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Document 52006AR0031

Parere del Comitato delle regioni in merito alla Proposta di raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a competenze chiave per l'apprendimento permanente

GU C 229 del 22.9.2006, p. 21–28 (ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, NL, PL, PT, SK, SL, FI, SV)

22.9.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 229/21


Parere del Comitato delle regioni in merito alla «Proposta di raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a competenze chiave per l'apprendimento permanente»

(2006/C 229/03)

IL COMITATO DELLE REGIONI,

vista la Proposta di raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a competenze chiave per l'apprendimento permanente (COM(2005) 548 def. — 2005/0221 (COD)),

vista la decisione della Commissione europea, del 28 novembre 2005, di consultarlo in merito a tale documento, a norma dell'articolo 265, primo comma, del Trattato che istituisce la Comunità europea,

vista la decisione del proprio Presidente, del 24 gennaio 2006, di incaricare la commissione Cultura e istruzione di elaborare un parere in materia,

visto il proprio parere in merito alla Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un programma d'azione integrato nel campo dell'apprendimento permanente (CdR 258/2004 fin (1)),

visto il proprio parere in merito alla Comunicazione della CommissioneRealizzare uno spazio europeo dell'apprendimento permanente (CdR 49/2002 fin (2)),

visto il proprio parere in merito alla Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio concernente il Settimo programma quadro di attività comunitarie di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione (2007-2013) (CdR 155/2005 fin),

visto il proprio parere in merito alla Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio recante adozione di un programma pluriennale (2004-2006) per l'effettiva integrazione delle tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni (TIC) nei sistemi di istruzione e formazione in Europa (Programma e-Learning) (CdR 73/2003 fin (3)),

visto il proprio parere in merito alla Comunicazione della CommissionePromuovere l'apprendimento delle lingue e la diversità linguistica: Piano d'azione 2004-2006 (CdR 248/2003 fin (4)),

visto il proprio parere in merito alla Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il programma Cultura 2007 (2007-2013) (CdR 259/2004 fin (5)),

visto il proprio parere in merito alla Comunicazione della Commissione al ConsiglioSeguito del Libro bianco «Un nuovo impulso per la gioventù europea»Proposta di obiettivi comuni per le attività di volontariato dei giovani a seguito della risoluzione del Consiglio del 27 giugno 2002 relativa al quadro di cooperazione europea in materia di gioventù (COM(2004) 337 def.),

visto il proprio parere in merito alla Comunicazione della Commissione al Consiglio sul tema: Seguito del Libro bianco «Nuovo impulso per la gioventù europea»Proposta di obiettivi comuni per una migliore comprensione e conoscenza dei giovani a seguito della risoluzione del 27 giugno 2002 relativa al quadro di cooperazione europea in materia di gioventù (COM(2004) 336 def.) (CdR 192/2004 fin (6)),

visto il proprio parere (CdR 31/2006 riv. 2) adottato il 4 aprile 2006 dalla commissione Cultura, istruzione e ricerca, (relatrice: Christina TALLBERG, membro del consiglio della contea di Stoccolma (SE/PSE)),

ha adottato il seguente parere in data 14 giugno 2006, nel corso della 65a sessione plenaria.

Contenuto del documento della Commissione

Il Consiglio europeo di Lisbona del marzo 2000 ha riconosciuto che l'Europa si trova ad affrontare delle sfide legate alla globalizzazione e al passaggio ad economie basate sulla conoscenza. Esso ha sottolineato che «occorre che ogni cittadino possieda le conoscenze necessarie per vivere e lavorare in questa nuova società dell'informazione» e che «un quadro europeo dovrebbe definire le nuove competenze di base (7) da fornire lungo tutto l'arco della vita: competenze in materia di tecnologia dell'informazione, lingue straniere, cultura tecnologica, imprenditorialità e competenze sociali».

La proposta di raccomandazione in esame presenta quindi uno strumento di riferimento europeo in materia di competenze chiave e suggerisce come assicurare a tutti i cittadini l'acquisizione di tali competenze mediante l'apprendimento permanente.

Lo sviluppo della società della conoscenza determina un aumento della domanda di competenze chiave nella sfera personale, in quella pubblica e in quella professionale.

Il Gruppo ad alto livello sulla strategia di Lisbona ha però espresso a chiare lettere, nel novembre 2004, che «in Europa si è lungi dal fare a sufficienza per dotare le persone degli strumenti di cui hanno bisogno per adattarsi a un mercato del lavoro in evoluzione e questa constatazione vale per i posti di lavoro ad alta qualifica come per quelli a bassa qualifica».

Molti paesi hanno avviato programmi per l'acquisizione delle competenze di base, ad esempio lettura, scrittura, aritmetica di base e TIC per gli adulti, spesso agendo per il tramite di ONG. Diversi paesi però non sono ancora in grado di offrire a tutti i cittadini la possibilità di acquisire tali competenze o di aggiornare quelle che già possiedono.

Il documento intitolato «Competenze chiave per l'apprendimento permanente — un quadro di riferimento europeo», allegato alla proposta di raccomandazione, elenca le conoscenze, abilità e attitudini di cui tutti hanno bisogno per una cittadinanza attiva e per un maggior impegno a favore dello sviluppo sostenibile. Le otto competenze chiave sono: comunicazione nella madrelingua, comunicazione nelle lingue straniere, competenza matematica, competenza digitale, imparare a imparare, competenze interpersonali, interculturali e sociali, imprenditorialità e espressione culturale.

Importanza per gli enti locali e regionali

In tutta l'Unione europea, ai livelli locale e regionale incombono responsabilità fondamentali in materia di istruzione, formazione e riqualificazione attraverso l'apprendimento permanente.

Gli enti locali e le regioni si trovano in una posizione privilegiata per stabilire un partenariato costruttivo con le parti sociali, gli istituti e le organizzazioni che forniscono formazione di base e formazione continua, al fine di adeguare l'offerta di formazioni di base e professionali alle necessità e alle esigenze locali specifiche.

Diversi progetti di cooperazione a carattere regionale o locale hanno inoltre un forte ruolo di impulso per la crescita e lo sviluppo.

Per mezzo dei suoi programmi educativi, l'Unione europea riesce a entrare direttamente in contatto con i suoi cittadini. Nessun'altra azione comunitaria raggiunge, ogni anno, un numero altrettanto grande di persone. I programmi contribuiscono inoltre a promuovere la modernizzazione dei sistemi educativi e favoriscono il miglioramento delle competenze dei singoli individui. Tenuto conto degli ambiti di competenza degli enti locali e regionali, gli attori regionali dovrebbero essere destinatari privilegiati delle azioni intraprese nel quadro dei programmi relativi all'istruzione e alla formazione (8).

Un eccellente esempio di diffusione e di sviluppo dell'apprendimento permanente in Europa è dato dalle Reti regionali per l'apprendimento permanente, le cosiddette R3L, istituite dalla Commissione e dal Comitato delle regioni. Tale iniziativa, che inizialmente consisteva in un progetto pilota con un bilancio separato rispetto a quello destinato ai programmi principali, è stata inclusa nella proposta di un nuovo programma d'azione integrato nel campo dell'apprendimento permanente per il periodo 2007-2013.

1.   Punto di vista del Comitato delle regioni

1.1

Il Comitato delle regioni approva buona parte della strategia dell'UE per l'apprendimento permanente, che inizia nella prima infanzia e prosegue per tutto l'arco della vita, e accoglie con favore il fatto che essa tenga conto di conoscenze acquisite in contesti diversi, ovvero tramite l'apprendimento formale, quello non formale o quello informale. In diverse occasioni il CdR ha sottolineato che la strategia per l'apprendimento permanente coinvolge da vicino il livello locale e regionale, visto che negli Stati membri è proprio su quest'ultimo che spesso ricade la responsabilità politica ed economica in materia di istruzione e formazione. Gli enti locali e regionali svolgono sovente un ruolo centrale in qualità di sostegno allo sviluppo e alla crescita, con competenze che si estendono anche all'ambito sociale, segnatamente per quanto riguarda la protezione sociale dei cittadini e le infrastrutture. Detti enti sono inoltre datori di lavoro: in tale veste, sono direttamente responsabili e interessati allo sviluppo delle competenze dei propri dipendenti (9).

1.2

Le questioni legate alla formazione sono essenziali se vogliamo che l'Europa sia competitiva e che si creino le condizioni necessarie a garantire il benessere. Le persone, che costituiscono la risorsa più importante dell'Europa, vanno dotate degli strumenti necessari per affrontare una vita lavorativa ed un genere di lavoro che sono sostanzialmente diversi da quelli delle generazioni precedenti e che anche in futuro continueranno a cambiare rapidamente. Sia le imprese che i dipendenti si trovano di fronte a mutamenti di cui è difficile prevedere la portata.

1.3

Lo sviluppo locale e regionale presenta condizioni e punti di partenza molto diversi, ma non va assolutamente visto come un processo isolato dal mondo circostante. Le regioni e le comunità necessitano di attività in nuovi settori produttivi che sostituiscano progressivamente i lavori che vanno scomparendo, per non trovarsi di fronte al rischio di ristagno, esclusione sociale sotto forma di disoccupazione, un elevato tasso di congedi per malattia e una tendenza all'uscita precoce dal mercato del lavoro.

1.4

Le competenze e le abilità delle persone vanno pertanto sviluppate in modo tale da soddisfare le necessità di attività basate sulla conoscenza. Buone competenze linguistiche, abilità comunicative in generale e attitudine al lavoro di squadra divengono qualità sempre più importanti per gli individui. L'evoluzione attuale, contraddistinta da flussi commerciali più rapidi, dalla globalizzazione dei mercati e dalla segmentazione, richiede una maggiore interazione. Ciò vale sia per le imprese a livello locale e regionale che per le regioni. Si crea quindi una maggiore interdipendenza tra le varie parti d'Europa, nonché tra l'Europa stessa e il resto del mondo.

1.5

L'interazione fra vita lavorativa, società e istruzione superiore costituisce una condizione essenziale per promuovere l'innovazione e la crescita a livello locale e regionale. Vi è bisogno di infrastrutture fondate sull'inclusione e sulla non discriminazione che promuovano la cittadinanza attiva e la responsabilità in generale per assicurare la coesione sociale e lo sviluppo sostenibile.

1.6

Il Comitato delle regioni già in passato ha sottolineato il ruolo attivo che gli spetta nella promozione dell'apprendimento permanente a livello locale e regionale (10). Ciò riguarda naturalmente anche le questioni relative agli obiettivi in materia di istruzione e alle competenze chiave. Secondo il Comitato, è estremamente importante che le questioni trattate nella proposta della Commissione producano un impatto anche sul piano locale e regionale.

1.7

Il Comitato desidera continuare ad impegnarsi per seguire gli sviluppi della questione e propone una futura collaborazione con la Commissione sulle questioni concernenti, ad esempio, i progetti pilota e le indagini.

1.8

Il Comitato delle regioni desidera sottolineare l'importanza di sviluppare reti regionali per l'apprendimento permanente (le cosiddette R3L), allo scopo di potenziare la creazione di reti tra gli istituti e le associazioni di istruzione e formazione pubblica o superiore, di formazione professionale o a carattere culturale. Tale messa in rete è infatti fondamentale per accrescere l'occupabilità e la cittadinanza attiva.

2.   Raccomandazioni agli Stati membri proposte dalla Commissione

2.1

Alla luce delle precedenti considerazioni, il rilievo dato alle competenze chiave per l'apprendimento permanente nella società e nella vita lavorativa attuali e future è estremamente importante. Ciò si applica al sostegno allo sviluppo a livello locale, regionale, nazionale e comunitario. Il Comitato delle regioni accoglie con favore la proposta di raccomandazione della Commissione agli Stati membri sulle competenze chiave per l'apprendimento permanente.

2.2

È particolarmente positivo, a giudizio del Comitato, il fatto che le proposte della Commissione evidenzino il ruolo e l'importanza del livello locale e regionale. Si tratta di un passo avanti significativo rispetto alle precedenti proposte della Commissione che si limitavano quasi esclusivamente al livello europeo e nazionale.

2.3

Il programma integrato per l'istruzione permanente costituisce, a giudizio del Comitato, uno strumento importante per promuovere il settore dell'istruzione e una tappa per rafforzare le competenze chiave per l'apprendimento permanente. Una maggiore mobilità dei cittadini favorisce la diffusione delle conoscenze e delle abilità nelle regioni e nei comuni dell'UE e può contribuire ad accrescere la competitività e l'occupazione.

2.4

La possibilità per gli adulti di aggiornare le loro competenze chiave nel corso della vita e la particolare attenzione rivolta all'individuazione di gruppi di destinatari prioritari a livello nazionale, regionale e locale costituiscono i fondamenti della raccomandazione della Commissione. In tale contesto gli interventi che promuovono la motivazione e la diffusione delle informazioni sul piano locale e regionale tra le persone scarsamente qualificate possono rappresentare un elemento importante. Si tratta di utilizzare le conoscenze, le esperienze e gli interessi delle persone come punto di partenza e non di insistere sulle loro carenze e limitatezze.

2.5

L'effetto delle raccomandazioni della Commissione sulle trasformazioni dei processi economici, sociali, culturali e altri, dipenderà dall'avvio di azioni concrete e tempestive a livello nazionale, regionale e locale. Per tale motivo, il Comitato delle regioni sottolinea l'importanza di attuare programmi di riforma del sistema di istruzione e formazione per l'apprendimento formale, non formale e informale. Tali programmi riguarderanno tutti i livelli e saranno diretti ad avvicinare i sistemi ai bisogni del mercato del lavoro dell'UE e alle esigenze della strategia dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita.

2.6

Nella partecipazione ai corsi di istruzione e formazione e nei risultati conseguiti le differenze tra i sessi costituiscono pertanto un fattore importante da considerare e da rimuovere a livello nazionale, regionale e locale. Una soluzione può essere quella di incoraggiare le ragazze e le donne a intraprendere studi nell'ambito della tecnologia e delle scienze. In altri contesti occorre invece sostenere gli uomini, dato che in diverse regioni e comuni sono questi ultimi che tendono ad abbandonare i corsi di istruzione e formazione, dimostrando una minore motivazione e inclinazione per le iniziative di formazione.

2.7

A giudizio del Comitato, le proposte di raccomandazione della Commissione agli Stati membri si riveleranno un importante strumento per promuovere un'impostazione più snella e mirata del sistema di istruzione in Europa, allo scopo di conseguire obiettivi comuni in materia di competitività, benessere e partecipazione. Il CdR, che naturalmente approva tali obiettivi, desidera formulare una serie di osservazioni.

2.8   Raccomandazione n. 1 della Commissione:

assicurare che l'istruzione e la formazione iniziale offrano a tutti i giovani gli strumenti per sviluppare le competenze chiave a un livello tale che li prepari alla vita adulta e costituisca la base per ulteriori occasioni di apprendimento, come anche per la vita lavorativa.

Il Comitato delle regioni

2.8.1

sottolinea l'importanza di offrire ai bambini, fin dalla prima infanzia, un sostegno efficace allo scopo di favorirne lo sviluppo mirato, evitando loro la pesante esperienza dell'insuccesso scolastico. L'istruzione obbligatoria deve porre inoltre le basi per l'apprendimento continuo nel corso della vita attraverso l'apprendimento formale, non formale e informale. È essenziale tenere conto del fatto che i bambini e i giovani apprendono in maniera diversa, maturano in momenti diversi e spesso hanno bisogno di tempi diversi per conseguire gli obiettivi stabiliti. Ciò costituisce una sfida importante per lo sviluppo dei sistemi di istruzione e formazione e per la formazione degli insegnanti;

2.8.2

ritiene necessario prevedere un sostegno particolare per i bambini e i giovani con bisogni specifici dovuti, ad esempio, a disabilità, al fine di permettere loro di svolgere un ruolo attivo assieme agli altri bambini.

2.9   Raccomandazione n. 2 della Commissione:

Assicurare che si tenga debitamente conto di quei giovani che, a causa di svantaggi educativi determinati da circostanze personali, sociali, culturali o economiche, hanno bisogno di un sostegno particolare per realizzare le loro potenzialità educative.

Il Comitato delle regioni

2.9.1

accoglie con soddisfazione il fatto che nella sua proposta la Commissione prenda atto della necessità di tenere conto di coloro che presentano svantaggi educativi. Conviene sul fatto che lo svantaggio educativo è spesso dovuto a una combinazione di circostanze personali, sociali, culturali ed economiche e deve essere affrontato in collaborazione con altri settori della società. È essenziale rimuovere efficacemente gli ostacoli all'occupazione, alla formazione e ad altre opportunità;

2.9.2

sottolinea che è indispensabile che tutti gli studenti, a prescindere dalla loro estrazione sociale, siano messi in condizione di conseguire gli obiettivi formativi e non si vedano costretti ad abbandonare gli studi. Sono a tal fine necessari interventi e iniziative puntuali che tengano conto delle condizioni e delle necessità specifiche di ogni individuo;

2.9.3

ritiene che l'Unione europea non riuscirà a raggiungere gli obiettivi lungimiranti che si è posta, se determinate persone vengono escluse dal lavoro, dall'istruzione, dalla formazione e da prospettive migliori perché discriminate in base al sesso, alla disabilità, alla razza, all'età o a motivi di altro genere. Gli enti locali e regionali hanno un ruolo importante da svolgere nell'attuazione di strategie fondate sull'inclusione e sulla non discriminazione e nel fornire a tutti le medesime possibilità e i medesimi diritti;

2.9.4

è dell'avviso che sarebbe auspicabile procedere alla costituzione di reti transfrontaliere regionali e comunali in Europa allo scopo di incentivare la diffusione dello scambio di esperienze e dare impulso alla conoscenza, come previsto dall'iniziativa R3L. Si tratta di iscrivere la questione all'ordine del giorno, portare avanti lo sviluppo di metodologie, nonché il trasferimento e il consolidamento di abilità.

2.10   Raccomandazione n. 3 della Commissione:

Assicurare che gli adulti siano in grado di sviluppare e aggiornare le competenze chiave in tutto l'arco della loro vita con un'attenzione particolare per gruppi di destinatari riconosciuti prioritari nei contesti nazionale, regionale e/o locale.

Il Comitato delle regioni

2.10.1

ritiene che si tratti di una proposta importante e che le esigenze varino spesso in maniera significativa da una regione e da una comunità all'altra richiedendo di conseguenza approcci diversi per raggiungere tutti i cittadini. Vi sono pertanto buoni motivi per sottolineare che sovente è proprio a livello locale e regionale che occorre individuare gruppi di destinatari riconosciuti prioritari. Può essere, ad esempio, necessario sviluppare la cooperazione con quelle organizzazioni che si occupano dell'istruzione e della formazione degli adulti, nonché con le parti sociali.

2.10.2

ritiene che tra i gruppi di destinatari riconosciuti come prioritari, particolare attenzione debba essere data alla categoria dei dipendenti di enti locali e regionali, in relazione alle funzioni pubbliche da essi svolte, affinché possano sviluppare e aggiornare le competenze chiave lungo l'arco della vita lavorativa.

2.11   Raccomandazione n. 4 della Commissione:

Far sì che vi sia un'infrastruttura adeguata per l'istruzione e la formazione permanente degli adulti che, tenendo conto dei bisogni diversi di questi ultimi, preveda la disponibilità di insegnanti e formatori, la possibilità di accesso e il sostegno per i discenti.

Il Comitato delle regioni

2.11.1

in un precedente parere ha già evidenziato (11) l'importanza di mobilitare le risorse a livello locale e regionale al fine di sostenere l'apprendimento permanente, sottolineando la necessità di avviare discussioni a livello locale e regionale. Nel medesimo parere il Comitato ha sottolineato che occorre altresì considerare l'accessibilità geografica nel quadro di altri provvedimenti intesi ad accrescere l'accessibilità dei singoli in termini strutturali ed organizzativi. Ciò è possibile, ad esempio, offrendo corsi diurni/serali e durante i fine settimana, corsi estivi e durante i periodi festivi tradizionali, corsi con date d'inizio frequenti, apprendimento a distanza e istruzione flessibile sotto la guida di un insegnante. Un'altra possibilità potrebbe consistere nell'offrire ai partecipanti le risorse economiche necessarie per seguire i corsi. Si tratta anche di valorizzare diverse forme di apprendimento presenti al di fuori del sistema scolastico formale;

2.11.2

ritiene che non sia necessario creare centri d'istruzione locale strutturati in base a criteri standard, ma che occorra invece utilizzare quanto più possibile le strutture esistenti, partendo dalle circostanze e dai bisogni locali.

2.12   Raccomandazione n. 5 della Commissione:

Vigilare alla coerenza dell'offerta di istruzione e formazione per gli adulti rivolta ai singoli cittadini mediante vigorosi nessi con le politiche occupazionali e sociali e con altre politiche che interessano i giovani nonché mediante la collaborazione con le parti sociali e altri interessati.

Il Comitato delle regioni

2.12.1

desidera sottolineare l'estrema importanza di questo punto per il successo dello sviluppo locale e regionale. È infatti essenziale che vi sia la possibilità di riunire diverse politiche sul piano locale e regionale, tra cui la politica economica, la politica in materia di istruzione, la politica occupazionale, le politiche d'integrazione e la politica sociale, evitando pertanto una visione a «compartimenti stagni». È di conseguenza importante che le responsabilità e i poteri vadano, nei limiti del possibile, di pari passo. Il Comitato ritiene a tal fine necessario che si disponga di risorse economiche di cui poter fare un uso più libero allo scopo di realizzare le iniziative previste nel quadro del programma d'azione integrato per l'apprendimento permanente. L'interazione fra società, vita lavorativa e istruzione superiore costituisce una condizione essenziale per promuovere la crescita a livello locale e regionale.

2.13   Raccomandazione n. 6 della Commissione:

Utilizzare le «Competenze chiave per l'apprendimento permanente — Un quadro europeo» quale strumento di riferimento per sviluppare l'offerta di competenze chiave per tutti nell'ambito delle loro strategie di apprendimento permanente.

Il Comitato delle regioni

2.13.1

accoglie con favore la proposta relativa alle competenze chiave per l'apprendimento permanente. Vi si mette in evidenza la questione delle qualifiche fondamentali necessarie in una società ad alta intensità di conoscenze. Tali competenze possono fungere da riferimento nel dibattito sulle competenze che si renderanno indispensabili in futuro a livello non solo europeo e nazionale, ma anche regionale e locale. In Europa la questione è essenziale per il conseguimento degli obiettivi stabiliti dalla strategia di Lisbona. È infatti proprio a livello locale e regionale che tali competenze trovano la loro attuazione pratica;

2.13.2

reputa che tali competenze debbano essere oggetto di un confronto continuo e vivace nonché di un dialogo e di uno sviluppo costante. Le competenze sociali e civiche, per esempio, abbracciano una serie di aspetti diversi che in futuro potrebbe essere necessario sviluppare o affrontare separatamente. Molte delle competenze chiave sono inoltre strettamente collegate le une alle altre;

2.13.3

riconosce il lavoro costante svolto dalla Commissione in materia e approva la proposta elaborata da quest'ultima in merito alle competenze chiave;

2.13.4

presenta qui di seguito le proprie osservazioni specifiche sulle singole competenze chiave proposte.

3.   Competenze chiave

Il quadro di riferimento europeo per le competenze chiave comprende otto ambiti:

comunicazione nella madrelingua,

comunicazione nelle lingue straniere,

competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia,

competenza digitale,

imparare a imparare,

competenze sociali e civiche,

spirito di iniziativa e imprenditoriale,

espressione culturale.

3.1   Comunicazione nella madrelingua

3.1.1

Il Comitato conviene sull'importanza della comunicazione nella madrelingua, in forma sia orale che scritta.

3.1.2

La madrelingua costituisce il fondamento di ogni forma di apprendimento successivo, delle capacità di espressione e dell'identità. Alla base di ogni processo di apprendimento vi sono pertanto delle buone conoscenze e abilità comunicative nella madrelingua. La lingua costituisce la chiave per la raccolta di informazioni, la comunicazione, la partecipazione e l'assunzione di responsabilità.

3.1.3

Il CdR desidera sottolineare che la Commissione e le agenzie nazionali dovrebbero lavorare in stretta cooperazione con gli enti locali e regionali nelle aree in cui sono parlate le lingue meno diffuse e attualmente meno insegnate, per incoraggiare un maggior numero di persone ad apprenderle (12).

3.2   Comunicazione nelle lingue straniere

3.2.1

Nell'Europa del futuro sarà sempre più importante conoscere diverse lingue straniere, non solo perché ciò permette di stabilire contatti più stretti con gli altri, ma anche perché consente di capire meglio la cultura, i costumi e le condizioni di vita di altri paesi. La conoscenza delle lingue straniere è inoltre essenziale per gli studi superiori e rappresenta una condizione fondamentale per realizzare una maggiore mobilità sul mercato del lavoro. Esiste già attualmente una certa interdipendenza tra le diverse aree linguistiche dell'Europa. Non solo aumentano gli scambi tra i vari paesi, ma anche l'interdipendenza tra le economie, mentre la produzione di beni e servizi si realizza sempre più spesso oltre le frontiere sia geografiche che linguistiche. Il Comitato desidera sottolineare che la diversità linguistica in Europa va vista come una risorsa importante.

3.3   Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia

3.3.1

In questo contesto è importante, a giudizio del Comitato, sviluppare la competenza matematica e le competenze di base in scienza e tecnologia in maniera da renderle utili e motivanti agli occhi dei discenti. La matematica può costituire uno strumento per accedere ad altre materie quali la fisica, la chimica, la biologia e le scienze sociali. Le conoscenze della materia possono anche andare a formare parte integrante di un moderno approccio all'istruzione. Le competenze scientifiche sono essenziali anche per riconoscere e comprendere le relazioni, le cause e gli effetti nonché per verificare la correttezza delle informazioni. Una cittadinanza attiva presuppone un certo grado di competenza matematica e scientifica. Le competenze tecniche vanno sviluppate a partire dalle esperienze sia degli uomini che delle donne. È inoltre importante dimostrare come le idee e le tradizioni incidano sul concetto di ciò che nell'ambito della tecnologia è considerato «femminile» o «maschile».

3.3.2

Nel quadro dello spazio europeo della ricerca, occorre compiere uno sforzo mirato per stimolare l'interesse dei giovani e delle donne per le carriere scientifiche e tecnologiche. La possibilità di utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società dell'informazione (TSI) deve essere accessibile e tutti. L'espansione dei cosiddetti parchi scientifici costituisce un approccio valido per rendere più interessanti degli studi di carattere scientifico e tecnologico.

3.4   Competenza digitale

3.4.1

È necessario realizzare un'infrastruttura dell'informazione per la competenza digitale che sia fondata sull'inclusione e sulla non discriminazione e che si estenda a tutta l'Unione europea. Il CdR attribuisce grande importanza alla promozione di una società dell'informazione equa sotto il profilo sociale e geografico, che garantisca l'acquisizione da parte di tutti i cittadini delle competenze necessarie per vivere e lavorare in questa nuova era digitale. La capacità di gestire consistenti flussi d'informazione e di affrontare questioni complesse diventa quindi una qualità importante che sempre più persone devono possedere.

3.5   Imparare a imparare

3.5.1

La competenza «imparare a imparare» implica una prospettiva e un'impostazione individuali della propria istruzione, nonché una tecnica per l'acquisizione di nuove conoscenze. Essa comporta inoltre la consapevolezza di sé, delle proprie reazioni in diversi contesti apprenditivi, delle migliori strategie di apprendimento, dei propri punti di forza e margini di miglioramento. Anche la motivazione e la fiducia sono fattori importanti in questo contesto. La strategia dell'apprendimento permanente si fonda ovviamente in buona parte su una prospettiva di apprendimento continuo, apprendimento che può aver luogo in modi e contesti diversi. Comporta la capacità di riapprendere nonché di apprendere concetti nuovi, di partire dalle conoscenze e abilità già acquisite e dalle esperienze maturate in precedenza, per utilizzarle e applicarle in situazioni diverse.

3.5.2

Il CdR attribuisce grande importanza a tale aspetto nel contesto della società dell'informazione. È particolarmente importante che nei corsi di formazione i futuri insegnanti siano preparati a lavorare in base a tale principio. Si tratta di una questione che per la sua natura si distingue dalle altre competenze chiave, poiché riguarda la capacità di svilupparle tutte. Secondo il Comitato, la competenza imparare a imparare va posta in risalto e menzionata prima di tutte le altre.

3.6   Competenze sociali e civiche

3.6.1

Il concetto di «competenze sociali e civiche» comprende un ampio spettro di tematiche alle quali, secondo il Comitato, va data grande attenzione. Occorre a tale proposito ricordare anche l'importanza dello sviluppo delle qualità personali e delle attitudini relazionali. Buone capacità comunicative, intese in senso lato, costituiscono una qualità sempre più importante per la vita professionale e sociale propria della società della conoscenza. In tale contesto si inserisce anche l'elemento della comprensione interculturale.

3.6.2

In questo ambito di competenze si ritrovano anche gli aspetti sociali, nel senso che l'individuo si considera una risorsa per sé stesso, la sua famiglia e l'ambiente in cui vive.

3.6.3

Vanno inoltre menzionati gli aspetti medici, con riguardo all'importanza di uno stile di vita sano, alle questioni relative alla salute fisica e mentale e a una vita attiva. Se da un lato i progressi in campo medico sono costanti, in numerose società si registra un peggioramento delle condizioni di salute dei bambini e dei giovani a causa di cattive abitudini alimentari e di un atteggiamento negativo nei confronti dell'attività fisica. Se non si interviene, c'è il rischio che la situazione diventi estremamente critica.

3.6.4

Un altro aspetto di notevole importanza è costituito dal ruolo dei cittadini nella società. Rientrano in tale ambito questioni quali il concetto di democrazia, i diritti e le responsabilità dell'individuo, ecc. Tutti questi fattori possono essere promossi a livello locale e regionale. Il Comitato propone di integrare la definizione, menzionando la necessità che i cittadini conoscano la storia e gli obiettivi dell'UE, gli elementi essenziali del Trattato dell'UE, le questioni delle relazioni tra l'UE e gli Stati membri, i problemi e i progressi relativi all'adozione della Costituzione dell'UE, e i principi sui quali poggiano le diverse politiche.

3.6.5

Secondo il Comitato, in questo contesto occorre dare particolare rilievo allo sviluppo sostenibile e alla questione della responsabilità dei cittadini per la tutela dell'ambiente.

3.7   Spirito di iniziativa e imprenditorialità

3.7.1

Per spirito di iniziativa e imprenditorialità si intende essenzialmente un approccio proattivo, ovvero la capacità di tradurre le idee in azione. È pertanto essenziale che il sistema scolastico sostenga e incoraggi fin dai primi anni questo tipo di approccio e metta a punto forme di lavoro adeguate. Il Comitato desidera evidenziare l'importanza di ricorrere al potenziale delle donne e dei gruppi etnici che, grazie a delle intuizioni commerciali, riescono ad avviare un'attività imprenditoriale. I competenti livelli di governo devono inoltre sostenere l'accesso delle donne alle nuove tecnologie. Tali iniziative, accompagnate da efficaci politiche del mercato del lavoro, possono ovviare allo squilibrio occupazionale tra i generi in Europa. Ciò è di vitale importanza per l'avvenire economico e la prosperità dell'Unione europea (13).

3.8   Espressione culturale

3.8.1

Il Comitato concorda sull'importanza di comprendere e preservare la diversità culturale e linguistica dell'Europa (14). È necessario a tal fine ricorrere a diverse forme espressive, tra cui la musica, l'arte, la letteratura e le lingue, come parte integrante dell'apprendimento e dello sviluppo dei cittadini. In generale è importante tenere conto delle prospettive e dei diversi punti di vista delle persone.

3.8.2

In tale contesto il Comitato delle regioni desidera porre in evidenza la prospettiva storica, ricordando come i contatti tra le diverse parti dell'Europa in epoche diverse abbiano dato impulso allo sviluppo del nostro continente e che, almeno da 50 anni, esiste l'idea di una comunità europea, che ha poi trovato espressione nell'attuale Unione europea.

3.9   Proposte del Comitato delle regioni

3.9.1

Il Comitato reputa importante seguire e sostenere gli sviluppi delle raccomandazioni formulate dalla Commissione e propone di avviare una futura collaborazione con quest'ultima sulle tematiche in discussione.

3.9.2

Il Comitato sostiene le proposte relative alle competenze chiave per l'apprendimento permanente presentate dalla Commissione e reputa che debbano essere oggetto di un dialogo e di uno sviluppo costanti.

3.9.3

Il Comitato propone di dare la priorità alla competenza chiave «imparare a imparare» rispetto a tutte le altre, dal momento che consente di dare una prospettiva e un'impostazione personale al proprio apprendimento, oltre a offrire varie tecniche per l'acquisizione di nuove conoscenze. Essa mette quindi in luce le esigenze delle altre competenze chiave proposte.

3.9.4

La competenza chiave «Competenze sociali e civiche» deve tenere conto anche dell'importanza dello sviluppo sostenibile e comprendere la consapevolezza che ciascuno di noi è responsabile di quel bene comune che è l'ambiente.

3.9.5

Il Comitato delle regioni insiste sull'acquisizione di una sensibilità culturale che costituisce il fondamento dell'apertura alla diversità delle lingue e delle culture europee, alla loro comprensione e all'arricchimento che esse possono apportare a tutti i cittadini europei.

Bruxelles, 14 giugno 2006

Il Presidente

del Comitato delle regioni

Michel DELEBARRE


(1)  GU C 164 del 5.7.2005, pag. 59

(2)  GU C 278 del 14.11.2002, pag. 26

(3)  GU C 244 del 10.10.2003, pag. 42

(4)  GU C 73 del 23.3.2004, pag. 33

(5)  GU C 164 del 5.7.2005, pag. 65

(6)  GU C 43 del 18.2.2005, pag. 42

(7)  Per “competenze di base” si intendono in generale la capacità di leggere, scrivere e far di conto; il Consiglio di Lisbona ha chiesto che vi si aggiungessero le nuove competenze necessarie in una società della conoscenza come ad esempio le TIC e l'imprenditorialità.

(8)  CdR 258/2004 fin

(9)  CdR 49/2002 fin

(10)  Ibid.

(11)  CdR 19/2001 fin

(12)  CdR 248/2003 fin

(13)  CdR 151/2005 fin

(14)  Competenza chiave n. 8: espressione culturale.


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