazione di grandi progetti di dimostrazione in un contesto europeo. La comunicazione indica anche che i «pionieri» devono poter trarre un «vero vantaggio commerciale».

6.4

La Commissione precisa però anche che l'ETS-UE potrebbe comunque compensare (o più che compensare) i costi supplementari sostenuti nei vari casi. Allo stato attuale questo non può però essere garantito per i seguenti motivi:

non si sa bene che ne sarà dell'ETS-UE dopo il 2012,

introducendo le tecnologie CCS nel sistema ETS-UE permane incertezza circa la formazione dei prezzi delle quote di emissione. I principali interrogativi che si pongono al riguardo sono, ad esempio, il carattere, la portata e il calendario scelto per le aste al livello degli Stati membri nell'ambito dell'Unione europea o l'incidenza del meccanismo di sviluppo pulito (clean development mechanism — CDM),

i costi reali delle tecnologie CCS dopo il 2012 (attività di dimostrazione da realizzare in tempi brevi) e dopo il 2020 (realizzazione per il mercato) dipendono fortemente dai progressi in termini di R&S e dall'andamento dell'economia (ad es. prezzi dei combustibili, costi di progettazione e realizzazione).

6.5

Il sistema ETS-UE può effettivamente offrire ai «pionieri» un vero vantaggio commerciale nei confronti di altre parti. Occorre però studiare meglio come attraverso questo sistema sia possibile creare un fattore economico affidabile e sostenibile, capace di offrire ai «pionieri» un vantaggio competitivo rispetto a chi entra in un secondo momento nel mercato. Occorrerà poi prestare maggiore attenzione agli altri possibili fattori economici.

Bruxelles, 17 settembre 2008.

Il Presidente

del Comitato economico e sociale europeo

Dimitris DIMITRIADIS


(1)  Parere del CESE in merito alla Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa allo stoccaggio geologico del biossido di carbonio — CESE 1203/2008 (NAT/401), punto 4.

(2)  Cfr. in particolare il rapporto dell'AIE Energy Systems Analysis of CCS Technology; PRIMES Model Scenarios («Analisi dei sistemi energetici delle tecnologie CCS: scenari relativi al modello Primes») e il parere del CESE sullo stoccaggio geologico del biossido di carbonio (CESE 1203/2008) (NAT/401), e più specificamente i punti 5.3.2, 5.15.1 e 5.15.2.

(3)  Sarà indispensabile migliorare l'efficienza del processo di combustione del carbone, ma ciò non basterà per ottenere le riduzioni delle emissioni di CO2 necessarie.

(4)  Fonte: Accademia internazionale di scienze ambientali (IAES).

(5)  NAT/399, NAT/400, NAT/401, TEN/334, TEN/338 e TEN/341.

(6)  Parere della sezione specializzata Agricoltura, sviluppo rurale, ambiente (NAT/401 — CESE 1203/2008) in merito alla Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa allo stoccaggio geologico del biossido di carbonio e recante modifica delle direttive 85/337/CEE e 96/61/CE del Consiglio e delle direttive 2000/60/CE, 2001/80/CE, 2004/35/CE, 2006/12/CE e del regolamento (CE) n. 1013/2006 [COM(2008) 18 def. — 2008/0015 (COD)].

(7)  Cfr. in particolare il rapporto AIE Energy Systems Analysis of CCS Technology; PRIMES Model Scenarios e relative cartine allegate.

(8)  Sono state tuttavia formulate altre proposte sui modi per sormontare l'impasse in materia di finanziamenti, cfr. l'articolo «Financing woes plague EU Climate technologies» («I problemi finanziari affliggono le tecnologie UE in materia di clima»), pubblicato su EurActive.com del 27 febbraio 2008.

(9)  Sono all'esame del Parlamento europeo proposte per destinare una quota dei proventi da ETS compresa fra i 60 e i 500 milioni di euro a progetti di dimostrazione su vasta scala (si tratta di proposte di modifica alla Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2003/87/CE al fine di perfezionare ed estendere il sistema comunitario di scambio delle quote di emissione dei gas a effetto serra (COM(2008) 16 def.)).

(10)  Cfr., ad es., il programma «ammiraglio» europeo e l'ETP-ZEP.

(11)  Cfr. rapporto AIE.


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