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Document 52012AE1601

Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Il ruolo della società civile nell'accordo commerciale multilaterale tra l'UE, la Colombia e il Perù»

GU C 299 del 4.10.2012, p. 39–44 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

4.10.2012   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 299/39


Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Il ruolo della società civile nell'accordo commerciale multilaterale tra l'UE, la Colombia e il Perù»

2012/C 299/08

Relatore: IULIANO

Il Comitato economico e sociale europeo, in data 19 gennaio 2012, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 29, paragrafo 2, del Regolamento interno, di elaborare un parere di iniziativa sul tema:

Il ruolo della società civile nell'accordo commerciale multilaterale tra l'UE, la Colombia e il Perù.

La sezione specializzata Relazioni esterne, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 28 giugno 2012.

Alla sua 482a sessione plenaria, dei giorni 11 e 12 luglio 2012 (seduta dell'11 luglio), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 139 voti favorevoli, 4 voti contrari e 8 astensioni.

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1   Non essendo stato possibile concludere i negoziati per un accordo di associazione con tutti i paesi che formano la regione andina, su richiesta della Colombia e del Perù, l'UE ha scelto di proseguire nella costruzione di nuove relazioni commerciali con questi due paesi. Il negoziato è terminato nel maggio 2010, l'accordo commerciale multilaterale (ACM) è stato parafato dalle tre parti contraenti il 24 marzo 2011 e ufficialmente siglato il 13 aprile 2011. Attualmente esso è all'esame del Parlamento europeo, che dovrà decidere se approvarlo o rigettarlo, senza la possibilità di introdurre modifiche. In questa fase il Comitato economico e sociale europeo (CESE) formula una valutazione e propone una serie di orientamenti rivolti a tutti gli attori coinvolti, affinché essi siano presi in considerazione in caso di approvazione e ratifica dell'ACM (1).

1.2   Il Comitato economico e sociale europeo ritiene che un Accordo commerciale dell'UE con la Colombia e il Perù potrebbe essere uno strumento positivo sia per l'Europa sia per tutti i paesi andini coinvolti. L'Ecuador e la Bolivia sarebbero eventualmente disposti a riprendere i negoziati. L'ACM potrebbe contribuire alla crescita, alla competitività e alla creazione di posti di lavoro dignitosi, dato che il commercio è un meccanismo importante di sostegno allo sviluppo e di riduzione della povertà. Ciononostante, le sue ripercussioni economiche, sociali e ambientali devono essere valutate attentamente, in modo trasparente e globale, nell'interesse di tutte le parti. In quest'ottica, la società civile può e deve svolgere un ruolo cruciale.

1.3   Nel corso della negoziazione dell'ACM, è stato riscontrato un dialogo insufficiente con la società civile organizzata delle parti contraenti. Per porre rimedio a posteriori a questa lacuna, e per coinvolgere in modo istituzionale la società civile nell'accordo, il CESE, dopo aver discusso nel corso della sua recente missione in Perù e Colombia con interlocutori provenienti dalle istituzioni e dalla società civile organizzata di entrambi i paesi, propone di istituire un comitato consultivo misto (CCM) composto da rappresentanti della società civile europea, peruviana e colombiana, con funzioni consultive su temi che riguardano i diritti umani, lo sviluppo sostenibile e la valutazione delle ripercussioni sui vari settori dell'Accordo commerciale multilaterale. Il CCM elaborerà una serie di argomenti da seguire (2), argomenti sui quali potrà essere consultato dalle parti contraenti. Potrà inoltre formulare di propria iniziativa pareri, raccomandazioni o studi al riguardo. Il CCM terrà una riunione annuale con l'organo rappresentante delle parti contraenti, a meno che non venga deciso diversamente di comune accordo. Il CCM è compatibile con la riunione aperta alla società civile e ai cittadini nel loro complesso, riunione prevista all'articolo 282 dell'Accordo. Il CCM infine potrà negoziare con le parti la possibilità di definire indicatori relativi all'impatto settoriale dell'attuazione dell'Accordo.

I meccanismi già approvati in precedenti accordi commerciali dell'UE con altri paesi e regioni possono essere di riferimento per la creazione di uno spazio consultivo con queste caratteristiche.

1.4   Per il CESE è importante rafforzare la collaborazione tra il Parlamento europeo e i parlamenti di Colombia e Perù, e quindi accoglie favorevolmente la risoluzione approvata dal PE, che potrebbe dar luogo all'attuazione di meccanismi parlamentari di monitoraggio simultaneo degli impegni assunti. Questo riguarda in particolare la situazione nel campo dei diritti umani, l'agenda dell'OIL in materia di lavoro dignitoso per quanto concerne le condizioni lavorative e sindacali, la parità tra uomini e donne, l'immigrazione legale e con le opportune garanzie, gli accordi di protezione ambientale e la possibile creazione, per quanto attiene ai mezzi di ricorso, di una commissione per la risoluzione delle controversie.

1.5   Secondo il CESE, un organo consultivo di questo tipo consentirebbe di introdurre nell'accordo la partecipazione della società civile, di istituzionalizzare le consultazioni, di influire sullo sviluppo dell'Accordo, di far fronte alle sfide che esso comporta, di garantire una comunicazione fluida e diretta con i responsabili della sua attuazione e di formulare raccomandazioni specifiche sulle conseguenze positive o negative della sua applicazione.

1.6   Nel maggio 2012, una delegazione del CESE si è recata in visita in Colombia e in Perù. Il bilancio di questa missione può dirsi positivo sia per il numero e la qualità dei soggetti consultati sia per l'interesse delle informazioni raccolte. Queste ultime hanno contribuito a far sì che il parere rifletta le posizioni della società civile di entrambi i paesi e contenga la proposta di creare un comitato consultivo misto della società civile per il monitoraggio dell'Accordo. Il parere analizza le principali problematiche esistenti in Colombia e in Perù, che dovranno formare oggetto di monitoraggio da parte delle organizzazioni della società civile.

2.   Osservazioni generali

2.1   L'UE mantiene con la regione andina - e in particolare con la Colombia e il Perù - relazioni economiche e commerciali in costante crescita. L'UE è diventata il secondo partner commerciale dei paesi andini dopo gli Stati Uniti. L'andamento del commercio tra l'UE e i paesi andini rivela una crescita significativa lungo l'ultimo decennio, i flussi bilaterali sono aumentati da 9 100 milioni di euro nel 2000 fino a 15 800 milioni di euro nel 2007, con una percentuale di crescita media annuale dell'8,25 % (3). Nel 2010 l'ammontare del commercio bilaterale di merci tra l'UE, la Colombia e il Perù è stato di circa 16 000 milioni di euro.

2.2   Le parti contraenti dell'accordo commerciale hanno costruito legami che vanno al di là dell'aspetto economico e abbracciano settori come il dialogo politico, la cultura, l'istruzione, la scienza, ecc. L'UE ha accompagnato i processi di transizione democratica e ha contribuito alla difesa dei diritti fondamentali assumendo impegni di solidarietà che il CESE accoglie molto favorevolmente e condivide.

2.3   L'attuale ACM è stato preceduto dall'Accordo di dialogo politico e di cooperazione tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Comunità andina e i suoi paesi membri, dall'altra, sottoscritto nel 2003, e i relativi diritti ed obblighi sono stati assunti dalle parti contraenti quali membri dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) (4).

2.4   L'ACM permetterà l'ingresso di beni e prodotti delle parti contraenti nei mercati nazionali dei paesi partecipanti all'accordo, con una sensibile riduzione dei dazi doganali. Aumenterà la flessibilità per molti prodotti del settore industriale di Colombia e Perù che sono attualmente soggetti a norme più restrittive in base all'SGP+ (5). Tra l'altro, sono state negoziate modifiche nei settori della petrolchimica, dei prodotti in plastica, dei tessili e della confezione, dei prodotti ittici, delle banane, dello zucchero e del caffè. Sarà inoltre importante monitorare le conseguenze dell'applicazione dell'ACM sui settori agricoli delle due parti, per quanto concerne aspetti quali le denominazioni d'origine, le clausole di salvaguardia, i meccanismi settoriali di stabilizzazione, che dovranno formare oggetto di sorveglianza e di valutazione. Il Comitato valuta positivamente i riferimenti all'importanza del commercio ai fini di uno sviluppo sostenibile e alla promozione di un commercio giusto ed equo (6).

2.5   L'economia informale raggiunge livelli elevati sia in Perù sia in Colombia. Uno dei suoi effetti più gravi sono le percentuali di lavoro informale che si rilevano nei paesi andini, cosa che spinge il CESE a manifestare la sua preoccupazione circa gli standard lavorativi sia in Colombia che in Perù. La situazione dei giovani e delle donne è particolarmente difficile, visto che per essi la disoccupazione e le condizioni di assunzione e di lavoro sono più sfavorevoli. Le valutazioni d'impatto devono comprendere una prospettiva di genere e prestare attenzione alla condizione lavorativa della gioventù, visto che questi gruppi sono posti di fronte a sfide specifiche (7). Il CESE ribadisce inoltre la necessità di adottare e attuare azioni concrete ed efficaci per eliminare progressivamente il lavoro minorile, fenomeno inquietante presente in entrambi i paesi.

2.6   La situazione dei diritti umani, inclusi quelli del lavoro e sindacali, in Colombia e in Perù è oggetto di profonda preoccupazione per i cittadini di questi due paesi e per la società civile europea. Il CESE si compiace che l'articolo 1 dell'ACM stabilisca chiaramente che le violazioni dei principi democratici e dei diritti fondamentali possono determinare la sospensione o l'annullamento definitivo dell'Accordo. Il CESE accoglie inoltre favorevolmente l'articolo 269, paragrafo 3 dell'Accordo che riguarda gli impegni assunti dalle parti nei riguardi delle convenzioni fondamentali dell'OIL (8) e auspica che durante l'applicazione dell'Accordo vengano garantiti il rispetto e il pieno assolvimento di detti impegni.

2.7   In diverse occasioni il CESE ha illustrato come vorrebbe che si svolgessero i negoziati sugli accordi commerciali. A suo avviso gli accordi bilaterali devono essere compatibili con il multilateralismo (9). Il CESE ritiene che i negoziati bilaterali non debbano portare l'UE a ridurre i suoi requisiti in materia sociale, lavorativa e ambientale. Bisogna tenere ampiamente conto di queste dimensioni, come pure della dimensione economica, e vanno ricercati i meccanismi per armonizzarle durante l'applicazione degli accordi.

2.8   D'altro canto, il CESE ritiene che l'esperienza tenda a dimostrare senza ombra di dubbio che un ruolo attivo della società civile durante l'applicazione degli accordi permette di individuare partner potenziali importanti nei paesi coinvolti e di stabilire relazioni vantaggiose per tutte le parti contraenti, oltre a facilitare la risoluzione di eventuali controversie. La richiesta di una dimensione sociale negli Accordi negoziati o in fase di negoziazione da parte dell'UE è una posizione già definita dal CESE ed espressa in pareri precedenti (10).

2.9   In precedenti pareri, il CESE ha già valutato positivamente la decisione dell'UE di istituire le valutazioni d'impatto sulla sostenibilità (VIS) affinché possano venir presentate proposte e stabilite misure correttive che massimizzino gli effetti positivi e riducano al minimo i possibili effetti negativi di un accordo commerciale. Il CESE chiede nuovamente che le VIS vengano elaborate con la piena partecipazione della società civile, in modo che gli impegni assunti vengano garantiti, i rischi siano ridotti al minimo e siano potenziate le opportunità di apertura commerciale (11).

2.10   Il CESE non può non ricordare che la negoziazione dell'accordo con la Colombia e il Perù è stata oggetto di critiche e discussioni da parte di organizzazioni sociali e del movimento sindacale (12) delle parti contraenti. Il CESE condivide in particolare la preoccupazione in merito allo scarso dialogo mantenuto con la società civile durante il processo di negoziazione. Per questo motivo accoglie favorevolmente l'adozione di una risoluzione da parte del Parlamento europeo, per ribadire nuovamente l'importanza di stabilire meccanismi di monitoraggio e follow-up con la partecipazione di rappresentanti della società civile durante l'applicazione dell'ACM (13).

2.11   Dal punto di vista della società civile, il CESE ritiene che gli accordi commerciali debbano facilitare l'avvio di cambiamenti che, tra gli altri aspetti, favoriscano lo sviluppo della responsabilità sociale delle imprese, provvedano che le imprese europee siano rette dalle pratiche lavorative in vigore nei loro paesi di origine, creino posti di lavoro di qualità e con garanzie, favoriscano lo sviluppo della contrattazione collettiva, permettano di controllare da vicino l'utilizzo delle risorse naturali, contribuiscano, da un lato, a ridurre l'economia ed il lavoro informali e, dall'altro ad eliminare le violazioni dei diritti umani, aiutino a lottare contro la povertà e la disuguaglianza sociale e permettano di migliorare le condizioni di vita delle popolazioni, in particolare di quelle meno favorite.

2.12   Per il CESE, l'ACM contiene articoli - ad esempio l'articolo 1 relativo ai diritti umani, l'articolo 282 dedicato alla partecipazione delle organizzazioni della società civile o l'articolo 286 sulle valutazioni d'impatto - che consentono di garantire sia una partecipazione istituzionalizzata, rappresentativa ed autonoma delle organizzazioni della società civile di entrambe le parti (14), mediante la creazione di un Comitato consultivo misto a composizione ridotta, sia l'istituzione di un Foro aperto a tutta la società civile peruviana, colombiana ed europea.

2.13   Il CESE si augura che questo ACM aiuti le parti contraenti ad affrontare i problemi socioeconomici più urgenti, come la povertà, la disuguaglianza sociale e la violenza, e permetta di migliorare le condizioni di vita delle popolazioni, in particolare di quelle meno favorite. A questo fine ritiene indispensabile che la società civile delle tre parti contraenti possa partecipare attivamene all'applicazione dell'accordo e alla valutazione dei suoi effetti.

2.14   Nel maggio 2012, una delegazione del CESE si è recata in visita in Colombia e in Perù. Il bilancio di questa missione può dirsi positivo sia per il numero e la qualità dei soggetti consultati sia per l'interesse delle informazioni raccolte. Queste ultime hanno contribuito a far sì che il parere rifletta le posizioni della società civile di entrambi i paesi in merito all'Accordo e contenga la proposta di creare un comitato consultivo misto della società civile per il monitoraggio dell'Accordo stesso. La missione ha permesso di verificare lo stato attuale dei problemi sociali, lavorativi ed economici di entrambi i paesi e ha confermato la sfiducia delle organizzazioni della società civile (con la sola eccezione delle organizzazioni dei datori di lavoro che sostengono l'Accordo in ambedue i paesi) nei confronti della capacità sia dei governi sia dell'Accordo di contribuire alla loro soluzione. La missione ha messo in evidenza la distanza che separa la visione dei governi, che sostengono di aver condotto ampie consultazioni e attività d'informazione, e la percezione che delle stesse hanno le organizzazioni della società civile (15).

2.15   Il parere mette in luce le principali problematiche esistenti nei due paesi oggetto dell'Accordo, che dovranno essere sottoposte a monitoraggio da parte delle organizzazioni della società civile delle parti contraenti. Per quanto concerne la Colombia, si sottolineano la questione dei diritti umani che presenta aspetti positivi e negativi, la violazione dei diritti sindacali, l'applicazione della legge per il risarcimento delle vittime e la restituzione delle terre e il problema dell'impunità. Per quanto concerne il Perù, si analizzano la situazione socio-lavorativa, in particolare nelle miniere, la questione del lavoro minorile, l'emigrazione verso l'Europa e i diritti dei popoli indigeni.

2.16.   Il CESE chiede alle parti contraenti di elaborare, in consultazione con la società civile, di preferenza attraverso i CCM, un piano d'azione complementare all'accordo commerciale multilaterale, che sia trasparente e vincolante e che verta sui diritti umani, ambientali e del lavoro. Il piano d'azione dovrebbe definire obiettivi precisi, fissandone le relative scadenze e stabilendo i risultati da raggiungere in ciascuno dei settori sopraccitati. Il CESE condivide, in tal senso, le richieste formulate al punto 15 della risoluzione adottata dal Parlamento europeo il 13 giugno 2012.

3.   Colombia

3.1   I diritti umani: luci e ombre

3.1.1   Nell'agosto 2010, si è insediato un nuovo governo, guidato dal Presidente Juan Manuel Santos, il quale ha adottato un nuovo approccio in tema di diritti umani. Il vicepresidente è Angelino Garzón, ex segretario generale del sindacato Central Unitaria de Trabajadores (CUT) ed ex ministro del Lavoro il quale, coerentemente con il suo passato politico, sta promuovendo una politica di rafforzamento del dialogo sociale nazionale. La posizione del presidente Santos sui diritti umani differisce da quella assunta dal governo del suo predecessore Alvaro Uribe. Invece di ricorrere ad una retorica dura, che esponeva i difensori dei diritti umani ad un reale pericolo, il governo attuale ha abbassato i toni e ha adottato atteggiamenti tendenti a promuovere il dialogo. Per la prima volta, il governo ha riconosciuto l'esistenza di un conflitto armato all'interno del paese e sembra avviarsi verso una soluzione definitiva dello stesso.

3.1.2   La Colombia subisce le conseguenze di un grave conflitto interno che ha scosso il paese per più di 60 anni, un conflitto armato nel quale diversi protagonisti sono stati al tempo stesso artefici e vittime della violenza. E come riconosce Amnesty International, nonostante gli sforzi già realizzati dal governo la situazione è ancora molto complessa (16).

3.1.3   In Colombia è ancora attivo il gruppo guerrigliero più antico del continente latinoamericano, le FARC (Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia). Sia queste ultime, sia l'Esercito di liberazione nazionale (ELN) continuano ad arruolare bambini che vengo poi utilizzati nei conflitti armati e a seminare mine antiuomo in numerose zone, oltre ad ottenere finanziamenti grazie ai rapporti intrecciati con il narcotraffico. La Colombia è, dopo la Repubblica democratica del Congo, il paese con il maggior numero di bambini soldato (17).

3.1.4   Un numero di persone che varia tra il milione e mezzo e i tre milioni è stata costretta ad abbandonare i luoghi abituali di residenza e di lavoro. Nel febbraio 2012, le FARC hanno annunciato di voler sospendere la pratica dei sequestri e hanno liberato almeno 10 ostaggi militari. Tuttavia, un numero imprecisato di civili è ancora nelle loro mani (18).

3.1.5   Per anni, e in particolare dagli anni '70, vi sono state migliaia di vittime tra i contadini, i lavoratori, i sindacalisti, gli insegnanti, i difensori dei diritti umani e i dirigenti degli organismi sociali attivi a livello di quartiere, comunale e rurale. Stando ai dati della Scuola nazionale sindacale, una ONG riconosciuta per il suo lavoro a difesa dei diritti umani e sindacali, il numero totale dei sindacalisti assassinati dal 1986 supera i 2 900. Il narcotraffico continua ad essere un'attività illegale diffusa, con reti che coprono il territorio nazionale e hanno ramificazioni anche a livello internazionale. I tentativi di eliminare il fenomeno manu militari hanno contribuito spesso ad accelerare la spirale di violenza. Numerosi membri dell'esercito e delle forze dell'ordine sono stati accusati da organizzazioni colombiane e internazionali attive nel campo dei diritti umani di aver assassinato persone innocenti facendole passare per guerriglieri, il cosiddetto scandalo dei "falsi positivi" (19).

3.1.6   Nell'attuale società colombiana, le donne continuano a subire disuguaglianze e discriminazioni. La diseguaglianza tra uomini e donne si sviluppa nell'ambito familiare, dove si registrano livelli importanti di violenza di genere, in ambito economico, con un elevato tasso di disoccupazione femminile, con un aumento della presenza delle donne nel lavoro informale (57 %) e con il persistere della sperequazione salariale basata sul sesso, e in ambito politico, dove le donne sono scarsamente rappresentate ai maggiori livelli decisionali.

3.1.7   Stando ai dati delle tre confederazioni sindacali centrali del paese (CUT-CTC-CGT), il dialogo sociale, fortemente penalizzato durante i precedenti governi, non ha ancora registrato cambiamenti tali da far parlare di una tendenza positiva. Le confederazioni sostengono che la mancanza di dialogo sociale ha contribuito a far scendere il tasso di sindacalizzazione dal 14 % al 4 %. È opportuno ricordare che negli ultimi anni la situazione dei diritti sindacali in Colombia è stata tenuta sotto stretta osservazione dell'OIL (20), la quale ha effettuato numerose missioni esplorative e attualmente mantiene un'unità permanente per seguire i casi di violazione dei diritti umani, del lavoro e sindacali. Nel 2011, sono stati assassinati 29 dirigenti ed attivisti sindacali. In molti casi i responsabili sono militari "smobilizzati" Altri dieci rappresentanti sindacali sono stati oggetto di un tentato omicidio. Daniel Aguirre, Segretario generale del sindacato Sinalcorteros (che rappresenta i tagliatori di canna da zucchero) è stato assassinato il 27 aprile 2012, il che porta a 7 il numero di sindacalisti uccisi nel corso di quest'anno.

3.1.8   Un elemento positivo cui fare riferimento è l'aumento del personale della Procura generale dello Stato (Fiscalía General de la Nación (FGN)) addetto alle indagini su questi delitti. Inoltre, su iniziativa della FGN, il Congresso nazionale ha approvato una riforma dell'articolo 200 del codice penale, la quale prevede un inasprimento delle pene carcerarie e delle multe a chiunque impedisca o perturbi lo svolgimento di una riunione o l'esercizio dei diritti sindacali, oppure agisca in rappresaglie contro scioperi, riunioni o associazioni legittime (21). Nel gennaio 2012, la FNG e la Scuola Nazionale Sindacale hanno raggiunto un accordo che prevede lo scambio d'informazioni e iniziative tendenti ad una metodologia unica volta a definire, identificare e documentare i crimini contro i membri di organizzazioni sindacali.

3.1.9   Nonostante l'attenuarsi del clima di violenza nel paese, vengono ancora commessi atti terroristici: il 15 maggio 2012, lo stesso giorno in cui entrava in vigore L'Accordo di libero scambio con gli Stati Uniti, l'ex ministro Fernando Londono Hoyos è stato vittima di un attentato nel quale due uomini della sua scorta hanno perso la vita e 49 persone sono rimaste ferite.

3.1.10   La legge sulle vittime e la restituzione delle terre. Questa legge, approvata nel 2011, riconosce l'esistenza di un conflitto armato e i diritti delle vittime. La legge prevede un risarcimento dei sopravvissuti alle violazioni dei diritti umani, incluse quelle perpetrate dai rappresentanti dello Stato. Pur essendo stata applicata in modo irregolare e incompleto, essa rappresenta un cambiamento importante per le vittime, alle quali finora non era riconosciuto alcun diritto. Durante la missione effettuata dal CESE, alcune organizzazioni della società civile hanno denunciato le minacce di cui sono vittime persone o comunità alle quali le terre sono state restituite. Il ministero dell'Agricoltura ha informato la delegazione del CESE della formazione di alcuni magistrati per la restituzione delle terre che erano state assegnate in base ad azioni legali abusive. Tali azioni hanno attribuito la legittima proprietà dei terreni a coloro che li avevano comprati a bassissimo prezzo, dopo il trasferimento forzato dei contadini che li possedevano. In molti casi, tali terreni sono stati destinati alla coltivazione illegale di sostanze stupefacenti. Inoltre vengono offerte misure di protezione alle famiglie che hanno rioccupato i terreni confiscati su pressione dei guerriglieri che cercavano di controllare in tal modo il territorio.

3.1.11   L'impunità, un problema endemico in Colombia. Da questo punto di vista, si sono registrati dei passi avanti nelle indagini chiave sui diritti umani, incluse quelle legate allo scandalo della "parapolitica" che ha rivelato i legami illeciti tra i legislatori e i gruppi paramilitari. Più di 120 ex deputati sono stati oggetto d'indagine e circa 40 di essi sono stati riconosciuti colpevoli (22). Ma nel febbraio 2012, è stata annullata l'elezione della procuratrice generale dello Stato (23) che si occupava dei principali casi di corruzione e delle inchieste sui paramilitari, sui narcotrafficanti e sui guerriglieri e che aveva pur dato prova di grande impegno nella lotta all'impunità. Le indagini hanno rivelato i legami tra la DAS e i paramilitari e la sua responsabilità diretta in molti casi di minacce e assassini di difensori dei diritti umani, magistrati, giornalisti, sindacalisti e avvocati (24). Nell'ottobre 2011, il governo ha annunciato lo scioglimento della DAS e la creazione di una nuova centrale dei servizi segreti.

3.1.12   Il governo ha proposto una riforma controversa dell'articolo 221 della Costituzione, che assegnerebbe ai tribunali militari il controllo iniziale delle indagini su eventuali violazioni dei diritti umani commesse da membri delle forze di sicurezza. La riforma stabilirebbe la presunzione che tutti i delitti commessi da membri della forza pubblica durante operazioni e/o procedure abbiano una "relazione con il servizio" e in tal senso siano soggetti, almeno in prima istanza, alla giurisdizione militare. In varie occasioni, la Commissione interamericana dei diritti umani e le Nazioni Unite hanno segnalato la scarsa imparzialità e indipendenza dei tribunali militari, che minano la credibilità delle loro sentenze (25). In Colombia, l'esercito e le forze dell'ordine sono stati più volte accusati di esecuzioni sommarie e l'Ufficio dell'Alto Commissariato dell'ONU per i diritti umani in Colombia ritiene che tra il 2004 e il 2008 più di 3 000 persone siano state uccise per mano di agenti. Da allora c'è stata una notevole riduzione dei delitti ma questa pratica non è del tutto scomparsa (26). Diverse organizzazioni nazionali ed internazionali hanno dunque chiesto al Presidente Santos di ritirare l'emendamento proposto (27).

3.1.13   Dai colloqui con il settore imprenditoriale emerge invece un'altra visione rispetto a quella sopra riportata; i datori di lavoro ritengono che l'Accordo favorirà l'economia legale, l'emersione del lavoro informale, i diritti umani e l'ambiente e contribuirà a diminuire gli indicatori di violenza.

4.   Perù

4.1   Negli ultimi dieci anni, la povertà è diminuita ma secondo i dati della Banca Mondiale (28), il 15 % della popolazione vive ancora con meno di due dollari al giorno. Persistono inoltre notevoli differenze tra le zone urbane e quelle rurali. Per tale motivo, finora la crescita ha dato luogo ad una distribuzione molto irregolare dei redditi. Il reddito medio (e con esso il consumo privato) è aumentato ma non abbastanza. Nel 2010 era di 404 dollari USA.

4.2   Situazione lavorativa e sindacale. Nel 2009, quasi il 73 % dei lavoratori dipendenti non disponeva di un contratto di lavoro, il 7 % lavorava con contratti permanenti e il 20 % con contratti temporanei (29). Nel 2011, l'OIL ha segnalato un aumento dell'economia informale e della sottooccupazione, la riduzione del salario minimo reale e l'esistenza di livelli molto elevati di lavoro minorile (42 %). Il paese ha registrato un boom delle esportazioni di prodotti agricoli che però non va a beneficio dei lavoratori del settore. Nel 2008, prima dell'insorgere della crisi internazionale, solo poco più di 200 000 lavoratori avevano un contratto. Nel primo semestre del 2011, si poteva osservare un consolidamento della ripresa e il numero di lavoratori stipendiati si trovava ai massimi livelli storici. Ma in questo settore, la giornata può essere cumulativa, le retribuzioni sono inferiori al salario minimo abituale (30), le ore straordinarie vengono pagate meno e predominano i contratti temporanei (31).

4.3   Il CESE valuta positivamente gli impegni assunti per quanto concerne il rispetto delle Convenzioni fondamentali dell'OIL e l'Agenda per il lavoro dignitoso ma ribadisce l'opportunità della partecipazione della società civile organizzata peruviana ed europea al monitoraggio della loro applicazione. Una condizione essenziale nel concetto di lavoro dignitoso è la dimensione del dialogo sociale, vale a dire la partecipazione delle organizzazioni degli imprenditori e dei sindacati nel quadro della contrattazione collettiva. Quest'ultima è estremamente importante in quanto rappresenta un complemento alla legislazione destinato a migliorare le condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici. Condividere le esperienze in materia di dialogo sociale è un altro compito che il CESE raccomanda di formalizzare.

4.4   In Perù, il lavoro minorile costituisce da molto tempo una preoccupazione per la società civile locale. Il fenomeno è riscontrabile soprattutto nel settore minerario, dove si registra anche la presenza di bambine lavoratrici. Le cifre possono essere prese solo come riferimento, in quanto le statistiche ufficiali di solito non riflettono integralmente l'ampiezza del fenomeno. Tuttavia, in base ai dati del'IPEC-OIL (32), in due famiglie su tre attive nel settore minerario, i minori di 18 anni lavorano in qualche segmento dell'estrazione, della lavorazione e del trasporto di materiale. Le bambine, pur non lavorando nelle zone più profonde delle miniere, vengono sempre di più addette ad attività al loro interno e si occupano delle comunicazioni con l'esterno. L'OIL sottolinea che eliminare il lavoro minorile nelle miniere contribuisce a favorire cambiamenti tecnologici, a migliorare la protezione sociale e ad incrementare le opportunità educative dei minori coinvolti. La partecipazione della società civile si rivela fondamentale in questo graduale processo. L'UE ha assunto impegni concreti con i suoi partner commerciali e con le sue stesse imprese che operano in altri continenti per quanto concerne l'abolizione del lavoro minorile. Inoltre, le questioni inerenti alla responsabilità sociale delle imprese e ai diritti umani e del lavoro vanno al di là delle frontiere dell'UE. Durante l'applicazione dell'ACM, tali impegni dovranno essere rinnovati e il loro impatto sulla situazione attuale del lavoro minorile dovrà essere valutato.

4.5   L'immigrazione nell'UE. L'Istituto nazionale di statistica ed informatica (33) calcola che nel periodo 1990-2009 il numero di peruviani all'estero ha raggiunto la cifra di 2 038 107 persone. Dopo la Spagna (che conta circa 200 000 residenti peruviani), l'Italia è uno dei paesi che ha accolto il maggior numero di peruviani negli ultimi anni (34). Per il CESE, l'immigrazione legale, che può contare su una serie di garanzie, è un fattore positivo e di arricchimento. L'osservazione e il controllo della situazione dei diritti umani degli immigrati e la prevenzione del traffico illegale sono aspetti dei quali il meccanismo di monitoraggio, previsto dall'ACM con la partecipazione della società civile, dovrebbe tener conto.

4.6   Diritti delle popolazioni indigene. Il CESE prende atto dell'entrata in vigore della Legge sulla consultazione preliminare, adottata nel 2011 (35). La legge rappresenta il riconoscimento dei diritti delle popolazioni indigene, consente di contribuire alla loro inclusione sociale e fa sì che i benefici della democrazia siano finalmente condivisi da queste popolazioni. La legge è il risultato degli sforzi condotti da numerosi attori sociali ma soprattutto dalle stesse popolazioni indigene, che hanno reclamato costantemente una legislazione che assicurasse in modo concreto il reale rispetto della consultazione preliminare. La piena applicazione della legge sarà la prova che il Perù intende soddisfare gli obblighi assunti in base alla Convenzione n. 169 dell'OIL.

4.7   Il governo di Ollanta Humala, che ha assunto le sue funzioni nel 2011, deve far fronte a notevoli sfide e suscita non poche aspettative. La firma di un ACM con l'UE può contribuire a risolvere favorevolmente le sfide e a trasformare le aspettative in certezze di cambiamento positivo, ma solo a condizione che non si pensi che la firma dell'accordo di per sé basti a produrre i mutamenti auspicati. Attraverso il presente "parere d'iniziativa", il CESE manifesta la sua intenzione di contribuire ad un futuro migliore delle relazioni tra l'UE e il Perù partecipando, insieme alla società civile peruviana ai meccanismi di monitoraggio e di valutazione dell'impatto che saranno istituiti. Nel presente documento il CESE ribadisce l'importanza che tali strutture di partecipazione della società civile siano rappresentative e indipendenti dal potere esecutivo.

Bruxelles, 11 luglio 2012

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Staffan NILSSON


(1)  L'ACM dovrà essere ratificato dai 27 parlamenti nazionali dell'Unione e dai parlamenti della Colombia e del Perù.

(2)  Come stabilito, ad esempio, dal Piano d'azione sui diritti del lavoro, incluso nell'Accordo tra Colombia e Stati Uniti e nell'SPG+.

(3)  Valutazione dell'impatto sulla sostenibilità del commercio, documento elaborato nel 2009 da Development Solutions, il Centro di ricerca di politica economica e dall'Università di Manchester su richiesta della Commissione europea.

(4)  Sono stati inoltre ratificati gli obiettivi del Protocollo sui diritti umani tra l'UE e la Colombia (2009) nel corso della sesta riunione ordinaria del Meccanismo di dialogo sui diritti umani, tenutasi a Bogotà il 30 gennaio 2012.

(5)  Sistema generalizzato di preferenze plus.

(6)  Articoli 271 e 324 dell'Accordo commerciale multilaterale.

(7)  Parere CESE sul tema I negoziati sui nuovi accordi commerciali: la posizione del CESE (relatore: PEEL, correlatrice: PICHENOT), GU C 211 del 19.8.2008, pag. 82.

(8)  "Ciascuna parte contraente si impegna a promuovere e ad applicare in maniera efficace nell'ambito delle leggi e delle pratiche in vigore sul proprio territorio le norme fondamentali del lavoro riconosciute a livello internazionale, così come sono state definite nelle convenzioni fondamentali dell'OIL", articolo 269, paragrafo 3 dell'ACM.

(9)  GU C 211 del 19.8.2008, pag. 82.

(10)  Il CESE "giudica […] indispensabile inserire nell'Accordo una dimensione sociale, in linea con un Accordo che va al di là dei suoi aspetti commerciali e che ha come obiettivo generale l'aumento della coesione sociale" (relatore: ZUFIAUR), GU C 248 del 25.8.2011, pag. 55.

(11)  Parere CESE sul tema Valutazioni d'impatto sulla sostenibilità (VIS) e politica commerciale UE, (relatrice: PICHENOT), GU C 218 del 23.7.2011, pag. 14.

(12)  Messaggio, datato 22 febbraio 2012, inviato al Parlamento europeo dalla Confederazione europea dei sindacati, dalla Confederazione sindacale internazionale, dalla Confederazione sindacale delle Americhe e dal consiglio dei sindacati globali - Posizione della CGT colombiana rispetto all'accordo commerciale UE-Colombia, 15 febbraio 2012.

(13)  Risoluzione del Parlamento europeo sull'ACM Unione europea, Colombia e Perù, adottata il 13 giugno 2012.

(14)  Per l'Europa il CESE.

(15)  All'allegato B figurano la relazione e il programma della missione.

(16)  Dichiarazione di Amnesty International per la 19a sessione del Consiglio diritti umani tenutasi a Ginevra nel 2012.

(17)  Relazione 2012 del Tribunale internazionale sull'infanzia colpita dalla guerra e dalla povertà, http://www.tribunalinternacionalinfancia.org.

(18)  Il 28 aprile 2012, venendo meno alla loro promessa, hanno sequestrato il giornalista francese Romeo Laglois liberandolo dopo alcune settimane.

(19)  Secondo la legge colombiana, si tratta di omicidi di persone protette.

(20)  Tra le varie fonti figurano le diverse relazioni della commissione responsabile dell'applicazione delle norme, le conferenze internazionali sul lavoro e l'Organizzazione Internazionale del Lavoro, Ginevra, www.ilo.org.

(21)  Relazione inviata dall'Ambasciata di Colombia a Bruxelles sull'azione della Procura generale dello Stato, marzo 2012.

(22)  Nel febbraio 2011, l'ex senatore Mario Uribe, ex presidente del Congresso e cugino del Presidente Alvaro Uribe, è stato riconosciuto colpevole di rapporti con gli ambienti paramilitari.

(23)  Viviane Morales, la cui elezione è stata annullata per presunti vizi di forma concernenti la sua candidatura.

(24)  Nel settembre 2011, Jorge Noguera Cotes, direttore della DAS dal 2002 al 2005, è stato riconosciuto colpevole di aver messo l'agenzia di intelligence al servizio dei gruppi paramilitari e di essere coinvolto nell'omicidio di un professore universitario nel 2004.

(25)  Relazione della commissione interamericana per i diritti umani sulla Colombia.

(26)  Relazione mondiale sui diritti umani per il 2012, Osservatorio dei diritti umani.

(27)  Lettera al Presidente Santos dell'Osservatorio dei diritti umani, 9 febbraio 2012.

(28)  Indicatori di sviluppo della Banca mondiale 2011.

(29)  Dati del ministero del lavoro peruviano.

(30)  La retribuzione giornaliera oscilla tra 8,84 e 10 dollari USA, il salario minimo vitale è di 259,61 dollari USA al mese.

(31)  Un esempio che spiega chiaramente l'uso inadeguato dei contratti intermittenti è il lavoro nel settore della palma da olio.

(32)  Programma dell'Organizzazione internazionale del lavoro per l'eliminazione del lavoro minorile, www.ilo.org.

(33)  Perù: Statistiche sull'emigrazione internazionale di cittadini peruviani e immigrazioni di cittadini stranieri, 1990-2009, Lima 2010.

(34)  Dal 2011, l'UE finanzia il progetto Perù migrante.

(35)  Legge n. 29785 relativa al diritto alla consultazione preliminare delle popolazioni indigene e originarie, diritto riconosciuto dalla Convenzione 169 dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL).


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