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Document 52012AR1662

Parere del Comitato delle regioni «Pacchetto “Imprese responsabili” »

GU C 277 del 13.9.2012, p. 171–179 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

13.9.2012   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 277/171


Parere del Comitato delle regioni «Pacchetto “Imprese responsabili”»

2012/C 277/17

IL COMITATO DELLE REGIONI

si compiace del fatto che la Commissione abbia collocato l'imprenditoria sociale e l'innovazione sociale al centro dell'iniziativa faro della strategia Europa 2020 Unione dell'innovazione, della piattaforma europea contro la povertà e l'esclusione sociale e dell'Atto per il mercato unico;

condivide il giudizio secondo cui una revisione strategica della responsabilità sociale delle imprese è divenuta più importante ai fini della loro competitività. Ciò può riflettersi vantaggiosamente sulla gestione dei rischi, il contenimento dei costi, il reperimento del capitale, i rapporti con la clientela, la gestione del personale e la capacità di innovazione. Concentrando l'attenzione sulla responsabilità sociale, le imprese possono rafforzare la fiducia che i lavoratori, i consumatori e i cittadini nutrono nei loro confronti;

si compiace dell'appello rivolto dalla Commissione ai dirigenti d'impresa europei affinché operino in stretta collaborazione con le autorità pubbliche e altre parti in causa per applicare pratiche aziendali responsabili in un numero crescente di imprese dell'UE, conformemente ai chiari obiettivi stabiliti per il 2015 e il 2020;

invita la Commissione a dedicare maggiore attenzione ai differenti gradi di sviluppo e al persistere di sensibili differenze regionali nell'UE. Gli Stati membri, le regioni e le città si trovano in situazioni molto diverse in rapporto ai cinque principali obiettivi definiti nella strategia Europa 2020: occupazione, ricerca e innovazione, cambiamenti climatici ed energia, istruzione e lotta contro la povertà, e la crisi vi si ripercuote con gradi differenti di intensità.

Relatrice

Satu TIETARI (FI/ALDE), consigliere comunale di Säkylä

Testi di riferimento

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, alla Banca centrale europea, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle regioni e al Garante europeo della protezione dei dati - Pacchetto Imprese responsabili, che comprende:

la comunicazione introduttiva

COM(2011) 685 final

la proposta di revisione delle direttive contabili

COM(2011) 684 final

la proposta di revisione della direttiva sulla trasparenza

COM(2011) 683 final

la comunicazione in materia di responsabilità sociale delle imprese

COM(2011) 681 final

la comunicazione relativa all'iniziativa per l'imprenditoria sociale

COM(2011) 682 final

I.   RACCOMANDAZIONI POLITICHE

IL COMITATO DELLE REGIONI

1.

si compiace del fatto che la Commissione abbia collocato l'imprenditoria sociale e l'innovazione sociale al centro dell'iniziativa faro della strategia Europa 2020 Unione dell'innovazione, della piattaforma europea contro la povertà e l'esclusione sociale e dell'Atto per il mercato unico;

2.

condivide il giudizio secondo cui una revisione strategica della responsabilità sociale delle imprese è divenuta più importante ai fini della loro competitività. Ciò può riflettersi vantaggiosamente sulla gestione dei rischi, il contenimento dei costi, il reperimento del capitale, i rapporti con la clientela, la gestione del personale e la capacità di innovazione. Concentrando l'attenzione sulla responsabilità sociale, le imprese possono rafforzare la fiducia che i lavoratori, i consumatori e i cittadini nutrono nei loro confronti;

3.

si compiace dell'appello rivolto dalla Commissione ai dirigenti d'impresa europei affinché operino in stretta collaborazione con le autorità pubbliche e altre parti in causa per applicare pratiche aziendali responsabili in un numero crescente di imprese dell'UE, conformemente ai chiari obiettivi stabiliti per il 2015 e il 2020;

4.

sostiene il proposito della Commissione di non fornire definizioni standard dell'imprenditoria sociale per l'intera UE, che vincolerebbero tutte le parti e condurrebbero a una regolamentazione troppo rigida; sostiene la proposta relativa a principi comuni, che consentirebbero di tenere in considerazione le strategie e le capacità politiche, economiche e sociali dei vari Stati membri. Il linguaggio e la terminologia utilizzati dovrebbero tuttavia essere coerenti in tutti gli Stati dell'UE;

5.

si compiace dell'impegno della Commissione europea a costruire un'Europa forte, competitiva e orientata allo sviluppo sostenibile, per consolidare la ripresa economica. Il sostegno di un'attività economica concorrenziale e sostenibile ha un «ruolo centrale» (1) nella strategia Europa 2020;

6.

nota che nuove variabili che influiscono sulla competitività hanno messo in discussione il ruolo dell'economia europea nel mondo, e che la strategia Europa 2020 dev'essere sostenuta energicamente affinché l'economia europea riacquisti la propria posizione. In questo processo la prospettiva sociale deve avere un ruolo di primo piano in quanto catalizzatore della crescita;

7.

sottolinea che nel rispondere alle sfide globali è importante sfruttare il valore aggiunto derivante dall'azione a livello dell'UE. Gli obiettivi della strategia Europa 2020 possono essere raggiunti solo riunendo le risorse degli Stati membri e creando delle sinergie;

8.

ritiene che si debba accrescere la cooperazione a vasto raggio e rafforzare gli accordi tra regioni e Stati membri che li impegnano a realizzare gli obiettivi della strategia Europa 2020;

9.

invita la Commissione europea a dedicare maggiore attenzione ai differenti gradi di sviluppo e al persistere di sensibili differenze regionali nell'UE. Gli Stati membri, le regioni e le città si trovano in situazioni molto diverse in rapporto ai cinque principali obiettivi definiti nella strategia Europa 2020: occupazione, ricerca e innovazione, cambiamenti climatici ed energia, istruzione e lotta contro la povertà, e la crisi vi si ripercuote con gradi differenti di intensità;

10.

ritiene che occorra sostenere e premiare sui mercati una gestione responsabile delle imprese, per esempio attraverso il sostegno degli investimenti e gli appalti pubblici. Il sostegno dovrebbe essere diretto ai soggetti che riconoscono l'importanza cruciale dei lavoratori per lo sviluppo delle imprese. Bisognerebbe premiare chi impiega persone appartenenti a gruppi considerati a rischio di disoccupazione, in modo da produrre un effetto di imitazione;

11.

accoglie con soddisfazione la proposta della Commissione di dare un pubblico riconoscimento alle attività svolte dalle imprese nel campo della gestione responsabile. L'UE può contribuire alla diffusione delle buone pratiche e all'apprendimento tra pari, e incoraggiare un numero crescente di imprese a sviluppare propri approcci strategici in materia di responsabilità sociale;

12.

invita la Commissione europea ad elaborare disposizioni che obblighino i fondi di investimento e le società finanziarie a informare i propri clienti (cittadini, imprese, autorità eccetera) sui criteri di investimento etico o responsabile da loro applicati o su qualsivoglia norma o codice cui essi aderiscono allo scopo di integrare nuovi valori etici;

13.

è favorevole alla creazione di strumenti europei in grado di aiutare le imprese sociali a reperire finanziamenti;

14.

propone di seguire e valutare periodicamente, insieme con la Commissione europea, l'attuazione e l'informazione in questo campo. Fornendo informazioni su fatti riguardanti la società, l'ambiente e il clima si può rafforzare l'impegno relativo a varie misure di sviluppo, cosa che favorisce l'individuazione dei rischi fondamentali per lo sviluppo sostenibile;

15.

comprende che lo sviluppo della responsabilità sociale presuppone nuove capacità da parte delle imprese, come pure un cambiamento di valori e di comportamenti. Un compito importante degli Stati membri può consistere nell'incoraggiare gli istituti di istruzione a includere le questioni relative alla responsabilità sociale, allo sviluppo sostenibile e alla cittadinanza responsabile nei programmi delle scuole secondarie e delle università;

16.

si compiace del fatto che l'iniziativa conferisca all'istruzione, alla sensibilizzazione sociale e al riconoscimento dell'attività di sviluppo un ruolo fondamentale nel nuovo modello di crescita dell'UE, e sostiene l'idea della Commissione di guidare e sovvenzionare i progetti di formazione che incoraggiano la responsabilità sociale; reputa che lo sviluppo di una mentalità imprenditoriale sociale dovrebbe aver luogo già nelle prime fasi dell'istruzione, in modo da formare una consapevolezza appropriata dell'importanza del ruolo del capitale umano nell'economia;

17.

riconosce che anche il concetto di industria si è ampliato, e che è aumentata l'importanza di un nuovo tipo di settore basato sull'attività di rete. Estendere la responsabilità sociale a tutte le fasi del lavoro contribuirà allo sviluppo di tali imprese;

18.

constata che l'estensione della responsabilità sociale al mondo produttivo costituisce una sfida decisiva nell'ottica di rendere più coerente la politica dell'UE in materia di diritti umani;

19.

ricorda che una migliore attuazione dei principi guida dell'ONU contribuirà al raggiungimento degli obiettivi dell'UE relativi a questioni specifiche di diritti umani e alle norme fondamentali del lavoro, per quanto riguarda in particolare il lavoro minorile, il lavoro forzato dei detenuti, la tratta di esseri umani, l'uguaglianza di genere, la non discriminazione, la libertà di associazione e il diritto di negoziazione collettiva;

20.

osserva che l'UE dovrebbe investire nelle misure caratterizzate dal massimo potenziale socioeconomico possibile, e sostiene il proposito della Commissione di collaborare nel 2012 con le imprese e i gruppi di interesse per sviluppare, sulla base dei principi guida delle Nazioni Unite, degli orientamenti in materia di diritti umani per alcuni settori di attività e per le piccole e medie imprese;

21.

ribadisce che uno dei principali obiettivi dovrebbe essere quello di realizzare un sistema di finanziamento caratterizzato da maggiore responsabilità e trasparenza. Nel decidere i propri investimenti, gli investitori dovrebbero tenere presenti anche altri aspetti oltre ai vantaggi finanziari immediati. Una politica responsabile in materia di capitale umano a lungo termine produce vantaggi competitivi, che si traducono in notevoli vantaggi finanziari;

22.

ritiene che la finalità della responsabilità sociale debba consistere nello sviluppare processi che consentono di gestire in maniera più efficace, responsabile e trasparente risorse limitate, e nell'accrescere il ricorso a misure di responsabilità sociale;

23.

ricorda che l'evoluzione demografica sarà accompagnata da nuovi modelli di consumo. L'invecchiamento della popolazione nei paesi sviluppati porterà nuove esigenze in materia di prestazioni sociali, ma offrirà anche opportunità di creare imprese socialmente responsabili;

24.

propone di individuare, insieme con la Commissione europea, misure etiche e basate sul valore che permettano di accrescere la motivazione delle imprese a sviluppare la propria responsabilità sociale. Ciò richiederà capacità e valori nuovi, e un cambiamento dei comportamenti;

25.

raccomanda di ricorrere a incentivi che spingano le imprese a una maggiore responsabilità sociale in modo spontaneo e di propria iniziativa. Le imprese dovrebbero avere opportunità flessibili di innovare e di sviluppare un approccio alla responsabilità sociale adattato alle proprie specificità, e non dovrebbero essere messe di fronte a un impegno eccessivo in relazione alle proprie dimensioni e al proprio settore. Va rilevato che la responsabilità sociale delle imprese sviluppa e promuove il dialogo sociale;

26.

sostiene l'opportunità di sviluppare misure concrete e quantificabili nelle varie regioni d'Europa, in modo tale che gli effetti diretti e indiretti siano visibili e possano essere condivisi tra i soggetti interessati;

27.

è favorevole a un concetto integrato di sostenibilità, nel quale confluiscano in modo equilibrato le variabili economiche, sociali e ambientali. Occorre promuovere, nel rispetto della vigente legislazione dell'UE, l'integrazione di considerazioni sociali negli appalti pubblici (2);

28.

sottolinea che occorre garantire che gli Stati membri e le pubbliche autorità a tutti i livelli sfruttino pienamente le opportunità offerte dall'attuale legislazione in materia di appalti pubblici per includere in questi ultimi dei criteri relativi alla responsabilità sociale. Occorre tuttavia garantire alle piccole imprese e alle microimprese la possibilità di partecipare alle gare con pari opportunità e in maniera sostenibile;

29.

accoglie con favore gli sforzi della Commissione europea volti ad adeguare la legislazione concernente gli appalti pubblici, affinché tenga conto in misura maggiore delle esigenze locali, e chiede al Parlamento europeo e al Consiglio di continuare a tenere conto di tali esigenze e di quelle delle piccole e medie imprese;

30.

invita a valutare le proposte tendenti a far sì che la legislazione in materia di appalti aumenti le opportunità degli operatori più piccoli, dinamici e socialmente responsabili. Auspica che nell'aggiudicare commesse pubbliche, specie nel settore sociale e della salute, si tengano in considerazione i criteri della qualità e delle condizioni di lavoro;

31.

chiede che nel contesto delle gare di appalto venga sostenuta la nascita di partenariati e di reti. Le procedure di gara non devono essere troppo gravose e complesse, né richiedere una quantità eccessiva di adempimenti burocratici. Inoltre si dovrebbe evitare di perseguire il risultato esclusivamente nel modo più economico e rapido possibile. È più importante, infatti, ottenere i risultati attesi in termini qualitativi e sociali.

Nuovi modelli da elaborare e proposte di azione per accrescere l'attività economica socialmente responsabile

La responsabilità sociale come fattore di competitività

32.

è favorevole a misure che consentano alle imprese di sviluppare attività, prodotti e insiemi di servizi competitivi sulla base di una maggiore responsabilità sociale. Bisogna elaborare ed eseguire un inventario delle conoscenze del settore e del loro sviluppo, individuando un obiettivo misurabile, e promuovere lo scambio di buone pratiche.

Facilità d'uso per i consumatori

33.

ritiene che il consumatore dovrebbe poter ottenere agevolmente informazioni sulle imprese socialmente responsabili e sui loro prodotti. Le informazioni dovrebbero essere disponibili in una forma che ne renda facile l'utilizzazione e la diffusione;

34.

sottolinea l'importanza della trasparenza e dell'apertura dei diversi fattori di fondo dei processi produttivi per dimostrare la responsabilità sociale. La terminologia dev'essere uniforme e chiara, e i consumatori dovrebbero avere la possibilità di esprimere le loro considerazioni.

Gli incentivi economici vanno presentati in modo comprensibile

35.

ritiene che gli incentivi finanziari e di altro tipo a favore dell'imprenditoria sociale debbano essere presentati in modo facilmente comprensibile. Il contesto dell'attività imprenditoriale deve tuttavia incoraggiare e rendere attraente l'azione responsabile. Anche le imprese più piccole devono avere una reale possibilità di operare in quanto imprese socialmente responsabili.

Formazione e istruzione

36.

ritiene che non sia stata dedicata la necessaria attenzione alla formazione nel campo dell'imprenditoria socialmente responsabile. Un fattore di ostacolo allo sviluppo può consistere nella mancanza di un approccio imprenditoriale da parte dei dirigenti delle imprese sociali, ed è per questo che in futuro la questione dell'economia sociale dovrebbe essere affrontata con un duplice approccio, quello che punti al presente nell'ambito della formazione e al futuro nel quadro dei programmi di istruzione superiore. Ciò consentirà infatti di formare le risorse umane in maniera appropriata;

37.

ritiene che si dovrebbero organizzare iniziative di sviluppo e formazione in cooperazione con gli organismi di finanziamento. In tal modo anche il capitale umano contribuirebbe allo sviluppo dell'imprenditoria socialmente responsabile.

Rivedere la legislazione in materia di appalti

38.

osserva che nelle gare per servizi e appalti pubblici il prezzo è divenuto un fattore particolarmente importante. Gli appalti per la fornitura di servizi o di beni, eseguiti una tantum, tendono a essere di grandi dimensioni, cosa che comporta l'esclusione delle piccole imprese a causa del loro elevato prezzo unitario. Bisognerebbe rendere più facile tenere conto dell'aspetto dello sviluppo sostenibile negli appalti. Occorrerebbe inoltre organizzare misure di formazione e di orientamento su come presentare le offerte.

Incoraggiare l'imprenditoria responsabile

39.

ritiene che l'imprenditoria responsabile dovrebbe essere motivata in modo che esperti di vari settori di attività siano coinvolti e condividano informazioni su vari aspetti pratici;

40.

fa notare che numerose piccole e medie imprese, in particolare, si sentono escluse dall'elaborazione delle nuove disposizioni normative e regolamentari. Le imprese dovrebbero ottenere opportunità concrete di esercitare la propria influenza e di valutare l'impatto delle diverse misure, e dovrebbero avere possibilità più flessibili, ad esempio in materia di finanziamento;

41.

ritiene che sarebbe importante anche rafforzare le prestazioni, il senso di responsabilità e la trasparenza delle operazioni delle imprese per facilitare l'accesso ai finanziamenti;

42.

ricorda che nell'UE l'economia sociale dà attualmente occupazione a oltre 11 milioni di addetti, ossia il 6 % della forza lavoro (3). Tale settore comprende organizzazioni la cui attività è regolata da uno speciale regime giuridico (cooperative, fondazioni, associazioni e mutue), molte delle quali perseguono finalità sociali conformemente al loro statuto specifico, come pure imprese sociali operanti come imprese private o società per azioni tradizionali;

43.

sottolinea lo scarso riconoscimento dell'imprenditoria sociale. Gli attori di diversi paesi e regioni non sono sufficientemente collegati in rete e ciò impedisce la diffusione di buone prassi, nonché la creazione di partenariati e di nuove opportunità;

44.

sottolinea in particolare che nel mercato interno è necessaria una nuova crescita inclusiva orientata al massimo livello possibile di occupazione;

45.

invita a valutare se le imprese sociali possano dare un contributo economico significativo, per esempio intervenendo sui metodi di produzione del settore pubblico. L'imprenditoria sociale può diventare un modello per l'inevitabile futura riforma dei servizi pubblici;

46.

auspica che vengano tenute in considerazioni le caratteristiche specifiche delle imprese sociali, in particolare nel contesto degli appalti pubblici. Ciò non dovrà tuttavia falsare in alcun modo il contesto di concorrenza;

47.

sostiene le misure della Commissione relative alla piattaforma europea contro la povertà e l'esclusione sociale (4) e all'Atto per il mercato unico (5), al fine di rafforzare la coesione territoriale e trovare soluzioni originali per risolvere i problemi sociali, in particolare la povertà e l'esclusione sociale;

48.

sostiene l'idea che le imprese sociali potrebbero costituire una categoria a sé, con un proprio status giuridico e finalità diverse dal mero perseguimento dell'utile per gli azionisti. Tale categoria di imprese sarebbe comunque caratterizzata da proprie priorità regionali e nazionali;

49.

sostiene la proposta della Commissione di elaborare principi comuni, tenendo conto delle strategie politiche, economiche e sociali dei vari Stati membri e delle capacità di innovazione delle imprese sociali;

50.

fa osservare che la responsabilità sociale non è una novità per le piccole imprese. Le imprese svolgono già adesso, senza rendersene conto, funzioni tipiche delle imprese sociali. La terminologia e i concetti possono risultare poco familiari per le imprese. Occorrerebbe quindi accrescere la comprensione generale dei concetti, affinché si possano utilizzare nell'attività di impresa e nella sua corretta gestione;

51.

è favorevole alle misure intese a promuovere il riconoscimento dell'imprenditoria sociale e l'aumento della visibilità e della comprensione di tale settore. I dati riguardanti le imprese del settore sociale dovrebbero essere reperibili in maniera rapida e semplice, al fine di una diffusione delle esperienze e delle buone prassi;

52.

è favorevole alla creazione di un forum digitale multilingue per lo scambio di informazioni, rivolto alle imprese sociali, agli incubatori di imprese, ai cluster di imprese e agli investitori nel settore dell'economia sociale; chiede anche che venga semplificato lo scambio di informazioni e il sovvenzionamento a carico dei programmi dell'UE. La creazione di tale piattaforma dovrebbe essere preceduta da consultazioni con i gruppi interessati;

53.

propone di creare tutte le condizioni per l'armonizzazione delle pratiche di project-financing. Poiché la sovvenzione del progetto deve essere richiesta a finanziatori differenti, i richiedenti devono acquisire dimestichezza con norme e orientamenti diversi per ciascuno di essi, in quanto la tipologia e l'entità dei contributi offerti dai diversi sistemi dipendono dall'organismo pubblico di finanziamento, dalla natura del progetto e dalla legislazione nazionale. Ciò limita le possibilità di partecipare a progetti, in particolare per gli operatori di minore entità, dotati di risorse più limitate. Occorre tenere in considerazione anche le procedure di applicazione, interpretazione e attuazione dei finanziamenti dell'UE;

54.

è favorevole allo sviluppo di linee di azione a vasto raggio e di programmi mirati per il sostegno delle imprese dell'economia sociale e la promozione dell'innovazione sociale. Tali misure devono tuttavia essere elaborate in maniera da non distorcere la concorrenza;

55.

richiama l'attenzione sulle difficoltà che le imprese sociali devono affrontare per finanziare il proprio sviluppo. La loro utilizzazione dei profitti e il fatto che danno lavoro a persone socialmente svantaggiate fanno sì che spesso le imprese sociali diano ai creditori o ai possibili finanziatori l'impressione di essere più rischiose o meno redditizie delle altre;

56.

accoglie con favore le misure proposte dalla Commissione (6) per incoraggiare soggetti privati e pubblici a investire maggiormente in tali imprese attraverso una partecipazione al capitale o la concessione di prestiti, nel quadro di un investimento socialmente responsabile o di uno strumento europeo inteso a favorire il finanziamento delle imprese sociali;

57.

è favorevole all'elaborazione a livello europeo di un quadro normativo atto a consentire la creazione di nuovi strumenti di investimento socialmente responsabili;

58.

chiede che tutte le imprese e le fondazioni che lavorano nel campo dell'imprenditoria sociale possano operare nel mercato interno. A tal fine la normativa non deve essere eccessivamente complessa, bensì semplice da gestire e da rispettare;

59.

accoglie con favore le misure del Fondo europeo di investimento (7) relative all'introduzione nel 2012 di uno sportello «fondi propri» [ESIEF (8)] dedicato agli investimenti in fondi destinati a generare un impatto sociale. Il finanziamento iniziale risulta particolarmente difficile;

60.

raccomanda di considerare l'opzione di un nuovo gruppo di investimento sociale e di considerare l'elaborazione di un approccio relativo all'avvio dell'imprenditoria sociale, che incoraggi la partecipazione di vari organismi di finanziamento al sistema di innovazione. I finanziamenti dovrebbero essere accompagnati da assistenza e orientamento in materia di gestione e di investimenti, poiché la gamma di finanziamenti disponibili rappresenta già di per sé una difficoltà per le nuove e piccole imprese che desiderano chiedere un contributo. La difficoltà di definire le imprese sociali e di stabilire obiettivi rappresenta un ostacolo al finanziamento;

61.

auspica che come contropartita degli investimenti si richieda un'accurata valutazione dei risultati e un comportamento responsabile;

62.

propone di introdurre, come obiettivo qualitativo per lo sviluppo dell'imprenditoria sociale, la creazione di nuove innovazioni o di nuove imprese, in modo da contribuire alla riduzione della disoccupazione di lungo periodo e alla creazione di posti di lavoro stabili e di reti, in particolare tra le piccole imprese;

63.

raccomanda di valutare più accuratamente se l'economia sociale e la formazione ad essa collegata siano in grado di offrire ai giovani a rischio di esclusione sociale la possibilità di trovare un impiego e acquisire esperienze, e se la partecipazione a un'attività di imprenditoria sociale consenta loro di passare dall'ufficio di collocamento alla vita lavorativa;

64.

sottolinea l'opportunità di trasmettere il capitale intellettuale e l'esperienza dei lavoratori di mezza età alle generazioni più giovani grazie alla creazione di un'impresa sociale. A causa della crisi economica, anche lavoratori più anziani ma perfettamente idonei sono minacciati di disoccupazione e di marginalizzazione. I finanziamenti dell'UE dovrebbero essere utilizzati anche per contribuire all'adozione del modello dell'apprendistato nell'imprenditoria sociale. Il trasferimento di conoscenze tra generazioni crea un rilevante valore aggiunto, perché i più anziani possono trasmettere modi di vedere e conoscenze, mentre i giovani contribuiscono con idee nuove ed entusiasmo. Il modello dell'apprendistato funziona quindi nelle due direzioni;

65.

è favorevole ad accrescere l'informazione destinata agli anziani in merito ai benefici dell'imprenditoria sociale nel quadro dell'Anno europeo dell'invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni 2012;

66.

ritiene che per accrescere le competenze in materia di attività d'impresa occorra organizzare consulenze di esperti, servizi di sviluppo, seminari in materia di cooperazione, visite di studio e altre attività pertinenti adattate alle differenti situazioni cui le imprese sono confrontate, e promuovere lo scambio di conoscenze;

67.

raccomanda di sviluppare un approccio sufficientemente a lungo termine, piuttosto che un approccio frammentario, basato sui progetti. Una condizione di base per creare attività redditizie tra imprese sociali consiste nel seguire un percorso graduale, basato su chiari obiettivi intermedi;

68.

è favorevole alla creazione di partenariati tra differenti settori e tra organizzazioni di campi e di materie differenti. Quali sono gli altri attori pertinenti che occorre coinvolgere in questo settore di attività o che partecipano già attivamente all'imprenditoria sociale? Quali sono i progetti, i programmi e le reti con i quali l'imprenditoria sociale è generalmente associata o con i quali si cerca di associarla? In che modo altri progetti/organismi di finanziamento/investitori potrebbero beneficiare delle reti?

69.

ritiene che occorra individuare, in collaborazione con le parti in causa, buone pratiche e modelli efficaci. Bisogna elaborare una valutazione e un elenco delle imprese sociali in Europa e definirne le caratteristiche specifiche, i modelli economici, il peso economico, il potenziale di crescita transfrontaliera, le forme giuridiche e il contenuto e i principi dei relativi regimi fiscali. In tal modo si possono utilizzare le informazioni già disponibili e costruire modelli concettuali includendovi le buone pratiche.

Elaborare un sistema di certificazione per l'imprenditoria sociale

70.

ritiene che a fronte di un'imprenditoria sempre più variegata e del crescente numero di imprenditori differenti, il concetto di imprenditoria sociale debba essere definito in modo più preciso, affinché si adottino politiche eque in materia di procedure fiscali, soluzioni pensionistiche e costi previdenziali onde creare occupazione e favorire l'emergere di diverse opportunità economiche;

71.

raccomanda di sviluppare la certificazione a livello locale, sulla base di determinati criteri, e di instaurare una stretta cooperazione e dei partenariati tra regioni, auspicando uno spazio per aspetti regionali specifici al fine di sostenere le imprese responsabili sia per quanto riguarda il contenuto sia per quanto riguarda la forma del riconoscimento.

Formazione, guida e tutoraggio per lo sviluppo continuo

72.

ritiene che la creazione di un contesto favorevole per le aziende attive nell'economia sociale richiederà, da parte di tali imprese, una nuova forma di leadership e nuove competenze, che potranno essere acquisite mediante la modifica dei programmi di istruzione superiore, la formazione e sforzi sistematici di miglioramento;

73.

raccomanda anche di apprendere dall'esperienza, ossia di adottare l'approccio dell'apprendistato, per garantire un uso efficiente delle risorse. Raccogliere e condividere le esperienze delle imprese sociali che operano in questo settore già da tempo è un modo importante per aumentare la quantità di informazioni disponibili.

Risultati che possono essere oggetto di modellazione e di riproduzione

74.

osserva che occorre valutare in che misura il lavoro e le attività svolti nel quadro dell'imprenditoria sociale possano essere oggetto di modellazione e di riproduzione, e come si possa sviluppare su tale base un modello di produzione attraente, in grado di incoraggiare gli investitori a impegnarsi nello sviluppo e i consumatori ad acquistare.

Prevenire l'emarginazione dei giovani

75.

ritiene che occorra investire nell'occupazione e nel benessere dei giovani e di altre categorie a rischio di emarginazione, aumentando le loro opportunità di lavoro e sviluppando le possibilità delle imprese sociali. Un «concetto d'azione» di elevata accessibilità potrebbe fornire l'occasione di finanziare le attività volte a prevenire l'emarginazione dei bambini e dei giovani, nonché di sviluppare e ampliare nuovi servizi. I giovani, inoltre, dovrebbero avere l'opportunità di presentare domanda di finanziamento per i loro progetti e le loro attività;

76.

segnala che una società quotata non può operare senza la vigilanza di uno Stato membro;

77.

sottolinea l'esigenza di orientare le attività del programma, e in particolare la valutazione d'impatto;

78.

è favorevole alla flessibilità circa la frequenza e la tempistica della pubblicazione delle informazioni finanziarie periodiche per i piccoli e medi emittenti, e auspica che la frequenza di pubblicazione sia appropriata;

79.

è favorevole a misure volte a semplificare le sezioni esplicative delle relazioni finanziarie intermedie per i piccoli e medi emittenti;

80.

spera che nella discussione dell'innovazione sociale venga dedicata particolare attenzione alla prevenzione dell'emarginazione e alla parità di genere;

81.

ritiene che si debba adottare un atteggiamento positivo nei confronti dell'armonizzazione e della semplificazione della diffusione di informazioni. L'accesso ai dati economici relativi alle imprese quotate in borsa di tutta l'UE è attualmente arduo, perché i soggetti interessati devono ricercarli in 27 differenti banche dati nazionali;

82.

auspica lo sviluppo di un ambiente economico più favorevole alla creatività e all'innovazione e che accresca la fiducia delle imprese semplificando le procedure amministrative ed eliminando gli ostacoli che complicano in particolare l'attività delle piccole e medie imprese;

83.

è favorevole ad espandere il ruolo delle imprese responsabili nella società e a promuovere un ambiente in cui gli imprenditori siano incoraggiati a sviluppare innovazioni con un impatto sociale e progetti economicamente realizzabili. Le attività devono essere redditizie e motivanti per le imprese, e queste ultime devono essere tenute in considerazione fin dal primo momento nelle attività operative;

84.

al fine di evitare una duplicazione delle misure raccomanda di procedere a un esame congiunto dell'iniziativa faro Unione dell'innovazione, che è intesa a promuovere l'innovazione sociale, ad utilizzare la creatività delle associazioni e delle imprese sociali a vantaggio delle categorie più vulnerabili e a rispondere a pressanti esigenze sociali che i mercati e le pubbliche autorità non riescono a soddisfare;

85.

è favorevole alla semplificazione delle direttive sulla contabilità, in particolare a beneficio delle imprese più piccole. Tali direttive dovrebbero prevedere requisiti ragionevoli ed equi, ad esempio in materia di pubblicità e di valutazione, tenendo conto delle dimensioni e del settore di attività dell'impresa;

86.

ritiene che disposizioni più semplici in materia di contabilità possano contribuire a un ambiente economico favorevole alla costituzione di imprese e all'imprenditorialità. Il Comitato delle regioni non ha le risorse necessarie per valutare gli effetti delle disposizioni in materia di contabilità, e propone che il Parlamento europeo esegua un'ampia valutazione prima dell'entrata in vigore della direttiva sulla contabilità;

87.

è tuttavia favorevole a una semplificazione degli attuali requisiti in modo tale che la contabilità rimanga comparabile e utile allo scopo;

88.

raccomanda di normalizzare le soglie per le imprese delle stesse dimensioni, allo scopo di facilitare la comparazione e di promuovere la comparabilità dei dati finanziari in tutta l'UE;

89.

sostiene l'obiettivo di introdurre normative conformi ai principi di sussidiarietà e proporzionalità; auspica inoltre che gli oneri amministrativi siano commisurati ai benefici forniti;

90.

valuta favorevolmente l'Atto per il mercato unico (9), che mira a creare un contesto operativo più semplice per le PMI, che rappresentano oltre il 99 % delle imprese europee. Lo Small Business Act riconosce la necessità di tener conto dei bisogni specifici delle PMI come gruppo, ma anche la necessità di definire diversi segmenti all'interno di tale gruppo. Inoltre, l'approccio «pensare anzitutto in piccolo» («think small first») consente di utilizzare regimi contabili adatti a imprese di dimensioni differenti;

91.

chiede di fare in modo che gli Stati membri non avanzino ulteriori richieste non motivate. Il modo migliore per realizzare questo risultato è attraverso una legislazione coordinata a livello dell'UE. Quanto alle imprese medie e grandi, è opportuno garantire una maggiore comparabilità delle informazioni finanziarie all'interno dell'Unione, dato che queste imprese operano spesso in tutta l'Unione e che le loro attività interessano differenti soggetti in tutto il mercato interno;

92.

accoglie con favore l'impegno assunto dai paesi del G8 ad adottare leggi e regolamenti sulla trasparenza o a promuovere norme volontarie che impongano alle imprese delle industrie petrolifera, del gas naturale e mineraria l'obbligo di divulgare informazioni relative ai pagamenti effettuati ai governi, o le incoraggino a farlo. Inoltre il Parlamento europeo ha presentato una risoluzione (10) che ribadisce il suo sostegno all'informativa paese per paese, specialmente da parte delle industrie estrattive.

Conclusioni

93.

ritiene che una priorità importante consista nelle misure che consentono di orientare, incoraggiare e aiutare le PMI ad adottare maggiori prospettive sociali e di responsabilità sociale nelle loro attività. Nell'UE ci sono attualmente 24 milioni di piccole e medie imprese. Per il futuro dell'UE è importante il modo in cui i giovani in particolare vengono incoraggiati a praticare una nuova imprenditorialità socialmente responsabile;

94.

ritiene che delle misure opportune consentiranno di promuovere la creazione di nuove imprese e la crescita di quelle esistenti. Le misure di politica industriale dovrebbero essere finalizzate a sostenere in particolare le imprese a elevata intensità di lavoro, votate a una crescita internazionale e socialmente responsabile e che presentano buone capacità di utilizzo delle reti;

95.

è convinto che lo sviluppo regionale risulterà essenziale per dare forma al futuro. Gli obiettivi o le procedure prescelti possono essere volti alla creazione del nuovo, al mantenimento del vecchio o all'adeguamento ai cambiamenti che avvengono nell'ambiente delle imprese. Fondamentale sarà la capacità di una regione di rafforzare le conoscenze, di sfruttare i propri punti di forza, di specializzarsi e di creare dei collegamenti a livello regionale, nazionale e internazionale;

96.

reputa opportuno verificare l'efficacia e l'opportunità delle sovvenzioni fornite alle imprese, introducendo i cambiamenti e i risparmi necessari sulla base dei risultati emersi. Occorre sviluppare l'attività svolta in rete, in modo che essa sostenga la politica industriale regionale nel suo complesso, mentre contemporaneamente si sfruttano in maniera più efficiente il potenziale, i punti di forza e le possibilità delle regioni. Grazie alla mappatura degli sviluppi è possibile accrescere la cooperazione tra regioni centrali e regioni periferiche. Occorre anche rendere più efficienti la cooperazione, il partenariato e le reti tra regioni;

97.

considera importante anche valutare se la portata dei progetti e la complessità della normativa facciano sì che la gestione sia affidata ai cosiddetti specialisti in gestione di progetti, come comuni, università, scuole e vari enti per lo sviluppo. Occorrerebbe dedicare particolare attenzione alle pari opportunità delle piccole imprese per quanto riguarda la possibilità di accedere ai progetti. Le organizzazioni consolidate hanno maggiori risorse a disposizione per studiare le complesse regole dei progetti e preparare i resoconti richiesti, attività per le quali le piccole imprese mancano di competenza e di possibilità. Tuttavia un approccio più agile da parte degli imprenditori potrebbe consentire di realizzare i progetti in modo più efficace rispetto ai costi;

98.

fa osservare che la forma di attività delle imprese sociali non è ancora codificata, i principali soggetti sono ancora funzionari pubblici e/o grandi organismi, e gli imprenditori considerano l'imprenditoria sociale più come una forma di assistenza che come un'autentica fonte di affari. Tale attività è quindi percepita come estranea o separata dall'imprenditorialità, oppure le due attività si considerano reciprocamente come concorrenti, anziché parallele. Nello sviluppo dell'imprenditoria sociale occorre dedicare particolare attenzione a questo aspetto;

99.

ritiene che occorrerebbe migliorare e rendere più accessibili le informazioni in merito alle possibilità dell'imprenditoria sociale. Il principale portale web dovrebbe contenere un link a informazioni essenziali ed aggiornate. Le informazioni dovrebbero essere interconnesse tramite link, e per la loro diffusione si dovrebbero utilizzare modalità di presentazione efficaci, quali bollettini, condivisione di esperienze importanti e un aggiornamento continuo;

100.

ritiene che occorra concordare l'ordine di importanza delle misure da attuare e ricercare le migliori misure, tecniche e procedure pratiche per risolvere i problemi dei vari settori. Tali procedure dovrebbero essere individuate e replicate per essere utilizzate dalla cerchia più ampia possibile di soggetti;

101.

ritiene che si debba accrescere la capacità di sviluppo versatile legata all'imprenditorialità. Raccogliere e condividere le esperienze delle imprese che operano già nel settore è un modo importante per aumentare la quantità di dati disponibili. Deve esserci la volontà di costruire un'Europa integrata, nella quale ciascuna parte sia importante e ciascuno sia destinato a trovare un ruolo che accresca la propria competenza;

102.

osserva che l'obiettivo consiste nel contribuire a generare nuove idee e accelerare l'adozione di nuove soluzioni. I programmi pilota sono un modo efficace per portare le proprie soluzioni sul mercato e trarre insegnamenti pratici dai successi o dai fallimenti. Questo settore può acquisire modelli qualitativamente migliori e più funzionali e informazioni riguardanti da un lato l'efficacia e l'impatto di un determinato concetto in diversi paesi obiettivo, e dall'altro le difficoltà e i problemi incontrati;

103.

reputa che attraverso la fase di sperimentazione si possa generare un nuovo interesse per l'imprenditorialità. Esistono numerosi settori di sperimentazione e le iniziative pilota consentono di limitare i rischi entro limiti prefissati. Affinché la sperimentazione generi idee commerciali redditizie, è importante fornire un sostegno sotto forma di finanziamenti e informazioni fin dalle prime fasi. I progetti pilota possono inoltre fungere da piattaforme di apprendimento prima dell'adozione di nuove soluzioni;

104.

raccomanda infine di ricercare soluzioni in modo sistematico e secondo un approccio a lungo termine e graduale. L'Europa ha bisogno di nuova determinazione per generare crescita economica, cosa che può avvenire in modo socialmente responsabile, anche in un contesto di restrizioni ambientali. Occorre individuare misure atte a prevenire l'esclusione che si estendano su un arco temporale sufficiente. Vanno evitati gli interventi a breve, basati su progetti e privi di specifici requisiti in materia di seguito. Continuiamo a chiedere l'elaborazione di proposte di azione più dettagliate e relazioni riguardanti la responsabilità sociale e l'imprenditoria sociale, affinché sia possibile incidere in misura maggiore sulla stabilità sociale. In generale è di primaria importanza richiamare l'attenzione sugli sforzi di miglioramento, diffondendo e utilizzando le buone pratiche, divulgando e riproducendo le conoscenze disponibili. Il CdR è favorevole all'individuazione di esempi e al sostegno delle azioni rivolte al futuro.

Bruxelles, 19 luglio 2012

La presidente del Comitato delle regioni

Mercedes BRESSO


(1)  COM(2010) 614 final.

(2)  Buying Social: a guide to taking account of social considerations in public procurement (Acquisti sociali: una guida alla considerazione degli aspetti sociali negli appalti pubblici), Commissione europea, 2011.

(3)  Ciriec (Centro internazionale di ricerca e di informazione sull'economia pubblica, sociale e cooperativa), The social economy in European Union (L'economia sociale nell'UE), pag. 48.

(4)  La piattaforma europea contro la povertà e l'esclusione sociale: un quadro europeo per la coesione sociale e territoriale - COM(2010) 758 final del 16 dicembre 2010.

(5)  Comunicazione: l'Atto per il mercato unico - Dodici leve per stimolare la crescita e rafforzare la fiducia, COM(2011) 206 final del 13 aprile 2011.

(6)  COM(2011) 681 final.

(7)  Gruppo Banca europea per gli investimenti.

(8)  European Social Investment and Entrepreneurship Fund (ESIEF), che dovrebbe investire in 10-15 veicoli negli Stati membri.

(9)  La semplificazione delle direttive sui principi contabili è menzionata al punto 2.11 della comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, dell'aprile 2011, L'Atto per il mercato unico, Dodici leve per stimolare la crescita e rafforzare la fiducia - Insieme per una nuova crescita, disponibile all'indirizzo Internet http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2011:0206:FIN:IT:PDF.

(10)  Risoluzione INI/2010/2102.


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