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Document 52009AE1021

Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo — Quadro strategico europeo per la cooperazione internazionale in campo scientifico e tecnologico COM(2008) 588 def.

GU C 306 del 16.12.2009, p. 13–17 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

16.12.2009   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 306/13


Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo — Quadro strategico europeo per la cooperazione internazionale in campo scientifico e tecnologico

COM(2008) 588 def.

2009/C 306/03

La Commissione europea, in data 24 settembre 2008, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 262 del Trattato che istituisce la Comunità europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:

«Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo — Quadro strategico europeo per la cooperazione internazionale in campo scientifico e tecnologico»

La sezione specializzata Mercato unico, produzione e consumo, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 19 maggio 2009, sulla base del progetto predisposto dal relatore WOLF.

Alla sua 454a sessione plenaria, dei giorni 10 e 11 giugno 2009, (seduta dell'11 giugno), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 111 voti favorevoli e 1 astensione.

1.   Sintesi e raccomandazioni

1.1

La cooperazione internazionale in campo scientifico ha numerosi effetti — e tutti, senza eccezione, positivi — sul progresso scientifico-tecnico dei partner interessati e sull'intesa fra i popoli. Ciò vale non soltanto all'interno dello Spazio europeo della ricerca (SER), ma anche a livello mondiale.

1.2

Di conseguenza, il Comitato accoglie con favore la comunicazione della Commissione e ne approva gli obiettivi fondamentali. Analogamente, esso accoglie con favore ed appoggia le conclusioni del Consiglio Competitività del 2 dicembre 2008 (1) e l'istituzione, decisa in quell'occasione, di un gruppo di esperti di alto livello (formazione specifica del comitato della ricerca scientifica e tecnica (CREST)).

1.3

Il Comitato sostiene l'intento della Commissione di pervenire a un'azione coordinata degli Stati membri con l'obiettivo di concludere accordi quadro internazionali nonché di integrare in maniera appropriata le priorità tematiche della cooperazione internazionale nella pianificazione comune dei programmi di ricerca e nella preparazione dell'Ottavo programma quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico (RST).

1.4

Si tratta, da un lato, di affrontare questioni fondamentali, quali ad esempio la mobilità dei ricercatori o gli accordi sulla proprietà intellettuale, e, dall'altro, di promuovere l'iniziativa individuale e i convegni specialistici in quanto piattaforme di scambio di conoscenze e di comunicazione, nonché di accrescere l'attrattività del SER.

1.5

Il Comitato ritiene che la Commissione sia chiamata a svolgere un ruolo eminente — anche nell'ottica della sussidiarietà — negli accordi internazionali sulle grandi infrastrutture scientifico-tecniche, dato che i costi (di costruzione e di esercizio) e l'utilizzo di queste superano di solito le possibilità dei singoli Stati membri e rappresentano dunque un tipico compito comunitario. Il Comitato appoggia quindi anche l'obiettivo di perseguire la realizzazione di infrastrutture di ricerca internazionali (come già fatto per l'ITER) o la partecipazione di partner internazionali a infrastrutture di ricerca europee.

1.6

Il Comitato appoggia la proposta della Commissione di mettere in risalto la questione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) in quanto tema della cooperazione internazionale e raccomanda nel contempo di introdurre anche in questo campo la nuova categoria «TIC per la scienza e la ricerca». Il Comitato raccomanda però di attribuire un'analoga importanza anche agli altri rilevanti temi globali quali l'energia, il clima, l'ambiente e la salute, purché ciò non porti ad escludere ulteriori temi, e in particolare la ricerca di base, dall'ambito della cooperazione internazionale.

1.7

Il Comitato fa notare che il successo della cooperazione internazionale dipende dall'attrattività del SER e dalla performance delle università e degli istituti di ricerca europei. Le misure necessarie a questo scopo sono componenti di cruciale importanza della strategia di Lisbona. A fronte dell'attuale crisi finanziaria ed economica, risulta ancora più importante attuare una politica anticiclica e rafforzare e rendere attrattivo il SER e le sue fondamenta — compresa la sua dimensione internazionale — con misure finanziarie e strutturali.

2.   Comunicazione della Commissione europea

2.1

La comunicazione all'esame presenta un quadro strategico europeo per la cooperazione internazionale in campo scientifico e tecnologico. Gli obiettivi sono i seguenti:

migliorare il coordinamento delle iniziative degli Stati membri e della Comunità europea (CE) volte a rafforzare la cooperazione strategica in campo scientifico e tecnologico e il dialogo sulla società dell'informazione con i partner a livello mondiale,

creare ulteriori sinergie fra le pubbliche amministrazioni, l'industria e la società civile per rendere più efficiente l'azione dell'UE in questi settori,

facilitare l'accesso alla conoscenza, alle risorse e ai mercati a livello mondiale,

esercitare un impatto positivo sulle attività scientifiche e tecnologiche programmate a livello mondiale riunendo le risorse,

migliorare le condizioni generali della ricerca internazionale,

offrire alle università e ai ricercatori europei maggiori possibilità di lavorare con i migliori scienziati e le migliori infrastrutture di ricerca al mondo,

rafforzare la posizione dell'industria europea a livello mondiale nel campo delle comunicazioni elettroniche e in altre tecnologie avanzate.

2.2

La comunicazione tiene conto delle conclusioni del Consiglio del febbraio 2008 ed è una delle cinque iniziative della Commissione sul futuro del SER. Il quadro proposto contribuirà alla libera circolazione della conoscenza (la «quinta libertà» dell'UE) a livello mondiale, nonché a conferire all'Europa un più alto profilo in campo scientifico e tecnologico a livello internazionale e a diffondere il know-how europeo in materia di TIC (tecnologie dell'informazione e della comunicazione).

2.3

In tale contesto, la mobilità dei ricercatori costituisce un aspetto centrale.

2.4

La cooperazione con i paesi partner particolarmente avanzati in campo scientifico sarà di natura diversa da quella con i paesi che stanno costruendo la propria base scientifica, ma entrambi i tipi di cooperazione sono necessari.

2.5

Con i paesi che hanno manifestato interesse ad associarsi al Settimo programma quadro di RST (7PQ) saranno avviati dialoghi bilaterali in campo scientifico e tecnologico.

2.6

Dato che gli aiuti alla R&S finanziati con risorse pubbliche provengono per la massima parte dagli Stati membri, l'UE può contribuire in modo efficace alla cooperazione internazionale su scala mondiale solo rafforzando il partenariato fra gli Stati membri e la CE.

3.   Osservazioni del Comitato

3.1

Osservazioni preliminari. Già nel parere del 2000 in merito alla comunicazione della Commissione Verso uno spazio europeo della ricerca (2) il Comitato aveva posto l'accento su una caratteristica particolare della ricerca scientifica: quella, cioè, per cui «i metodi e i concetti impiegati sono gli stessi per tutti i paesi. Le scienze (naturali) hanno dunque una “cultura mondiale” e un “linguaggio specifico” unici, e pertanto scale di valori comuni. (…) Solo così sono possibili lo scambio internazionale di conoscenze e la cooperazione su scala mondiale».

3.2

Situazione di partenza. Fortunatamente in molti Stati membri già da vari decenni esistono diversi progetti di cooperazione internazionale — che oltrepassa cioè i confini dell'UE — in campo scientifico e tecnico, e ciò sia tra le imprese (global players) che tra gli istituti di ricerca che godono di finanziamenti pubblici e i rispettivi gruppi di ricerca. Un ruolo importante è svolto al riguardo anche dall'azione catalizzatrice delle diverse associazioni specializzate tecnico-scientifiche (3) e di organizzazioni internazionali specializzate, quali ad esempio l'Agenzia internazionale per l'energia (AIE) (4), l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), l'Unione internazionale di fisica pura e applicata (UIFPA), il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (International Panel on Climate Change — IPCC) o per es. anche l'Agenzia spaziale europea (EASA) e il Centro europeo per le ricerche nucleari (CERN). In generale l'esperienza finora maturata mostra che gli Stati che effettuano scambi scientifici aperti e cooperano in questo campo, nel medio e lungo periodo ne traggono vantaggi anche sul piano culturale ed economico.

3.3

Approvazione di massima. Il Comitato approva dunque gli obiettivi fondamentali della comunicazione in esame: la cooperazione internazionale a livello globale fa risparmiare risorse e accelera la diffusione di nuove conoscenze. Nel complesso, essa ha numerose ricadute — e tutte positive — sul progresso tecnico-scientifico, come pure sulla comprensione tra i popoli. Contribuisce quindi in particolare anche a promuovere buone relazioni con i paesi vicini all'UE. Tuttavia, la cooperazione non può diventare un fine in sé, poiché comporta costi aggiuntivi che devono essere giustificati in ogni singolo caso dal valore aggiunto che da essa ci si attende.

3.4

Dialettica tra concorrenza e cooperazione. Anche la cooperazione di cui qui si tratta, ossia quella internazionale nel campo della ricerca e sviluppo, si inserisce nel rapporto dialettico tra concorrenza e cooperazione (5). Mentre nel campo della ricerca di base gli aspetti concorrenziali riguardano perlopiù solo le questioni di priorità dei risultati scientifici e del prestigio che ne deriva, in quello della ricerca applicata le questioni relative alla concorrenza acquistano anche un rilievo economico nella misura in cui dai risultati della RST derivano procedimenti o prodotti sfruttabili commercialmente e quindi anche vantaggi economici.

3.5

Promozione e riconoscimento dell'iniziativa individuale e della mobilità. I principali iniziatori e attori della cooperazione internazionale sono i ricercatori stessi (scienziati ed ingegneri). Per questo motivo, la loro iniziativa individuale e la loro mobilità vanno promosse e riconosciute e, a tal fine, sono necessari sia un incentivo individuale che un incentivo alla mobilità mediante misure analoghe a quelle già adottate — o alle quali si aspira — all'interno dello Spazio europeo della ricerca.

3.6

Promozione di convegni specialistici e associazioni tecnico-scientifiche internazionali. I convegni specialistici costituiscono il forum scientifico per diffondere e valutare risultati, scambiare conoscenze e idee, avviare cooperazioni e sviluppare approcci nuovi o perfezionati. A organizzare tali convegni sono generalmente singole associazioni specializzate tecnico-scientifiche, in quanto tipiche organizzazioni della società civile. Il Comitato raccomanda pertanto di dare maggiore considerazione e riconoscimento ai loro risultati, nonché di sfruttarne e incoraggiarne maggiormente le attività per la diffusione delle conoscenze, la valutazione dei risultati e il coordinamento della ricerca (6).

3.7

Promozione e riconoscimento dell'autonomia organizzativa. Oltre ai singoli ricercatori, sono soprattutto gli organismi di ricerca e le università che avviano, definiscono a livello contrattuale e coltivano la cooperazione internazionale nei rispettivi settori — e spesso addirittura parecchie e molteplici cooperazioni — con organismi partner selezionati. Questo merita di essere incentivato e sostenuto, in particolare garantendo, a livello giuridico, finanziario e di risorse umane, condizioni generali affidabili in grado di offrire una continuità sufficiente.

3.8

Ulteriori misure di sostegno. Per facilitare o avviare le summenzionate misure, gli accordi quadro a livello governativo degli Stati membri con i paesi terzi extraeuropei sono utili, se non addirittura essenziali. È proprio questo, ad avviso del Comitato, il più importante compito di coordinamento, che consiste appunto nel garantire — mediante l'applicazione di strumenti sia europei che nazionali — la coerenza delle politiche (della politica di ricerca, ma anche di quelle di vicinato, di sviluppo, industriale ed economica) nella cooperazione internazionale con i paesi terzi in materia di R&S.

3.9

Il ruolo della Commissione europea. Il Comitato, se da un lato sottolinea che gli organismi di ricerca e le imprese devono avviare e sviluppare sotto la propria responsabilità gli elementi e i programmi di cooperazione internazionale che di volta in volta li riguardano, dall'altro reputa che gli Stati membri e la Comunità abbiano compiti importanti da svolgere riguardo a questioni fondamentali e di più ampio respiro. Tali compiti dovrebbero essere discussi in partenariato tra la Commissione e gli Stati membri e incentrati — ad esempio — sui seguenti temi:

le questioni fondamentali di politica della mobilità, come le questioni relative ai visti e quelle fiscali, la tutela giuridica personale, le assicurazioni, il diritto a una pensione di anzianità ecc. In proposito si tratta in primo luogo di tutelare gli interessi della ricerca europea e dei ricercatori europei, ma a tal fine occorre anche pervenire ad elaborare regolamentazioni simmetriche con i partner internazionali,

la possibile associazione di altri paesi extracomunitari — e in particolare di paesi vicini — al Settimo programma quadro di RST, che includa accordi pertinenti di accesso reciproco,

le questioni fondamentali relative agli accordi internazionali sulla tutela della proprietà intellettuale (7) nel campo della ricerca e sviluppo (8). Qui risulta evidente ancora una volta il punto debole dell'Europa, cioè la mancanza di un brevetto comunitario e di un periodo di grazia,

il sostegno alla cooperazione di gruppi di lavoro di paesi terzi a progetti finanziati dal programma quadro di RST e l'adeguata cooperazione dei gruppi di lavoro dell'UE ai progetti finanziati da tali paesi terzi; il conseguente adeguamento delle norme di accesso ai programmi,

gli sforzi tesi, nel quadro dell'iniziativa per la pianificazione comune dei programmi di ricerca, a garantire che gli Stati membri stanzino risorse sufficienti per la cooperazione internazionale,

il coordinamento di questi obiettivi con la preparazione e la definizione dell'Ottavo programma quadro di RST; il rafforzamento della cooperazione internazionale, sviluppando ulteriormente le misure già adottate e elaborandone di nuove.

3.10

Messaggio fondamentale della comunicazione. Il Comitato, di conseguenza, reputa che il messaggio fondamentale della comunicazione della Commissione consista nel richiamare l'attenzione del Consiglio e del Parlamento europeo sull'importanza sempre maggiore della cooperazione internazionale, nel garantire un'azione coordinata degli Stati membri e della Comunità, con l'obiettivo di concludere accordi quadro internazionali nonché nel definire le priorità tematiche e regionali della cooperazione internazionale e nel tenerne conto in maniera appropriata nella pianificazione comune dei programmi di ricerca e nella preparazione dell'8PQ.

3.11

Infrastruttura europea di ricerca. Ad avviso del Comitato, un ruolo più forte e diretto la Commissione dovrebbe svolgerlo — anche nell'ottica della sussidiarietà — riguardo alla cooperazione internazionale per le grandi strutture e i progetti rientranti nell'infrastruttura europea di ricerca, dato che i costi (di costruzione e di esercizio) e l'utilizzo di tali strutture superano di solito le possibilità dei singoli Stati membri. Ciò vale in particolare per alcuni dei programmi promossi e coordinati dalla Commissione ai quali l'UE partecipa direttamente (come ad esempio il programma di fusione con ITER) o nei quali l'UE svolge un ruolo importante di coordinamento, come il Forum strategico europeo sulle infrastrutture di ricerca [European Strategy Forum for Research Infrastructures — ESFRI (9)] e le ulteriori iniziative sviluppate a partire da tale forum. Il Comitato appoggia quindi in particolare uno degli obiettivi formulati dalla Commissione: quello di «affrontare le sfide scientifiche tramite infrastrutture di ricerca a livello mondiale», il che può implicare altresì la partecipazione di partner internazionali all'infrastruttura di ricerca europea. Al riguardo, vanno presi in considerazione anche l'aspetto geografico e il potenziale scientifico disponibile.

3.12

Forum strategico per la cooperazione internazionale — CREST. Di conseguenza, il Comitato accoglie con favore e appoggia la raccomandazione preliminare del Consiglio Competitività del 14 novembre 2008 e la relativa decisione del 2 dicembre 2008 (10) di istituire un forum strategico (in una specifica formazione del CREST) per la cooperazione tecnico-scientifica internazionale. Il Comitato accoglie con favore e appoggia anche gli obiettivi corrispondenti, ossia:

un partenariato di lungo termine tra la Commissione e gli Stati membri per un migliore coordinamento degli obiettivi, degli strumenti e delle attività della cooperazione tecnico-scientifica internazionale. In proposito si tratta anche di rafforzare la cooperazione internazionale nel programma quadro di RST,

l'ulteriore sviluppo della dimensione internazionale del SER,

il coordinamento delle attività e delle posizioni nei confronti dei paesi terzi, affinché l'Europa possa «parlare con una voce sola» nelle sedi internazionali.

3.13

Dimensione internazionale del SER. Il Comitato sottolinea soprattutto la dimensione internazionale del SER. In proposito si tratta di rafforzare sia la cooperazione (11) a geometria variabile (12) tra gli Stati membri che il coordinamento delle attività di R&S a livello internazionale.

3.14

Convergenza tra le discipline umanistiche e le scienze naturali. Il Comitato raccomanda di spingersi oltre la cooperazione internazionale meramente scientifica e tecnica, integrando nella cooperazione anche gli ambiti in cui emergono relazioni evidenti con le discipline umanistiche e con le connesse questioni etiche.

3.15

Lacune della comunicazione della Commissione. Il Comitato deplora tuttavia che la comunicazione non abbia richiamato sufficientemente l'attenzione sulle numerose cooperazioni e contratti già esistenti (cfr. il punto 3.2), nonché sui relativi iniziatori e strumenti, ragion per cui il lettore poco informato potrebbe avere un quadro eccessivamente negativo della situazione di partenza. Inoltre, le esperienze già acquisite in questo campo dovrebbero costituire la base di ogni ulteriore passo avanti e consentire di sfruttare meglio le iniziative — ad esempio — delle associazioni specializzate.

4.   Osservazioni specifiche

4.1   Osservazioni sulla scelta dei temi

4.1.1

TIC, incluse le «TIC per la scienza e la ricerca». Fra i temi di particolare rilievo per la cooperazione internazionale la Commissione pone l'accento sulle TIC in quanto tecnologie «orizzontali» essenziali per la scienza e l'industria, e anche sull'obiettivo di una diffusione globale del know-how europeo in questo campo. Questa scelta incontra il pieno sostegno del Comitato. Nel contempo, però, il Comitato fa notare che il tema delle TIC non deve essere inteso in maniera troppo restrittiva, ma dovrebbe invece abbracciare l'intero ambito di tali tecnologie, dall'armonizzazione dei diversi standard alle reti di comunicazione fino ai computer ad alte prestazioni e ai relativi software sempre più sofisticati, poiché l'ampia disciplina del calcolo scientifico o scientific computing  (13) (che include fra l'altro il grid- e il cloud-computing) nel frattempo si è sviluppata fino a diventare un pilastro di grande importanza dei metodi scientifici e tecnici. Il modo migliore per ottenere questo è quello di introdurre una sottocategoria TIC per la scienza e la ricerca. Inoltre, il Comitato fa notare che proprio in questo campo la cooperazione con i gruppi di esperti dei paesi terzi partner può essere di grande utilità.

4.1.2

Energia, clima, ambiente e salute. Vi sono tuttavia anche altri temi di rilievo globale altrettanto importanti, quali ad esempio la questione dell'energia e del clima, la ricerca sull'ambiente o la ricerca nel campo della salute. Questi temi dovrebbero anch'essi ricevere un'adeguata visibilità nella strategia proposta dalla Commissione.

4.1.3

Restare aperti ad ulteriori temi. Da un lato è vero che singoli temi e problematiche, in un determinato periodo, appaiono particolarmente importanti ed urgenti — come è attualmente il caso, ad esempio, dell'energia e del clima — e che è necessario anche non disperdere le scarse risorse disponibili. Dall'altro, però, considerato che non è possibile prevedere le nuove conoscenze e nemmeno gli orizzonti temporali necessari per la loro trasposizione in applicazioni tecniche, il Comitato raccomanda di non restringere a priori la gamma dei temi trattati negli accordi quadro internazionali, ma di restare aperti alla considerazione di altri problemi che in futuro potrebbero divenire di attualità. Un'ultima osservazione, anch'essa importante: la cooperazione internazionale riveste una grande importanza anche nella ricerca pura.

4.1.4

Ricerca pura (o di base). Il Comitato rammenta la decisiva importanza della ricerca pura nel contribuire alla scoperta delle leggi naturali, sulla cui base si sono sviluppate quasi tutte le tecnologie moderne e si sono potute acquisire conoscenze in campo medico. Il Comitato raccomanda che per la sua realizzazione si chieda anche il parere del Consiglio europeo della ricerca (CER).

4.2

Interesse diretto dell'Europa e differenti categorie. Nell'interesse stesso dell'Europa occorrerebbe operare una distinzione più netta tra le diverse categorie di cooperazione internazionale, ossia:

l'associazione al programma quadro comunitario di RST. In questo contesto, al di là dei paesi limitrofi già associati al programma quadro come la Norvegia e la Svizzera, il Comitato appoggia l'intenzione di avviare, in particolare, accordi di associazione — ad esempio con la Russia o anche (14) con l'Ucraina,

la cooperazione — particolarmente importante — con paesi altamente sviluppati non direttamente confinanti, vale a dire con Stati che dispongono di centri di formazione di qualità e di un'infrastruttura di R&S avanzata come gli USA, il Giappone e, in misura crescente, anche la Cina, il Brasile e l'India,

la cooperazione con altri paesi terzi volta innanzi tutto a realizzare il potenziale offerto dai talenti locali, promuoverlo e utilizzarlo nell'interesse reciproco.

4.3

La questione linguistica: un problema, ma non un tabù. La lingua scientifica internazionale è l'inglese. Per questo motivo, gli Stati membri di madrelingua inglese o in cui l'inglese è parlato correntemente dalla maggior parte del personale addetto alla R&S hanno un vantaggio naturale in termini di attrattiva non solo per gli studenti — in quanto futuri responsabili delle decisioni in materia di cooperazione scientifica —, ma anche per gli scambi scientifici. Gli altri Stati membri dovrebbero impegnarsi a trovare a loro volta delle soluzioni adeguate utili sia a loro stessi che allo Spazio europeo della ricerca.

4.4

Mobilità dei ricercatori e prevenzione della «fuga di cervelli». La mobilità dei ricercatori, dei docenti e degli studenti è un presupposto importante per lo scambio di conoscenze e per la cooperazione. Inoltre, essa costituisce ormai quasi sempre anche un prerequisito per lo sviluppo della carriera personale nel campo della ricerca. Nel lungo periodo, tuttavia, la mobilità può anche condurre a una situazione in cui i migliori talenti di un determinato paese si spostano ovunque si trovino le migliori e più interessanti condizioni per la ricerca e opportunità di sviluppo personale. Ciò costituisce un problema sia per l'UE nel suo insieme — in rapporto ai paesi vicini e ad altri come gli Stati Uniti — che per i singoli Stati membri.

4.5

Offrire opportunità. Poiché è assolutamente impensabile ostacolare la mobilità e impedire così ai giovani più dotati di cogliere le loro opportunità di sviluppo, è necessario che all'interno dell'UE la politica di ricerca di tutti gli Stati membri e della Comunità stessa si sforzi — anche e soprattutto utilizzando le risorse dei fondi strutturali — di sviluppare centri di eccellenza e/o altri modelli attrattivi e giungere così ad un equilibrio nel flusso di mobilità desiderato (brain circulation).

4.6

Accrescere l'attrattività dell'Europa: lo Spazio europeo della ricerca. Quanto si è detto vale altresì per la relazione tra l'UE nel suo insieme e i suoi partner internazionali. Un elemento decisivo per il successo della cooperazione internazionale e per la posizione negoziale dell'UE nell'ambito dei singoli accordi è l'attrattività delle attività di ricerca e sviluppo svolte nell'UE, nonché dei centri di formazione o universitari, delle infrastrutture e delle opportunità di carriera dei suoi ricercatori. Rafforzare lo Spazio europeo della ricerca è quindi una delle misure più efficaci anche per realizzare gli obiettivi di evitare una «fuga di cervelli» dall'Unione europea, di attirare in Europa i migliori scienziati provenienti da tutto il mondo e di poter negoziare gli accordi internazionali da una posizione di forza.

4.7

Strategia di Lisbona, crisi attuale e politica anticiclica. Il successo della cooperazione internazionale dipende quindi essenzialmente dall'attrattività del SER e dalla performance degli istituti accademici e di ricerca europei. Le misure necessarie a questo scopo sono componenti di cruciale importanza della strategia di Lisbona. A fronte dell'attuale crisi finanziaria ed economica, risulta ancora più importante attuare una politica anticiclica e adottare tutte le misure finanziarie e strutturali necessarie per rafforzare il SER e i presupposti su cui esso si fonda — compresa la sua dimensione internazionale — nonché per modularlo in modo tale da garantirne l'attrattività. Allo stesso tempo, il Comitato invita la Commissione e gli Stati membri a contrastare, attraverso una politica di assunzione anticiclica, la minaccia di disoccupazione per i giovani laureati che potrebbe risultare dalla diminuzione delle attività di ricerca e sviluppo svolte nel settore privato (15).

Bruxelles, 11 giugno 2009

Il Presidente

del Comitato economico e sociale europeo

Mario SEPI


(1)  Conclusioni della 2910a riunione del Consiglio Competitività (Bruxelles, 2 dicembre 2008) concernenti un partenariato europeo per la cooperazione scientifica e tecnologica internazionale.

(2)  Pubblicato nella GU C 204 del 18.7.2000, pag. 70.

(3)  Le associazioni specializzate nazionali, europee o anche internazionali, articolate secondo le singole discipline scientifiche, si finanziano per lo più con le quote associative dei loro membri e sono quindi delle tipiche rappresentanti della società civile organizzata.

(4)  Attraverso i cosiddetti implementing agreements («accordi di attuazione»).

(5)  Cfr. il parere del CESE sul tema La cooperazione e il trasferimento delle conoscenze tra gli organismi di ricerca, l'industria e le PMI: un presupposto importante per l'innovazione (GU C 218 dell'11.9.2009, pag. 8).

(6)  Cfr. il punto 3.10.1 del parere del Comitato pubblicato nella GU C 44 del 16.2.2008, pag. 1.

(7)  Questo non significa però limitare il margine di manovra relativo ai singoli accordi, che deve tener conto fra l'altro anche dell'equilibrio o meno tra le conoscenze preesistenti e le qualifiche dei partner.

(8)  A questo proposito cfr. anche GU C 218 dell'11.9.2009, pag. 8.

(9)  Cfr. GU C 182 del 4.8.2009 pag. 40.

(10)  Conclusioni della 2891a riunione del Consiglio Competitività (Bruxelles, 2 dicembre 2008) concernenti un partenariato europeo per la cooperazione scientifica e tecnologica internazionale.

(11)  Cfr. GU C 182 del 4.8.2009 pag. 40.

(12)  Con il concetto di «geometria variabile» si intende qui la possibilità che la cooperazione o la partecipazione di singoli Stati membri assuma configurazioni di volta in volta diverse (cfr. anche l'articolo 169 TCE).

(13)  Disciplina spesso denominata anche simulation science (scienza della simulazione) o numerical modelling (modellazione numerica). Con questo metodo è possibile affrontare questioni di grande complessità, che in precedenza non si prestavano a un esame sistematico.

(14)  In questo caso si tratta di una raccomandazione del CESE che va al di là della proposta della Commissione.

(15)  Cfr. CESE 864/2009, punto 1.7 (non ancora pubblicato nella Gazzetta ufficiale).


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