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Document 52010IP0237

Situazione nella penisola coreana Risoluzione del Parlamento europeo del 17 giugno 2010 sulla situazione nella penisola coreana

GU C 236E del 12.8.2011, p. 111–113 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

12.8.2011   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

CE 236/111


Giovedì 17 giugno 2010
Situazione nella penisola coreana

P7_TA(2010)0237

Risoluzione del Parlamento europeo del 17 giugno 2010 sulla situazione nella penisola coreana

2011/C 236 E/18

Il Parlamento europeo,

viste le sue precedenti risoluzioni sulle questioni relative alla penisola coreana,

vista la decisione 2009/1002/PESC del Consiglio del 22 dicembre 2009,

vista la dichiarazione, del 20 maggio 2010, dell'Alto rappresentante/Vice presidente Catherine Ashton in merito alla pubblicazione del rapporto sull'affondamento della nave sudcoreana Cheonan,

visto il rapporto intitolato «Risultati dell'inchiesta sull'affondamento del Cheonan sudcoreano»,

viste la risoluzione 1718 del 2006 e la risoluzione 1874 del 2009 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite,

visto l'articolo 110, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.

considerando che le tensioni nella penisola coreana sono drammaticamente aumentate dopo l'affondamento del Cheonan il 26 marzo 2010, con la tragica perdita di 46 vite umane,

B.

considerando che il 15 maggio 2010 sul fondale marino sono state rinvenute parti di un siluro CHT-02D,

C.

considerando che l'Alto rappresentante/Vicepresidente Catherine Ashton ha condannato l'affondamento del Cheonan come azione odiosa e profondamente irresponsabile,

D.

considerando che l'indagine condotta da un gruppo d'inchiesta internazionale civile e militare mediante un processo di indagine e di verifica realizzato sulla base di un approccio scientifico oggettivo ha mostrato prove chiare e inconfutabili del fatto che il Cheonan è affondato a seguito di un'esplosione sottomarina esterna provocata da un siluro fabbricato nella Repubblica democratica popolare di Corea (RDPC), così come concluso dalla valutazione indipendente eseguita dalla commissione di vigilanza delle nazioni neutrali,

E.

considerando che tutti i sottomarini di altri paesi vicini si trovavano nelle rispettive basi o nelle loro vicinanze al momento dell'incidente,

F.

considerando che il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon ha definito le conclusioni del rapporto «estremamente preoccupanti»,

G.

considerando che il governo della Repubblica di Corea ha chiesto pubbliche scuse e la promessa che non si verificheranno nuove provocazioni da parte delle autorità della RDPC,

H.

considerando che il governo della Repubblica democratica popolare di Corea ha negato di essere in alcun modo coinvolto nell'affondamento del Cheonan, accusando la Repubblica di Corea di aver «montato» il caso, e ha minacciato guerra aperta nel caso in cui quest'ultima imponga ulteriori sanzioni,

I.

considerando che le forze armate della Repubblica democratica popolare di Corea hanno proseguito le loro azioni militari provocatorie e irresponsabili, come l'uccisione, il 4 giugno 2010, di tre cittadini cinesi al confine tra la RDPC e la Repubblica popolare cinese,

J.

considerando che, a seguito dell'incidente, la Repubblica di Corea ha annunciato la sospensione di tutte le relazioni con la Repubblica democratica popolare di Corea, ad eccezione degli aiuti umanitari e delle operazioni legate al complesso industriale di Kaesŏng,

K.

considerando che il governo della Repubblica di Corea ha dichiarato che non riprenderà i colloqui a sei fino a quando non saranno state adottate misure appropriate nei confronti della Repubblica democratica popolare di Corea,

L.

considerando che l'Unione europea sostiene vivamente la denuclearizzazione della penisola coreana e ritiene che la ripresa dei colloqui a sei sia essenziale per la pace e la stabilità nella regione,

M.

considerando che i governi della Repubblica popolare cinese e della Federazione russa non hanno ancora assunto una posizione chiara rispetto al rapporto finale e alle conclusioni del gruppo d'inchiesta congiunto,

N.

considerando che la Repubblica di Corea ha ufficialmente deferito la questione affinché sia discussa in seno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, mentre la Repubblica democratica popolare di Corea, in una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha declinato ogni responsabilità per l'attacco e ha sollecitato il Consiglio di sicurezza ad aiutarla a condurre una propria indagine,

1.

deplora profondamente la tragica perdita di vite umane a bordo della corvetta sudcoreana Cheonan ed esprime la sua vicinanza al governo della Repubblica di Corea, alle famiglie delle vittime e ai cittadini coreani in uno spirito di solidarietà e amicizia;

2.

si associa alla condanna dell'attacco espressa dall'Alto rappresentante/Vice presidente e manifesta il suo apprezzamento per la moderazione di cui ha dato prova la Repubblica di Corea;

3.

prende atto delle conclusioni del rapporto finale del gruppo d'inchiesta congiunto, secondo cui l'affondamento della nave è stato causato da un siluro nordcoreano, e condanna fermamente tale affondamento quale atto di provocazione ai danni della pace e della stabilità nella penisola coreana;

4.

esprime delusione per il fatto che i governi della Repubblica popolare cinese e della Federazione russa non hanno ancora assunto una posizione chiara rispetto alle conclusioni del rapporto finale del gruppo d'inchiesta congiunto;

5.

invita entrambe le parti a dar prova di moderazione, a impiegare ogni mezzo possibile per migliorare le relazioni intercoreane e a intensificare gli sforzi volti a promuovere una pace e una sicurezza durature nella penisola coreana;

6.

invita i governi della Repubblica popolare cinese e della Federazione russa, in quanto membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, a esaminare attentamente il rapporto finale e le conclusioni del gruppo d'inchiesta congiunto;

7.

invita la Repubblica popolare cinese – membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e principale partner commerciale della RDPC – ad esercitare tutta la sua influenza positiva sulla Repubblica democratica popolare di Corea e ad adoperarsi per evitare un'ulteriore intensificazione del conflitto;

8.

manifesta il suo appoggio al deferimento della questione al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite da parte del governo della Repubblica di Corea;

9.

invita i paesi che partecipano ai colloqui a sei a continuare a lavorare insieme per assicurare la ripresa dei colloqui intesi a porre fine al programma nucleare della Repubblica democratica popolare di Corea;

10.

invita la Commissione a mantenere gli attuali programmi di aiuto umanitario e a tenere aperti i canali di comunicazione con la Repubblica democratica popolare di Corea, dal momento che tali programmi di aiuto incidono direttamente sulle condizioni di vita della popolazione del paese;

11.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Presidente della Commissione, al Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Presidente del Consiglio, ai governi e parlamenti degli Stati membri e dei paesi candidati all'adesione, al Segretario generale delle Nazioni Unite nonché ai governi della Repubblica di Corea e della Repubblica democratica popolare di Corea.


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