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dell'Unione europea

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Serie L


2024/774

5.3.2024

RACCOMANDAZIONE (UE) 2024/774 DELLA COMMISSIONE

del 1o marzo 2024

su un codice di buone pratiche relativo alla co-creazione tra industria e mondo accademico per la valorizzazione delle conoscenze

LA COMMISSIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in particolare l’articolo 292,

considerando quanto segue:

(1)

La raccomandazione (UE) 2022/2415 del Consiglio sui principi guida per la valorizzazione delle conoscenze (1) invita gli Stati membri a promuovere e favorire una collaborazione multidisciplinare e interdisciplinare per stimolare la valorizzazione delle conoscenze in Europa.

(2)

Il rafforzamento della co-creazione, della produzione e della valorizzazione congiunte delle conoscenze tra i soggetti coinvolti nell’industria, nella ricerca e nell’innovazione ed eventualmente altri portatori di interessi, quali le autorità pubbliche e la società civile, è fondamentale per il potenziamento dell’ecosistema della ricerca e innovazione («R&I») dell’Unione. La co-creazione tra industria e mondo accademico implica relazioni sistemiche tra i diversi portatori di interessi basate su interessi comuni. Essa riguarda pertanto una gamma più ampia di interazioni che vanno al di là della ricerca congiunta e del trasferimento tecnologico.

(3)

Una collaborazione efficiente tra industria e mondo accademico è fondamentale per accelerare l’adozione di soluzioni innovative e sviluppare nuove tecnologie, prodotti e servizi volti ad affrontare le sfide più urgenti che incombono sulla società, quale ad esempio la garanzia di una transizione verde e digitale equa. La nuova agenda europea per l’innovazione (2) e la strategia europea per le università (3) individuano nella collaborazione università-industria un canale fondamentale per la produzione, la valorizzazione e la diffusione di nuove conoscenze. Inoltre nelle conclusioni del Consiglio sulla nuova agenda europea per l’innovazione (4) si sottolinea che un’efficace cooperazione tra ricerca, imprese e settore pubblico è una delle forze trainanti della valorizzazione delle conoscenze.

(4)

Le conclusioni del Consiglio su una strategia europea volta a rafforzare il ruolo degli istituti di istruzione superiore per il futuro dell’Europa (5) sottolineano che gli istituti di istruzione superiore dovrebbero essere ulteriormente incoraggiati a trasformare le conoscenze in abilità, competenze e innovazione sviluppando una stretta cooperazione con i partner economici, sociali e industriali nell’ambito degli ecosistemi locali e regionali di ricerca e innovazione e agevolando la mobilità intersettoriale tra gli istituti di istruzione superiore e gli altri partner.

(5)

La raccomandazione del Consiglio su un quadro europeo per attrarre e trattenere i talenti della ricerca, dell’innovazione e dell’imprenditorialità in Europa (6) raccomanda agli Stati membri di dare particolare risalto ai programmi volti a rafforzare le competenze trasversali necessarie ai ricercatori per intraprendere attività di valorizzazione delle conoscenze. I programmi in questione comprendono quelli di sensibilizzazione e di formazione sulla collaborazione tra industria e mondo accademico. Raccomanda altresì di promuovere e sostenere sistemi di valutazione e ricompensa dei ricercatori. Tali sistemi, tra l’altro, riconoscono una varietà di risultati, tra cui valorizzazione delle conoscenze, cooperazione tra industria e mondo accademico, elaborazione di politiche basate su dati concreti e interazione con la società.

(6)

La cooperazione internazionale è un elemento chiave per la R&I, in quanto agevola l’accesso a nuovi mercati e promuove una rete tra i talenti; tuttavia la scienza e la tecnologia sono anche al centro di tensioni geopolitiche in un contesto globale in trasformazione (7). Altri sviluppi, come la transizione verso una scienza aperta e il passaggio all’innovazione aperta, presentano sia sfide sia opportunità nell’ecosistema di R&I in evoluzione. Tali sviluppi dovrebbero assicurare l’eccellenza e l’impatto degli investimenti dell’Unione nella ricerca e nell’innovazione e salvaguardare gli interessi dell’Unione. A tale riguardo il kit di strumenti per contrastare le ingerenze straniere nel campo della R&I (8) contribuisce a sensibilizzare e a corroborare la resilienza nel settore della R&I in tutta Europa al fine di rafforzare la sicurezza della ricerca nelle attività congiunte di R&I (9).

(7)

Le attività congiunte di R&I comportano sfide in quanto coinvolgono partner diversi caratterizzati da diversi contesti culturali e professionali, motivazioni e interessi (10). Tali partner comprendono università, organizzazioni di ricerca, comunità locali, imprese, comprese le piccole e medie imprese (PMI), organizzazioni non governative e parti sociali.

(8)

Scopo della presente raccomandazione è fornire orientamenti e strumenti dettagliati per i soggetti coinvolti nella R&I. La presente raccomandazione dovrebbe agevolare la creazione di un ambiente favorevole alla co-creazione e di condizioni adatte a stimolarla, nonché contribuire allo sviluppo di modelli interattivi e alla promozione del ruolo degli intermediari e delle piattaforme digitali che agevolino la co-creazione e una migliore corrispondenza tra domanda e offerta di innovazione.

(9)

La presente raccomandazione si basa sui contributi della comunità di pratiche in materia di collaborazione tra industria e mondo accademico per la valorizzazione delle conoscenze. Il codice di buone pratiche rispecchia i nuovi orientamenti introdotti dalla raccomandazione (UE) 2022/2415, in quanto incoraggia i collegamenti e la co-creazione tra tutti i soggetti coinvolti nella R&I e sottolinea l’importanza delle competenze e delle pratiche imprenditoriali. Contribuisce altresì all’azione «Migliorare gli orientamenti dell’UE per una migliore valorizzazione delle conoscenze», che fa parte dell’agenda politica del SER per il periodo 2022-2024 (11).

(10)

Sono incoraggiati a seguire la presente raccomandazione tutti gli attori della R&I che partecipano alla co-creazione tra industria e mondo accademico. Tra questi figurano le università e gli altri istituti di istruzione superiore, le organizzazioni pubbliche e private di ricerca, innovazione e tecnologia, le infrastrutture di ricerca e tecnologia, le imprese di tutte le dimensioni (comprese start-up, spin-off e scale-up) e gli intermediari (come i professionisti del trasferimento di conoscenze e tecnologie, gli incubatori, i parchi scientifici e gli intermediari aziendali). Sebbene la presente raccomandazione riguardi principalmente le organizzazioni, il suo contenuto è fondamentale anche per orientare i singoli ricercatori, innovatori e le loro équipe nella co-creazione tra industria e mondo accademico. La presente raccomandazione dovrebbe contribuire all’instaurazione di un ambiente dinamico di R&I e alla promozione di una comprensione reciproca globale dei rispettivi obiettivi e delle rispettive attività dell’industria e del mondo accademico.

HA ADOTTATO LA PRESENTE RACCOMANDAZIONE:

1.   DEFINIZIONI

Ai fini della presente raccomandazione si applicano le definizioni seguenti:

1)

«valorizzazione delle conoscenze»: il processo con cui si crea valore sociale ed economico a partire dalle conoscenze, collegando aree e settori diversi e trasformando i dati, le competenze tecniche e i risultati della ricerca in prodotti, servizi, soluzioni e politiche basate sulla conoscenza sostenibili che portano vantaggi alla società (12);

2)

«co-creazione tra industria e mondo accademico»: il processo di produzione e valorizzazione congiunta della conoscenza tra industria, attori della R&I ed eventualmente altri portatori di interessi, quali le autorità pubbliche, le parti sociali e la società civile (13);

3)

«mondo accademico»: università e altri istituti di istruzione superiore, comprese le organizzazioni pubbliche e private di ricerca e tecnologia (14), le università di scienze applicate e altri istituti di istruzione e formazione professionale superiore;

4)

«patrimonio intellettuale»: qualsiasi risultato o prodotto generato da attività di ricerca e innovazione (quali diritti di proprietà intellettuale, dati, competenze tecniche, prototipi, processi, pratiche, tecnologie e software);

5)

«scienza aperta»: un approccio al processo scientifico basato su cooperazione, strumenti e diffusione della conoscenza aperti, quale definito all’articolo 2, punto 5, del regolamento (UE) 2021/695 del Parlamento europeo e del Consiglio (15);

6)

«innovazione aperta»: approccio di apertura del processo di innovazione al di fuori della singola organizzazione (16);

7)

«accesso aperto»: accesso offerto gratuitamente all’utente finale ai dati della ricerca, comprese le pubblicazioni scientifiche, conformemente all’articolo 14, paragrafo 1, lettera a), e all’articolo 39, paragrafo 3, del regolamento (UE) 2021/695.

2.   REALIZZAZIONE DI UN AMBIENTE FAVOREVOLE ALLA CO-CREAZIONE TRA INDUSTRIA E MONDO ACCADEMICO

2.1.   Strategia, sensibilizzazione e incentivi

2.1.1.   Si raccomanda di promuovere la co-creazione tra industria e mondo accademico nella strategia dell’organizzazione, mediante:

a)

la definizione di una missione chiara per la promozione della co-creazione tra industria e mondo accademico finalizzata alla valorizzazione della conoscenza e per l’elaborazione di strategie di ricerca e sviluppo adeguate allo scopo approvate dai dirigenti di livello superiore e intermedio;

b)

l’incoraggiamento della collaborazione interdisciplinare e dello scambio di conoscenze all’interno dell’organizzazione finalizzati alla promozione di una cultura dell’innovazione e di un dialogo aperto, condividendo risultati positivi e sfide e apprendendo tramite la pratica;

c)

la valutazione dell’opportunità di istituire gruppi dedicati incaricati di agevolare e sostenere la collaborazione tra industria e mondo accademico; l’investimento di tempo e risorse; la fornitura di orientamenti sull’individuazione dei partner potenziali (tenendo conto degli interessi, dell’impegno, dell’esperienza precedente e della complementarità delle capacità); e la fornitura di informazioni sui tipi di co-creazione e di partenariati disponibili (diversi gradi di coinvolgimento, durata e condizioni);

d)

il rafforzamento del dialogo tra l’industria e il mondo accademico a livello di strutture di consulenza e la promozione di tabelle di marcia congiunte che coinvolgano il mondo accademico, l’industria, le autorità pubbliche, le parti sociali, i cluster, le start-up e i cittadini, ad esempio mediante la creazione di comitati specifici; l’eventuale predisposizione di tavole rotonde, di contesti o processi collaborativi, compresa l’analisi del fabbisogno di competenze, di contesti o di processi collaborativi, compresa l’analisi del fabbisogno di competenze, finalizzata alla definizione delle sfide in materia di istruzione e all’individuazione delle competenze e delle abilità pertinenti al mercato del lavoro al fine di adattare di conseguenza i programmi di studio e i metodi di insegnamento e dotare gli studenti di competenze adeguate alle esigenze future;

e)

lo sviluppo di strutture comuni quali poli di innovazione e conoscenza, istituti virtuali e accademie dell’imprenditorialità (17) per promuovere la cooperazione e creare ecosistemi interconnessi sostenibili; l’eventuale creazione di laboratori viventi e l’offerta di attività basate sulle sfide, come gli hackathon, che riuniscano gruppi diversificati e transdisciplinari di studenti, ricercatori, imprese e città nell’elaborazione di soluzioni innovative pertinenti alle imprese e alle città;

f)

la creazione di opportunità per ospitare, all’interno delle imprese, studenti di corsi di laurea di primo livello e studenti di corsi di laurea magistrale, dottorandi e ricercatori a livello di post-dottorato e il coinvolgimento attivo nella ricerca collaborativa e nella R&I orientata alla missione;

g)

la promozione di attività volte al rafforzamento della fiducia e della conoscenza reciproca (quali la creazione di reti, i distacchi e gli scambi di personale tra i partner) e l’utilizzo di strumenti (quali i voucher per l’innovazione) di incentivazione di partenariati più efficienti e sostenibili.

2.1.2.   Si raccomanda di aumentare la consapevolezza delle organizzazioni in merito ai vantaggi reciproci e alle opportunità di creazione di valore che la co-creazione fra industria e mondo accademico può offrire, mediante:

a)

la promozione di una cultura della co-creazione intersettoriale e dell’apprendimento reciproco tramite lo scambio di idee su temi di interesse comune e la condivisione di esempi di storie di successo e migliori pratiche (18);

b)

l’allineamento degli interessi pubblici e privati attraverso l’individuazione di sfide e obiettivi comuni all’industria e al mondo accademico, ad esempio la risposta alle esigenze della società o la promozione dell’innovazione tecnologica;

c)

la comunicazione dei vantaggi della co-creazione di conoscenze per l’industria, come ad esempio il contributo alle varie esigenze della società, la creazione di un impatto sociale, il miglioramento della ricerca industriale, l’accesso agli scambi di talenti e di competenze, il potenziamento delle innovazioni sociali e organizzative sul luogo di lavoro, l’accesso a programmi di ricerca finanziati con fondi pubblici, la condivisione dei rischi legati alla sperimentazione di nuove idee e tecnologie, il miglioramento di prodotti o servizi e il miglioramento della competitività delle imprese;

d)

la comunicazione dei vantaggi della co-creazione di conoscenze per le organizzazioni di ricerca, ad esempio il contributo alle esigenze della società, la creazione di un impatto sociale, lo stimolo allo sviluppo di spin-off, progetti comuni e pubblicazioni, l’applicazione industriale dei risultati della ricerca, l’esposizione all’industria, gli scambi di competenze e l’accesso alle infrastrutture, il potenziamento delle innovazioni sociali e organizzative, il miglioramento dell’occupabilità di studenti e ricercatori e le opportunità finanziarie (comprese maggiori opportunità di finanziamento);

e)

la messa in evidenza dei partenariati proficui tra industria e mondo accademico all’interno dell’organizzazione, sottolineando l’importanza di una gestione efficace del patrimonio intellettuale e dimostrando il valore generato dalla co-creazione tra industria e università;

f)

la collaborazione con i responsabili politici e le pubbliche amministrazioni sulle politiche di co-creazione tra industria e mondo accademico, sui finanziamenti e sugli incentivi fiscali (ad esempio per il finanziamento dei dottorati industriali);

g)

la creazione di attività congiunte (quali concorsi per casi di studio, hackathon, campagne di comunicazione, attività di formazione congiunta e dimostrazioni di concetto) e il coinvolgimento dei cittadini in attività di co-creazione tra industria e mondo accademico conformemente alla raccomandazione (UE) 2024/736 della Commissione (19).

2.1.3.   Si raccomanda di fornire a tutto il personale dell’organizzazione interessata (20) dell’industria o del mondo accademico incentivi affinché partecipi alla co-creazione tra industria e mondo accademico, mediante:

a)

il riconoscimento e la ricompensa dei successi ottenuti nei partenariati, negli scambi di personale o nella mobilità intersettoriale tra industria e mondo accademico e delle competenze sviluppate nella co-creazione tra industria e mondo accademico per quanto riguarda le assunzioni, le valutazioni delle prestazioni (21), le valutazioni delle carriere e la progressione del personale; è opportuno prendere in considerazione anche altri incentivi quali il finanziamento, la comproprietà della proprietà intellettuale e la condivisione delle royalties;

b)

la comunicazione dei vantaggi offerti dalle diverse possibilità di co-creazione e partenariato al personale dell’industria e del mondo accademico, quali l’apprendimento permanente, lo sviluppo professionale e personale, l’autonomia della ricerca, i ruoli di leadership e le opportunità di commercializzazione della ricerca;

c)

il coinvolgimento di tutto il personale nella mobilità intersettoriale bidirezionale, ossia dall’industria al mondo accademico e dal mondo accademico all’industria, per la promozione di attività di co-creazione e interdisciplinari, tra cui i programmi campus, volte a colmare il divario tra la ricerca e le applicazioni pratiche da parte dell’industria;

d)

la fornitura di informazioni a tutto il personale su strumenti e programmi pertinenti, anche per quanto riguarda le sovvenzioni di progetti, le borse di studio, le borse di ricerca, i programmi di dottorato industriale e post-dottorato, quali i tirocini non accademici nell’ambito delle borse di studio post-dottorato delle azioni Marie Skłodowska-Curie (MSCA) (22) e le reti di dottorato MSCA (compresi i dottorati industriali) (23), le sovvenzioni per la dimostrazioni di concetto (24), le alleanze delle università europee (25), le opportunità di finanziamento di avviamento, i servizi di sostegno, la formazione e l’accompagnamento, le opportunità di finanziamento e gli eventi.

2.2.   Sviluppo delle competenze e apprendimento permanente

2.2.1.   Si raccomanda di investire nello sviluppo delle competenze e nell’apprendimento permanente per rafforzare la co-creazione tra industria e mondo accademico, mediante:

a)

l’offerta e la promozione di opportunità di accompagnamento, tutoraggio e sviluppo professionale e personale rivolte a tutto il personale dell’industria e del mondo accademico (comprese le microcredenziali e la formazione professionale) (26);

b)

l’investimento in opportunità di apprendimento diversificate e flessibili, tra cui le microcredenziali, in risposta all’evoluzione delle esigenze dell’industria e del mondo accademico e il coinvolgimento di insegnanti e docenti ospiti di diverso profilo, in particolare provenienti dall’industria;

c)

il rafforzamento delle competenze trasversali del personale dell’industria e del mondo accademico necessarie per un’efficace collaborazione interdisciplinare e intersettoriale, quali la comunicazione, la leadership, l’adattamento all’evoluzione degli ambienti di lavoro, la flessibilità e le competenze negoziali;

d)

la promozione di una comprensione globale del funzionamento delle imprese e l’offerta a studenti e ricercatori di attività di formazione e possibilità orientate alla presentazione dei loro progetti a gruppi di rappresentanti dell’industria al fine di ricevere riscontri e di creare una rete di sviluppo professionale futuro, anche attraverso la creazione di incubatori di studenti;

e)

lo sviluppo di competenze in materia di gestione di progetti, supervisione e tutoraggio, valutazione d’impatto, comunicazione, co-creazione di conoscenze, valorizzazione e innovazione per tutto il personale e tutti gli studenti del mondo accademico; rientrano in questo contesto la formazione sulle metodologie di valutazione, sui quadri di misurazione e sulla valutazione dei risultati dei progetti e del loro impatto sociale;

f)

la promozione del pensiero strategico e delle competenze imprenditoriali tra studenti e ricercatori finalizzata allo sviluppo di spin-off e start-up basate su prodotti e servizi innovativi che trasformino i risultati della loro ricerca in applicazioni pratiche sul mercato;

g)

l’offerta di un maggior numero di attività formazione sulle opportunità di finanziamento della R&I e l’impulso a una comprensione globale del funzionamento e delle attività degli istituti accademici e di ricerca in tutta l’industria, in particolare nelle PMI, nonché la promozione di incubatori, poli di innovazione e centri di diffusione delle tecnologie a sostegno dei processi di innovazione delle PMI, ad esempio sulla base del lavoro svolto nell’ambito dei centri di eccellenza professionale (27);

h)

l’offerta formazione in materia di gestione del patrimonio intellettuale (la formazione dovrebbe riguardare anche l’industria, in particolare le PMI, e il mondo accademico, compresi gli studenti, idealmente in gruppi misti) e la concentrazione dell’attenzione sulla gestione del patrimonio intellettuale nell’ambito di progetti e partenariati, tenendo conto anche delle considerazioni relative alla scienza aperta e all’innovazione aperta, conformemente alla raccomandazione (UE) 2023/499 della Commissione;

i)

l’offerta di formazione in materia di normazione al fine di migliorare la comprensione delle caratteristiche e dei collegamenti tra ricerca, innovazione e normazione e il modo in cui possono sostenersi a vicenda per promuovere la valorizzazione delle conoscenze, conformemente alla raccomandazione (UE) 2023/498 della Commissione (28);

j)

lo sviluppo delle competenze del personale, degli studenti e dei ricercatori nell’utilizzo di piattaforme e strumenti digitali, comprese le competenze in materia di alfabetizzazione ai dati e gestione dei dati per la valorizzazione delle conoscenze;

k)

l’incoraggiamento della partecipazione di tutto il personale (compresi i membri del personale dirigenziale e del personale amministrativo) e di tutti i ricercatori ai pertinenti programmi di mobilità intersettoriale nazionali e internazionali tra il mondo accademico e l’industria e ad altri programmi quali le reti di dottorato MSCA, gli scambi di personale MSCA (29), il COFUND MSCA (30), Erasmus+ (31), i programmi di istruzione e formazione delle comunità della conoscenza e dell’innovazione dell’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT) (32) e la Comunità per la ricerca e l’innovazione europea in materia di sicurezza (CERIS).

2.3.   Creazione di reti e comunicazione

2.3.1.   Si raccomanda di investire nella creazione di reti, nella comunicazione e nel rafforzamento delle relazioni per agevolare la co-creazione tra industria e mondo accademico, mediante:

a)

l’incoraggiamento del personale a partecipare ad attività di rete all’interno dell’organizzazione e con organizzazioni esterne e l’aumento della consapevolezza in merito alle opportunità di creazione di reti;

b)

l’organizzazione di eventi che riuniscono l’industria (compresi le PMI, le spin-off e le start-up, i business angel, i fondi di capitale di rischio e altri portatori di interessi) e il mondo accademico per discutere di interessi, sfide e opportunità comuni, nonché la partecipazione a tali eventi;

c)

il mantenimento di una rete attiva di ex studenti finalizzata a creare collegamenti e a consentire agli ex studenti divenuti imprenditori e a coloro che lavorano nell’industria di condividere le proprie competenze con gli studenti e di fornire loro un tutoraggio (33);

d)

l’adesione a cluster (34), reti (35), piattaforme (36), comunità di pratiche, gruppi di lavoro congiunti e comitati consultivi (sia formali che informali) e l’utilizzo dei servizi di sostegno disponibili (quali incubatori, acceleratori, uffici per il trasferimento di conoscenze e tecnologie (KT/TTO), uffici di collegamento ed esperti terzi) a livello dell’UE, nazionale e regionale;

e)

l’aumento della consapevolezza in merito alle sfide, compresa la sicurezza della ricerca in relazione alla cooperazione in materia di R&I e alle possibili ingerenze straniere nel settore della R&I (37), e la promozione di partenariati tra le imprese dell’Unione e i partner accademici mondiali (38);

f)

l’incoraggiamento di una comunicazione aperta ed efficace e la garanzia della comprensione delle terminologie utilizzate dai diversi attori;

g)

l’individuazione e l’utilizzo di piattaforme digitali o società di intermediazione ben consolidate e gestite professionalmente (dotate opzioni di ricerca, filtri, segnalazioni ecc.) che:

i)

mettano in contatto l’industria e il mondo accademico e altri portatori di interessi, quali i singoli individui e le autorità pubbliche;

ii)

esplorino le opportunità di co-creazione;

iii)

allineino in modo interattivo i traguardi e gli obiettivi;

h)

l’istituzione di uffici di collegamento interni dotati dei mezzi e delle risorse necessari per fungere da punti di contatto per la co-creazione tra industria e mondo accademico, che forniscano informazioni sulle opportunità e garantiscano la fluidità delle relazioni con i partner;

i)

la promozione di un coinvolgimento post-progetto sostenibile e a lungo termine e l’incentivazione di relazioni e partenariati costanti tra l’industria e il mondo accademico.

3.   GESTIONE DELLA CO-CREAZIONE TRA INDUSTRIA E MONDO ACCADEMICO PER UN’EFFICACE VALORIZZAZIONE DELLE CONOSCENZE

3.1.   Condizioni per partenariati coronati da successo

3.1.1.   Si raccomanda di sviluppare un quadro comune di partenariato tra industria e mondo accademico per un’efficace valorizzazione delle conoscenze, mediante:

a)

la definizione di comune accordo di una visione, di traguardi, di aspettative e di obiettivi condivisi che conducano a un elevato livello di coinvolgimento e di impegno a lungo termine, nel rispetto della libertà accademica e, ove possibile e pertinente, valutando il possibile coinvolgimento di altri portatori di interessi per la creazione del quadro di partenariato;

b)

la promozione della fiducia e dell’impegno tra tutte le parti coinvolte nel quadro di partenariato;

c)

la definizione di un quadro contrattuale chiaro e completo, di una struttura di governance, delle modalità di gestione del partenariato e di una procedura per la risoluzione dei conflitti con il sostegno di esperti giuridici;

d)

la definizione di comune accordo di un calendario e di una tabella di marcia dettagliati per il partenariato, comprese le tappe e le scadenze e il loro riesame periodico, e l’elaborazione di una terminologia di lavoro intersettoriale comune tra i partner;

e)

la definizione di indicatori specifici per il monitoraggio e la valutazione dei progressi, del valore creato, dell’impatto (ambientale, tecnologico, economico, sociale, politico e sanitario) e della sostenibilità del partenariato;

f)

l’elaborazione di una strategia comune di gestione del patrimonio intellettuale (39), che tenga in considerazione anche le conoscenze di base, lo scambio di dati, la valutazione, la gestione congiunta e la titolarità della proprietà intellettuale, la scienza aperta, le pratiche di innovazione aperta e i contributi alla normazione;

g)

la definizione di comune accordo di questioni relative alla riservatezza, alla proprietà dei dati e alla riservatezza dei dati e di una politica in materia di conflitti di interessi;

h)

l’istituzione di una struttura chiara per la cooperazione dotata di personale appositamente formato (e, se del caso, l’istituzione di un gruppo ad hoc nelle organizzazioni partner); tali gruppi possono ricevere il sostegno dei KT/TTO nel caso dei partner accademici o delle associazioni pertinenti nel caso dei partner industriali;

i)

la promozione dell’uguaglianza, della diversità, della sostenibilità e dell’inclusione e l’assenza di pregiudizi di genere negli obiettivi e nelle attività del partenariato;

j)

l’aumento della consapevolezza in merito al quadro di partenariato e ai valori, ai ruoli, agli incentivi e alle risorse dei partner al fine di garantire chiarezza e allineamento.

3.2.   Coinvolgimento di intermediari (40)

3.2.1.   Si raccomanda di promuovere il ruolo degli intermediari per incoraggiare e gestire la co-creazione sostenibile a lungo termine tra industria e università, mediante:

a)

il ricorso al sostegno di vari tipi di intermediari, compresi i professionisti del trasferimento di conoscenze e tecnologie e i responsabili dei contratti incaricati del controllo delle operazioni formali all’interno dell’organizzazione (ad esempio delle questioni relative alla gestione del patrimonio intellettuale); gli intermediari possono includere anche i facilitatori interni alle aziende e altri facilitatori professionisti (come le associazioni industriali o scientifiche) che favoriscono il dialogo e comprendono i rapporti di lavoro oppure le organizzazioni responsabili della supervisione degli spazi di co-creazione multipartecipativi (ad esempio gli spazi di sperimentazione, i banchi di prova, le piattaforme e i laboratori viventi);

b)

il ricorso al sostegno degli intermediari nel partenariato per facilitare la mediazione e la comunicazione tra i partner;

c)

il coinvolgimento degli intermediari nello sviluppo di quadri di partenariato e nella partecipazione ai bandi di gara delle agenzie di finanziamento;

d)

la collaborazione con gli intermediari finalizzata a fornire indicazioni sull’innovazione responsabile, consulenza e orientamenti normativi su questioni in cui l’organizzazione potrebbe non disporre di competenze (ad esempio la gestione del rischio tecnologico);

e)

la messa a disposizione di risorse adeguate, compresi i finanziamenti e gli investimenti nella professionalizzazione degli intermediari, e il riconoscimento del ruolo chiave degli intermediari negli ecosistemi dell’innovazione dell’UE, nazionali e regionali e nell’allineamento degli interessi multipartecipativi, intersettoriali e regionali nell’industria e nel mondo accademico;

f)

il sostegno alla collaborazione e allo scambio delle migliori pratiche tra gli intermediari coinvolti nella co-creazione tra industria e mondo accademico e l’incoraggiamento della sperimentazione per adattarsi alle nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, e trarne vantaggio;

g)

la responsabilizzazione degli intermediari e l’investimento nelle abilità necessarie tramite il finanziamento di visite di studio e l’offerta di opportunità di formazione sulla valorizzazione finanziaria e non finanziaria dei risultati e sull’imprenditoria sociale;

h)

l’incoraggiamento degli intermediari dell’industria e del mondo accademico a collaborare con i responsabili politici e le amministrazioni regionali, gli investitori di capitale di rischio, i business angel e i fondi di investimento per creare e/o rafforzare poli di innovazione regionali e attrarre investimenti.

3.3.   Rafforzamento della valorizzazione dei risultati della co-creazione tra industria e mondo accademico

3.3.1.   Si raccomanda di promuovere la valorizzazione dei risultati delle attività di co-creazione tra industria e mondo accademico mediante:

a)

l’inclusione, per ciascun risultato atteso, di norme in materia di proprietà e controllo (compresi l’accesso aperto e la protezione della proprietà intellettuale) e di un piano di valorizzazione per un impatto maggiore; tale piano dovrebbe definire il ruolo di ciascuna parte, le misure da adottare per il raggiungimento di un impatto e, se del caso e laddove gli interessi fondamentali dei partner siano allineati, per uno sfruttamento congiunto;

b)

l’istituzione di canali e strumenti efficaci (41), anche per la normazione, a garanzia dell’adozione dei risultati e l’elaborazione di un elenco regolarmente aggiornato del personale e dei punti di contatto chiave per ciascun partner di una data collaborazione;

c)

l’aumento della consapevolezza e della fruizione dei regimi di finanziamento pubblici e privati, compresi i programmi di finanziamento di prototipi atti a dimostrare la fattibilità tecnica dei risultati della ricerca, e dei finanziamenti dell’Unione e nazionali per la diffusione;

d)

l’incoraggiamento all’uso di strumenti e servizi consolidati che promuovano l’individuazione di risultati ad alto potenziale di innovazione e sostengano l’elaborazione di strategie e piani di attività finalizzati all’adozione di tali risultati nella società.

3.3.2.   Si raccomanda di mettere in comune le risorse e di impegnarsi in infrastrutture comuni e strutture di co-creazione per rafforzare la co-creazione tra industria e mondo accademico, mediante:

a)

investimenti in e partecipazione a infrastrutture tecnologiche e di ricerca comuni (42) e strutture di co-creazione, quali spazi di lavoro condivisi, banchi di prova e parchi di innovazione, strutture di prova e sperimentazione (43) e linee pilota (44), che possano fornire sostegno professionale al personale in settori quali lo sviluppo delle imprese, i contatti con l’industria, la gestione di KT/TTO e la gestione dei finanziamenti alla ricerca per colmare il divario tra l’industria e il mondo accademico;

b)

la messa a disposizione dell’accesso a risorse quali strutture, attrezzature e archivi di dati condivisi, a sostegno delle attività di ricerca e innovazione comuni (tenendo conto delle relative questioni di riservatezza);

c)

il sostegno di e la partecipazione a piattaforme di innovazione aperta (compresi gli ambienti digitali e gli strumenti per la co-creazione e per l’abbinamento delle professionalità tra industria e mondo accademico) al fine di avviare e sviluppare progetti di innovazione a partire da idee innovative, sfide ed esigenze industriali e completarli mediante la creazione di consorzi di progetti di innovazione e relative équipe;

d)

l’offerta di orientamenti sui metodi di co-creazione, sull’innovazione aperta e sulle migliori pratiche di valorizzazione adattate alle finalità e agli obiettivi specifici del partenariato; tali metodi possono includere il pensiero progettuale, approcci incentrati sull’utente e azioni di partecipazione.

3.4.   Valutazione dei risultati, del valore creato e dell’impatto

3.4.1.   Si raccomanda di valutare i risultati, il valore creato e l’impatto delle attività di co-creazione tra industria e mondo accademico mediante:

a)

la definizione congiunta di parametri adeguati per tali valutazioni e la garanzia di un equilibrio tra i parametri orientati alle imprese, quelli orientati alla società e quelli orientati alla ricerca. Può trattarsi ad esempio di innovazioni, licenze, marchi e software individuati, contributi alle norme e co-pubblicazioni pubblico-privato. L’impatto (ambientale, tecnologico, economico, sociale, politico e sanitario) dovrebbe essere valutato. Dovrebbero essere segnalati gli impatti negativi e valutate le preoccupazioni etiche;

b)

la definizione e l’elaborazione congiunte di parametri qualitativi per la valutazione dei risultati del partenariato (quali i rapporti professionali, la fiducia instaurata e la condivisione delle conoscenze), ad esempio mediante indagini mirate e consultazioni di riscontro periodiche;

c)

l’utilizzo di casi di studio per la valutazione dell’impatto sulla società e del valore creato, in particolare per i progetti finanziati prevalentemente con fondi pubblici, e la messa a disposizione del pubblico di tali casi di studio;

d)

la revisione nel tempo di parametri e indicatori e il monitoraggio dell’impatto a lungo termine del partenariato a livello di coerenza, sostenibilità, scalabilità e riutilizzabilità;

e)

la garanzia di una ripartizione giusta ed equa del valore generato dalle attività di co-creazione tra industria e mondo accademico sulla base dell’impatto generato da tali attività;

f)

la garanzia che nello sviluppo delle attività e dei partenariati futuri tutte le parti coinvolte tengano conto del valore e dell’impatto creati dal partenariato.

Fatto a Bruxelles, il 1o marzo 2024

Per la Commissione

Iliana IVANOVA

Membro della Commissione


(1)  Raccomandazione (UE) 2022/2415 del Consiglio del 2 dicembre 2022 sui principi guida per la valorizzazione delle conoscenze (GU L 317 del 9.12.2022, pag. 141, ELI: http://data.europa.eu/eli/reco/2022/2415/oj).

(2)  Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Una nuova agenda europea per l’innovazione [COM(2022) 332 final].

(3)  Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni su una strategia europea per le università [COM(2022) 16 final].

(4)  Conclusioni del Consiglio sulla nuova agenda europea per l’innovazione, adottate il 17 novembre 2022 (documento del Consiglio 14705/22).

(5)  Conclusioni del Consiglio su una strategia europea volta a rafforzare il ruolo degli istituti di istruzione superiore per il futuro dell’Europa (2022/C 167/03).

(6)  Raccomandazione del Consiglio, del 18 dicembre 2023, su un quadro europeo per attrarre e trattenere i talenti della ricerca, dell’innovazione e dell’imprenditorialità in Europa (GU C, C/2023/1640 del 29.12.2023, ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2023/1640/oj).

(7)  Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – L’approccio globale alla ricerca e all’innovazione. La strategia dell’Europa per la cooperazione internazionale in un mondo che cambia, COM(2021) 252 final del 18.5.2021.

(8)  Commissione europea, direzione generale della Ricerca e dell’innovazione, Tackling R&I foreign interferenceStaff working document, Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2022.

(9)  Comunicazione congiunta al Parlamento europeo, al Consiglio europeo e al Consiglio sulla «Strategia europea per la sicurezza economica», JOIN/2023/20 final del 20.6.2023.

(10)  Leveraging Innovation Through Collaboration: IP Challenges And Opportunities For SMEs In The Context Of EU-Funded Collaborative Research Projects (lesi.org).

(11)  Agenda politica dello Spazio europeo della ricerca (europa.eu) (solo in EN).

(12)  Raccomandazione (UE) 2022/2415.

(13)  Adattamento del concetto di co-creazione di conoscenze contenuto nella relazione strategica dell’OCSE «Knowledge co-creation in the 21st Century».

(14)  Adattamento della definizione di settore accademico contenuta nella convenzione di sovvenzione tipo commentata di Orizzonte 2020 https://ec.europa.eu/research/participants/data/ref/h2020/grants_manual/amga/h2020-amga_en.pdf.

(15)  Regolamento (UE) 2021/695 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28 aprile 2021, che istituisce il programma quadro di ricerca e innovazione Orizzonte Europa e ne stabilisce le norme di partecipazione e diffusione, e che abroga i regolamenti (UE) n. 1290/2013 e (UE) n. 1291/2013 (GU L 170 del 12.5.2021, pag. 1, ELI: http://data.europa.eu/eli/reg/2021/695/oj).

(16)  Raccomandazione (UE) 2023/499 della Commissione, del 1o marzo 2023, relativa a un codice di buone pratiche sulla gestione del patrimonio intellettuale per la valorizzazione delle conoscenze nello Spazio europeo della ricerca (GU L 69 del 7.3.2023, pag. 75, ELI: http://data.europa.eu/eli/reco/2023/499/oj).

(17)  Come quelli istituiti dalle alleanze delle università europee.

(18)  Alcuni esempi di migliori pratiche sono reperibili nel Repository of Best Practices | Research and Innovation (europa.eu).

(19)  Raccomandazione (UE) 2024/736 della Commissione, del 1o marzo 2024, su un codice di buone pratiche relativo al coinvolgimento dei cittadini per la valorizzazione delle conoscenze (GU L, 2024/736, 5.3.2024, ELI: http://data.europa.eu/eli/reco/2024/736/oj).

(20)  Per «tutto il personale» si intendono non solo i ricercatori, ma anche altri membri del personale come i professionisti del trasferimento di conoscenze e tecnologie e i dirigenti responsabili della mediazione tra industria e mondo accademico.

(21)  Secondo le indicazioni della Coalizione per il progresso della valutazione della ricerca (CoARA).

(22)  Borse di studio post-dottorato MSCA.

(23)  Reti di dottorato MSCA

(24)  Dimostrazione di concetto | CER (europa.eu)

(25)  Iniziativa delle università europee | Spazio europeo dell’istruzione (europa.eu)

(26)  In linea con il piano d'azione sul pilastro europeo dei diritti sociali

(27)  Centri di eccellenza professionale — Occupazione, affari sociali e inclusione — Commissione europea (europa.eu)

(28)  Raccomandazione (UE) 2023/498 della Commissione, del 1o marzo 2023, relativa a un codice di buone pratiche in materia di normazione nello Spazio europeo della ricerca (GU L 69 del 7.3.2023, pag. 63, ELI: http://data.europa.eu/eli/reco/2023/498/oj).

(29)  Scambi di personale | Azioni Marie Skłodowska-Curie (europa.eu)

(30)  COFUND | Azioni Marie Skłodowska-Curie (europa.eu)

(31)  Home | Erasmus+ (europa.eu)

(32)  EIT Entrepreneurial Education: Learn from Leaders of European Innovation | EIT (europa.eu)

(33)  Quali EIT Alumni | EIT (europa.eu)

(34)  Quali Homepage | Piattaforma europea per la collaborazione tra cluster

(35)  Quali la rete Enterprise Europe | Enterprise Europe Network (europa.eu) e le comunità della conoscenza e dell'innovazione dell'EIT e le loro consolidate competenze nell’integrazione della ricerca, dell’innovazione e dell’istruzione nel contesto della collaborazione tra l’industria e il mondo accademico.

(36)  Quali l’Horizon Results Platform (europa.eu)

(37)  Commissione europea, direzione generale della Ricerca e dell’innovazione, Tackling R&I foreign interference – Staff working document, Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2022.

(38)  Dati disponibili nell’analisi d’impatto RISE: Azioni Marie Skłodowska-Curie — Ufficio delle pubblicazioni dell'UE (europa.eu).

(39)  https://clustercollaboration.eu/codice di buone pratiche sulla gestione del patrimonio intellettuale per la valorizzazione delle conoscenze nel SER per quanto riguarda la gestione del patrimonio intellettuale nelle attività di ricerca e innovazione comuni e le raccomandazioni sui progetti finanziati prevalentemente con fondi pubblici.

(40)  Gli intermediari comprendono, ad esempio, i professionisti del trasferimento di conoscenze e tecnologie, gli incubatori, i parchi scientifici, i poli o cluster di innovazione dell’UE, nazionali e regionali, gli esperti di proprietà intellettuale, i consulenti e i professionisti che si occupano di sostegno all’innovazione, i team di comunicazione scientifica e partecipazione politica, le organizzazioni di consulenza politica/scientifica e i professionisti specializzati nel coinvolgimento dei cittadini.

(41)  Research & innovation valorisation channels and tools - Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea (europa.eu)

(42)  Per la creazione di infrastrutture di ricerca o tecnologiche, cfr. la comunicazione della Commissione — Disciplina degli aiuti di Stato a favore di ricerca, sviluppo e innovazione (GU C 414 del 28.10.2022, pag. 1).

(43)  Programma Europa digitale

(44)  Iniziativa «Chip per l'Europa»


ELI: http://data.europa.eu/eli/reco/2024/774/oj

ISSN 1977-0707 (electronic edition)