18.2.2005   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 43/7


Parere del Comitato delle regioni in merito alla Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni: Aumentare il tasso d'occupazione dei lavoratori anziani e differire l'uscita dal mercato del lavoro

(2005/C 43/03)

IL COMITATO DELLE REGIONI,

vista la comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Aumentare il tasso d'occupazione dei lavoratori anziani e differire l'uscita dal mercato del lavoro (COM(2004) 146 def.),

vista la decisione della Commissione del 3 marzo 2004 di consultarlo su tale argomento, conformemente al disposto dell'art. 265, primo comma, del Trattato che istituisce la Comunità europea,

vista la decisione, presa dal proprio Presidente il 27 gennaio 2004, di incaricare la commissione Politica economica e sociale dell'elaborazione del parere sull'argomento,

vista la relazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, redatta su richiesta del Consiglio europeo di Stoccolma e intitolata Accrescere il tasso di attività e prolungare la vita attiva (COM(2002) 9 def.),

visto il proprio parere in merito alla suddetta relazione della Commissione Accrescere il tasso di attività e prolungare la vita attiva (CdR 94/2002 fin), (1)

vista la comunicazione della Commissione sul tema Sostegno alle strategie nazionali volte a garantire pensioni sicure e sostenibili attraverso un approccio integrato (COM(2001) 362 def.),

viste le conclusioni del Consiglio europeo di Stoccolma (2001),

viste le conclusioni del Consiglio europeo di Barcellona (2002),

vista la relazione della Commissione al Consiglio Relazione della Commissione al Consiglio europeo di primavera: Promuovere le riforme di Lisbona nell'Unione allargata (COM(2004) 29),

visto il documento di lavoro della Commissione sul tema The Stockholm and Barcelona targets: Increasing Employment of older workers and delaying the exit from the labour market (SEC(2003) 429),

vista la relazione della task force Occupazione, presieduta da Wim Kok, dal titolo L'occupazione, l'occupazione, l'occupazione: creare più posti di lavoro in Europa, novembre 2003,

vista la relazione congiunta del Consiglio e della Commissione Joint Employment Report (JER) 2003-2004 Employment policies in the EU and in the Member States, 2004,

visto il progetto di parere (CdR 151/2004 riv. 1) adottato dalla commissione Politica economica e sociale in data 6 luglio 2004 (relatore: Alvaro Ancisi, consigliere comunale di Ravenna (IT/PPE)),

considerando quanto segue:

1)

l'invecchiamento attivo e la partecipazione dei lavoratori anziani nel mercato del lavoro sono ambiti di azione prioritari per raggiungere gli obiettivi di crescita economica sostenibile e di coesione sociale fissati dalla strategia di Lisbona nel 2000;

2)

il Consiglio europeo di Stoccolma nel 2001 ha definito come obiettivo comunitario per il 2010 di elevare al 50 % il tasso medio di occupazione nella fascia di età compresa tra i 55 e i 64 anni;

3)

il Consiglio europeo di Barcellona nel 2002 ha concluso che è necessario aumentare progressivamente di circa 5 anni l'età media alla quale i lavoratori cessano di lavorare nell'Unione europea;

4)

nonostante l'evoluzione positiva degli ultimi anni, l'UE è ancora molto lontana dal realizzare i due obiettivi prefissati e rischia di fallire l'obiettivo del tasso di occupazione del 70 % definito a Lisbona;

5)

permangono forti divari tra un paese e l'altro, nonostante un numero crescente di Stati membri stia attuando proprie strategie nazionali, in particolare in termini di riforma delle pensioni;

6)

la differenza di genere nella partecipazione al mercato è un punto critico e il tasso di occupazione femminile nell'età 55-64 anni è tuttora pari al 30 % circa di media;

7)

l'invecchiamento della popolazione europea comporta il fatto che gli over 50 tendano a costituire la percentuale più elevata della forza lavoro potenziale e che una percentuale inferiore di giovani entri nel mercato del lavoro;

8)

la crescita della partecipazione al mercato del lavoro dei lavoratori anziani è fondamentale per sostenere la crescita economica e i sistemi di protezione sociale;

9)

l'allungamento della durata della vita offre maggiori opportunità di realizzare il proprio potenziale e il prolungamento della vita attiva può consentire un maggior sviluppo delle potenzialità umane,

ha adottato il seguente parere nel corso della 56a sessione plenaria del 29 e 30 settembre 2004 (seduta del 29 settembre 2004).

1.   Osservazioni del Comitato delle regioni

IL COMITATO DELLE REGIONI:

1.1

condivide la preoccupazione della Commissione, stando alla quale senza drastiche azioni in materia di occupazione della popolazione anziana gli obiettivi occupazionali dell'UE rischiano di fallire;

1.2

condivide l'analisi delle condizioni specifiche che devono prevalere sul mercato del lavoro per consentire un prolungamento della vita professionale, quali incentivi finanziari appropriati, buone condizioni di salute e sicurezza sul lavoro, forme flessibili di organizzazione del lavoro, accesso permanente alla formazione, politiche attive efficaci del mercato del lavoro, miglioramento della qualità del lavoro;

1.3

apprezza il fatto che la Commissione ritenga che gli Stati membri debbano adottare misure radicali e definire nell'ambito dell'invecchiamento attivo una politica globale che non solo affronti la riforma dei regimi pensionistici, ma promuova anche l'accesso di tutti alla formazione ed alle politiche attive del mercato del lavoro indipendentemente dall'età ed introduca in misura crescente, durante l'intera vita professionale, condizioni di lavoro tali da assecondare la permanenza al lavoro;

1.4

giudica importante l'attenzione dedicata alla necessità di accrescere con strategie specifiche il tasso di occupazione delle donne in età compresa tra i 55 e i 64 anni;

1.5

è convinto che le parti sociali svolgano un ruolo determinante nell'adozione delle strategie di invecchiamento attivo e nel contribuire a migliorare la qualità della vita professionale;

1.6

è convinto che le politiche e le azioni a livello comunitario possano contribuire a sostenere e diffondere strategie di invecchiamento attivo.

2.   Raccomandazioni del Comitato delle regioni

IL COMITATO DELLE REGIONI:

2.1

sottolinea che l'occupazione dei lavoratori anziani andrebbe considerata un aspetto normale del mondo del lavoro. Pertanto, nel quadro di una gestione strategica delle risorse umane, è meglio parlare di gestione delle varie fasce di età o di gestione delle diversità piuttosto che considerare i lavoratori anziani un gruppo specifico. Tutte le persone che hanno un'occupazione dovrebbero avere la possibilità di conciliare gli impegni professionali e quelli familiari in tutte le fasi della loro vita lavorativa;

2.2

condivide le strategie prioritarie proposte dalla Commissione per favorire una trasformazione culturale profonda che valorizzi lungo tutto l'arco della vita il capitale umano, promuova l'invecchiamento attivo, eviti l'esclusione degli anziani ed incrementi il tasso di occupazione dei lavoratori anziani, componente essenziale dell'offerta di manodopera a fronte della prevista riduzione della popolazione in età attiva;

2.3

ritiene tuttavia che ciò non sia sufficiente per valorizzare le potenzialità della popolazione anziana, ma che sia necessario anche il riconoscimento del significativo contributo degli anziani alle attività di tipo volontario ed informale, socialmente utili; auspica quindi che venga riconosciuta l'importanza che tutte le attività lavorative - sia a rilevanza economica che a rilevanza sociale - hanno per l'economia, per il benessere individuale e per la coesione sociale a livello locale;

2.4

ribadisce, in accordo con la Commissione, che per favorire l'occupazione dei lavoratori anziani è fondamentale promuovere lungo tutto il ciclo della vita attiva strategie volte a promuovere buone condizioni di salute e sicurezza sul lavoro, forme flessibili di organizzazione del lavoro, un accesso permanente alla formazione, un miglioramento della qualità del lavoro, nonché delle politiche attive del mercato del lavoro per assicurare l'occupabilità in qualsiasi fase della vita attiva;

2.5

ritiene tuttavia che, per favorire la permanenza, differire l'uscita, facilitare il rientro nel mondo del lavoro delle donne anziane ed accrescere il tasso di occupazione femminile non siano sufficienti le azioni individuate, ma sia necessario attivare strategie che consentano alle donne lungo tutto il ciclo della vita attiva di conciliare i tempi di lavoro con quelli dell'impegno familiare;

2.6

auspica, considerata la questione posta dalla Commissione relativamente al dato secondo cui non esiste alcuna prova empirica che i giovani lavoratori e i lavoratori anziani siano intercambiabili, che nell'ambito delle strategie individuate si sperimentino patti di solidarietà intergenerazionali nell'ambito di un'organizzazione flessibile del lavoro che favorisca l'uscita graduale degli anziani dal mondo del lavoro e ne valorizzi, a vantaggio dei giovani, l'esperienza e competenza professionale;

2.7

ribadisce la posizione della Commissione, secondo la quale anche i lavoratori anziani possono trarre beneficio dal loro reinserimento nel mercato del lavoro mediante validi progetti finanziati dal FSE. Le migliori pratiche hanno mostrato che gli ex dirigenti anziani possono sviluppare e aggiornare le proprie competenze al fine di ottenere un impiego in organismi che devono far fronte alla carenza di competenze manageriali nel mercato del lavoro locale;

2.8

sottolinea l'importanza di attivare piani territoriali per l'occupazione che coinvolgano le parti sociali nel sostenere le opportunità di accesso all'istruzione ed alla formazione durante tutto il ciclo di vita, nel rafforzare le politiche attive del mercato del lavoro in particolare per quanto riguarda l'orientamento e il reimpiego di disoccupati anziani, nell'individuare azioni capaci di integrare, in termini di benessere e di coesione sociale, le politiche del lavoro, nel promuovere la partecipazione degli anziani ad una vita socialmente attiva;

2.9

nell'ambito di tali strategie, il Comitato delle regioni sottolinea la centralità del ruolo degli enti locali e regionali, segnalando in particolare la necessità di porre maggiore attenzione su attività e programmi di loro specifica competenza o interesse, che consentano di non ricadere nella pericolosa dicotomia: anziani lavoratori attivi ed economicamente produttivi / anziani esclusi socialmente;

2.9.1

sottolinea, in particolare, che è fondamentale riconoscere le funzioni dei governi locali e regionali nella promozione di iniziative di lavoro socialmente utile per gli anziani (lavoro volontario gratuito o parzialmente retribuito svolto dagli anziani per la comunità di appartenenza, servizio civile per gli anziani…). Tale tipologia di lavoro a forte rilevanza sociale, oltre a rivestire una grande importanza solidaristica, rafforzare l'inclusione e stimolare la cittadinanza attiva degli anziani, favorire le relazioni intergenerazionali, ecc., può anche accompagnarsi a modalità graduali di uscita dal mercato del lavoro o garantire forme di reimpiego per chi ne sia uscito;

2.9.2

rileva che l'obiettivo dell'incremento del tasso di occupazione delle donne tra i 55 e i 64 anni deve necessariamente prevedere un ruolo centrale dei governi locali e regionali nella previsione di servizi di cura e assistenza per i membri dipendenti della famiglia (minori o adulti non autosufficienti), considerando anche che la fascia di età individuata, date le attuali tendenze demografiche, ha comunque forti responsabilità di cura familiari. Inoltre, così come la Commissione auspica nel documento interventi di formazione permanente e di lavoro flessibile lungo tutto l'arco della vita occupazionale per i lavoratori, raccomanda di prestare un'uguale attenzione alle strategie formative e organizzative nonché ai servizi educativi, sociali ed assistenziali in grado di consentire alle donne di conciliare durante tutto l'arco della vita attiva gli impegni professionali con quelli di cura familiare;

2.9.3

giudica fondamentale la promozione, non solo di strategie nazionali previdenziali e pensionistiche, ma anche di piani territoriali per l'occupazione che responsabilizzino gli enti locali e regionali e che permettano di adottare delle strategie che coinvolgono le parti sociali. Tali piani devono essere capaci di sperimentare politiche innovative aventi come obiettivi la non esclusione degli anziani, l'aumento del loro tasso di occupazione, la valorizzazione economica e sociale delle loro potenzialità. Solo a livello di piani territoriali, che devono essere sostenuti anche da linee di sperimentazione e finanziamento UE, è possibile, infatti, integrare la molteplicità degli aspetti economici e sociali posti dal progressivo invecchiamento della popolazione, da una parte, e dal calo della popolazione attiva, dall'altra.

IL COMITATO DELLE REGIONI, INFINE,

2.10

ribadisce l'importanza dello scambio di buone pratiche tra gli Stati membri, in particolare dello scambio di esperienze locali e regionali, e dell'estensione delle iniziative e dei piani di azione comunitari tesi non solo a sollecitare le politiche degli Stati membri in materia di riforma dei sistemi pensionistici e previdenziali, ma anche a sostenere le politiche sociali ed economiche a livello locale tese ad aumentare l'occupazione dei lavoratori anziani.

Bruxelles, 29 settembre 2004.

Il Presidente

del Comitato delle regioni

Peter STRAUB


(1)  GU C 287 del 22.11.2002, pag. 1.